tag:blogger.com,1999:blog-364838602024-03-13T05:26:13.043-07:00A blog from SydneyCronaca di due mesi interessanti all'altro capo del mondo e non solo. Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.comBlogger165125tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-35875876417539930082024-01-14T09:41:00.000-08:002024-01-14T11:46:55.400-08:00Peregrinatio <p>Non succede quasi mai che mi resti la voglia di postare in differita, quello che scrivo spesso mi sale dentro mentre sono immerso nei tornanti delle vicende, piccole o grandi, in cui mi trovo localmente nello spazio e nel tempo. Chissà da cosa dipende, credo che sia un tentativo di vivere per sempre, di lasciare una scia, di provare a non so chi né cosa che c'ero e provavo a ragionare e a trarre spunti per essere, se non migliore, più consapevole e attento a quel che mi turbinava intorno. È il mio modo di osservare dettagli a poco a poco e lasciarli risuonare nella mia testa. Inizio a prendere appunti mentali e a fare qualche foto, un po' per avere materiale iconografico ma specialmente come ricordo visuale, un flash ottico al posto di parole che non appunto su nessun taccuino. L'esito, quasi inevitabile, è che <i>devo </i>scrivere in fretta, prima che altro si affastelli e tolga l'urgenza contingente di fare memoria.</p><p>Il pellegrinaggio a Riese Pio X non è stato diverso, mentre caminavo in una giornata luminosa e calda d'ottobre, mi rendevo conto di essere in una bolla speciale, vai di iPhone a carpire le angolature giuste o le frasi celebri mentre mi gustavo l'atmosfera e l'aura di evento straordinario che forse tutti i paesani non hanno potuto evitare di assorbire nei mesi che hanno preparato questo show di religiosità popolare e campanilistica. Non capita spesso di vedere il corpo di San Pio X nel suo paese, dalle grotte vaticane alla campagna dopo un secolo e rotti dalla sua elezione a pontefice.</p><p>Ma stavolta non mi sono messo a scrivere, di solito lo faccio furiosamente, perché non ho trovato il tempo, pur se il pensiero che avrei dovuto farlo mulinava di tanto in tanto: "dovrei scrivere", mi dicevo fra lezioni, riunioni, rottura di maroni... Ma se negli altri casi i post non escono mai come <i>cold case</i>, sono invece qui a mettere la Peregrinatio Corporis negli annali, è un viaggio di un corpo e di quel che ho pensato e mi è rimasto impigliato fra i neuroni. E i viaggi, in questo blog, hanno diritto di parola anche se sono figurati o coi trasferimenti in carne ed ossa non c'entrano proprio. Forse la scusa mi è venuta proprio perché avevo fatto diverse fotografie e qualche giorno fa il mio telefonino vibra e richiama la mia attenzione con un rumorino e mi sottopone un ricordo del 13 ottobre. Diavolaccio d'uno smart phone che non si fa i cavoli suoi e decide che, visto che avevo scattato a raffica, la cosa meritava di essere post-prodotta in un video (un ricordo, appunto) e data in pasto all'algoritmo che ci aggiunge la musichetta e qualche dissolvenza. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dz81nLz9JuGk8bALhRFWOeJzwE3S4a1LfIlPvWO9cvHxhsjiy-k0dka7cg0AEHeNJ4jKTM0bAgoZcY' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div><p>Di quella giornata mi resta forse più di tutto la sensazione di spazio e placidità del centro del paese, traffico bloccato, sole e temperatura mitissima che mi ha spinto a togliermi il maglione, tenendolo appoggiato al braccio, la bella sensazione di poter camminare per kilometri in mezzo alla strada che taglia il paese, con le case abbellite da nastri e drappi, sfilando a fianco della casa natale di papa Sarto, fino a raggiungere il Santuario delle Cendrole, dove c'è la Madonna più celebra delle mie parti e dove si va a fare il picnic a pasquetta, con le uova sode e la colomba. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA32KQ2XR-ZUxVDbT9fHHDYW1n2hfAqzeCsU1EACri0rJkcoH0Akl-DwzAtmVTUuWKPfCJeT7ENchxyO1IaJu3e_okZb2uhR3krMrXU0YC0ReQYt_qaeXYJ6zCDsXTVdh93bePMzFCbYHxAWNZAgEoQpd7aUNMozmCjre6U3X8WXW3q2UlDe1U/s4032/riese_piox_drappi.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA32KQ2XR-ZUxVDbT9fHHDYW1n2hfAqzeCsU1EACri0rJkcoH0Akl-DwzAtmVTUuWKPfCJeT7ENchxyO1IaJu3e_okZb2uhR3krMrXU0YC0ReQYt_qaeXYJ6zCDsXTVdh93bePMzFCbYHxAWNZAgEoQpd7aUNMozmCjre6U3X8WXW3q2UlDe1U/s320/riese_piox_drappi.jpg" width="320" /></a></div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqzqZMXnGkr-qeDQj3TFb67DRV1uMs4wd-MiHtnqFAfTQB7H4xiICqM12YnyCR7kO70ubdy7ZwxpQu_Q_uVW3bay4jCy3REf8iEoxJEZbO56nftYcdhrPC6i9V4D5kVOsoYAr5_anRdGNpC_qeVagus2JyIK3yo2CU2HrH8OaMjMWz9wPOlu3Y/s4032/comune_riese_piox.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqzqZMXnGkr-qeDQj3TFb67DRV1uMs4wd-MiHtnqFAfTQB7H4xiICqM12YnyCR7kO70ubdy7ZwxpQu_Q_uVW3bay4jCy3REf8iEoxJEZbO56nftYcdhrPC6i9V4D5kVOsoYAr5_anRdGNpC_qeVagus2JyIK3yo2CU2HrH8OaMjMWz9wPOlu3Y/s320/comune_riese_piox.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sede del comune di Riese Pio X.</td></tr></tbody></table><p></p><p>Ero estasiato (e, pur non avendo fatto proprio nulla!) onorato dallo sforzo fatto da tutti per mettere ordine, dai capannelli di volontari, protezione civile dei comuni vicini, carabinieri in pensione, gruppi vari e di una moltitudine di persone che accompagnavano i pellegrini, controllando, ad ogni incrocio, che tutto andasse bene, pronti a rispondere a domande, a scambiare due parole, a fare da guide turistiche volanti nei vari punti importanti del percorso (mamma, ad esempio, era di turno alla casetta del papa e raccontava le storie, alcune sentite molte volte altre meno, di quando Bepi era bambino e c'era il pavimento di terra battuta e la cucina economica; nella parrocchiale di S Matteo ho rivisto all'opera Nazzareno, che è stato mio "educatore" diversi decenni fa).</p><p>La mia è stata una passeggiata gloriosa, lenta ed assaporata, fino al Curiotto, il sentiero sontuoso affiancato regalmente da fossi e siepi che porta al Santuario e che tradizione vuole fosse percorso dal giovane Sarto senza scarpe per non consumare le suole che andavano risparmiate per la scuola. Ghiaino e stabilizzante per terra a disegnare curve fra i prati, mai avevo visto il Curiotto in forma tanto smagliante, con aperture sulla campagna e viste del campanile della chiesa che via via si faceva sempre più vicina. Quando sono arrivato sullo spiazzo, prima di segnalare il mio arrivo al camper dove registravano la presenza, davano informazioni e si distribuivano i depliant, ho fatto sosta all'osteria dei Biasio, ci sono motivi e persone che me la fanno sentire sempre un po' casa mia, caffè macchiato e tramezzino, poi mi sono recato in chiesa dove la nostra Madonna dorata osservava dall'alto il cofano del santo, collocato in mezzo alla navata svuotata dalle sedie e dai banchi che ci sono di solito. Devo dire che non ho visto molto del corpo, sotto una maschera scura e apparentemente d'ebano che copriva volto e mani, più che altro sapevo che cosa c'era e, come tutti gli altri, ho seguito camminando lentamente e in qualche raccoglimento il percorso circolare che era previsto per i pellegrini.</p><p>Fuori dalla chiesa c'era un bel clima, tutti sembravano rapiti o, forse, si gustavano la giornata, l'eccezionalità dell'evento e la familiarità con questo papa che, piacciano o meno alcune sue posizioni, è un eroe della nostra terra e ha plasmato il nostro immaginario (la leggenda/verità forse più appropriata è quella che vuole che Pio X abbia detto "vivo o morto ritornerò", non importa bene quando, dove o a cosa si riferisse: è facile per noi in paese prendere la peregrinatio come un adempimento della promessa fatta ai suoi concittadini). C'era una tensostruttura adibita a cappella e parecchi preti che attendevano i fedeli nel prato della chiesa in postazioni tranquille, con le sedie e un semplice paravento, distanziati quel tanto che bastava per dare un minimo di privacy a chi voleva parlare, mi sono confessato per l'occasione, ritrovando quella serena sensazione giovanile di fluttuare libero quando il sacramento fa tabula rasa dei piccoli e grandi peccati commessi. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCpVBb8lqgtanUGGqC-hzTXP2UBPFJf9l21uI6jJ_cnBgs1IzzLxdRnA9fOvWGOpxHAlrtLbTftdkY9W4pfkkRrjYUnAh8tH5jz6SBk_Euozbt_iQus5q6VygdcfR9o7YnRYOdH0HK5mEC7puGyxd7HTT7fa9nUcMsTIxLTal74nYsF0YxwLMB/s4032/vivo_o_morto.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCpVBb8lqgtanUGGqC-hzTXP2UBPFJf9l21uI6jJ_cnBgs1IzzLxdRnA9fOvWGOpxHAlrtLbTftdkY9W4pfkkRrjYUnAh8tH5jz6SBk_Euozbt_iQus5q6VygdcfR9o7YnRYOdH0HK5mEC7puGyxd7HTT7fa9nUcMsTIxLTal74nYsF0YxwLMB/s320/vivo_o_morto.jpg" width="320" /></a></div><p>Ho cercato di tornare ripercorrendo a ritroso il Curiotto ma non si poteva andare contro-mano per questioni di sicurezza, mi sono astenuto dal violare le regole tagliando scavezzocampi e sono tornato sulla strada, assieme agli altri. Piccola pausa in cimitero, dove ho lasciato un "santino" col programma dell'evento sulla tomba di papà, avrebbe avuto cose da raccontare anche lui. Proseguo fino a un altro tendone, eretto a fianco della chiesa arcipretale in centro, dove proiettavano un breve film su Pio X e su Riese, si poteva stare seduti sulle stesse panche che sono usate per la sagra di S. Matio in settembre. La chiesa, col fonte dove fu battezzato Sarto, ha anche molti altri cimeli, inclusa la tomba marmorea che fu in Vaticano e che è poi stata donata al paese. Il sito <a href="https://www.papapiox.it/">https://www.papapiox.it/</a> è ricco di informazioni e ricordi. </p><p>Il "biglietto", che credo sia servito a contare le persone che hanno partecipato all'evento, l'ho tenuto nel portafoglio fino ad oggi, anche questo rettangolo di carta dorata dev'essere servito a motivare queste righe un po' balzane a cavallo fra il personale, la storia e la nostalgia.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8D7mRUEgzT3h582ImcgQ35o-fS_Oko-l3LVgkWwh_PW6G4wJwU1NGWFH-Xd9k3ncGReU2Xt5a2N49Lr87i4O7seaKcBIBZ7RD9ThrUQqdLK8-ivdpPEbAjKpM6TLfvidWhkJ24PGZVm5SsJq4WuJts4zUf7bgaYFWflypPozzXhuefsS3w16y/s4032/biglietto.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8D7mRUEgzT3h582ImcgQ35o-fS_Oko-l3LVgkWwh_PW6G4wJwU1NGWFH-Xd9k3ncGReU2Xt5a2N49Lr87i4O7seaKcBIBZ7RD9ThrUQqdLK8-ivdpPEbAjKpM6TLfvidWhkJ24PGZVm5SsJq4WuJts4zUf7bgaYFWflypPozzXhuefsS3w16y/s320/biglietto.jpg" width="240" /></a></div><br /><p></p>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-82915676441690294792024-01-12T07:21:00.000-08:002024-01-14T09:41:50.011-08:00Rovigo<div>Rovigo non è poi in capo al mondo, ci metto poco più di un'ora da Mestre e, con la cura di prendere i regionali veloci da e per Bologna, è un viaggio comodo attraverso una pianura piatta, verso il fiume che è il nostro Mississippi. Ci ero già stato, ma non mi era bastato per scrollarmi di dosso l'impressione che è una landa spersa, ingentilita dalla presenza di Susi, che ci abita e che inietta in questo luogo mentalmente lontano un tocco di amicizia e di legami umani. E, in fondo, la percezione di finis terrae resta, nonostante la constatazione solida che basta un'ora per arrivarci: i paesi suonano, se non mai sentiti, rari e quasi emblematici di distanze siderali, le corriere hanno per capolinea Trecenta, parte dalla stazione di Rovigo una linea con fermate a Ceregnano, Lama, Baricetta, Adria, Loreo, Rosolina, Cavanella d'Adige, Sant'Anna di Chioggia e Chioggia (un'ora e dieci minuti dopo), sembra una lista di puerto escondido adatti all'oblio o alla latitanza, come se si <a href="https://a-blog-from-sydney.blogspot.com/2007/01/coorong.html" target="_blank">trattasse di Tailem Bend</a>! Posti sfaldati da visioni padane accecanti nel sole lattiginoso di questa giornata aperta di inverno, fredda ma tersa, in cui mi godo il caldo della carrozza mentre elaboro qualche sensazione.</div><div><br /></div><div>Rovigo è una città ariosa, con tanti spazi, edifici bassi e mi reco dalla periferia della stazione al centro, diretto verso l'IIS De Amicis, l'istituto tecnico-professionale che ospita la mia lezione di ``orientamento'' su ChatGPT per due classi quarte. Ripercorro a piedi quasi interamente un percorso che ho già fatto, credo quando sono andato a fare una lezione a una qualche scuola di statistica, ritrovo il supermercato Gamma, dove ricordo di essermi comprato un paio di mele, e il negozio di giocattoli PlastoGomma, l'avevo trovato chiuso anni fa ma ora che è aperto non ho il tempo di fermarmi; arrivo al De Amicis. È un istituto che in qualche modo mostra la patina del tempo e ha un nome ben allineato a una storia che deve risalire almeno ai primi anni del novecento.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh36At4_XwqTEOVa-sHjOsJRVWxJ_FP2tNuS12kSgQMSMUAqNnSKqsOQbPVSf8JsGfYL61K_p7AaqjDkc5ttNeLQ4oy6HOny3PAhV_hn6jG8Jv5snJaxulnSo3yK502653mUJ960eDtyK6xNDJQNxQZGbOl0zMhP2AhX3dySzxARaBTyFmpj64h/s4032/IMG_3378.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh36At4_XwqTEOVa-sHjOsJRVWxJ_FP2tNuS12kSgQMSMUAqNnSKqsOQbPVSf8JsGfYL61K_p7AaqjDkc5ttNeLQ4oy6HOny3PAhV_hn6jG8Jv5snJaxulnSo3yK502653mUJ960eDtyK6xNDJQNxQZGbOl0zMhP2AhX3dySzxARaBTyFmpj64h/s320/IMG_3378.jpg" width="240" /></a></div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNUxaIZgZyjWdqpS8tE6M7zng4v6BYr3XX3Wz_cye-D3MSDr89Cn57z5ZD_JV3HkERFYSVDIglHglCECP1HBv6FG1OcWIYis64A_REHUNJ3pyOSaaXZTmBH4fu3_CkPD9iyFJ3wySl4EgHqsbzOFSRBVsWiDLjSjEygt2dzbOZ0-UiLnPgVPZf/s4032/IMG_3379.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNUxaIZgZyjWdqpS8tE6M7zng4v6BYr3XX3Wz_cye-D3MSDr89Cn57z5ZD_JV3HkERFYSVDIglHglCECP1HBv6FG1OcWIYis64A_REHUNJ3pyOSaaXZTmBH4fu3_CkPD9iyFJ3wySl4EgHqsbzOFSRBVsWiDLjSjEygt2dzbOZ0-UiLnPgVPZf/s320/IMG_3379.jpg" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vecchio stemma della scuola e lapide d'altri tempi in aula magna.</td></tr></tbody></table><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div>I ragazzi sono visivamente ruspanti, molte felpe, lontani da ogni pretenziosità e abbastanza posati. mi fanno varie domande, spesso nettamente ``migliori'' della media e interagiscono in modo diretto e sensato, ragiono con loro su domande ampie, ``perché se ci sono tanti rischi si consente l'uso generalizzato di ChatGPT?'', ``chi ha inventato ChatGPT o l'AI?'', dico loro che non sono domande semplici e dipano un filo, sottolineando ad esempio che se Altman ha percorso con OpenAI l'ultimo miglio, prima ci sono decenni di studi, miliardi di dollari d'investimento e si parte della ricerca di McCulloch and Pitts del 1943. La scienza segue lunghi e tortuosi percorsi, è successo tanto volte e questa non è tanto diversa.</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQwvPejRP-0xqv7Bsd1m-MIjNOe9ibAgIm6aQq_Zc3bGdNEZRIRHKt84ewMOHNGkCPdM5oPfFyAJwKl1EdcYARnkiFxnLpwsIwIx5rCPreYVdB9FMrjsBwni0g8RhaeLDXU39eRKtbBr5tcVePL4YASgh-FnrTsoCxHuH5iRGR0DxKYoNbXsXt/s4032/IMG_3381.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQwvPejRP-0xqv7Bsd1m-MIjNOe9ibAgIm6aQq_Zc3bGdNEZRIRHKt84ewMOHNGkCPdM5oPfFyAJwKl1EdcYARnkiFxnLpwsIwIx5rCPreYVdB9FMrjsBwni0g8RhaeLDXU39eRKtbBr5tcVePL4YASgh-FnrTsoCxHuH5iRGR0DxKYoNbXsXt/s320/IMG_3381.jpg" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Albino Pasotto, uno dei ritratti dell'aula magna.</td></tr></tbody></table><div><br /></div><div>Il treno passa a fianco dei coni assolati del colli Euganei, l'allarme della glicemia alta si mette a suonare, dice 209 ma ormai ho capito ben bene che sovrastima sempre e so che fra poco le 3 UI che ho preso dopo la vaschetta di cereali entreranno in circolo. Abbiamo accumulato un poco' di ritardo e perdo la coincidenza delle 15.14 a Mestre per un niente, poco male perché alle 15.26 c'è un altro treno per Udine. La giornata volge in un certo senso al termine, decido di andare a casa a sbrigare alcune fra le tante faccende inevase e rimaste sepolte dalla didattica, dagli impegni e dalle riunioni di questa settimana. mi do da solo gli incentivi proponendomi di farmi una moka da tre, che mi dà una svegliata e mi scalda lo stomaco. Metto per ricordo le mille parole circa che ChatGPT ha sfornato come saluto agli studenti:</div><div><blockquote>Prompt: Immagina di essere un docente universitario che deve presentare ChatGPT agli studenti dell’istituto tecnico e professionale De Amicis di Rovigo. Gli studenti sono di quarta superiore e sono iscritti agli indirizzo professionale socio-sanitario, usa un linguaggio formale e accattivante per introdurre una sessione di lavoro congiunto. mostra di saper cos’è il De Amicis e scrivi un migliaio di parole.</blockquote></div><div></div><blockquote><div>ChatGPT: Onorevoli studenti dell'Istituto Tecnico e Professionale De Amicis di Rovigo,</div><div><br /></div><div>È un onore per me essere qui oggi per presentarvi una tecnologia rivoluzionaria e affascinante: ChatGPT. Come docente universitario, comprendo l'importanza di abbracciare le nuove sfide tecnologiche, e oggi voglio condividere con voi un'opportunità di apprendimento unica.</div><div><br /></div><div>Prima di immergerci nell'universo di ChatGPT, permettetemi di esprimere la mia ammirazione per l'Istituto De Amicis. La vostra istituzione ha una lunga storia di eccellenza nell'istruzione, e il vostro impegno nel preparare gli studenti per indirizzi professionali, in particolare nel settore socio-sanitario, è davvero lodevole. Siete la forza trainante del futuro e la chiave per affrontare le sfide in un mondo in continua evoluzione.