Sunday, April 13, 2014

Hai perso il portafogli e la posta non funziona? Non è poi male!

Scrivo per ricordarmi di due piccoli eventi che si sono venati di altri significati, come credo succeda di tanto in tanto non solo a me, e si sollevano al rango di esempi se non di simboli.

Giovedi scorso perdo il portafogli, o me lo fregano, in realtà è lo stesso. Si, in un caso avrei la scusa per fare una tirata e incolpare i ladri farabutti, "tenetevi i 35 euro ma che cosa ve ne fate dei miei documenti...?'"; nell'altro dovrei esternare lo sdegno per quanto sbadato sono a tenere il portafogli in una tasca poco profonda, in Veneto abbiamo il neologismo giusto: "mona". Ma la storia è solo all'inizio e, appunto, sarebbe lo stesso.

Ogni giorno arrivano vagonate di notizie deprimenti: aumentano le tasse, diminuiscono i servizi, i treni con l'orario cadenzato non sono più quelli dei tempi del Duce, il rettore CC di CF ha asfissiato la democrazia interna, Berlusconi dice che anche la democrazia esterna è una dittatura dei giudici, gli studenti non sanno più una mazza, i politici non ce li meritiamo... mi fermo, dato che spero di avere reso l'idea. A volte ho l'impressione di non dover nemmeno più chiedere "come stai?" per non dare la possibilità a chi mi risponde di dire "bene, grazie", se è stato tirato su in una buona famiglia, proseguendo poi con la sua carriolata di recriminazioni. Io stesso non riesco ad arginare questa tracimazione di risentimento e troppo spesso mi abbandono a troppe lamentele. Ok, non sono tempi facili ma è possibile che non ce ne vada bene una? Ecco, lo strano caso del portafogli disperso mi sussurra una cosa diversa: le cose funzionano eccome e un potenziale disastro (di documenti, dati personali, carte di debito e credito e chissà che altro) è finito così: giovedi sera, tre ore dopo il fattaccio, mi reco con Cesira alle 21.00 alla polizia ferroviaria di Treviso, con la speranza che abbiano ritrovato il maltolto nella stazione d'arrivo del treno.


I tre poliziotti hanno un look un po' sgangherato, calvizie quà e là, accenti strani, non sono degli adoni e la diffidenza di Cesira è inesorabile quanto genericamente indirizzata alle forze dell'ordine. Eppure, con la loro "anda" si mettono in moto: uno telefona a Conegliano, uno al registro delle patenti, l'altro dà sostegno morale ai colleghi. Il portafogli non si trova sul treno che dorme a Conegliano in attesa della corsa del giorno dopo, amen. Il computer del secondo è gia aperto sulla denuncia di scomparsa: "Io sottoscritto nato a dichiaro di aver smarrito un portafogli di pelle nera contenente..." Io gli avevo detto "vecchio portafogli" ma lui non lo ha scritto, "con 35 euro, imob e altre cose di poco conto". Bella sintesi. Arriva il numero della patente, attacca a pestare sui tasti di una tastiera stremata ma funzionante, clic-cloc-clic per compilare il foglio che sostituisce la patente. Alle 21.29 esco con la denuncia in mano e in grado di guidare nuovamente. Non saranno stati la delta force (in apparenza) ma hanno sfornato due carte, consultato i database e dato una mano in poco più di 20 minuti. È tutto merito del terzo che dava sostegno: io so (e voi pure) che se vi guardano mentre lavorate siamo costretti a fare presto e bene. Non scherzo più: non posso dire che sono fiero di loro, perché la mia consorte mi farebbe dormire sotto un ponte, ma tanto di chapeau!

