Wednesday, January 07, 2009

margaret river




c'e' una sensazione che si fa strada quando viaggi un po' per questo paese di estensione inusitata. si tratta dell'impressione che, volendo, qui puoi essere un pioniere. l'ho capito quando ci siamo spostati verso lo shire di Augusta-Margaret river, nel sud-west della western australia (nell'angolo in basso a sinistra del subcontinente, dove l'oceano indiano e antartico si toccano). i primi settlers (pionieri, appunto) si sono spostati qui intorno al 1830, in cerca di terre fertili e per decenni l'area e stata abitata da quattro gatti (letteralmente, se pensate che ora in tutto ci sono comunque meno di 20000 persone). hanno tirato su le loro case, costruito una stazione per il cambio dei cavalli, poi l'ufficio postale (Royal mail da buoni britannici). le tracce di queste origini sono evidenti. c'e' una natura bellissima e potente: la costa e' meravigliosa, un rosario di spiagge incontaminate e caraibiche, sabbia e roccia, foreste di eucalipti blue gum e vegetazione bassa sulla costa. ogni volta pensi che non ci possa essere una spiaggia piu' bella ma la cosa dura solo fino alla spiaggia successiva, quando l'ultimo arrivato passa in cima alla classifica. non si tratta di una costa facile per il vento che la spazza troppo spesso e troppo violentemente e per le onde che fanno la gioia dei surfisti ma rendono pericolosi i bagni. pero' il mare e' una meraviglia e il verde delle foreste tonifica e profuma l'aria di eucalipto.



poi ci sono le wineries, la vera miniera d'oro della zona. i primi viticoltori arrivarono nei primi anni '70, rendendosi conto che le vigne potevano godere di soleggiamento potente pur in un clima cool. infatti alla sera e alla mattina rinfresca parecchio ("par di essere in marmolada" e' il commento di Stefano) e serve sempre la felpa e la copertina. a conti fatti, e' la perfezione: aria di mare, sole, escursioni termiche marcate, giusta carenza di pioggie, territorio collinoso. in pochi decenni i vinicoltori di origine europea hanno tirato fuori vini fra i piu' celebri d'australia. io ho scelto tre aziende, fra il centinaio di cantine visitabili, dopo aver raccolto pareri e suggerimenti fra i colleghi. partiamo con Leewin estate, posh e suntuosa. tutto e' perfetto, forse anche troppo, il personale vagamente arrogante e incline al plurale majestatis. questo genere di azienda hollywoodina piacera' magari agli americani ma io l'ho trovata senz'anima pur nella perfezione formale del parco, dei piatti e dei vini. non vi metto nemmeno l'url!




Cape Mentelle invece e' una cantina vera, non hanno cucina e al massimo ti danno un piatto di formaggi, gli addetti alla degustazione sono charmant e cordiali (sanno quello che dicono e anche che i loro vini sono fra i migliori ma non si permettono di ostentarlo). assaggio un po' di tutto, contagiato dall'entusiasmo di Carl che, prima di partire da Sydney, mi ha detto "kiss the earth for me when you are there". mi fanno sentire anche la differenza fra uno shiraz del 2004 (estate calda, vino full bodied, profumi opulenti e generosi) e quello del 2006 (estate cool, vino piu' terso, aromi secchi come fucilate, grande pulizia e ampiezza). difficile da spiegare ma, visto che siete amici, vi auguro di provarli tutti e due!



l'ultimo giorno lo spendiamo da Cullen, buoni vini, buon cibo, tavolo in the shade all'aperto con vista su bei vigneti. relaxing, peaceful, nice.

io di solito preferisco di gran lunga i rossi ai bianchi (non e' un'osservazione politica, sto ancora parlando di vini!) ma Margaret river mi ha scosso e ho trovato bianchi favolosi. nella hit parade di tutti i tempi metto una bottiglia di Lenton Brae, semillon sauvignon blanc 2008. se mai la vedrete in qualche carta dei vini, non fatevela scappare (e pensare che su queste stesse colonne ho parlato male del semillon, chiedo umilmente il perdono della corte!)

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