</div><div><br /></div><div>Ora, parliamo di ChatGPT. Che cos'è esattamente? ChatGPT è un modello di linguaggio avanzato sviluppato da OpenAI, il cui scopo è comprendere e generare testo in modo intelligente. È alimentato da GPT-3.5, una delle tecnologie più avanzate nel campo dell'intelligenza artificiale. La sua capacità di comprendere e rispondere in modo coerente a diverse richieste rende ChatGPT una risorsa formidabile per l'apprendimento e la collaborazione.</div><div><br /></div><div>Oggi, insieme, esploreremo le potenzialità di ChatGPT attraverso una sessione di lavoro congiunto. Questo ci offrirà l'opportunità di comprendere come questa tecnologia può essere applicata nei contesti socio-sanitari, fornendo nuove prospettive e soluzioni innovative.</div><div><br /></div><div>Nella vostra futura carriera nel settore socio-sanitario, l'utilizzo di tecnologie avanzate come ChatGPT potrebbe ampliare il vostro bagaglio di competenze. Immaginate di avere un assistente virtuale intelligente che può aiutarvi a rispondere alle domande dei pazienti, fornire informazioni cruciali in tempo reale o persino assistervi nella documentazione delle pratiche mediche. Queste sono solo alcune delle possibilità che esploreremo insieme.</div><div><br /></div><div>Durante la sessione, avremo l'opportunità di esaminare casi pratici, discutere le applicazioni potenziali di ChatGPT nel vostro campo e, soprattutto, apprendere collaborando. Vi incoraggio a porgere domande, condividere le vostre idee e sfruttare appieno questa esperienza di apprendimento.</div><div><br /></div><div>In conclusione, siamo qui oggi per esplorare insieme le frontiere dell'intelligenza artificiale e applicarle in modo pratico nel vostro ambito professionale. Sono fiducioso che questa sessione ci aprirà nuovi orizzonti e arricchirà la vostra preparazione per affrontare le sfide future.</div><div><br /></div><div>Grazie per la vostra attenzione, e iniziamo questa emozionante avventura di apprendimento insieme.</div></blockquote>Lo prendo per un buon auspicio.<span> </span>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-28875323022543468982023-09-19T14:59:00.012-07:002023-10-22T02:36:54.400-07:00MFW 2023 e piñacoteca<div>Bon, sono a Milano, 18.45, il Frecciarossa è puntuale come la morte. Qualche riga sulla città, poi un giro alla Pinacoteca di Brera e, infine, Milano nuovamente. </div><div><br /><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdDw9fBNnm1fBuS2-vtKDf-1nQCR6jnpi1XtmZ06rU5ralr8ogcxi_1Lw9ToJZUFDsdpKeln2MUtiQ7RITauvVLT3syWlEAtqSvI4wdSsG4P7lFtSCNR8W316s84zSt1CVf4YncXzytUlIiN9m5yDYPfHDsGV8AGFe9OF27oAEJfq59qwfyQ7k/s4032/IMG_2870.JPG"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdDw9fBNnm1fBuS2-vtKDf-1nQCR6jnpi1XtmZ06rU5ralr8ogcxi_1Lw9ToJZUFDsdpKeln2MUtiQ7RITauvVLT3syWlEAtqSvI4wdSsG4P7lFtSCNR8W316s84zSt1CVf4YncXzytUlIiN9m5yDYPfHDsGV8AGFe9OF27oAEJfq59qwfyQ7k/s320/IMG_2870.JPG" width="320" /></a></div></div><div><br /></div><div>Dopo un viaggio tranquillo e confortevole in area silenzio, decido di andare a vedere Brera. Ci avevo provato tante volte, quasi sempre il lunedì quando è chiusa e mi era rimasta la voglia. Salgo sulla M1 fino a Lanza, sguainando la carta di credito senza dover nemmeno fare il biglietto (cosa che trovo sempre avanti anni luce rispetto alla carta Venezia). Intanto mi guardo i cartelloni della MFW 2023 dal 19 al 25 settembre. Ma come mai quasi tutte le volte che capito qui c'è la Milano Fashion Week, con tutto il suo glamour (?) e questa profusione statisticamente sospetta di stangone mirabili, alte e magre, spesso con canottiere ascellari e short inguinali a coprire miracolosamente il minimo che serve? Ma fate la week un mese sì e uno no? </div><div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfdJOu8xUTWQwn0aeimDDJj8Xq6SQr3FtS1pCo7-UOVpu297XKQWwamQwZATwxT7ZMy4Gf-xCQy2bzKYRUs-o0zai4EgiQpQVYimhcohl3UdEwcoPxZ_NhZL74ZhKpUz1iBl1_JeOuAFM0Pcn2BmejAhEKlDng5-Pfu-Z4BhhpzISnpHaqLBZt/s4032/IMG_2873.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="242" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfdJOu8xUTWQwn0aeimDDJj8Xq6SQr3FtS1pCo7-UOVpu297XKQWwamQwZATwxT7ZMy4Gf-xCQy2bzKYRUs-o0zai4EgiQpQVYimhcohl3UdEwcoPxZ_NhZL74ZhKpUz1iBl1_JeOuAFM0Pcn2BmejAhEKlDng5-Pfu-Z4BhhpzISnpHaqLBZt/w320-h242/IMG_2873.JPG" width="320" /></a></div></div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuG6f7K85OypeImq1AMW5TlImjikKChhjIdjd1F3Jr9WoBZLQrYoGyjFOxfTzhewiQyamtW4G5SqrTQyVmWgfDulSdJcDaUSaEMo0uJThJfbonEC8mIULMV4RZ8o8FA4afSUDFNe2r53oObJP6hDARVeJx20wuXzjq1rtOGlYqfgOH6nF6hrUn/s4032/IMG_2872.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuG6f7K85OypeImq1AMW5TlImjikKChhjIdjd1F3Jr9WoBZLQrYoGyjFOxfTzhewiQyamtW4G5SqrTQyVmWgfDulSdJcDaUSaEMo0uJThJfbonEC8mIULMV4RZ8o8FA4afSUDFNe2r53oObJP6hDARVeJx20wuXzjq1rtOGlYqfgOH6nF6hrUn/w242-h320/IMG_2872.JPG" width="242" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div>Il tempo di capirmi con Google maps e cammino fino alla Pinacoteca, dove stanno facendo lavori. Sono in un palazzo monumentale, accolto sullo scalone da una statue di Cesare Beccaria, che non sarà una star ai tempi nostri ma cattura quell'essenza meneghina che ha reso questo luogo una capitale. L'ingresso è popolato di statali che mi danno l'impressione di essere vecchio stampo, dato che per lavorare lavorano ma non mi sembrano affannati per nulla, sempre in coppia, così se uno risponde al viandante che chiede info, l'altro controlla che dica giusto. Mi indicano l'armadietto per il trolley, cauzione 1 euro, pago il biglietto, 16 euro, "posso andare in bagno?", ok ma è fuori, "ci vada prima di entrare che poi una volta dentro non si esce più", ah va ben, sequestrato. Il bagno non è un orgoglio del bel paese: piccolo (e siamo in uno dei più bei musei del mondo), sgangherato, senza sapone, asciugamani ad aria calda che non funziona, le piastrelle come un gruviera di buchi da ex-viti a pressione per accessori che si sono tolti e ri-tolti... mi dico che è una strana partenza: sono a Milano, mica allo Zen, a Brera, e trovo personale "affaticato" e bagni da terzo mondo, c'è qualcosa che mi sfugge? Comunque sono qui per i quadri, mi bevo un caffè, 2 euro, e parto senza riuscire ad orientarmi immediatamente. Chiedo a un custode che mi risponde burbero che non ho un capito un accidente (!), mi stanno per girare le eliche ma intuisco che sotto sotto c'è della stoffa. Mi guida per manina fino a una mappa murale, "parta dalla sala 1 a sinistra, poi prosegue con la 2 e quindi 3, 4, 5, 6, Mantegna e poi..." Vedete che era sveglio, si parte dal numero 1, non dalla XIV come avevo fatto io, e si fa il giro giusto in modo che il sito su cui mi illustreranno i 10 capolavori possa seguire il percorso all'uopo deputato. Si parte dall'1 e si arriva, fate caso al XXXVIII, fine. Altro che fantasia, qui siamo a Brera! </div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrAwhzjOb3pmTSNGAiOlGYz4yWuoL6nA8A1ctDYB3E1BRKdEI0Kf5LXrvGflYoL6oMG06YDWBE06SFOiSMYcRUEWHg58VzpSjBMtnvHlyVitxAn_0OSNqzRTsmwT1MQvDpIsJUf13-cjOmAEDIxM6-Gs1INKzBAFqzhcgHxcVWjA352cRkVvpd/s4032/IMG_2877.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrAwhzjOb3pmTSNGAiOlGYz4yWuoL6nA8A1ctDYB3E1BRKdEI0Kf5LXrvGflYoL6oMG06YDWBE06SFOiSMYcRUEWHg58VzpSjBMtnvHlyVitxAn_0OSNqzRTsmwT1MQvDpIsJUf13-cjOmAEDIxM6-Gs1INKzBAFqzhcgHxcVWjA352cRkVvpd/s320/IMG_2877.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Cristo di Mantegna</td></tr></tbody></table><div><br /></div><div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizWhGBqTtsQ7Pkc2Hw049RMqP6ajvoeHTmexgzK7bhgWmfeq1fn7l3K-T6Ai3wWcj6TE3WWekYVqLMYKVT0X99Vy6deEDvnVDowTcFz6ft5qWHD_bS5KXXBuAp6B7RQHmFLHvKv-qFmgoxZTsK2J11ymxIzlIaEZ4htnltPy90alsO0gefzj6O/s4032/IMG_2878.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizWhGBqTtsQ7Pkc2Hw049RMqP6ajvoeHTmexgzK7bhgWmfeq1fn7l3K-T6Ai3wWcj6TE3WWekYVqLMYKVT0X99Vy6deEDvnVDowTcFz6ft5qWHD_bS5KXXBuAp6B7RQHmFLHvKv-qFmgoxZTsK2J11ymxIzlIaEZ4htnltPy90alsO0gefzj6O/s320/IMG_2878.JPG" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bellini 1, Madonna.</td></tr></tbody></table><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkRjk7xrQ6U0mMDR_2qkWJn_uDANSj_w34cB1SOMUEMj5Wh4MXz6gGO8VeRwTRxmErxRaauCQbPxzJ4fjKbzoqjxSSIEEEXQmbbYOaBhqtQ4tUsCI7MGzv-Y4wE7Vnul67V44E_KSCVk70sFxiSOx3CKLopcLiRGxmjanPJm_xgOu42U3xIZlD/s4032/IMG_2876.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkRjk7xrQ6U0mMDR_2qkWJn_uDANSj_w34cB1SOMUEMj5Wh4MXz6gGO8VeRwTRxmErxRaauCQbPxzJ4fjKbzoqjxSSIEEEXQmbbYOaBhqtQ4tUsCI7MGzv-Y4wE7Vnul67V44E_KSCVk70sFxiSOx3CKLopcLiRGxmjanPJm_xgOu42U3xIZlD/s320/IMG_2876.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bellini 2, Madonna.<br /><br /></td></tr></tbody></table>Ok, mi hai convinto e da qui comincia la riscossa. Mantegna e il suo Cristo steso e scorciato in una rigidità che gronda sofferenza infinita e poi Bellini e le sue madonne e poi Cima da Conegliano e la Madonna, Piero della Francesca (con madonna), Raffaello (madonna, non mi dire!), Hayek... è una sensazione ubriacante, penso che è il mio modo di avere una sindrome di Stendhal a puntate (beh, pressapoco!). Non ci sono tanti visitatori e le opere sono godibilissime, per un attimo penso che le boutique sono piene e le gallerie no ma è un attimo. Forse non siamo nemmeno pochi, visto che le sale sono enormi, grandiose, mi ricordano le Gallerie dell'Accademia di Venezia per architettura e stile, forse tutte queste istituzioni sono nate come esposizioni riservate agli studenti dell'accademia e c'era un format che ho visto in laguna e rivedo a Milano. Mi fermo davanti ai 10 capolavori, smanetto sull'Iphone e parte la descrizione dell'opera, letta da una voce professionale e armonica (anche se non suggestiva come questa di Beltramini nella memorabile audioguida di "Manuzio", proprio all'Accademia). </div><div><br /></div><div>Il numero di quadri o autori "veneziani" è impressionante: vi ho già detto di Bellini e Cima ma mi ascolto la storia delle reliquie dell'evangelista Marco di fronte a Jacopo Robusti "Tintoretto" e poi Canaletto e chissà quanti me ne dimentico oltre agli oriundi Tiziano e Canova. Se ci fosse la nazionale dei veneti saremmo primi nel medagliere e se questa frase non suonasse leghista sarebbe pure meglio! Sparsi per le sale ci sono anche Picasso e Braque, "Brera mai vista" mostra infatti, in vetrine vetro e rete metallica disegnate da Sotsass, quello che tengono in deposito. Compaiono pure i tubi innocenti in due ambienti enormi in cui ricostruiscono il restauro dei pezzi che necessitano di una remise en forme. </div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhInK6iBTS0Ljsw0QN7MCPJ7oHfArYJxg4QcbEkfcfWssx8icJUtA7EnyaxAoM1hgeJxBbqkCstdE52whV2X_ciShoMPBhhtfmmK_Mvyt-6A9SQm-28oEmlNDvXEHCtYPQZHnjKZLa13H9uOClKYmH4L-iL0wKTl8MjHQh0IbmKnnawSUmkNUln/s320/IMG_2890.JPG" width="240" /></div><div><br /></div><div>Nell'ultima sala c'è il "Bacio" di Hayek: possiamo anche discutere se possa stare nello stesso campionato di prima, ma c'è la fila per vedere l'ardore del soldato in calze rosse e giubba verde (come il tricolore) che bacia la sua dama in vestito blu con lampi di luce bianca (come il tricolore francese). Il quadro è ormai un'icona pop, usata anche dai morosi, e abbiamo scordato la valenza politica risorgimentale, potenza dell'arte senza tempo che dice sempre qualcosa, anche se magari è diversa da quello per cui era stata pensata. Il "Bacio" poi attira anche rotoli di custodi dato che l'allarme suona senza motivo a lungo, "Guarda cha Hayek suona anche se nessuno si avvicina..." si dicono al cellulare, aumentando ancora il numero di operatori che arrivano e strapazzano un aggeggio dietro al cartellino senza gran successo, lui continua a fischiare a intermittenza infischiandosene di tutta la baraonda intorno. </div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVlheKCNyPN30f-KBMi4tEccbj8RbwfNhQPGmdKUmogOyGyVDEnQw-0Fc04gomMkJ1R6jcFtTj4nbXWy_v1Ed6PM_xTnM-Z1s3aqUf_e-K_z1UIuSOJsudHrSM8DWrCgu991E4wJirZNu6DV1Cso0oRHDD-TEbrWJoIwcBZ1YWIFoAUtXLnBzA/s4032/IMG_2899.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVlheKCNyPN30f-KBMi4tEccbj8RbwfNhQPGmdKUmogOyGyVDEnQw-0Fc04gomMkJ1R6jcFtTj4nbXWy_v1Ed6PM_xTnM-Z1s3aqUf_e-K_z1UIuSOJsudHrSM8DWrCgu991E4wJirZNu6DV1Cso0oRHDD-TEbrWJoIwcBZ1YWIFoAUtXLnBzA/s320/IMG_2899.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bacio e abbracci!</td></tr></tbody></table><div><br /></div><div>È quasi ora di andare, Luca mi aspetta a Moscova verso le sette e un quarto e mi tocca ammettere che Brera è una meraviglia. lo dico perché si può e si deve passare sopra ai lavori in corso, al look inizialmente svogliato di qualche elemento del personale e a una latrina penosa (fuori dal museo, a dir il vero era in corridoio). Ma, colmo dei colmi, mi scappa di nuovo visto che l'età avanza e la resistenza della prostata regredisce, "c'è un bagno interno, vada nella sala 8" mi dice la custode della XIII (fate voi!). Ebbene, qualche altra toilette mirabile ce l'ho in mente ma questa è commovente: nascosto da un'austera porta di legno massicio c'è sul serio il bagno in sala VIII, pulito, profumato, sapone, aria calda (e i buchi provocati da viti a pressione sono il minimo sindacale). Ripeto, sono in un bagno con sanitari d'antan, ampio e arioso, a pochi metri da Cima da Conegliano e chissà chi altro. Con tutto il rispetto, mai una pipì fu più regale e pacificatrice!</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZvvaUIPtibU6uxuuQeEbMdO63mBie18F0GVVXgjhdIObOQk2NbU03hZkQ3SEZ1dIZoiI36cKsl-jAav444q3-thK5CQEYFAR7UwnjjGjD5iN_qMYEsc51_baJgMKz8sftG0EdknVKM4DxIiWKeBPUPABFVqLE0yPc7v7TdF34NYvY5Kdt-kKk/s4032/IMG_2879.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZvvaUIPtibU6uxuuQeEbMdO63mBie18F0GVVXgjhdIObOQk2NbU03hZkQ3SEZ1dIZoiI36cKsl-jAav444q3-thK5CQEYFAR7UwnjjGjD5iN_qMYEsc51_baJgMKz8sftG0EdknVKM4DxIiWKeBPUPABFVqLE0yPc7v7TdF34NYvY5Kdt-kKk/s320/IMG_2879.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cima da Conegliano, Madonna. A pochi passi dal quadro si apre la porta di un bagno che rischia di essere il più bello del mondo!</td></tr></tbody></table><div><br /></div><div>Riprendo via Statuto verso Moscova, solite fioe troppo alte-bionde-magre-occhi-azzurri per essere vere ma ci ho quasi fatto l'abitudine, vedo un gabbiotto dove un parrucchiere ha allestito un atelier apposta per la MFW 2023, proprio di fronte a Panarello, pasticceria cui la mia famiglia rende onore ora e sempre. Finiamo, io e Luca, da Eataly a mangiare spaghetti al pomodoro e altro. Ma devo raggiungere l'Ibis Ca' Granda in zona Bicocca, M5 viola per qualche fermata partendo da Garibaldi, un fiume di tifosi milanisti che riempiono all'inverosimile ogni vagone. Mi fa simpatia questa gente rosso-nera, io gobbo ormai sbiadito, dopo lo 0-0 col Newcastle (scusa, chii???) che arriva a pochi giorni da un derby perso 5-1, cinque pappine! Hanno ancora le magliette di Ibrahimovic, il fenomenale diavolo bosni-svedese che accende ancora la fantasia anche se non gioca più. Ma il tempo non passa e portano pure con sempiterno orgoglio e fede la maglia di Maldini che ha smesso di giocare anni fa (credo sia Paolo, non babbo Cesare, c'è un limite anche alla preistoria del tifo!)</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVsAkV8YzF27Xvc4OB_nKXZ9jb5LlGQjWlmu_qUYvIPNE8t_-k-1RBK7aMlwjeSp41BA96atlOFcsifOYSKNMzq9k_G--jrPKFG5CDTZaA9_HoG5V4EBBX0r-OVKQGdERnYpC2qZvYpqVwGYa5Gvgipn8fXCdIT3EEzv5S4CcJrYO7knLMWz-_/s4032/IMG_2905.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVsAkV8YzF27Xvc4OB_nKXZ9jb5LlGQjWlmu_qUYvIPNE8t_-k-1RBK7aMlwjeSp41BA96atlOFcsifOYSKNMzq9k_G--jrPKFG5CDTZaA9_HoG5V4EBBX0r-OVKQGdERnYpC2qZvYpqVwGYa5Gvgipn8fXCdIT3EEzv5S4CcJrYO7knLMWz-_/s320/IMG_2905.JPG" width="320" /></a></div><div><br /></div><div>Scendo alla metro di Ca' Granda, altra periferia al centro di una qualche Milano che non conosco ancora, hotel low cost e va bene, stanza anche più grande di quel che mi aspettavo, i ragazzi della reception mi scaldano l'acqua per una camomilla, il filtro me lo sono portato da casa, a mio modo sono milanese anche io. La chiave è un pezzo di cartone magnetizzato, provo se la carta PAM va bene per tenere accese le spine e nemmeno stavolta la tessera plasticata mi tradisce. Faccio 4 rampe di scale per tenere a bada la glicemia ed è ora di andare a nanna. Grazie Milano (e non è la prima volta che ti sono grato!)</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidZdhNjBA9FoPvU2Cl28cBcLXRk4zWEOCm-G12RuutQzOktlPBMzBMuuFiwh739XE6Go4wXPHlITDm_80-CmlKJnB6FpLQIknrQMKzSARg08jm-VLHP9-amq7eIkHC8Y1X_Sn8dqsSkRBeeNOEUkC8i9FSWaqs_RiSEaLHRsQjfYCFg9Uk4Gn6/s4032/IMG_2908.