Saturday, August 03, 2013

Halikarnas

Senza fretta passiamo la mattinata nell'ultima rada. Portate pazienza, anche questa è la più bella del reame... Pranzo presto e rotta su Alicarnasso, Bodrum per i comuni mortali.  La città sfavillante abbraccia con le sue case bianche un porto balneare invaso, in questa stagione, da turisti e migliaia di barche.

Alicarnasso è stata a suo tempo l'ombelico del mondo, porto commerciale fiorente, città natale di Erodoto, patria del mausoleo, una delle sette meraviglie dell'antichità, l'abitato fu raso al suolo da Alessandro Magno (gli giravano anche a lui ogni tanto!) Nel medioevo, i crociati costruiscono un castello grandioso e potente: ci mettono un secolo e lo perdono in un anno, accerciati dai turchi, infedeli e irrispettosi di tutto questo lavoro. Dormiamo all'Asmin hotel, un'oasi di pace in mezzo al cancan cittadino. Serata con quattro passi, saluti e baci (e un filo di tristezza) per Carlotta, Giogio e Maria Vittoria che si rimettono in viaggio in barca diretti a nord. A cena ci godiamo la vista dall'alto della selva di alberi delle navi, fitti al punto da coprire il castello.

Angelo, Paola, Laura, Vittorio e Andrea partono che non è ancora alba, noi abbiamo il tempo di visitare il castello per primi. È un museo spettacolare e ben tenuto, torri, spalti e viste sulla città ma anche sale dedicate all'archeologia sottomarina. In questo zona hanno recuperato navi stracariche di mercanzie di pregio, ci deve essere stato un tempo in cui, se non passavi da qui, eri uno zero!
Beviamo il cay da Hatipzade dove il giorno prima mi avevano servito il caffè turco "classico" con baclava. Prendiamo le turkish delight per parenti e nipotini e poi via col taxi fino all'aeroporto. Il tassametro segna 175 TL ma l'autista dice laconico "one hundred twenty lira, discount". Grazie, gli lascio 20 TL di mancia. I tassisti sono, in generale, gente da prendere con parecchie molle ma mi godo questa gentilezza come un buon auspicio e un arrivederci.

Dimenticavo: i miei libri di viaggio sono Massimo Cirri, "Il tempo senza lavoro", una bella storia, anche un po' triste quando penso ad Adriano Olivetti, Mario Tchou e all'Elea 9003, ai tempi in cui i migliori al mondo eravamo noi e la Silicon Valley era a Pregnana Milanese; leggo anche brani di Mark Haddon, "The curious incident of the dog in the night-time". Grazie Maria Vittoria, anche se a lei non piaceva! Alcune idee per i post chiaramente vengono dal modo di Christopher di (intra)vedere il mondo: "I find people confusing... [as they] often talk using metaphors". È nel capitolo 29 e, se non lo avete notato, 29 è un numero primo :-)

Friday, August 02, 2013

Metaphors

 La mattina del 2 agosto mi sveglio col sole basso e mi vengono in mente le "metafore". Non preoccupatevi, non è contagioso e non mi succede spesso, ma riaffiora quella specie di smania di generalizzare, tipico della testa di noi matematici dopo un po' di riposo e vacanze. Alcune di queste considerazioni "metaforiche" sono forse ovvie e banali ma le scrivo lo stesso.
  • trasparenze e filigrane: viste dal mare la terra, le isole e le catene di montagne si stagliano con contorni a volte decisi, tenui o eterei a seconda delle distanze e della luce che li investe. Mi pare un bel modo di visualizzare le tante situazioni, pieni di neri, grigi e sfumature, che cambiano a seconda dei punti di vista. Forse, come in mare, anche la giusta distanza dalle coste aiuta a vederle come vanno viste.

  • ordine e preparazione: la vita in barca (come molte altre cose) è un esercizio di organizzazione, buone pratiche e capacità d'ingegnarsi. Tutto deve essere al suo posto, una corda che s'aggroviglia è un casino, la leva del cambio va aggiustata con mezzi di fortuna. Anche il sale, se non lavato con acqua dolce, lascia tracce nel tempo e intacca i materiali più duri. C'è un collegamento con l'operosa necessità di tenersi la vita sgombra da fastidi inutili e togliersi le incrostazioni mentali e fisiche prima che facciano danni. 
Come vedete, saggezza da pochi schei! Spero però che ricordarlo a me stesso pensando a una barca mi aiuti a metterlo in pratica.
Su note più concrete, l'highlight della giornata è che partiamo... dimenticandoci due passeggeri! Dopo pranzo, Anna e Carlotta si tuffano con le maschere ma noi partiamo pensando che siano in cabina. Ce ne rendiamo conto dopo mezzora buona di navigazione, fortunatamente lenta (3 km/h) per via del fiocco issato e motore spento. I marinai infatti stavano riparando la leva del cambio per la seconda volta. Giro di telefonate e le nostre eroine rientrano sul gommone della Kaya Guneri II che stazionava nella stessa baia. Resterà storico un lapidario, efficace nonché aulico sms del nonno: "Abbandonate sulle rive delle Caria", la classe non è acqua. La sera festeggiamo anche il compleano di Anna, che aveva tentato omertosamente di tenerlo nascosto. Ma in pochi metri quadri i segreti durano poco e il cuoco si esibisce nell'ennesimo show decorando con un intaglio un'anguria e servendo l'immancabile torta.

Oggi di fatto siamo giunti a pochi kilometri dalla nostra meta, Bodrum. Domani gironzoleremo qui intorno a caccia della "baia più bella", che finora abbiamo trovato giorno dopo giorno.  

Thursday, August 01, 2013

Dancing

Spedisco un SMS a papà con gli auguri di compleanno (e uno a mamma per dire che è tutto ok e che ricordi a papà di leggere l'SMS). Sveglia alle 6 veleggiando per 3 ore e mezza in direzione di Knidos, sede di prestigiossime vestigia greche (anche a detta del babbo di Anna).


Il fascinoso profilo di Symi prorompe all'orizzonte. Il comandante dice allo scientifico che è in me che la Kaya Guneri III viaggia a 9/10 km/h in modalità economy (consumo 150). Ma dando gas si arriva a 12/13 (consumo 200, unità di misura imprecisata!) Mi prendo due appunti sul tavolo, mi serviranno per stendere questi post postumi al mio ritorno. Sono seduto accanto a Clemente che studia matematica per prendersi avanti sul programma del classico, sul bel tavolo lucidato di tek che sta a poppa.

Poi doppiamo la penisola Datcha e balliamo sulle onde per un bel pezzo, dancing with the waves. Spruzzi d'acqua e sedie da bloccare per evitare che ruzzolino sul "turista per caso" di turno.