Con la denuncia in mano, blocco la carta di credito e il bancomat, sacramentando al pensiero che in 10 giorni devo fare un viaggio e dovrei prenotare un albergo via internet. Mi chiedo come diavolo farò e mi predispongo mentalmente a rientrare nella preistoria: agenzia di viaggio (!), telefonate, email, bonifici. Non ci posso credere ma me lo merito.  So che le carte non arriveranno mai in tempo: quelli di CartaSi mi hanno detto che servono 7 giorni lavorativi e tutti sappiamo che mentono per indorare la pillola, i ritardi sono endemici, le poste non funzionano nemmeno quelle come ai tempi del Duce. E invece, i pin (solo questi) arrivano dopo due giorni due, la carta mi raggiunge nella sua bella assicurata convenzionale in giorni 4, basta una firma sul blocco della mia efficientissima super postina Annalisa e sono incartato nuovamente. Il bancomat ce la fa in 5 giorni lavorativi netti. Sogno o son desto? In 5 giorni è tutto a posto? Avevano detto sette e mi sento spaesato sia perché due giorni sono un'eternità di vantaggio ma anche perché tutte le mie fosche previsioni erano cazzate. Può succedere, a me, a voi, che perdiate il portafogli e che 5 giorni dopo praticamente sia tutto eguale: zero fastidi, 5 euro di foto e 5 di spese per la carta d'identità nuova, 35 euro sputtanati ma a parte questo zero rogne. Il mio portafogli di pelle nera (nuovo!) giace giulivo in una tasca profonda e munita di cerniera antiproiettile con password. Vedete, ho tratto le mie conclusioni esistenziali da 4 soldi: questa è una metafora e se ce la facciamo in un caso come questo, intriso di denuncie, richieste, spedizioni e autorizzazioni, vuol proprio dire che dovremmo tenere sempre la giusta distanza e che lo spleen che avvolge le nostre vite dovrebbe dissiparsi. Mi avviso da solo: mi è andata anche troppo bene,non prenderci gusto!

Il secondo evento, nella mia mente intorta, presenta notevoli somiglianze con il caso del portafogli perduto. Nella serata del 7 aprile, la posta elettronica comincia a non funzionare dicendo che non riconosce la password. Ma ormai è sera, vado a letto convinto che sua maestà gmail, di sua divinità Google, non avrà problemi il giorno dopo. Non è mica un servizio fornito da rieseproduce.it, ci mancherebbe altro che Google non aggiusti in pochi minuti/ore un servizio, per non sollevare le proteste di migliaia di utenti paganti (ehm...)  Il giorno dopo la posta non va proprio, altro che ai tempi del Duce, inchiodata, e gmail riconosce la password del mio Thunderbird né più né meno di mia sorella. Io m'innervosisco sempre più, sparo qualche tweet indignato e vedo che retwettano subito. Cerco sulla rete e vedo che siamo in tanti ad essere inchiodati, privati, ditte, piove sui giusti e sugli ingiusti. Diventa una marea montante alle 15.00 quando si svegliano gli americani senza la loro bella gmail. Pare che l'unica soluzione sia riscaricare tutta la posta e nel mio caso sono migliaia di messaggi dal 2006 in poi. Tutti? Yes baby, tutti dal primo all'ultimo ma per non sovraccaricare i server te li danno a pacchetti di 100-200 a volta e si rischia di metterci mezza giornata. Anche i server hanno sorelle-server? Vacilla quasi la mia granitica convinzione che Google sia buono, gmail sia perfetta e che sia la comunità degli utenti a risolvere i problemi quando ci sono, come accade da sempre nel mondo open-source. Ogni tanto qualcuno prova a dirmi di comprare software e servizi privati perché, dice lui, se hai un problema ti danno assistenza. Si, come quando telefoni al numero verde della telecom, stessa assistenza! Ho sempre preferito cercare nei forum e una soluzione è sempre saltata fuori. In verità questo è l'apice dello scoramento ma verso le 15.30 compare un messaggio di un tale chris_marino, in un forum in cui mi sono iscritto: cazzarola, ha trovato una soluzione che trascrivo per gli annali (gli errori sono originali):

There is a workaround. You can set this in the config editor:
mail.server.default.authMethod to 2
or
mail.server.serverX.authMethod to 2
serverX  where X is a number coresponding to the account created internaly.

per fare la modifica mi tocca studiare su un paio di altre pagine esoteriche che cosa cavolo vuol dire ma aggiusto il config di Thunderbird e la mia posta docilmente riprende a funzionare come un pallettone. chris_marino, ma chi sei?



Un paio di ore dopo anche quelli di Google, punti nel vivo, risolvono e dicono che non serve il workaround di Chris ma io continuerò per gratitudine a scaricare la mia posta in the "Marino way" per sempre, con l'authMethod a 2. La morale è sempre quella: un potenziale disastro risolto in qualche ora da un gruppo di utenti un po' geeks, forse freaks, che non si conoscono fra di loro, collegati da una pagina di googleproductforums.com in cui un chris_marino a furia di ravanare assieme a tutti gli altri trova la soluzione. Mi ci metto dentro anche io col mio centesimo, dato che ho postato un paio di boiate spiegando che la posta non funzionava nemmeno su vecchi Mac con Eudora: noi utenti abbiamo risolto il problema prima degli ingeneri di Google e lo sconosciuto chris_marino è il nostro Messi (no, non messiah, Barcelona FC!).

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