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidZdhNjBA9FoPvU2Cl28cBcLXRk4zWEOCm-G12RuutQzOktlPBMzBMuuFiwh739XE6Go4wXPHlITDm_80-CmlKJnB6FpLQIknrQMKzSARg08jm-VLHP9-amq7eIkHC8Y1X_Sn8dqsSkRBeeNOEUkC8i9FSWaqs_RiSEaLHRsQjfYCFg9Uk4Gn6/s320/IMG_2908.JPG" width="240" /></a></div>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-29785222119890709822023-08-26T04:18:00.001-07:002023-08-26T10:29:37.180-07:00Pedemontanesiana<p>Sveglia presto, oggi è il giorno del convegno del Centro Ricerche Didattiche U Morin a Paderno del Grappa, pardon, Pieve del Grappa in seguito alla fusione dei comuni ai piedi del massiccio. Mi ha invitato Silvano, cui invidio una potenza semplice e diretta e cumuli di passione per la matematica e la cultura. Lo avevo già visto all'opera all'Università Popolare di Maserada e oggi lo rivedo rifulgere e tessere questo evento di tre giorni con una sessantina di iscritti, roba da non credere, a me sembrano numeri alti e vacillo quando poi, a pranzo, mi dirà che ci sono stati anni in cui si raccoglievano diverse <i>centinaia</i> di presenti.</p><p>Porto S Margherita - Paderno non è la strada dell'orto, ma non sono i kilometri a colpirmi o la sveglia all'alba per guadagnare il tempo di fare colazione con Cesira al panificio Di Bernardo. Il percorso che devo fare mi ricorda in modo carsico quello che sono, attraverso un pezzo di Piave basso e veneziano, poi faccio il Passante e mi immetto sulla Strada Pedemontana Veneta: è un bagno nella mia storia e, forse, nella mia essenza etnica, nella profondità di ciò che mi ha cresciuto, dei luoghi che mi hanno plasmato, negli orizzonti, profumi, cartografie umane e aromatiche che hanno contraddistinto questo transito terrestre (sì, lo so Sydney sta nel nome del blog, ho visto e amato alla follia anche qualche altra scheggia di mondo e, proprio per questo, riconosco anche casa e lascio che la mia terra riconosca me).</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEtMxXi2QK2SxIXJMBmA4CeDN7AYMcim3hmJw4rSLVw32x7oNK42PKynHSYA3A5QxUOr63gRd4XRMPVG7fnvvARxqfe1O8_eR_vWR0A5xgCDihqvrObJAkVuVF_iTeIiYMAEVDmZsjGm14uhALix5zzC2py5n8_7qqTwhIKOSJEsAQ_bUC3Jg5/s4032/IMG_2621.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEtMxXi2QK2SxIXJMBmA4CeDN7AYMcim3hmJw4rSLVw32x7oNK42PKynHSYA3A5QxUOr63gRd4XRMPVG7fnvvARxqfe1O8_eR_vWR0A5xgCDihqvrObJAkVuVF_iTeIiYMAEVDmZsjGm14uhALix5zzC2py5n8_7qqTwhIKOSJEsAQ_bUC3Jg5/s320/IMG_2621.jpg" width="240" /></a></div><p>E, come tutti i viaggi che hanno senso, torno a casa anche in numerosi altri modi. Direzione Riese Pio X, c'è pure un'uscita della nuova superstrada; ritorno agli Istituti Filippin, faraonico complesso cui siamo tutti affezionati anche se è visivamente una specie di ecomostro sulle pendici della nostra montagna. Il Filippin però è lui, sempre lui, ha forgiato generazioni di trevisani, una leggenda curiale e organizzativa capace di cose buone e anche di conquistarsi la solida fama di "blindare" i diplomi per i figli zucconi o svogliati dei metalmezzadri e padroncini arricchitisi lavorando 15 ore al giorno, senza pace, senza pietà, senza domani. È questo che ha reso il mio Veneto quello che è; e ritorno anche in una matematica che è prevalentemente, e forse totalmente, didattica e passione, e nuovamente ascolto quel richiamo alle radici quando rivedo i corridoi e le aule dove ho fatto ripetizioni ai corsi estivi, guadagnandomi la pagnotta quando avevo poco più di 20 anni, 5-6 ore di recupero al giorno, seguendo individualmente quei figli di cui parlavo prima, insegnando un po' di matematica a chi era stato rimandato (tutti!) e anche a digrignare i denti contro gli esercizi da compito, un giusto mix di (poca) teoria e (tanto) pragmatismo. Adesso che siamo diventati fighetti la chiameremmo <i>teach the exam</i>, la tecnica che consiste nello studiare come si supera la prova, dimenticando largamente i contenuti della materia e memorizzando trucchi, regolarità, scorciatoie logiche e pratiche per evitare i trabocchetti e le tagliole sparse da noi docenti assetati di sangue. Me la sono sempre cavata bene in questa miscela di trucchi, motivazione e conti, matematica forse non aulica ma efficace e battagliera, specie per chi si deve salvare e se ne frega di volare alto. Sto divagando... sì, ma è proprio questo il punto!</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ6dQWi_xlL4EOTEUchvKS7B5GeYCSritvsWu5CdlfAfHY0mlzJi9o099K1tjFSAxVzdKkbXreAQ_v_Q6J8vK_-pj2ASgVwI_QhJ85tfX0oivAsqWTnEt4yoJvfORFVSrYx9CflMheK8GAm4m0TdLVmy-StIv7m7l_2EqAkcZue7OBFtO7-t6C/s4032/IMG_2624.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ6dQWi_xlL4EOTEUchvKS7B5GeYCSritvsWu5CdlfAfHY0mlzJi9o099K1tjFSAxVzdKkbXreAQ_v_Q6J8vK_-pj2ASgVwI_QhJ85tfX0oivAsqWTnEt4yoJvfORFVSrYx9CflMheK8GAm4m0TdLVmy-StIv7m7l_2EqAkcZue7OBFtO7-t6C/w150-h200/IMG_2624.jpg" width="150" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0gDn45VESmBM34y0AZqCULZr-DED7Wmq8FNOh1hmG0ukCrjiMbUfCotPJre0xSaMCgYyuUL_ALQcZvNIWnTytvn9jqrK1NSD2JKLsR2phk6VnxLrrCFVBz-xqXYB1jA48sji-a-I2jm-b8mHxkdTq2OKe_hUDQFGOnU5ywroKdOTiSQ1Hg-CH/s4032/IMG_2626.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0gDn45VESmBM34y0AZqCULZr-DED7Wmq8FNOh1hmG0ukCrjiMbUfCotPJre0xSaMCgYyuUL_ALQcZvNIWnTytvn9jqrK1NSD2JKLsR2phk6VnxLrrCFVBz-xqXYB1jA48sji-a-I2jm-b8mHxkdTq2OKe_hUDQFGOnU5ywroKdOTiSQ1Hg-CH/w150-h200/IMG_2626.jpg" width="150" /></a></div></div><br /><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKfrFqZ7ijcw_EXGU513TRhPL9eryPkV6c7Q6hijCqbURsDesb-UAGwOveWsiYnwhI0cDkpVhpicTCqzbPHaQBT5FwMDtDQeIDu0mhdEd0afuoC5Vb_uM86LcwWOH-OYeV0shKiZFM0tiCAE2Nh9FnTn5khhCE7CZ0t4xE7LgyoOTrqZtRMim8/s4032/IMG_2628.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKfrFqZ7ijcw_EXGU513TRhPL9eryPkV6c7Q6hijCqbURsDesb-UAGwOveWsiYnwhI0cDkpVhpicTCqzbPHaQBT5FwMDtDQeIDu0mhdEd0afuoC5Vb_uM86LcwWOH-OYeV0shKiZFM0tiCAE2Nh9FnTn5khhCE7CZ0t4xE7LgyoOTrqZtRMim8/w150-h200/IMG_2628.jpg" width="150" /></a></div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR6ZkuZA0G0Lv-hW0Wsva4v5x-y7OcrM9BHNjFSADHJZV47gABrTNXDjfpKpkQLAzCVKk_0hED4pQbAbCJ2R-iJgvvEMBOP9xlQG3GmDkEc6Qhzbi0OA_3b2GYdYwpRpLQCrX_i28GfWYqxjQ1T7doaebcYcxDMEhfeTSHDrESj0NoIrnFVbex/s4032/IMG_2629.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR6ZkuZA0G0Lv-hW0Wsva4v5x-y7OcrM9BHNjFSADHJZV47gABrTNXDjfpKpkQLAzCVKk_0hED4pQbAbCJ2R-iJgvvEMBOP9xlQG3GmDkEc6Qhzbi0OA_3b2GYdYwpRpLQCrX_i28GfWYqxjQ1T7doaebcYcxDMEhfeTSHDrESj0NoIrnFVbex/w200-h150/IMG_2629.jpg" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Filippin, dopo una lunga storia, si è riconvertito e ospita il CIMBA, master che vede riuniti molti atenei USA di cui non so molto, e vari altri corsi, convegni, incontri e eventi culturali.</td></tr></tbody></table><p>Passante e Pedementana, a 110 km/ora percorro in meno di un'ora due miti fondativi del Veneto moderno, vacca boia! ci abbiamo messo decenni per cavarci dalle pastoie di Roma ladrona e costruire quello che serviva al pistone della locomotiva per correre, o far correre più veloce tutti i pistoni dei camion che intasavano la vecchia tangenziale di Mestre e tutte le strade pedemontane. Dopo decenni ce l'abbiamo fatta, habemus passantem ed etiam pedemontanam... uno come me nasce che già se ne parlava, cresce che si fanno progetti, si trovano i fondi, cambiano le giunte e i governi, si allungano le code, i costi crescono, i ricorsi anche, il commissario ci prova,Vernizzi ci riprova, diventi un borghese con la panzetta (beh, se non avessi imbracciato la spietata ferocia alimentare di noi diabetici T1) ma, ostrega, finalmente sventolano le nostre bandiere sul passante (pieno di macchine) e sulla Pedemontana (quasi deserta, ma che importa?)</p><p>La mia 500 leggera viaggia leggiadra e io vedo le mie campagne, i miei colli, la mia pedemontana. adesso si chiama SPV, che vuol dire, appunto, Strada Pedemontana Veneta anche se a me suona pure come <i>Special Purpose Vehicle</i>, quelle specie di società semi-truffaldine che hanno usato per impacchettare titoli tossici nella crisi finanziaria del 2010. Le analogie si fermano qui, qualche 10 o 100 o 200 milioni andati in fumo nella costruzione ci sono stati, i conti, in Veneto, non tornano mai alla lira, vedi MOSE. Ma non toccate la SPV, adesso ce l'abbiamo e pazienza se per ora la si usa meno di quanto era previsto, tornerà buona come tutte le infrastrutture quando la domanda crescerà, è come il porsel che non si butta via niente. 6 euro di pedaggio da Spresiano a Spineda, sono arrivato ed è ora di uscire per andare a Paderno via Fonte. Ma queste sono strade che rischio di conoscere anche bendato, si sente il profumo del Muson, si coglie nel contagiri del motore la pendenza lieve che conduce verso la prime falde del Grappa, morbida, non più di 2-3%, perfetta per il giro-caffè domenicale in bicicletta.</p><p>Mi fermo da<a href="https://www.pasticceriabizzotto.it/it/" target="_blank"> Bizzotto a Fonte Alto</a>, sempre una signora pasticceria, di quelle che ti domandi ma com'e possibile che in mezzo al nulla (beh, a Fonte Alto non me ne vogliano!) ci sia un'eccellenza simile. Eppure ormai questa storia l'ho gia vista spesso: le buone pasticcerie sono oasi di serenità in mezzo ai deserti urbani, mai perdere le speranze dopo che si è visto Accardi nel bronx di Palermo o Papa nei sobborghi di Sydney.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9L5fLs3ZQkiVsIJUk6DVEEl9hH8bLVT5GnvfN8KrM-gtgnDsA_Asel6ItyJ1abP0nYzoGJaHgzoh3rwUDH3TBIIrZb0MePnSWLe51quxxfCprbtQm4lHuvCCC7poUJokG4sUsd5G9X8WHUULyxcJ0y1cz-qEsGUx0rAgPOrntlV2NjEWl0OgQ/s4032/IMG_2639.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9L5fLs3ZQkiVsIJUk6DVEEl9hH8bLVT5GnvfN8KrM-gtgnDsA_Asel6ItyJ1abP0nYzoGJaHgzoh3rwUDH3TBIIrZb0MePnSWLe51quxxfCprbtQm4lHuvCCC7poUJokG4sUsd5G9X8WHUULyxcJ0y1cz-qEsGUx0rAgPOrntlV2NjEWl0OgQ/s320/IMG_2639.jpg" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Quando hai otto piani da salire, la vista sui colli di Asolo (visti da "dietro") è spettacolare.</td></tr></tbody></table><p>Al convegno racconto "Dalla semplicità alla complessità: tre modelli per barcamenarsi nel presente: Segregazione, SIR, ChatGPT", tentando di ragionare su cos'è un modello, auspicando che sia semplice e chiudendo con qualche riflessione su ChatGPT che ha 170 milioni di parametri e che, da questo punto di vista, semplice non è. Scriverò una quindicina di pagine per la rivista del centro, sono felice di contribuire con qualcosa che forse qualcuno legge, mentre continuano a lievitare i dubbi sulla rilevanza di quello che compare sulle riviste scientifiche che, pare, serva solo per aggiungere piccole tacche sul manico della carriera e a sommare frazioni di punti a conteggi, fasce, impact factor e avanti col <i>latinorum</i> di cose che sempre più distraggono sia dalla scienza che dalla sua trasmissione agli studenti, in una marea di carte e adempimenti e valutazioni e classifiche sulla presunta eccellenza. Critico? Mah, forse sì, prendetemi pure con le molle dato che mi lamento ma fare il prof è comunque meglio che lavorare in miniera!</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRbaT7Wh_psIEKhjPf5peaXZyxwmuYNfkik-EvTj5V6NXlE2FSC3bPaFD251b66BTDw3GIzMyn6dhZUc0QG7dXr26u3Qut3E6FEKvrsHkSVQGZmaLPztuqhIYj7A4oKIrepkf7pTg23i28XA-PYGX15px7CfPeMY09Y2JZTwJpVh9UiQbHhof3/s4032/IMG_2640.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRbaT7Wh_psIEKhjPf5peaXZyxwmuYNfkik-EvTj5V6NXlE2FSC3bPaFD251b66BTDw3GIzMyn6dhZUc0QG7dXr26u3Qut3E6FEKvrsHkSVQGZmaLPztuqhIYj7A4oKIrepkf7pTg23i28XA-PYGX15px7CfPeMY09Y2JZTwJpVh9UiQbHhof3/s320/IMG_2640.jpg" width="320" /></a></div><p>Sono quasi le 17.00, il cruscotto della macchina misura 42 C, sto benone e il collo mi si rilassa come se fossi in una sauna. Scendo per Castelcucco e spesso vedo i 37 C, a finestrini spalancati e palmo sinistro controvento, giro a sinistra per Pagnano e mi rinfresco a 35 solo quando passo accanto ai filari di pioppi. Sosta a Riese per un piatto di sola verdura, cetrioli dell'orto di mamma e insalata dell'EuroSpin, e poi via verso Treviso, sempre un bel freschino, 35-36 C, ma no moeo mai la condisionada, sono tornato a un livello basico che rasenta il cavernicolo. Ci metto il mio tempo per tornare a PSM, lungo strade belle dritte, in stile Treviso-mare, decido di saltare l'autostrada a Meolo-Roncade, basta pedaggi, e proseguo per Caposile, Stretti, Fiorentina, Brian... quando sono quasi arrivato comincio pure a sentire il caldo, do la colpa del surriscaldamento ai blue jeans blu, che io chiamo neri, le gambe roventi e alla maglietta, mentre sogno di guidare a petto nudo e mutande, così se ti ferma la polizia ti fanno fare un giro al fresco della caserma per controllarti bene.</p><p>È la fine di una giornata memorabile, un bignami di luoghi e storie che fanno parte di me, che sono me, e che ritrovo di tanto in tanto, fingendo di viaggiare nelle metafore piuttosto che da un posto all'altro. Sto anche ascoltando <a href="https://blog.umd.edu/transnational14/2014/10/29/occupied-twelve-days-on-the-fourth-floor-of-the-unam-in-1968/" target="_blank">"Amuleto" di Roberto Bolano</a>, letto dalle funambolica voce di Maria Paiato, e a mio modo sento la realtà sfaldarsi come Auxilio Lacouture, lei nel bagno della facoltà di lettere e filosofia dell'UNAM della sterminata Città del Messico il 18 settembre 1968, e io in un endocosmo veneto quasi altrettanto tentacolare. 120 kilometri: ad occhio sono lunghi eguali, Città del Messico e la traversata di oggi, intendo.</p>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-70690446964819250022023-05-09T14:06:00.012-07:002023-05-14T01:04:25.455-07:00Io, ChatGPT e julia<p><i>Riassunto della puntata precedente che trovate nel <a href="http://a-blog-from-sydney.blogspot.com/2023/05/io-chatgpt-e-lorenza.html" target="_blank">post "Io, ChatGPT e Lorenza"</a>: stimolato da qualche domanda, chiedo a ChatGPT di risolvere un esercizio semplice da compito. Il celebre programma di Intelligenza Artificiale lo risolve in un attimo, spiegando pure i passaggi con sicumera, ma è tutto sbagliato e ChatGPT non si ravvede nemmeno quando provo ad aiutarlo... bocciato senza appello!</i></p><p>Non so nulla di julia, un linguaggio di programmazione che ha il nome della mia criminologa preferita e di cui sento dire meraviglie, con tanto di commenti sul web e discorsi di amici che si spingono a dire che sarebbe ottimo anche per scrivere modelli ad agenti. Eppure, vista la desolante performance di un tentativo di ChatGPT di risolvere l'equazione x^3+x+1=0, una roba standard e fattibile che uso in ogni compito tanto per scaldare i muscoli ai miei studenti, decido di partire da zero: ce la faccio con julia a trovare la soluzione, anche se non so nulla e non ho nemmeno il programma?</p><p>Sono le 13.26 e attacco con zio google per trovare l'installer, individuo subito vari siti molto ben fatti con quanto serve e parecchia documentazione. Scarico, doppio click e vedo sul terminal lo splash screen di benvenuto, a metà fra la preistoria dell'interfaccia testuale (che sempre sia lodata, per altro!) e la scelta accattivante dei colori. Due secondi e due righe dopo ho definito la mia funzione e tanto per gradire provo a vedere se tutto funziona con f(1), che produce 3, e f(-0.62)=0.141672, non lontano da zero. Chi ben comincia è già a metà dell'opera.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp5Jn_YTq9ftYygvH273S3AZLck_eu_8z2EabRV_69TZaE8U7pxlxDAeW3ZEKy1G8G23USXhBDj7aqSSc8r-5O42Suno6deuJd_nyrR4LZWf-E3uLBSuIKHh3NUC8HDgEfF5t5BUinmGIC-r-7-VF5qJRf0k1FMfgeSLmnqNCOBMc4NL1usQ/s567/Screen%20Shot%202023-05-09%20at%2019.01.11.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="343" data-original-width="567" height="244" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp5Jn_YTq9ftYygvH273S3AZLck_eu_8z2EabRV_69TZaE8U7pxlxDAeW3ZEKy1G8G23USXhBDj7aqSSc8r-5O42Suno6deuJd_nyrR4LZWf-E3uLBSuIKHh3NUC8HDgEfF5t5BUinmGIC-r-7-VF5qJRf0k1FMfgeSLmnqNCOBMc4NL1usQ/w400-h244/Screen%20Shot%202023-05-09%20at%2019.01.11.png" width="400" /></a></div><p>Altro giro per digitare la stringa di ricerca "solving equation julia" e "solving equation julia one variable", imbattendomi in una bella lista di pagine che spesso mi suggeriscono di utilizzare NLsolve o nlsolve. A dir la verità, leggendo due righe di esempio alla massima velocità, vedo che lo usano per risolvere sistemi di equazioni, anche troppa grazia visti che a me servirebbe qualcosa di più semplice, nella sola variabile x. Pesto sulla tastiera:</p><div><div></div><blockquote><div>julia> using NLsolve</div><div> │ Attempted to find missing packages in package registries but no registries are installed.</div><div> └ Use package mode to install a registry. `pkg> registry add` will install the default registries.</div><div><br /></div><div>ERROR: ArgumentError: Package NLsolve not found in current path.</div><div>- Run `import Pkg; Pkg.add("NLsolve")` to install the NLsolve package.</div><div>Stacktrace:</div><div> [1] macro expansion</div><div> @ ./loading.jl:1163 [inlined]</div><div> [2] macro expansion</div><div> @ ./lock.jl:223 [inlined]</div><div> [3] require(into::Module, mod::Symbol)</div><div> @ Base ./loading.jl:1144</div><div><br /></div><div>julia> nlsolve(f,[-2,-1])</div><div>ERROR: UndefVarError: nlsolve not defined</div><div>Stacktrace:</div><div> [1] top-level scope</div></blockquote><div></div></div><div><div> Mi rendo conto che devo installare qualcosa di aggiuntivo, NLsolve</div><div> e poi potrò riprovare. Va bene, vai con import Pkg; Pkg.add("NLsolve"), non perdete nulla se scorrete velocemente il lungo elenco di passaggi seguenti, è solo per dare l'idea che julia ci mette impegno:</div></div><div><div></div><blockquote><div>julia> import Pkg; Pkg.add("NLsolve")</div><div> Installing known registries into `~/.julia`</div><div> Updating registry at `~/.julia/registries/General.toml`</div><div> Resolving package versions...</div><div> Installed IrrationalConstants ── v0.2.2</div><div> Installed DiffRules ──────────── v1.13.0</div><div> Installed DiffResults ────────── v1.1.0</div><div> Installed Adapt ──────────────── v3.6.1</div><div> Installed Setfield ───────────── v1.1.1</div><div> Installed NLsolve ────────────── v4.5.1</div><div> Installed SpecialFunctions ───── v2.2.0</div><div> Installed Preferences ────────── v1.4.0</div><div> Installed NaNMath ────────────── v1.0.2</div><div> Installed StaticArrays ───────── v1.5.24</div><div> Installed StaticArraysCore ───── v1.4.0</div><div> Installed OrderedCollections ─── v1.6.0</div><div> Installed ConstructionBase ───── v1.5.2</div><div> Installed SnoopPrecompile ────── v1.0.3</div><div> Installed JLLWrappers ────────── v1.4.1</div><div> Installed ChainRulesCore ─────── v1.15.7</div><div> Installed NLSolversBase ──────── v7.8.3</div><div> Installed Reexport ───────────── v1.2.2</div><div> Installed Requires ───────────── v1.3.0</div><div> Installed LogExpFunctions ────── v0.3.23</div><div> Installed ArrayInterface ─────── v7.4.3</div><div> Installed LineSearches ───────── v7.2.0</div><div> Installed ForwardDiff ────────── v0.10.35</div><div> Installed CommonSubexpressions ─ v0.3.0</div><div> Installed MacroTools ─────────── v0.5.10</div><div> Installed OpenSpecFun_jll ────── v0.5.5+0</div><div> Installed StatsAPI ───────────── v1.6.0</div><div> Installed UnPack ─────────────── v1.0.2</div><div> Installed InverseFunctions ───── v0.1.9</div><div> Installed Compat ─────────────── v4.6.1</div><div> Installed Parameters ─────────── v0.12.3</div><div> Installed Distances ──────────── v0.10.8</div><div> Installed ChangesOfVariables ─── v0.1.7</div><div> Installed FiniteDiff ─────────── v2.20.0</div><div> Installed DocStringExtensions ── v0.9.3</div><div> Downloaded artifact: OpenSpecFun</div><div> Updating `~/.julia/environments/v1.8/Project.toml`</div><div> [2774e3e8] + NLsolve v4.5.1</div><div> Updating `~/.julia/environments/v1.8/Manifest.toml`</div><div> [79e6a3ab] + Adapt v3.6.1</div><div> [4fba245c] + ArrayInterface v7.4.3</div><div> [d360d2e6] + ChainRulesCore v1.15.7</div><div> [9e997f8a] + ChangesOfVariables v0.1.7</div><div> [bbf7d656] + CommonSubexpressions v0.3.0</div><div> [34da2185] + Compat v4.6.1</div><div> [187b0558] + ConstructionBase v1.5.2</div><div> [163ba53b] + DiffResults v1.1.0</div><div> [b552c78f] + DiffRules v1.13.0</div><div> [b4f34e82] + Distances v0.10.8</div><div> [ffbed154] + DocStringExtensions v0.9.3</div><div> [6a86dc24] + FiniteDiff v2.20.0</div><div> [f6369f11] + ForwardDiff v0.10.35</div><div> [3587e190] + InverseFunctions v0.1.9</div><div> [92d709cd] + IrrationalConstants v0.2.2</div><div> [692b3bcd] + JLLWrappers v1.4.1</div><div> [d3d80556] + LineSearches v7.2.0</div><div> [2ab3a3ac] + LogExpFunctions v0.3.23</div><div> [1914dd2f] + MacroTools v0.5.10</div><div> [d41bc354] + NLSolversBase v7.8.3</div><div> [2774e3e8] + NLsolve v4.5.1</div><div> [77ba4419] + NaNMath v1.0.2</div><div> [bac558e1] + OrderedCollections v1.6.0</div><div> [d96e819e] + Parameters v0.12.3</div><div> [21216c6a] + Preferences v1.4.0</div><div> [189a3867] + Reexport v1.2.2</div><div> [ae029012] + Requires v1.3.0</div><div> [efcf1570] + Setfield v1.1.1</div><div> [66db9d55] + SnoopPrecompile v1.0.3</div><div> [276daf66] + SpecialFunctions v2.2.0</div><div> [90137ffa] + StaticArrays v1.5.24</div><div> [1e83bf80] + StaticArraysCore v1.4.0</div><div> [82ae8749] + StatsAPI v1.6.0</div><div> [3a884ed6] + UnPack v1.0.2</div><div> [efe28fd5] + OpenSpecFun_jll v0.5.5+0</div><div> [0dad84c5] + ArgTools v1.1.1</div><div> [56f22d72] + Artifacts</div><div> [2a0f44e3] + Base64</div><div> [ade2ca70] + Dates</div><div> [8ba89e20] + Distributed</div><div> [f43a241f] + Downloads v1.6.0</div><div> [7b1f6079] + FileWatching</div><div> [9fa8497b] + Future</div><div> [b77e0a4c] + InteractiveUtils</div><div> [b27032c2] + LibCURL v0.6.3</div><div> [76f85450] + LibGit2</div><div> [8f399da3] + Libdl</div><div> [37e2e46d] + LinearAlgebra</div><div> [56ddb016] + Logging</div><div> [d6f4376e] + Markdown</div><div> [ca575930] + NetworkOptions v1.2.0</div><div> [44cfe95a] + Pkg v1.8.0</div><div> [de0858da] + Printf</div><div> [3fa0cd96] + REPL</div><div> [9a3f8284] + Random</div><div> [ea8e919c] + SHA v0.7.0</div><div> [9e88b42a] + Serialization</div><div> [6462fe0b] + Sockets</div><div> [2f01184e] + SparseArrays</div><div> [10745b16] + Statistics</div><div> [4607b0f0] + SuiteSparse</div><div> [fa267f1f] + TOML v1.0.0</div><div> [a4e569a6] + Tar v1.10.1</div><div> [8dfed614] + Test</div><div> [cf7118a7] + UUIDs</div><div> [4ec0a83e] + Unicode</div><div> [e66e0078] + CompilerSupportLibraries_jll v1.0.1+0</div><div> [deac9b47] + LibCURL_jll v7.84.0+0</div><div> [29816b5a] + LibSSH2_jll v1.10.2+0</div><div> [c8ffd9c3] + MbedTLS_jll v2.28.0+0</div><div> [14a3606d] + MozillaCACerts_jll v2022.2.1</div><div> [4536629a] + OpenBLAS_jll v0.3.20+0</div><div> [05823500] + OpenLibm_jll v0.8.1+0</div><div> [83775a58] + Zlib_jll v1.2.12+3</div><div> [8e850b90] + libblastrampoline_jll v5.1.1+0</div><div> [8e850ede] + nghttp2_jll v1.48.0+0</div><div> [3f19e933] + p7zip_jll v17.4.0+0</div><div>Precompiling project...</div><div> 42 dependencies successfully precompiled in 42 seconds</div></blockquote><div></div></div><div>Sembra aramaico ma julia, tutta da sola e senza errori, installa 42 pacchetti in 42 secondi, facendomi vedere con grazia lo stato di avanzamento a terminale. Adesso nlsolve ce l'ho e ci riprovo, ottenendo quel che vedete in figura. Non ci siamo ancora e la cosa ha molto senso, sto digitando cose a caso e già avevo capito che, probabilmente, stavo usando un macchinario enorme per risolvere una cosa semplice, proprio come quando ti metti in testa di usare la mitragliatrice contro le formiche.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0oR0gdfZJO222lkdx4nVE4aRsxLPS0tmQnWZjCwG9jrJfXtBdO6XkwnqwN5gY0GKfdXb9nc9hZ0QqQL5UNOXpfrNVufH6pdRC7-ol1JNpwb1Hl73v1Rm6bPGd14qz5RMPvh2w1ckr1xgx3rw-NJFk1cTViozGbMEtFNbBPRUxTnHKdwR06Q/s581/Screen%20Shot%202023-05-09%20at%2019.15.05.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="331" data-original-width="581" height="366" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0oR0gdfZJO222lkdx4nVE4aRsxLPS0tmQnWZjCwG9jrJfXtBdO6XkwnqwN5gY0GKfdXb9nc9hZ0QqQL5UNOXpfrNVufH6pdRC7-ol1JNpwb1Hl73v1Rm6bPGd14qz5RMPvh2w1ckr1xgx3rw-NJFk1cTViozGbMEtFNbBPRUxTnHKdwR06Q/w640-h366/Screen%20Shot%202023-05-09%20at%2019.15.05.png" width="640" /></a></div><br /><div>Altro giro sui motori ma ormai sento il sapore del sangue, leggo in <a href="https://github.com/JuliaNLSolvers/NLsolve.jl/issues/250" target="_blank">questa pagina</a> che "NLsolve only solve vector problem AFAIK, but you can define a problem of size 1", c'è un esempio e capisco forte e chiaro come smanettarlo! </div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg--DIsuqcHipmGsiw_ERqBeT1g0ku7B2nxPja8OscNVoOYMss5Y5R3dj9YWxMcQeGK1K-mPDIGKHdsq4_yEEmpmrHmefRXZxIZCv6yrBoa0o5AO4MpGNMcmr0kNOchlHbmGID9r9cBoaj0nCA3B9lWS5hiVS-GVR6YEHKzwJAvkwhVo-y-gA/s567/Screen%20Shot%202023-05-09%20at%2020.25.20.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="265" data-original-width="567" height="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg--DIsuqcHipmGsiw_ERqBeT1g0ku7B2nxPja8OscNVoOYMss5Y5R3dj9YWxMcQeGK1K-mPDIGKHdsq4_yEEmpmrHmefRXZxIZCv6yrBoa0o5AO4MpGNMcmr0kNOchlHbmGID9r9cBoaj0nCA3B9lWS5hiVS-GVR6YEHKzwJAvkwhVo-y-gA/w640-h302/Screen%20Shot%202023-05-09%20at%2020.25.20.png" width="640" /></a></div><br /><div><div>Lo ammetto, non so (ancora) bene che cosa ho scritto e non capisco bene perché servano i due argomenti F e x ma si vede bene la sostanza: x^3+x+1</div><div><br /></div><div>julia> function fun!(F, x)</div><div> F[1] = x[1]^3+x[1]+1</div><div> end</div><div>fun! (generic function with 1 method)</div></div><div><br /></div><div><div>Adesso non mi resta che dare il comando nlsolve(fun!, [0.1]), significa "risolvi", e si ottiene la soluzione -0.6823278047019576 che vedete in figura. Ci siamo, è la cosa giusta e sono le 13.41, da zero alla soluzione in 15 minuti (senza capire nulla seriamente, installando un po' a caso julia e i suoi pacchetti, senza alcun intoppo, ravanando un po' fino a quando ho trovato un esempio che potevo modificare). <i>15 minuti...</i></div><div><br /></div><div>Questo episodio mi ha spinto a decidere di insegnare julia ai miei studenti l'anno prossimo, è ora di cambiare e di innovare <a href="http://cran.r-project.org/" target="_blank">rispetto a R</a>, che è ed è stato un software meraviglioso. Ma il corso ha questa forma da una dozzina d'anni, a quel tempo R era la frontiera ed è ora di rimettersi in marcia. Lo devo ai miei neuroni in via d'invecchiamento, lo devo ai miei studenti che si possono mettere alla prova con quello che servirà nel prossimo decennio (e non col vecchiume di matlab, python and so on).</div><div><br /></div><div>In fondo, la spinta me l'ha data ChatGPT e il suo clamoroso fiasco: tutti ne parlano ma l'intelligenza artificiale non è in grado di risolvere un problemino che si risolve in due righe di R e che io ho risolto in 15 minuti con uno strumento sconosciuto. Per qualche motivo questa esperienza (e lo <a href="http://a-blog-from-sydney.blogspot.com/2023/05/io-chatgpt-e-lorenza.html" target="_blank">scambio con Lorenza</a>) mi hanno dato la carica. Sarà anche necessario capire la potenza e i difetti di un fenomeno come ChatGPT ma lo è di più vedere che altre cose sono affidabili, divertenti e formative, vai con julia!</div><div><br /></div><div>Ma non è finita così. Una volta deciso di inserire in programma julia, di cui al momento non so una mazza, mi sono reso conto che mi devo documentare e cosa c'è di meglio che chiedere a ChatGPT? Specchio delle mie brame, puoi fornirmi le referenze più belle del reame?</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-uVSyokGpLIQK9KcgirAZqfQukl-ZZ5ElEQ8sQGgdelt1wc869cpXYqN8E9Rt3MyFCqgCcRY-jynGhNdwhTlMmLZdwyHOCLv_XYVVx8EAyrKw-NjRAidU0Uprv6f20mKGmtiWmMPt6kHtL_gy7v_vz7jr_hbKCAmnKkQYx3remMiKjRbUtA/s812/Screen%20Shot%202023-05-09%20at%2020.40.44.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="552" data-original-width="812" height="438" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-uVSyokGpLIQK9KcgirAZqfQukl-ZZ5ElEQ8sQGgdelt1wc869cpXYqN8E9Rt3MyFCqgCcRY-jynGhNdwhTlMmLZdwyHOCLv_XYVVx8EAyrKw-NjRAidU0Uprv6f20mKGmtiWmMPt6kHtL_gy7v_vz7jr_hbKCAmnKkQYx3remMiKjRbUtA/w640-h438/Screen%20Shot%202023-05-09%20at%2020.40.44.png" width="640" /></a></div><div><br /></div><div>ChatGPT, servizievolissimo, mi suggerisce tre referenze per imparare julia e i link ai pdf. Cappero, è proprio bravo, no?</div><div><br /></div><div>(PDF link: <a href="https://benlauwens.github.io/ThinkJulia.jl/latest/book.pdf">https://benlauwens.github.io/ThinkJulia.jl/latest/book.pdf</a>)</div><div><br /></div><div>(PDF link: <a href="https://www.crcpress.com/downloads/K37868/Introducing_Julia.pdf">https://www.crcpress.com/downloads/K37868/Introducing_Julia.pdf</a>)</div><div><br /></div><div>(PDF link: <a href="https://github.com/JuliaComputing/JuliaBoxTutorials/blob/master/introductory-tutorials/numerical-computing-with-julia/numerical-computing-with-julia.pdf">https://github.com/JuliaComputing/JuliaBoxTutorials/blob/master/introductory-tutorials/numerical-computing-with-julia/numerical-computing-with-julia.pdf</a>)</div><div><br /></div><div>È una figata e m'ingolosisco, clicco sul primo indirizzo, ma il link è broken e non c'è nessun file. Poi clicco sul secondo link, broken pure lui... Indovinate cosa è successo quando ho provato a raggiungere il terzo link? Sì, ci avete beccato! Broken, page not found anche la terza volta! Tre su tre, mi hai preso per mona? Non è la prima volta che lo becco a dare referenze fantasiose, scritte secondo lui da gente che sembra sensata, con titolo accattivante e tanto di indirizzo. Ma è tutto inventato o forse, decidete voi, completamente tarocco pur nella somiglianza superficiale con qualcosa che pare rilevante.</div><div><br /></div><div>Ecco, ChatGPT è un portento ma non mettetevi nelle sue mani perché tutto quel che dice, quando si tratta di informazioni fattuali e non di discorsi vaghi, va verificato a sangue perché spesso fornisce informazioni del tutto inaffidabili. <i>Per ora</i>. Uomo avvisato mezzo salvato!</div><div><br /></div><div><br /></div><div><i>ps. I link su julia erano broken e "sbagliati" ma non sono stati del tutto inutili. Con un po' di pazienza, sono risalito a titolo e autore dei libri e ho anche ritrovato altrove alcuni dei file cui ChatGPT mi aveva indirizzato. A saperle usare anche informazioni imprecise possono essere utili, sono stati punti di partenza per il segugio che è in me (è un altra versione di quanto dicevo prima: non sempre servono livelli di precisione atroce, spesso va bene un su-e-zo!).</i></div></div><div><br /></div><div><i>ps2. Per chi ne vuol sapere di più (sono le stesse cose che sto leggendo o leggerò io):</i></div><div><ul style="text-align: left;"><li><i><span class="author" id="author">Ben Lauwens</span> e <span class="author" id="author2">Allen Downey hanno scritto questo <a href="https://benlauwens.github.io/ThinkJulia.jl/latest/book.html" target="_blank">libro-web "</a></span><a href="https://benlauwens.github.io/ThinkJulia.jl/latest/book.html" target="_blank">Think Julia: How to Think Like a Computer Scientist";</a></i></li><li><i>La pagina <a href="https://github.com/mitmath/julia-mit">https://github.com/mitmath/julia-mit</a> è zeppa di bella roba, inlcuso il <a href="https://github.com/mitmath/julia-mit/blob/master/Julia-cheatsheet.pdf" target="_blank">cheatsheet</a> che mi sono già stampato;</i></li><li><i>L'esempio vincente che ho usato per risolvere un'equazione in una <a href="https://github.com/JuliaNLSolvers/NLsolve.jl/issues/250" target="_blank">variabile l'ho trovato qui</a>;</i></li><li><i>La pagina precedente menzionava anche Roots.jl e NonlinearSolve.jl. Studiando meglio le cose, si trovano metodi risolutivi più semplici ed efficaci di quello che ho usato io. Dopo aver guardato <a href="https://github.com/JuliaMath/Roots.jl">Roots.jl</a> ho capito che bastava molto meno... </i></li></ul><div><p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #34bc26; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">julia> </span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">using Roots</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #34bc26; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> │ </span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">Package Roots not found, but a package named Roots is available from a</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #34bc26; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> │ </span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">registry. </span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #34bc26; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> │ </span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">Install package?</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #5230e1; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #34bc26; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> │ </span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">(@v1.8) pkg> </span><span style="color: #28fe14; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">add Roots </span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #34bc26; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> └ </span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">(y/n/o) [y]: y</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #34bc26; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> Resolving</span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> package versions...</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #34bc26; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> Installed</span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> Roots ─────── v2.0.14</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #34bc26; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> Installed</span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> CommonSolve ─ v0.2.3</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #34bc26; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> Updating</span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> `~/.julia/environments/v1.8/Project.toml`</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #2ee721; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #28fe14; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> </span><span style="color: #828282; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> [f2b01f46] </span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">+ Roots v2.0.14</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #34bc26; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> Updating</span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> `~/.julia/environments/v1.8/Manifest.toml`</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #2ee721; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #28fe14; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> </span><span style="color: #828282; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> [38540f10] </span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">+ CommonSolve v0.2.3</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #2ee721; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #28fe14; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> </span><span style="color: #828282; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> [f2b01f46] </span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">+ Roots v2.0.14</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #34bc26; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">Precompiling</span><span style="color: #28fe14; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"> project...</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"><i> 2 dependencies successfully precompiled in 8 seconds. 42 already precompiled.</i></span></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><i><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"></span><br /></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #34bc26; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">julia> </span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">find_zero(f,0)</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"><i>-0.6823278038280193</i></span></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><i><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"></span><br /></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #34bc26; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">julia> </span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">f(x) = x^3+x+1</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"><i>f (generic function with 1 method)</i></span></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><i><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"></span><br /></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i><span style="color: #34bc26; font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">julia> </span><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;">find_zero(f,0)</span></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"><i>-0.6823278038280193</i></span></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #28fe14; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><i><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"></span><br /></i></p>
<p style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.9); color: #34bc26; font-family: "Andale Mono"; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"><i>julia> </i></span></p></div></div><div><span style="font-variant-ligatures: no-common-ligatures;"><i><br /></i></span></div><div><ul style="text-align: left;"><li><i>Se siete appassionati di analisi numerica (che è dove "sono nato" io!), il <a href="https://diginole.lib.fsu.edu/islandora/object/fsu%3A657877" target="_blank">libro di Giray Otken "First semester in numerical analysis with julia"</a> è anche la scusa per imparare il linguaggio (se andate sulla pagina, cliccate sui pulsanti a ds per vedere o scaricare il pdf).</i></li></ul></div>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-82721016715985264262023-05-08T12:51:00.003-07:002023-05-10T02:38:36.098-07:00Io, ChatGPT e Lorenza<p>Secca come una fucilata: "Ma tu non hai paura che ChatGPT ti rubi il posto di lavoro?"</p><div><div>Sento una lievissima fitta agli addominali, è colpa evidentemente della panca bassa che abbiamo fatto stamattina a yoga, ma significa anche che la domanda mi ha fatto contrarre i muscoli. Giunge quasi alla fine di una conversazione interessante su ChatGPT, su come può cambiare lo scenario del lavoro, sui mestieri che si estingueranno e sulle professionalità che resteranno in sella a questo cavallo imbizzarrito e artificiale di cui tutto parlano. Respiro un attimo, ci penso su, un altro respiro e poi: "Lorenza, no, non credo che ci rimetterò il posto..." ChatGPT non è preciso, lo hanno beccato a contraddirsi molte volte, ma questo è tipico del linguaggio naturale, di come comunicano gli umani, tutto un ripetere cose lievemente diverse, infarcendo di contesto, di cose implicite e incerte, dando per scontato che l'interlocutore capisca e riempia i buchi del discorso. È ovvio, se ci pensate, che sui dettagli ci contraddiciamo spesso, non fosse altro perché tagliamo corto e non ripetiamo tutto quello che, forse, logicamente dovremmo. Tiriamo via dritto, e le scorciatoie possono tralasciare i dettagli, sono fatte apposta. La maggior parte delle nostre imprecisioni non è grave, aiuta la sintesi e nessuno te le rinfaccia (certo, ci sono anche i rompicoglioni...). I politici sono casi esemplari: cambiano idea <i>sin verguenza</i> come banderuole, dicono anche fesserie monumentali e poi si scusano, a base di "non mi avete capito", "non prendetemi alla lettera", "avete estrapolato dal contesto" (appunto, è semplre colpa del contesto!) e, per farla breve, li votiamo sempre nonostante le imprecisioni. "Ma io sono un matematico e la mia materia è una delle poche, pochissime, in cui la precisione estrema è l'essenza e la bellezza delle cose, non un'appendice cosmetica". E continuo dicendo che non ho paura di ChatGPT nemmeno nel mio secondo lavoro, quello di insegnante: "Non mi può sostituire perché educare significa <i>tirare fuori</i> dagli studenti quello che sono, serve capacità di coinvolgerli, di motivarli, di accendere un fuoco. Non si tratta solo di passare contenuti, ci vuole sempre un supplemento d'anima". ChatGPT non fa nulla di tutto questo, è uno zero nei confronti di un professore che ha letteralmente il potere di cambiarti la vita (se è bravo, d'accordo; ci sono anche quelli che ti fan venire il latte alle ginocchia!)</div><div><br /></div><div>Eppure, la domanda m'inquieta. Lorenza scrive su un giornale locale, nella sua voce serpeggia curiosità, ammette di essere felice perché può scrivere di quel che le interessa (cosa rara, wow!) Fa le domande giuste, non cerca risposte semplici, memorizza la mia difficoltà a darle visioni e previsioni su quel che sarà, sorride all'altro lato della cornetta quando sparo che secondo me in 5 anni ChatGPT potrebbe avere già sostituito tutta una serie di lavoratori impegnati in mansioni intellettuali a bassa intensità, dato che altri intervistati le hanno detto che serviranno 10 o trent'anni.</div><div><br /></div><div>La nostra bella conversazione finisce ma io continuo a mulinare cattivi pensieri: "ChatGPT, che diamine vuoi da me e dai miei studenti?", mi chiedo. Decido di prendere un problema da compito, un esercizio standard per i miei studenti di "Computational tools", e di darlo in pasto all'AI: risolvi l'equazione x^3+x+1=0. A suo modo, non è un problema difficile, "x alla terza più x più uno uguale a 0", ma non c'è una formula risolutiva semplice come per le equazioni di secondo grado, quella che a un certo punto della vita abbiamo imparato tutti (sorvolo sul fatto che quanto ho scritto è un'imprecisione... Cardano abbi pietà ma non finirei più!)</div><div><br /></div><div>Ogni computer dovrebbere risolvere quell'equazione di terzo grado "facilmente" e produrre il risultato. Vuoi vedere che da ora in poi i miei studenti mi possono fregare e trovare quel numero semplicemente chiedendo a ChatGPT?</div><blockquote><div>solve the problem x^3+x+1=0</div><div><br /></div><div>ChatGPT: Unfortunately, the equation x^3 + x + 1 = 0 does not have an algebraic solution that can be expressed in terms of elementary functions. This is because the equation is a cubic equation, and there is no general formula for solving cubic equations algebraically like there is for quadratic equations.</div><div><br /></div><div>However, the equation can be solved numerically using numerical methods, such as the Newton-Raphson method or the bisection method. These methods involve iteratively refining an initial guess for the solution until it converges to the true solution.</div></blockquote><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgprdgHgwvaP55KFK_DrwKMM49AA8_Bq3RmfpGfDk8He5Z0ueZralfmKDfY8l7-MWrBoKmtXsjCSJB_-NTh4outf6SkTokxXKibR9WNpwFgK3WSzz2A09U576yqOUDKuIMfMqiJ575kQbTRDC6kWbiSWceJQBuNc7wMcCOzz6sntQ2zuJboXQ/s814/Screen%20Shot%202023-05-08%20at%2021.08.09.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="377" data-original-width="814" height="296" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgprdgHgwvaP55KFK_DrwKMM49AA8_Bq3RmfpGfDk8He5Z0ueZralfmKDfY8l7-MWrBoKmtXsjCSJB_-NTh4outf6SkTokxXKibR9WNpwFgK3WSzz2A09U576yqOUDKuIMfMqiJ575kQbTRDC6kWbiSWceJQBuNc7wMcCOzz6sntQ2zuJboXQ/w640-h296/Screen%20Shot%202023-05-08%20at%2021.08.09.png" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Formulo il problema: risolvi un'equazione di terzo grado (8 maggio 2023)</td></tr></tbody></table><p></p><div>È una bella filippica, fin qui tutto ok, ma non c'è ancora traccia della soluzione. Del numero, intendo.</div><div><blockquote>Using the Newton-Raphson method, ... the solution to the equation x^3 + x + 1 = 0 is approximately -1.324717957244746.</blockquote></div><div>Resto senza fiato! Sto gran figlio (o figlia?) dell'intelligenza artificiale e di un computer ha trovato la soluzione! E così potranno fare i miei studenti, senza studiare un solo minuto. Sono destinato alla disoccupazione, preparate anche per me il nuovo reddito di cittadinanza!</div><div><br /></div><div>Non mi resta che dirmi "finché c'è vita c'è speranza" ma decido, per puro scrupolo, di controllare. Scrivo due righe in R, un altro programma di cui mi fido da decenni:</div><div></div><blockquote><div>> f <- function(x) x^3+x+1</div><div>> uniroot(f,c(-2,0)) # trova la soluzione compresa fra -2 e 0</div><div>$root [1] -0.6823219</div></blockquote><div>Vedo che la soluzione è -0.682. (sto arrontondando per risparmiarvi file di cifre). Ma ChatGPT aveva detto -1.325 e rotti... Un ghigno si scolpisce sulla mia faccia dato che ChatGPT, con grande faccia tosta, ha dato la soluzione sbagliata! Provo ad aiutarlo, se -1.325 fosse la soluzione dovrei ottenere che f(-1.325)=0.</div><blockquote><div>compute f(x) with x= -1.324717957244746</div><div><br /></div><div>ChatGPT: To compute f(x) with x = -1.324717957244746, we substitute this value of x into the function f(x) = x^3 + x + 1:</div><div><br /></div><div>f(-1.324717957244746) = (-1.324717957244746)^3 + (-1.324717957244746) + 1</div><div><br /></div><div>= -1.324717957244746</div><div><br /></div><div>Therefore, f(-1.324717957244746) = -1.324717957244746.</div></blockquote><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7muavK4k2xkODGM5NdRUHKIuI25stNJNi8h94qhLMLSp96qYjdIb02uhKHJj3xV_6XyY6Lh7W8nKQEfPzBdJnUxP6i-AHNrHmAYynkJGPPb0RRKiwkNc7yG3klYv5H3Scj5EUdTMQGfD-Qeb1ZUWxt2u4LMAHieNWSxB30SvuDq8e3o9yHw/s820/Screen%20Shot%202023-05-08%20at%2021.04.15.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="529" data-original-width="820" height="416" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7muavK4k2xkODGM5NdRUHKIuI25stNJNi8h94qhLMLSp96qYjdIb02uhKHJj3xV_6XyY6Lh7W8nKQEfPzBdJnUxP6i-AHNrHmAYynkJGPPb0RRKiwkNc7yG3klYv5H3Scj5EUdTMQGfD-Qeb1ZUWxt2u4LMAHieNWSxB30SvuDq8e3o9yHw/w640-h416/Screen%20Shot%202023-05-08%20at%2021.04.15.png" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un altro pezzo di sessione (8 maggio 2023)</td></tr></tbody></table><br />Ora, fidatevi, il ragionamento è giusto ma i conti sono tutti sbagliati e f(-1.324717957244746)=-2.649436. Riassumendo per i comuni mortali: ChatGPT sbaglia a trovare la soluzione e sbaglia pure a controllare se ha fatto giusto! Se fosse uno studente non se la passerebbe bene a questo punto. Provo a insistere, uso perfino un filo d'ironiaa, magari torna in sé:<p></p><div></div><blockquote><div>that's strange as i got f(-1.324717957244746) = -2.649436</div><div><br /></div><div>ChatGPT: I apologize for my mistake. You are correct.</div><div><br /></div><div>To compute f(x) with x = -1.324717957244746, we substitute this value of x into the function f(x) = x^3 + x + 1:</div><div><br /></div><div>f(-1.324717957244746) = (-1.324717957244746)^3 + (-1.324717957244746) + 1</div><div><br /></div><div>= -2.64943585095</div></blockquote><div>Ci sono segni di ravvedimento: intanto si scusa, come un Salvini qualsiasi dopo che ha detto una vaccata, vabbuò! Poi fa il conto giusto (ma il risultato gliel'avevo già detto io formulando la domanda), sempre meglio di nulla. Penso che forse ce la può fare e riattacco:</div><blockquote><div>but you told me that f(-1.324717957244746)=0. can you try to solve the equation correctly?</div><div><br /></div><div>ChatGPT si scusa un'altra volta e scrive questo sproloquio:</div><div><br /></div><div>I apologize for the confusion and my previous incorrect answer. Here's an attempt to solve the equation x^3 + x + 1 = 0 using Cardano's method, which is a standard method for solving cubic equations:</div><div><br /></div><div>First, we express the equation in the form x^3 = -x - 1:</div><div><br /></div><div>x^3 = -(x + 1)</div><div><br /></div><div>Next, we introduce a new variable y such that x = z - b/3, where b is the coefficient of the quadratic term, which is 0 in this case. This gives:</div><div><br /></div><div>(z - b/3)^3 = -(z - b/3 + 1)</div><div><br /></div><div>Expanding the left-hand side and simplifying, we get:</div><div><br /></div><div>z^3 - 3bz^2/9 + 3b^2z/27 - b^3/27 = -z + 1/3</div><div><br /></div><div>Multiplying both sides by 27 and simplifying, we obtain:</div><div><br /></div><div>27z^3 - 27z + 9b^2z - b^3 + 3 = 0</div><div><br /></div><div>Substituting b = 0, we get:</div><div><br /></div><div>27z^3 - 27z + 3 = 0</div><div><br /></div><div>Dividing both sides by 3, we obtain:</div><div><br /></div><div>9z^3 - 9z + 1 = 0</div><div><br /></div><div>Now, we need to find a root of this equation, which can be done using numerical methods such as the Newton-Raphson method. A root of this equation is approximately z = 0.4533976515.</div><div><br /></div><div>Finally, we can obtain the three solutions of the original equation x^3 + x + 1 = 0 by using the formula x = z - b/3:</div><div><br /></div><div>x1 = z - b/3 = 0.4533976515 - 0/3 = 0.4533976515 x2 = αz - β/3 = -1.088186771 - 0.5i x3 = αz - β/3 = -1.088186771 + 0.5i</div><div><br /></div><div>where α = (-1 + sqrt(-3))/2 and β = (1 - sqrt(-3))/2 are the complex cube roots of unity.</div></blockquote><div>Il punto è che il valore z=0.4533976515 menzionato da ChatGTP, nuovamente, non è una soluzione! ChatGPT ci ha provato, e ha scritto una rampegada che contiene polvere di verità anche se, per notarlo, devi essere un matematico. Insomma, non è uno studente brillante ma ci ha provato, sbrodolando sia cose corrette che errori. Forse "ragiona" e prende dai siti alcune informazioni giuste ma poi o non le capisce o le usa male e, invitabilmente, produce il risultato sbagliato, questo povero z=0.453 che non c'entra con il numero giusto -0.682 (che R aveva trovato subito).</div></div><div><br /></div><div><div>È ora di concludere: i miei studenti dovranno studiare ancora un po' o imparare altri trucchi dato che non si possono fidare di ChatGPT, che le spara grosse a raffica. Per ora nessuno mi ruberà la cattedra. Già, <i>per ora</i>: i sistemi di AI apprendono, si esercitano, a loro modo imparano dagli errori e forse proprio io, che pure l'ho preso per il culo, gli sto insegnando a risolvere le equazioni di terzo grado come si deve. E non è detto che, fra qualche settimana o mese, non riesca a darmi la risposta giusta con disinvoltura. Insomma, lo terrò sotto osservazione.</div><div><br /></div><div>Continuo a pensare che su altri fronti ChatGPT sia ancora più indietro: forse un buon docente riesce a incuriosire gli studenti, forse gli fa capire a cosa serve quell'equazione, forse presenta esempi illuminanti e legati al rendimento dei BTP, forse qualcuno inizia a percorrere gli impervi sentieri della matematica computazionale e della programmazione proprio grazie alle lezioni. <i>Forse</i>. Ma temo serva umiltà anche qui e non è detto che fra un po' ChatGPT non riesca ad essere simpatico e travolgente più di me e dei miei colleghi!</div></div><div><br /></div><div><i>ps. In realtà il post non è finito e domani aggiungerò <a href="https://a-blog-from-sydney.blogspot.com/2023/05/io-chatgpt-e-julia.html" target="_blank">"Io, ChatGPT e julia"</a> perché questo esperimento mi ha dato una frustata e ho deciso che, in barba al fatto che sto invecchiando, insegnerò anche un altro di linguaggio di programmazione oltre a R. Non voglio inseguire ChatGPT, è lui che deve rincorrere me!</i></div><div><i><br /></i></div><div><i>ps2. Vi voglio anche raccontare un paio di altre cose "sbagliate" e di come ChatGPT si vada usato con cautela, le cantonate sono sempre in vista! </i></div><div><br /></div>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-69078515578654365642023-03-29T13:32:00.003-07:002023-03-31T07:54:28.849-07:00Germania uber che?<div>Appese alle pareti dell'unico bar dell'aeroporto, il cafè Wings, ci sono delle immagini iconiche e immediatamente riconoscibili, il ponte di Brooklyn, la skyline di Manhattan, l'Empire State Building, in un bianco-nero luccicante. Potenza delle immagini, tanto le abbiamo viste e tanto abbiamo sentito parlare di quei luoghi che ci sembrano consuete anche a mgliaia di km di distanza. Sono a Muenster-Osnabruck FMO flughafen, in attesa di un volo per Venezia via Francoforte, alla fine di 6 giorni di trasferta presso le università tedesche di Bamberg e Bielefeld, ospite di colleghi-amici, per partecipare a un evento di un progetto di ricerca tenendo qualche lezione e facendo ricerca con uno di loro.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3OMPQ78-II6itdqXbAqb-8awPuFg6S9VQdQnckOOeBsJga74ZNxl63GbXpbh3LS8OqChWMRtwAdLAzI-oWz3wra7E8eSOS9v7FoeWfuUZMaa3UmWyaeXy4zvl_o8aNwK5ygx-bXRmOEjvYgyUkQjrZuR4SJUBLcpFEsgjF1Tv8c_I6v3-Ag/s4032/IMG_1715.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3OMPQ78-II6itdqXbAqb-8awPuFg6S9VQdQnckOOeBsJga74ZNxl63GbXpbh3LS8OqChWMRtwAdLAzI-oWz3wra7E8eSOS9v7FoeWfuUZMaa3UmWyaeXy4zvl_o8aNwK5ygx-bXRmOEjvYgyUkQjrZuR4SJUBLcpFEsgjF1Tv8c_I6v3-Ag/s320/IMG_1715.JPG" width="320" /></a></div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIVOqvpGfYTZueXPpf95Zv4ixL4nSfdudikaz0OoBwHn8GkUCd8HQ_v2PPqFy37Fp7ZATqgutdt89UICzvKW7wqANK_Tu7IDgBYxvd_jOPwg3J_e5UmGkAmYuFeymeTL4Nvhs9R_NK9ZCJbFKpBWIQ2LL7mJzm-rYIHaGQzQZoY05c7A9qAQ/s4032/IMG_1728.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIVOqvpGfYTZueXPpf95Zv4ixL4nSfdudikaz0OoBwHn8GkUCd8HQ_v2PPqFy37Fp7ZATqgutdt89UICzvKW7wqANK_Tu7IDgBYxvd_jOPwg3J_e5UmGkAmYuFeymeTL4Nvhs9R_NK9ZCJbFKpBWIQ2LL7mJzm-rYIHaGQzQZoY05c7A9qAQ/s320/IMG_1728.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Al controllo di sicurezza non c'è bisogno di sgomitare e davanti a me ci sono solo un anziano signore e la moglie con deambulatore...</td></tr></tbody></table><div><br /></div><div>Sono stato forse in una Germania minore, Franconia (in alta Baviera) e Nord Westfalia e la familiarità con le immagini di New York mi fa riflettere sul radicamento, per certi versi simile, di idee sulla Germania. Mi rendo conto che il viaggio è stato un bagno di realtà che ha messo in un angolo alcune immaginifiche fascinazioni sui tedeschi. Non so voi, ma associo a questo paese efficienza alla massima potenza, organizzazione ingegneristica e precisione, visione di lungo periodo, infrastrutture che noi ci sogniamo, puntualità e via dicendo.</div><div><br /></div><div>Ma Lufthansa, tanto per dirne una, mi ha cancellato un volo da Francoforte per Norimberga, obbligandomi a bivaccare al terminal B per 5 ore. Me la sono passata bene, in una versione ridotta della felicità che è concessa quando trovo un sedile comodo, buona illuminazione, ho il computer carico, magari una connessione internet o qualcosa da leggere. È come il tempo dei pescatori, 5 ore che ti allungano la vita leggendo e scrivendo, senza sensi di colpa a guardare orizzonti di possibilità di fare quel che mi pare. Va bene, però il volo lo avete cancellato come un Alitalia qualisiasi dei bei tempi andati e, a dire il vero, mi trovo adesso in un aeroporto in cui fino a qualche minuto fa ero l'unico viaggiatore, una cattedrale in un deserto (vuoto!) da dove partono 7-8 voli di collegamento al giorno in modo da portarti negli hub di Francoforte o Monaco di Baviera. Muenster-Osnabruck è difficile da raggiungere, Herbert mi ha spiegato che avrei dovuto seguire altri sentieri ma il sito Lufthansa, sia per l'andata che per il ritorno, indicava come rotte migliori quelle che passano per Norimberga e, appunto, Muenster-Osnabruck. Col senno di poi è una cosa strana, perché vendete biglietti e poi cancellate i voli o suggerite di partire da posti dispersi e raggiungibili a fatica, tanto sono rarefatti i collegamenti, anche via bus o treno?</div><div><br /></div><div>Che FMO sia uno ``strano'' scalo l'ho capito dalla faccia degli amici tedeschi, ma anche dal fatto che internet è lenta: download 7.68 upload 7.75 mb/sec sulla FMO-WLAN-FREE. in realtà questa è la conferma di un altro mito che si è sgretolato, i tedeschi non sono ben connessi e diverse persone mi hanno detto che spesso la qualità della loro connessione è bassa. e, per continuare su questo tenore, negli asili non si trova posto, le donne sono discriminate sul posto di lavoro, i treni sono in perenne ritardo oppure offrono un servizio scadente (su questo potete <a href="https://a-blog-from-sydney.blogspot.com/2023/03/ice-788.html" target="_blank">leggere anche questo post</a>), al punto che ormai perfino il tassista se n'è uscito ridendo quando gli ho chiesto come usare i treni, ``nessuno qui ormai usa più Deutsche Bahn'', opinione condivisa da vari colleghi che, sfiancati, usano altri mezzi per evitare disservizi, ritardi e mancati appuntamenti o lezioni.</div><div><br /></div><div>Quando, nella cartoleria e micro-bar dello scalo, ho chiesto alla commessa dai capelli rossi se potevo mangiare qualcosa mi ha seraficamente detto di no, ``ma se vuoi puoi avere un burger nel bar dall'altra parte della vetrata''. Ah, bene, lo vedo che siete tedeschi e c'è sempre una soluzione! Per raggiungere ``l'altro lato'', però, devo uscire all'aria fresca di un giorno nuvoloso... sono all'aperto e il ``bar'' è un chiosco tipo sagra paesana dove i viaggiatori si mettono in fila sotto un'impalpabile pioggerellina per ordinare wurstel e patatine con senft, mayo e salsa al pomodoro! Quando è il mio turno, so di poter chiedere un burger e Justin, un ventenne efficiente dall'aria scanzonata, mi dice che anche se non ha tutti gli ingredienti me lo fa volentieri. È un trionfo, mangio una cosa sana (mah, un due etti di carne almeno e 75 g di bagel precisi, mi ha detto il peso leggendolo sul sacchetto), fuori al freddo, rinforzo gli anticorpi e mi basta una sola UI! Ringrazio Justin e ci scambio quattro chiacchiere dato che sono l'ultimo della coda, ci facciamo un selfie per gli archivi.</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnROG4oyTNbAHkJsT81aRHMBThePUbMUVkg043EjxUc9zAsTzryUamSWLkKtseNKryW3DcspPql6UeSkRDXb9pjq9cU1_2368gXnXofQhsVu4M7P_UfuIu15UO6tsS21i_KemQr5-F7jhHVaEVnKio3UZM1kZNRMK6t7NB9cLuLVGe7F5NaQ/s3088/IMG_1725.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3088" data-original-width="2316" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnROG4oyTNbAHkJsT81aRHMBThePUbMUVkg043EjxUc9zAsTzryUamSWLkKtseNKryW3DcspPql6UeSkRDXb9pjq9cU1_2368gXnXofQhsVu4M7P_UfuIu15UO6tsS21i_KemQr5-F7jhHVaEVnKio3UZM1kZNRMK6t7NB9cLuLVGe7F5NaQ/s320/IMG_1725.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ottimo e abbondante il panino, simpatico e ben organizzato Justin!</td></tr></tbody></table><div><br /></div><div>In questi clima metafisico e rarefatto io e gli altri 4 gatti andiamo al controllo di sicurezza, setacciano con metal detector sia me che l'anziano signore che mi precede, forse lo fanno per passare il tempo dato che da due ore non ci sono stati voli né ce ne saranno altri nelle prossime due, in attesa di una partenza per Monaco. Superata la barriera, vagamente si rientra nel mondo, nel senso che c'è una parvenza di duty free, che poi è un'esibizione delle solite cianfrusaglie, Jonnhy Walker e prodotti sedicenti imperdibili a prezzi raddoppiati. Con professionalità, questa sì molto tedesca, ma che francamente meriterebbe miglior sorte, imbarcano la sporca ventina di passeggeri per gruppo, manco fossimo centinaia: si parte con anziani, poi famiglie, e via via disabili, primo gruppo, secondo, terzo ecc in ordine rigoroso, due-tre al massimo per buttata. mentre vedo questa cosa, sorrido un po' basito, tanto la mia d'imbarco porta scritto Group 5!</div><div><br /></div><div>Rientro nel vortice a Francoforte, il bus aeroportuale si ferma per dare spazio a un mostruoso Emirates a più piani che in taxi fra un posto e l'altro ha bloccato mezza dozzina di autobus, carrelli, camioncini, al suo cospetto sembriamo tutti Playmobil. Ci sfreccia accanto un treno ICE ad altra velocità e vedo l'autobahn coi camion... eccoci tornati al mondo, quello degli ingorghi e dei treni in ritardo di cui mi hanno parlato i colleghi.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlNlT64bMlkMP1k3AiX5gAUfXXFy01gZfhcfT8ZRd42dhbPsS7knQLEuD5jTjTgvYMECWK9Z_4MnbYPShzDS1WA9d3_8WzlNiUFF-KHAErBy81TmXuO91RxGxdiTX6fPZz-eiqRySoI4o27PP_JOqZ1d0LFWSLlRkMd9RYvHYnvj8fn-Dg5Q/s4032/IMG_1734.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlNlT64bMlkMP1k3AiX5gAUfXXFy01gZfhcfT8ZRd42dhbPsS7knQLEuD5jTjTgvYMECWK9Z_4MnbYPShzDS1WA9d3_8WzlNiUFF-KHAErBy81TmXuO91RxGxdiTX6fPZz-eiqRySoI4o27PP_JOqZ1d0LFWSLlRkMd9RYvHYnvj8fn-Dg5Q/s320/IMG_1734.JPG" width="320" /></a></div><div><br /></div><div>Mi fanno simpatia questi tedeschi, i miei colleghi sono dei bijoux, a sbattersi da matti in quello che gli altri pensano essere un paradiso terrestre mentre è un posto in cui ti prendi le tue cinghiate e devi schivare fastidi e transizioni, anche loro come noi europei suddeuitsche!</div><div><br /></div><div>Eppure concludo in bellezza: atterriamo vinco al gate 1 del terminal A e invece di partire dal 19, come previsto sulla carta d'imbarco, mi mandano al 40, facendomi percorrere la massima distanza (ma proprio tutta!) possibile, se non sono chilometri poco ci manca. Penso che sono bravi ragazzi, la mia glicemia batte in ritirata e, nel tragitto, ritrovo la Bakerei Heberer, la stessa che mi aveva rifocillato all'andata. Torno con due brietzel appena sfornati e, fosse solo per questo, la Germania resta mitica ed inarrivabile!</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8cr0miwJpwL2P2eWtEqjoAwwShvl-do1n716uXRn-UQvq_8hgU4n_QVvz_OQUOuC0nsgvjfL6dkbusr7B9hFwVbf0oOwS_shfZgKvy_uHohbpJ0pXBv97lRjBn-1OPyjS1ep9-CZcxpFiJaN4SrZK7LtK8_dP1q7wKtm5X4et5Z20jwgoSg/s4032/IMG_1738.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8cr0miwJpwL2P2eWtEqjoAwwShvl-do1n716uXRn-UQvq_8hgU4n_QVvz_OQUOuC0nsgvjfL6dkbusr7B9hFwVbf0oOwS_shfZgKvy_uHohbpJ0pXBv97lRjBn-1OPyjS1ep9-CZcxpFiJaN4SrZK7LtK8_dP1q7wKtm5X4et5Z20jwgoSg/s320/IMG_1738.JPG" width="240" /></a></div><br /><div><i>PS. Sua maestà ChatGpt dice che "the distance between gates A1 and A40 can be around 1.5 to 2 kilometers (0.9 to 1.2 miles) apart, which could take around 20 to 30 minutes to walk depending on your walking speed", per forza che resto in forma!</i></div><div><i><br /></i></div><div><i>PS2. Per onore di cronaca, Justin mi ha pure fatto lo sconto e al posto di 6.90 mi ha chiesto 6.00 tondi tondi... già, siamo pur sempre in Germania e mancavano degli infredienti (che ne so? cetriolini? granella di semi oleosi? doppia foglia d'insalata brasileira?)</i></div>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-82198714007020767242023-03-26T07:26:00.003-07:002023-03-26T08:50:01.163-07:00ICE 788<p><br />Sono sul treno da Munchen HBf a Hamburg-Altona con destinazione Hannover, ho pagato 121, 50 euro per il biglietto e viaggiamo a 240 e rotti all'ora, mi sono già collegato alla rete wifi WIFIonICE. tutto va bene, no? Si potrebbe dire "quasi": sono seduto per terra, in sukhasana come alla lezione di yoga e con me (per terra, intendo!) ci sono mamme, bambini, altri passeggeri più <u>o</u> meno giovani, occupando ogni cm di moquette disponibile e, in particolare, ringraziando il fatto che ci sono ampi spazi per le carrozzine che, mancando i disabili, diventano irrituali piazzole di sosta per quanti, come me, si devono fare due o più ore su questa tratta.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPA_OjgtKCRlyUsjOnQ0mwkt6KOpjQ2ebFhRwAxmyLDDrinY9TCJZ94Ne6p3XqWmejJEmLMb6vxqq8jPX9IJT0fONCr1lrVKHI6xqkjNO-HG-4VCFsKS9aLz0ZnsVTOA2Di5okJS2XKrCqLFl9zf0VjYEpglBEktsxPFcAEfsPLOLqGD_G0w/s1024/IMG_1691.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="768" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPA_OjgtKCRlyUsjOnQ0mwkt6KOpjQ2ebFhRwAxmyLDDrinY9TCJZ94Ne6p3XqWmejJEmLMb6vxqq8jPX9IJT0fONCr1lrVKHI6xqkjNO-HG-4VCFsKS9aLz0ZnsVTOA2Di5okJS2XKrCqLFl9zf0VjYEpglBEktsxPFcAEfsPLOLqGD_G0w/s320/IMG_1691.JPG" width="240" /></a></div><p></p><div>Sono un po' sorpreso ma forse dovrei dire sospeso, in quello stato vaporoso in cui i pensieri provano a riorganizzarsi, girandosi su sé stessi per trovare geometrie diverse e, temo, non euclidee in un caso come questo. Ma come? 100 e passa euro e sono col culo a terra, ad osservare una transumanza che non vedevo da un ventennio, quella dei treni veloci o interregionali che il venerdì pomeriggio, riportavano in Veneto tutti quelli che lavoravano a Milano, in piedi, stipati almeno fino a Vicenza o Padova. Poi si svuotavano ma eravamo praticamente arrivati! E questa è Germania, non il paese dei bagigi! Mi sento in un esperimento strano, osservatore e osservato, bello comodo seduto per terra, nella superpotenza economica e morale del continente, e mi chiedo se è tutto ok. Ogni tanto devo sospendere la battitura perché i passanti zigzagando nel filo di corridoio rimasto libero tendono a inciampare sul mio ginocchio sinistro e sulla caviglia di quello che è compostamente stirato a terra dopo di me e avanti in questo dribbling a caccia di sedili liberi che non esistono. Scrivo per ricordare, perché i viaggi ci rendono migliori e meglio attrezzati a sorridere della grandezza e dei fastidi dei leggendari tedeschi, perché relativizzo l'eterna tendenza italica a piangersi addosso in qualche forma sana di "mal comune, mezzo gaudio" (appunto, queste sono scene che io non vedevo da almeno 20 anni... ok, se mi scordo di qualche recente performance di TreNord!) </div><div><br /></div><div>Comunque, sarà il sorriso della piccola seduta per terra davanti a me, mentre ciuccia un salatino appena ripescato dal tappeto, sarà la serenità delle mamme che non fanno una piega che sia una e, anzi, dispensano tenerezza ai ragazzini che infatti sono in stato di grazia, immersi in un gioco in cui anche i grandi si "rotolano" per terra come hanno sempre sognato, sarà per tutto questo, e forse altro, ma è un bel viaggio, mi sento un novello Bruce Chatwin, "Che ci faccio qui?", in una patagonia su binari che non mi attendevo, in cui tutti sono tranquilli, non vedo una stilla di livore, e perfino il controllore (mica scemo!) non rompe l'idillio (e le balle!) e non controlla i biglietti a nessuno. In fondo mi avevano allertato: sul web e sul biglietto cartaceo compariva una dicitura in tedesco che, più o meno, diceva che "è prevista alta affluenza e non è possibile prenotare il posto a sedere". Un filo eufemistici 'sti tedeschi, ma uono avvisato mezzo salvato!</div>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-75027451158967629332023-03-10T08:01:00.003-08:002023-12-31T04:02:54.828-08:00May the Goldmans be with youTanto vale partire diretti e andare al punto. Credo che Goldman Sachs esprima al meglio la ferocia finanziaria e la ricerca del profitto senza limiti, possibilmente senza regole (o cercando in tutti i modi di dribblarle) e senza andare per il sottile nemmeno quando a rimetterci sono i suoi stessi clienti. in sintesi "greed is good" e più pelo (nello stomaco) per tutti! <div><br /></div><div>Ok, adesso be kind and rewind! A me GS piace fin troppo, forse perché la parte mefistofelica di me ammira questa cattiveria dura, scabra e senza sconti, in fondo non è una società di beneficienza. Ammiro quello che fanno perché quel che so di finanza indica che stanno fra i maestri, sono riusciti dove altri hanno fallito, incamerano solitamente milioni e miliardi di profitti all'anno, pagano bonus di cui si favoleggia, assumono i nostri migliori laureati, sanno fare i conti, sanno barare, fanno la cresta su tutto e, quando serve, si ritirano dai mercati, e lasciano altri col cerino in mano. Bravi. Punto. C'è sempre da imparare da gente così, sia per copiare quello che fanno sia per ricordare quello che non si deve fare mai (se nel tuo bilancio compaiono, a tutto tondo, anche altri valori oltre al profitto <i>tout court</i>)<i>.</i></div><div><i><br /></i></div><div>Fare il prof è una benedizione e uno dei principale motivi è che i miei studenti mi onorano di insegnarmi un mucchio di cose, in classe e con quella vita che forse ho contribuito a indirizzare in minima parte. J è una mia ex-studentessa di "Financial Literacy", un corso di cui vado fiero (perché è destinato a ragazzi che non hanno scelto una laurea di economia o finanza). Sta terminando il PISE, è ancora molto giovane, e dopo Findomestic, Nordea, Fisher Investments, l'hanno assunta a GS, sede di Londra. Non dirò un'altra parola su di lei, le sono grato, e tanto, per avermi dato l'opportunità di vedere sul serio brandelli della ditta che è un Eldorado della finanza d'assalto mondiale.</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGAW-CtwNToWm3KaFtZDXVyH7AVRZT9C9HRqIwVSihADLTpZNT3Mka5piv9TObfrAXkBeOLQr8SMAH5nSlylzh_cpssv4DjRQYTpuyLinGDmzv5QBp1hnW0lSRkkGE-fu-L9zQLmoN01Ev9DvfYds1OmQ_Prl_gUJ1PpSNQq9K2ylGHa0g7Q/s4032/IMG_1512.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGAW-CtwNToWm3KaFtZDXVyH7AVRZT9C9HRqIwVSihADLTpZNT3Mka5piv9TObfrAXkBeOLQr8SMAH5nSlylzh_cpssv4DjRQYTpuyLinGDmzv5QBp1hnW0lSRkkGE-fu-L9zQLmoN01Ev9DvfYds1OmQ_Prl_gUJ1PpSNQq9K2ylGHa0g7Q/s320/IMG_1512.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La sede di Goldman Sachs a Londra</td></tr></tbody></table><div><br /></div><div>Ci dovevamo vedere per un caffè e un saluto al Vergnano di fronte alla fermata di Chancery Lane (dove, per inciso, si dice si possa gustare "the best espresso in London"). Poi J mi messaggia "prof, vuole venire a mangiare in sede? abbiamo diversi ristoranti e così non prendiamo la pioggia", wow, mi pare di sognare, vado in gita a Shoe Lane 25, sede londinese di GS! google maps mi guida liscio liscio fino a pochi metri dalla porta, dopo si perde un po', mi dice che sono arrivato ma ero andato oltre e devo ritrovare l'ingresso di un enorme grattacielo ondulato e disteso più in orizzontale che in verticale. entro, desk per la reception, poltrone per chi attende, un enorme display con la mission aziendale. imbraccio il mio IPhone per fare una foto che è solo un modo per ricordarmi il marketing e gli slogan ma quello della sicurezza mi è già venuto vicino, non si possono fare foto all'interno dell'edificio, non dice un'altra parola. adesso realizzo ci sono vari "gorilla" a piantonare l'entrata, tutt'altro che mingherlini, in abito scuro, auricolare e quella posizione rocciosa a gambe divaricate, a guardare attentamente tutto (anche se non si sa mai bene cosa...)</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsoHdtyo5XXIHkyIw4Q3wJnpvMY4m8q8r3JF83j51vb1zmra7qAUZDULhCyitLZiW4crDqCKsgjtRUfn6SGpzzrbGQPs175lVMLm1wfp-taORvwXAixzjGVMwjcQwopOnGnY1bfcImsN7AFAdZu8F690h8eh46qWNMpFj2fTzw4WO4oxvP2g/s4032/IMG_1515.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsoHdtyo5XXIHkyIw4Q3wJnpvMY4m8q8r3JF83j51vb1zmra7qAUZDULhCyitLZiW4crDqCKsgjtRUfn6SGpzzrbGQPs175lVMLm1wfp-taORvwXAixzjGVMwjcQwopOnGnY1bfcImsN7AFAdZu8F690h8eh46qWNMpFj2fTzw4WO4oxvP2g/s320/IMG_1515.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La foto è brutta come il demonio, ma è solo una sfida. Ho trascritto il testo che sta sotto a "The culture of Goldman Sachs"<br /><br /></td></tr></tbody></table><div>mi siedo e mi domando se mi hanno preso per mona, mi organizzo, fingo di leggere il cellulare (che si può) e... immaginate? la foto la scatto lo stesso, tie! ammetto che è pavida, sbilenca, clandestina e non prenderò il Pulitzer ma si fa quel che si può e mi serve per suonare la carica:</div><blockquote><div>The culture of Goldman Sachs is defined by the commitment to delivering the best service to our clients through collaboration, innovation, and a relentless pursue of excellence. </div></blockquote><blockquote><div>Partnership, teamwork and integrity are foundational to our culture. We leverage the depth and breadth of our experience to create long-term value for our clients, stakeholders and communities. </div></blockquote><blockquote><div>Our inclusive and dynamic environment inspires continuous learning and growth, ensuring future generations will surpass our current aspirations.</div></blockquote><p>poi arriva J e mi porta dentro in un enorme piano terra adibito a ristorante con una mezza dozzina di banchetti/espositori dove si può prendere di tutto, con una spiccata predilezione per cibo "sano" (verdure, carbo free, protein-added, vegan, gluten-free, extraterrestre portami via!) </p><p>metto assieme 630 grammi di roba varia, con un po' di penne fredde per formare un minimo di base per un filo d'insulina, poi pomodori, ceci, cereali, olive e chissà che altro. si paga a peso con carta di credito touch collegata a una bilancia elettronica, 10.45 pounds, mi spiace solo che ho dimenticato di tenere lo scontrino per ricordo. chiacchiero con J, appollaiato su un desk che preferiamo ai divanetti. guardo la marea di gente che mangia, alcuni sono in tiro ma non tutti. facciamo varie riflessioni sulla vita e sulla finanza, nella mia testa risuona il titolo del film "chiedimi se sono felice", intuisco qualcosa, me lo tengo per me. </p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihjOCWUbRvHchtBp-5X2pbdv_zfu4W-f6j-JSyrJlMiX0LGo6CjYqXSgcAkZx27j5Ac0dSvcRHF5mX3EhxQs3fsAckC_A8fn3TUdsy4TSEvZ0bwpwjfp1eHp1wAGkx4_aRezSTViImV-TYa7nj0O8_7LEP5TE3Ius9L4TysY0-4e2SFtxzQw/s3797/IMG_1516.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2848" data-original-width="3797" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihjOCWUbRvHchtBp-5X2pbdv_zfu4W-f6j-JSyrJlMiX0LGo6CjYqXSgcAkZx27j5Ac0dSvcRHF5mX3EhxQs3fsAckC_A8fn3TUdsy4TSEvZ0bwpwjfp1eHp1wAGkx4_aRezSTViImV-TYa7nj0O8_7LEP5TE3Ius9L4TysY0-4e2SFtxzQw/s320/IMG_1516.JPG" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'ampissimo androne e spazi per sedersi, mangiare, fare due chiacchiere. Gli espositori col cibo sono a pochi metri da qui</td></tr></tbody></table><p>un neo assunto a GS forse prende 50k pounds se è a tempo fisso, 80k se è <i>contingent</i> che vuol dire licenziabile, in un certo senso carne da macello all'occorrenza. il bonus, se va bene, qualche volta non lo danno, si aggira sul 60% dello stipendio. si lavora tanto, di tanto in tanto sicuramente troppo (ma ognuno ha i suoi limiti), guardo queste facce con le vaschette del cibo, mi rendo conto che non ho preso nulla da bere, ero troppo concentrato a capire come funzionava la bilancia e stavo intasando la coda, constato che in media sono giovani, tanti trentenni e forse anche meno, qualche quarantenne, nessun "anziano" sopra quest'età o coi capelli bianchi o curvo o nettamente fuori peso. può darsi che chi ha più esperienza o ruoli dirigenziali pranzi altrove, anche nello stesso edificio: magari crostini e salmone e vino bianco, sto tirando a indovinare, mentre a noi giovani tocca la vaschetta. lo sapete vero che questa cosa di nutrirsi alla scrivania mi pare una barbarie, no? ogni cosa al suo posto, suggerisco sempre di staccare e di non rimanere inchiodati alla postazione per 14 ore di file, anche perché il cous-cous e molte altre cose s'infilano nella tastiera e fanno danni. e, scusate, ma la vaschetta mi ricorda tanto Pailette che almeno guaisce contenta e le diamo pure una seconda ciotola con l'acqua fresca!</p><p>J mi fa fare un tour: al piano interrato c'è un'enorme palestra, credo aperta giorno e notte, non serve nemmeno portarsi il cambio, ti danno loro maglietta e calzoncini sanificati. per chiamare uno degli 8 ascensori che salgono bisogna premere il piano desiderato su una pulsantiera che ti dice dove andare (sennò rischi che l'ascensore salti il piano dove sei diretto tu). saliamo al quarto, m'imbatto su un bel bancone dove si trovano snack, frutta, muffin e cookies e i baristi ti fanno il caffè a pagamento, "costa tanto", non oso immaginare quanto, e andiamo a pochi metri di distanza dove in effetti ci sono una marea di macchine da caffè, in una specie di social area con vista sul grattacielo di fronte, e puoi avere ogni specialità (black, macchiato single and double, cappuccino e tutti gli altri nomi di dubbia utilità che si sono inventati in UK), c'è anche il distributore di latte parzialmente scremato, ne puoi prendere quanto ti pare per allungare il caffè o un beverone salutare. Mi prendo un caffè lungo, quasi tiepido visto che il latte esce gelato. vedo pure un lavabo dove qualche ragazza sulla venticinquina sciacqua posate o quello che si è portata da casa, tutto mi pare in ordine e forse di tanto in tanto passa pure la signora delle pulizia a dare una spugnata.</p><p>L'atmosfera è frizzante dato che oggi a Londra c'è il CEO, David Solomon, ed è previsto un discorso con tutti i dipendenti alle 14.45. tutti sono caricati a pallettoni, se non è come quando arriva il Messiah ci manca poco e piacerebbe anche a me stare a sentire, ma intuisco che c'è la sicurezza, la registrazione, gli inviti... mi limito a scattare coraggiosamente (ehm...) una foto al video che sta in ascensore, tanto per condividere l'evento. cerco di non distruggere la giornata a J, rimandole inutilmente sulle costole, anche se pare tranquilla. ha preferito portarsi la vaschetta su per mangiare più tardi, la ringrazio e la saluto, "chiedimi se sono felice", no? Buona fortuna, J, nella speranza tu possa venire al corso a testimoniare agli studenti e a dir loro cos'è sul serio lavorare coi professionisti. apre la porta che introduce all'open space dove si lavora, area derivati at large, fixing, margin calls e dintorni. riprendo l'ascensore e, vae victis, finisco negli scantinati perché salta il piano terra. ah sì, la pulsantiera! mi dice che devo prendere quello etichettato con "S", bye bye Goldman Sachs, è stato bello per un'ora bagnarsi nell'acquario degli squali!</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqrSSONmlQplOevgXctGKe1Ems_jxwqA7iG7YmS-XsYl5VyxKjO2Obmv6zu5m18zYGm3SmugixDf77q4aCKKpPYLRUWJaIaFQb_sRhxhF535MWfFyN3O4-i4QsLaxFvq6qgr-efvAysATkdndkUsU9nPH_CSxCgAlseyDle5cXkVQ8QqSvOA/s1639/IMG_1519.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1269" data-original-width="1639" height="248" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqrSSONmlQplOevgXctGKe1Ems_jxwqA7iG7YmS-XsYl5VyxKjO2Obmv6zu5m18zYGm3SmugixDf77q4aCKKpPYLRUWJaIaFQb_sRhxhF535MWfFyN3O4-i4QsLaxFvq6qgr-efvAysATkdndkUsU9nPH_CSxCgAlseyDle5cXkVQ8QqSvOA/s320/IMG_1519.JPG" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">David Solomon parlerà la suo popolo, ormai pronto ad attraversare anche il Mar Rosso ;-)</td></tr></tbody></table><p>Per concludere, ho chiesto a chatGTP di scrivere un poemetto sulla banca (beh, a dir il vero avevo chiesto di essere ironico e di ricordare anche scandali e controversie più o meno recenti in cui GS è stata coinvolta): è in rima, giudicate voi... lo dice anche chatGPT che c`è speranza pure per loro!</p><blockquote><p>Goldman Sachs, oh Goldman Sachs, </p></blockquote><blockquote><p>Your values sound quite grand,</p><p>Collaboration, innovation,</p><p>And excellence at hand.</p><p><br /></p><p>Partnership and teamwork too,</p><p>Integrity, oh my,</p><p>Your culture seems quite noble,</p><p>Or is it all a lie?</p><p><br /></p><p>For though you claim inclusivity,</p><p>And learning without end,</p><p>Controversy follows you,</p><p>Like a faithful friend.</p><p><br /></p><p><a href="https://www.theguardian.com/world/2018/oct/25/1mdb-scandal-explained-a-tale-of-malaysias-missing-billions" target="_blank">From the 1MDB scandal</a>,</p><p>To mortgage fraud and more,</p><p>It seems your pursuit of profit,</p><p>Has led you to the floor.</p><p><br /></p><p>But fear not dear Goldman Sachs,</p><p>For there's hope yet to be found,</p><p>Perhaps a change in mindset,</p><p>Could turn your fate around.</p><p><br /></p><p>So let us all aspire,</p><p>To build a world more just,</p><p>Where profit and integrity,</p><p>Can indeed coexist.</p></blockquote><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbTEBP3EW7KkbCng4zVTY4ky3C1sAl28OVh40IidvosUTJhkay4x_1cxr3kQfvQ_CRHpTJR2FVkoMULtQqnItbpgIPtFFeGclEUxwYwNtrmSHPNTJELGH3C_rVOqnDnrUwrd8F9FpSlHiAlkwvHCSVrlzcSpEH0IXEHI1fmppQgf0yfwANzA/s2827/gs1b.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2827" data-original-width="2396" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbTEBP3EW7KkbCng4zVTY4ky3C1sAl28OVh40IidvosUTJhkay4x_1cxr3kQfvQ_CRHpTJR2FVkoMULtQqnItbpgIPtFFeGclEUxwYwNtrmSHPNTJELGH3C_rVOqnDnrUwrd8F9FpSlHiAlkwvHCSVrlzcSpEH0IXEHI1fmppQgf0yfwANzA/s320/gs1b.jpg" width="271" /></a></div><br /> <p></p><p><br /></p><p><br /></p>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-78741780057410883032023-03-07T13:47:00.006-08:002023-03-11T05:35:49.154-08:00London roller coaster<p>Com'è forse ovvio, dato che mi capita in ogni viaggio, Londra comincia a sfrangiarsi in una serie di esperienze diverse, che io attribuisco alla città ma che in realtà sono legate alle cose che faccio, alle persone con cui interagisco e alle suggestioni e immagini che mi si parano davanti. Oggi è giorno di riunioni con il vice-dean for internationalization, seminario e, infine, tre ore di lezioni al corso di NetLogo e agent-based models che tengo agli studenti del PhD di City.</p><p>Partiamo proprio da City. Va bene che non è un'università di punta ma nonostante G mantenga un'invidiabile serenità di fondo, avverto un'aria un po' troppo mesta fra altri colleghi, spesso esageratamente presi a notare le difficoltà e a vagheggiare una mitologica superiorità organizzativa, finanziaria o culturale di altre istituzioni. Lo sappiamo bene che il giardino del vicino è sempre più verde, eppure qui si auto-descrivono come un'aiuola spelacchiata infestata dalla gramigna in confronto ai giardini di Versailles nel loro massimo splendore. è un rosario di problemi e sofferenze: la vita è cara, viaggiare coi mezzi pubblici ancora di più (figurarsi con la macchina), il tempo necessario per raggiungere l'ufficio supera spesso l'ora, di affitto è meglio non parlarne, "non mi posso permettere una casa in centro", "non si riesce a trovare una sistemazione decente", "servono migliaia di sterline al mese, come può farcela un neo-assunto?", "anche la periferia è inarrivabile" e così via. ci manca solo un'epidemia! (ehm, questa non dovevo scriverla, dopo il triennio che abbiamo passato). intendiamoci, varie cose sono vere e Anna, la figlia del mio prof di matematica che mi ha serendipitosamente invitato a pranzo domenica, le paga sul serio 1800 sterline al mese (ma lavora alla City, che è spesso oscuro oggetto di desiderio dei miei colleghi). È un pianto greco che m'intristisce, una sempiterna lamentatio, sempre a trovare scuse per corridoi e uffici vuoti dato che i colleghi per sparagnare evitano di venire, sempre a sognare di cambiare università, per prendere di più, per avere studenti migliori mentre i loro sono tutti BAME (Black Asian Middle-East), per potersi permettere una casa, financo per potersi permettere una vita dato che questa, nella descrizione che ne fanno, è una via crucis lastricata di rogne e fastidi e rotture di palle.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy5vfxdsh6p1LPRCSCtI0Kz42ZJ8csXCSwAudrEkf2xyCF7VkVZRpLwJcTdu6xNfyZnJtdQosgbnSspV8h8QAUpqBgbgzv3wEojrrAkRTJ3HpiRIl5Lnd70pKjKsw7cuIPnE7wzeM8CfbomBLiGFb4bGpL1TPpveBxR9nsdtOsmqNda6ExGA/s4032/IMG_1472.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy5vfxdsh6p1LPRCSCtI0Kz42ZJ8csXCSwAudrEkf2xyCF7VkVZRpLwJcTdu6xNfyZnJtdQosgbnSspV8h8QAUpqBgbgzv3wEojrrAkRTJ3HpiRIl5Lnd70pKjKsw7cuIPnE7wzeM8CfbomBLiGFb4bGpL1TPpveBxR9nsdtOsmqNda6ExGA/s320/IMG_1472.JPG" width="320" /></a></div><p>Non è la prima volta che menziono <a href="https://a-blog-from-sydney.blogspot.com/2018/04/leicester-adieu.html" target="_blank">questo distopico stato mentale sul blog</a>. la vulgata consueta descrive le università estere come paesi dei balocchi, dove scorre latte accademico e dolce come il miele è il copioso finanziamento. poi parli con i colleghi e, insomma insomma, ti viene il sospetto che non sia tutt'oro quello che sbrilluccica. in uno stridente contrasto, chi lavora qui spesso si sente in una trincea di povertà, scazzamento, delusione, desiderio di darsela a gambe levate verso dipartimenti più piccoli e in città più a misura d'uomo. </p><p>Fa storia a parte anche l'ossessione per i ranking, le classifiche, quegli elenchi che dicono che uno è bravo, al top, l'altro a mezza via, e il terzo, francamente, 'na ciofeca. qui tutti favoleggiano di UCL, i cugini ricchi, "là sì che mi piacerebbe lavorare...", loro hanno ranking, paghe, strutture, studenti migliori, brillano come stelle nella notte in cui pare piombato il tuo datore di lavoro. I pasdaran del ranking li conosco bene, ce ne sono di totalmente imbevuti anche a Ca' Foscari o nel mio dipartimento, con alcuni di loro rischi che nemmeno ti guardino se confessi di venire da un'università "cattiva" o di aver collaborato con colleghi che hanno provenienze mediocri, men che peones! a ma pare uno strano mondo per vari motivi: uno è che l'educazione serve appunto per discernere le cazzate dalle cose serie, la sostanza dalle apparenze, e dovrebbe insegnarti che giudicare una persona o un'istituzione o uno studente richiede tempo e finezza, non basta un'occhiata, un'annusatina o un ranking stilato da uno che qualcosa sa e molto ignora od omette. proprio perché ci hanno addestrato per anni dovremmo essere in grado di andarci coi piedi di piombo, provare ad andare in profondità, non applicare il "se non ha il look, non cook" alla carlona. e poi, questa mania classificatoria chiaramente gli intasa il cervello: questo quartiere è 16% più caro di quest'altro, un appartamento in zona 3 della metro fa schifo (ma chi lo ha detto?), per fare il pendolare ci potrei mettere 13 minuti di meno, mi secca pagare il 23.5% di council tax e se abitassi altrove... nel tentativo di ottimizzare, questa gente si rovina la vita architettando escamotages un po' pirla, talmente protesi a migliorare una vita che forse avranno in futuro da ridursi a sputtanare senza pietà la vita che stanno vivendo qui e ora. </p><p>sempre a proposito di università, sono stato alla mitica LSE (London School of Economics, che gronda fama e galloni, per quel che mi riguarda fin dai tempi in cui Popper ci lavorava). ho seguito la presentazione di un libro scritto da due colleghi italiani sui problemi dell'Italia, con un focus su mancanza di meritocrazia e sui motivi che ci hanno portato al declino economico. il volume, edito dal Mulino, bello e ben documentato, era commentato oltre che dagli autori anche da altri "italiani" che lavorano in UK e da un esponente della fondazione Bruno Leoni. ora, sapevo bene che la LSE è una delle principali trincee del liberalismo economico: poca spesa pubblica (anzi. meglio niente!), deregulation, concorrenza spinta, animal spirits e entrepreneurship a tutta manetta e massimo laissez faire (l'approccio che ritiene che il mercato bisogna lasciarlo fare senza inutili orpelli e controlli, e alla fine le cose andranno meglio per tutti). si può discutere, ma va bene così, è la LSE baby! eppure, nella discussione sono rimasto colpito dalla virulenza degli argomenti, specie portati avanti dagli "italiani" che lavorano all'estero e che sono stati molto più estremi degli stessi autori del libro. evvai a dire che l'Italia è tutto un magna-magna, inefficienza e clientelismo, che il declino è colpa della mafia, dei sindacati, della chiesa, del fascismo che in fondo era socialismo (?), tutti indistintamente colpevoli di non aver mai abbracciato l'ideologia liberista, W la Thatcher!, gente che ha rovinato un paese da anni, decenni, secoli. sì, perché a un certo punto, una salta fuori con l'osservazione ovvia (per lei) che la colpa originale risale alle corporazioni medievali, gruppi di lavoratori che si univano, progenitrici degli attuali sindacati e corruttrici delle menti degli operai che a partire dai secoli bui hanno cominciato a coltivare idee strane, diritti, salvaguardie, agitazioni... mi ha sorpreso questo fare di tutta un'erba (libero-mercatista) un fascio! e queste critiche, quasi rancorose, venivano principalmente da chi in Italia è nato e magari ci ha studiato e poi è venuto qui a combattere con le tasse, i disagi, i prezzi troppo alti, a vivere in quelle lande desolate della zona 3 e 4, infestate da proletari nulla tenenti e meno facenti. a un certo punto, mi sono alzato, ho pensato che ci siamo tenuti fin troppe serpi in seno, quando è troppo è troppo, fortuna mi è venuta fame e sono andato a mangiare nella mensa universitaria del Goodenough!</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnHv6UJ1ThKUBG9szq4OQffYhHJ7TvvxeO9QHsqP9TxIOySzuhuYTpXvR36LSARo5YfmibAgxLkz-SCAbdC1qCwGOyF7LKbFlIPI2iVDCX3Z8gI8bxD-UV27jJbmAJvjHyQj8EwtRbjSJM_dS3kUSyCTlRQX8Bp18vVDBe1zVKVlCrQqt90Q/s4032/IMG_1390.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnHv6UJ1ThKUBG9szq4OQffYhHJ7TvvxeO9QHsqP9TxIOySzuhuYTpXvR36LSARo5YfmibAgxLkz-SCAbdC1qCwGOyF7LKbFlIPI2iVDCX3Z8gI8bxD-UV27jJbmAJvjHyQj8EwtRbjSJM_dS3kUSyCTlRQX8Bp18vVDBe1zVKVlCrQqt90Q/s320/IMG_1390.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'ingresso di "sua maestà" London School of Economics a Aldwych </td></tr></tbody></table><p>un altro inevitabile passaggio londinese è legato alla pioggia che finalmente mi sono beccato come da copione. ieri sera, all'uscita dall'ufficio, piovigginava. qui, in generale, la cosa non è presa sul serio e c'era il solito via vai di gente in strada, tutti regolarmente senza ombrello, e di fronte a questo cattivo esempio mi sono tirato su il cappuccio sul berretto di lana e avanti come se niente fosse mi sono diretto al Sainsbury's Local che si trova di fronte al Rhind building per comprare qualcosa per pasti veloci e colazioni. finita la spesa ho ripreso a camminare, non rendendomi conto subito, protetto com'ero dal doppio strato di coperture, che adesso pioveva di brutto, come te la molla qui, senza grandi gioccioloni ma fitta fitta e fina fina. non ci potevo fare nulla, ma sono arrivato in camera inumidito per benino e ho messo a rotazione sul termosifone giaccone e poi tutto quello che avevo indosso, guanti e berretto incluso. l'indomani mi sono comprato un ombrellino pieghevole, prevedono pioggia da qui alla fine della settimana, ogni santo giorno, è meglio che mi arrenda e che mi attrezzi alla bisogna.</p><p>forse noi italiani siamo incorreggibili e, per una volta, ho deciso di andare a mangiare nell'unico ristorante "esterno" che mi hanno consigliato al Goodenough, abbandonando la mensa aziendale che finora mi ha sempre rifocillato, salvo i rari casi in cui ero incastrato per bene in ufficio e non potevo che accodarmi agli altri colleghi con la tristissima vaschetta comprata al take away. ieri sera s<a href="http://ciaobellarestaurant.co.uk/our-menu/" target="_blank">ono andato al "Ciao Bella"</a> a poche centinaia di metri da dove dormo, trattoria italiana, alle pareti foto della Loren, Sordi, la Lollobrigida e il maresciallo Vittorio De Sica, Totò, Audrey Hepburn e Gregory Peck in Vespa in vacanza a Roma, Mastroianni... Potenza delle immagini! non avevo prenotato e non avevano posto ma poi, visto che le cameriere parlavano fra loro in italiano, attacco anche io con "nemmeno se faccio in fretta?" capiscono che sono dei "nostri" e, pochi secondi di parlottamento dopo, mi liberano un tavolo da 5, con l'intesa che glielo ritorno in meno di un'ora (che mi basta e m'avanza alla grande con la perenne fame che mi ritrovo). il locale è accogliente, caldo, familiare e rumoroso senza essere molesto, ordino un minestrone bello caldo, un bicchiere di vino delle Marche sfuso, pollo alla diavola con verdura, chiedendo di avere fagiolini e spinaci al posto del contorno di patate. sono tutti molto gentili, mi gusto il minestrone, il pollo è fatto bene e me lo portano con le patate (ma come? non eravamo d'accordo altrimenti?) prima che avessi il tempo di parlare la cameriera se ne accorge e poco dopo mi porta di sua iniziativa due piattini a parte con generose porzioni di fagiolini e spinaci, "questi li offre la casa", e mi finisco il pollo in un sano tripudio di verdurine rinforzato dalle aggiunte. sono stato bene, sentimentalmente più vicino a casa (i titolari erano di Napoli ma sempre casa è, in un certo senso). alla fine, resto solo un po' sorpreso del conto, fanno 43 sterline che non è poco! non mi sono nemmeno sforzato di capire, può anche darsi che abbiano sbagliato, e non volevo rovinare il momento. ma ho pensato che è 5 volte quello che spendo al cafè della casa dello studente. non mi azzardo a confrontare due cose diverse ma il canyon che separa i costi delle due opzioni è tale che perfino la saudade culinaria di casa, per così dire, lascia spazio a qualche sano dubbio di opportunità. W il bel paese sempre e comunque! </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiVp5DIEJupjhXSnNvp2dUYnzbo8BNq_h8lWqYEpCl2NhrN8SoicpwUai661MRcXrhaBhd_oS9A4LRdbQb21bAaY62ox8oco_A_FKllXfRChM26Vr1zyYAGzuNeRjNpAQwH6maDLIrJoSwF86s0_cREPnZNXWToNuq1YA1VQ420BOClnQllg/s4032/ciaobella.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiVp5DIEJupjhXSnNvp2dUYnzbo8BNq_h8lWqYEpCl2NhrN8SoicpwUai661MRcXrhaBhd_oS9A4LRdbQb21bAaY62ox8oco_A_FKllXfRChM26Vr1zyYAGzuNeRjNpAQwH6maDLIrJoSwF86s0_cREPnZNXWToNuq1YA1VQ420BOClnQllg/s320/ciaobella.png" width="320" /></a></div><br /><p><i>ps. Il 9 marzo sono andato a <a href="https://www.luceelimoni.com/" target="_blank">"Luce e limoni"</a>, evidentemente perseverare non ha senso o non sono stato fortunato, ecco quello che con solenne understatement ho lasciato su una recensione di google maps:</i></p><blockquote><p><i>Perhaps I was expecting too much and added the third star after I have seen other better reviews. I felt food was ok, average quality and taste, but in no way unforgettable, i had rigatoni with tomato, aubergines and ricotta" and fish with potato puree + 1 glass of wine and S Pellegrino sparkling water (2 courses). A few other details, where sometimes lie insights, prompted me to think that there is space to improve: light was too feeble, the menu was xeroxed and so pale that it was barely visible... I paid over 55 pounds and, even though I may not yet be entirely accustomed to London prices, I felt it was definitely more than what would be fair. </i></p></blockquote>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-82317575565798118372023-03-04T04:06:00.002-08:002023-03-07T10:03:32.510-08:00Goodenough? Parecchio!<div>sono le 8.50 e mi sono seduto su una delle sedie imbottite della biblioteca del Goodenough College, cuoio verde e borchie, schienale dritto, a suggerire una posizione corretta, è sabato mattina e siamo solo in due, io e una ragazza castano chiara, composta e concentrata, manco a dirlo accomodata in un posto che sembra il ``suo'', visto la naturalezza con cui ha disposto appunti, evidenziatore, libri e ha appoggiato zaino e giubbotto in una poltrona li vicino. quando si alza noto che porta un abito di lana viola, aderente e lungo fino ai polpacci, che lascia intravedere le forme, ha in mano una tazza, la cosa mi tranquilizza dato che anche io ero entrato, col dubbio di fare una cosa illegale, col mio Earl Gray al latte che mi ero preso dopo la colazione. spesso nelle biblioteche il consumo di bevande e cibi è vietato ma nella Charles Parsons Library and Reading Room sembra consentito e mi accingo, sipping my tea, a cambiare il piano che prevedeva che sistemassi le slides per il seminario di martedi prossimo. Enough is enough e dopo giorni in cui resto ``incantato'' dalla sistemazione alberghiero-studentesca di questa trasferta, la vista di questa biblioteca, classica, vittoriana, quiet and shining come i portalampade sfavillanti di ottone dorato, accogliente e austera nello stesso tempo, mi ha fatto cambiare idea: il post è sul Goodenough!</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4onVgP8kZbGhiSQsuEDv57n6EGC5Jp14ApvPLP8TvX3Ci_zhL7Bmqn74wX3L1yytP771LJ_yDW6RD0HAs1wWgOWviDOEd9njmsxF801WjXIrEbCe_ZTU50Ach0aac5ZHvIawh7-jFf5V9seVqqphWyEcvqvGc0tRh3IZuJtLt5HgXtx-uJw/s4032/IMG_1370.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4onVgP8kZbGhiSQsuEDv57n6EGC5Jp14ApvPLP8TvX3Ci_zhL7Bmqn74wX3L1yytP771LJ_yDW6RD0HAs1wWgOWviDOEd9njmsxF801WjXIrEbCe_ZTU50Ach0aac5ZHvIawh7-jFf5V9seVqqphWyEcvqvGc0tRh3IZuJtLt5HgXtx-uJw/s320/IMG_1370.jpg" width="240" /></a></div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBxJHHAQ4r5W-m16HVRbRJkZ9_kkAEau5Nel2uuJtIzGoqMjNltRNhMu5ruQBAZA5Uc0a0wKRlgqiiSIsuH4Co7I9jHQ3lpTQDufDO4hgqwN529oswZ0PqQpZ6GGFN5DkTWgccc-DpW9bHANdoM5l4wDScm-rDnQKmXtupigokK1Nq3KXEIA/s4032/IMG_1441.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBxJHHAQ4r5W-m16HVRbRJkZ9_kkAEau5Nel2uuJtIzGoqMjNltRNhMu5ruQBAZA5Uc0a0wKRlgqiiSIsuH4Co7I9jHQ3lpTQDufDO4hgqwN529oswZ0PqQpZ6GGFN5DkTWgccc-DpW9bHANdoM5l4wDScm-rDnQKmXtupigokK1Nq3KXEIA/s320/IMG_1441.jpg" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il bel "bugnato" delle pareti esterne del Goodenough e, sopra, la biblioteca.</td></tr></tbody></table><div><br /></div><div>Tecnicamente il mio alloggio è al Goodenough Hotel, Mecklenburgh Square, avevo prenotato con grande anticipo approfittando dei prezzi scontati del Black Friday deal. Non è una sistemazione a buon mercato ma, per dire, pago anche meno di quanto mi era servito per dormire a Milano in occasione di una conferenza, siamo sui 150 euro/notte. La camera è una singola, un po' piccolina, pulitissima e ben attrezzata (ad esempio, ci sono phon e bollitore fornito di bustine di caffè e filtri per il the e carta intestata per scrivere lettere, una sciccheria d'altri tempi!). La dimensione ridotta della stanza è l'unico difetto, sono in una dependance staccata, al civico 25, è proprio un altro palazzo dove ci sono solo camere, senza alcuna reception. all'ingresso ci si sente avvolti dalla generosa temperature tipica delle case inglesi, trattenuta dalla spessa moquette in ottimo stato, che quasi consente ai passi di rimbalzare e profuma lievemente di pulito. io sono al terzo piano, e dopo le prime due rampe su una scala ampia, m'inerpico secco su una scalette più stretta e attorcigliata, arrivo sempre alla mia porta, 533, con un filetto di fiatone e con i muscoli delle gambe che iniziano a pompare.</div><div><br /></div><div>mi sposto su un altro tavolo, dagli enormi finestroni della biblioteca compare pure il sole, merce non del tutto ovvia in questa città, il soffitto sarà alto 8-9 metri, fresh air per fresh minds, speriamo. è entrata un'altra ragazza, borsa di stoffa LSE, maniche corte, è ora seduta a due sedie da me, ``am I too noisy?'' le chiedo, per essere certo che il ticchettio sulla tastiera non la infastidisca, ma risponde che è tutto ok. la ragazza in viola nel frattempo è uscita con un ragazzo mediterraneo, con bella barba, che è venuto a prenderla e le ha dato un bacio.</div><div><br /></div><div>quella simpatica carogna dell'allarme per il glucosio in salita mi avvisa che è ora di farsi due passi: anche se mi ero limitato a una fetta di toast, c'era da aspettarselo dopo pork sausage, mushrooms, bacon, fried egg e tazzone di caffè. let's go! conosco bene la zona e faccio un giretto artificiosamente lungo per Brunswick Square e i campetti da calcio per bambini di Coram Fields. quando rientro la glicemia è a 150, ben dentro i binari in cui dev'essere, e forse questa strategia peripatetica, oltre a tutto il resto, snebbia i pensieri e riattiva la circolazione.</div><div><br /></div><div>io abito all'hotel ma la Mecklenburgh Square è riempita dall'enorme mole del Goodenough College, che si chiama ``London House''. è una casa dello studente, piena di storia che potete <a href="https://www.thegoodenough.co.uk/" target="_blank">leggere sul sito</a>, sembra nella mia immaginazione il castello di Hogwarth (potenza delle icone, visto che non ho ancora letto la saga del maghetto). Un plastico in biblioteca mostra la struttura, con ampio cortile interno, dove risiedono non so quanti studenti e dove, se voglio, posso venire a fare colazione e a pranzare. non c'è una mensa vera e propria ma il Freddie's Cafè serve allo scopo, ed è frequentato anche dagli studenti che fanno colazione pure loro o mangiano al self-service for lunch and dinner. il metodico che è in me ha immediatamente eletto questo posto a fonte di nutrimento eliminando il problema di cosa mangiare in una città alimentarmente piena di stranezze, cineserie, fusioni più o meno probabili, pastrocci tanto succulenti alla vista quanto indecifrabili al gusto, una wunderkammer orientaleggiante di sapori e ingredienti (e per chi fa conta-carboidrati, my goodnees, è un incubo). da Freddie's invece, vedi 3-4 cose calde, te le scegli, due contorni serviti, oppure un solo side e una salad fai da te quanto te ne pare. io sono venuto a mangiare qui tutte (dicesi tutte!) le volte che potevo anche perché con 8.50 pounds prezzo fisso spendo meno che dalla Marisa. se proprio sono in the mood mi prendo pure la birra, alternando la pinta e la mezza pinta di Camden Pale, una birretta moderna e londinese, fruttata e divertente che rischia di diventare d'ordinanza finché sono qui. E se proprio ve la devo dire tutta, segnatevi il posto: all'ingresso basta dire che vi stanno facendo la camera e vi hanno mandato dall'hotel, guardate questo castello delle meraviglie, entrate da Freddie's con nonchalance e dite che siete member, ``I am at the hotel'', scegliete il piatto e siete già della famiglia 8.5 sterling! dimenticavo, la birra si paga a parte...</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPP7cpdC44cfYGV8UlSwje6PSVyIRncsOdE_TnaS78ful9h5uT9Kwv3lOGaE48hfN_uC0kRyNmqJySO0QSMc5gftYqj2NeKH1ezFs7q5CPRvZ0G9VxXt1unhr82oNLhhyTA1Gqmtf1n9R-lbVQ6U4f9ntdOuIbGlnarP0PH8St9U9W6vqfzA/s3834/IMG_1444%203.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2527" data-original-width="3834" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPP7cpdC44cfYGV8UlSwje6PSVyIRncsOdE_TnaS78ful9h5uT9Kwv3lOGaE48hfN_uC0kRyNmqJySO0QSMc5gftYqj2NeKH1ezFs7q5CPRvZ0G9VxXt1unhr82oNLhhyTA1Gqmtf1n9R-lbVQ6U4f9ntdOuIbGlnarP0PH8St9U9W6vqfzA/s320/IMG_1444%203.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO8zL4HDyRS2TIBlE6OmMyHXmW4zCQfauG8rIq1tOAlTtzWSCzx2ncD5Jo7KwKGmlGxcqiEndWpB5x2uASUCoY68U3PDAAcPmNe-CLm0z8kaA_gpaZUgs2YrIyNNr0wGDWF_YBFjl9ua4mYqwhpRaHAeTooW5tWURH3Jp7Qqz817N3IjO8bg/s3603/IMG_1447.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2792" data-original-width="3603" height="248" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO8zL4HDyRS2TIBlE6OmMyHXmW4zCQfauG8rIq1tOAlTtzWSCzx2ncD5Jo7KwKGmlGxcqiEndWpB5x2uASUCoY68U3PDAAcPmNe-CLm0z8kaA_gpaZUgs2YrIyNNr0wGDWF_YBFjl9ua4mYqwhpRaHAeTooW5tWURH3Jp7Qqz817N3IjO8bg/s320/IMG_1447.jpg" width="320" /></a></div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWBTgaSFUOqhJpcspiT_MOerBn48_vyS-MPOPSVvCGhHyZH3BdP32APTPv8ypYMek10X2FMwxXkvKiQi_epXXLsGcNbtsyr4R8aZkMkHrJwB7GOaKzrTb5bYTTKqfTAKvZWJ7-Xkb9hvgF-DcqUvJfcEv8FxzbUa3lgfFJzVqxPObk1ckZqQ/s4032/IMG_1448.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWBTgaSFUOqhJpcspiT_MOerBn48_vyS-MPOPSVvCGhHyZH3BdP32APTPv8ypYMek10X2FMwxXkvKiQi_epXXLsGcNbtsyr4R8aZkMkHrJwB7GOaKzrTb5bYTTKqfTAKvZWJ7-Xkb9hvgF-DcqUvJfcEv8FxzbUa3lgfFJzVqxPObk1ckZqQ/s320/IMG_1448.jpg" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Anche Elisabetta e Filippo sono venuti in visita...</td></tr></tbody></table><br /><div>Il college trasuda quella good old England, vittoriana, o forse elisabettiana, che la mia generazione ha studiato sui libri e nelle lezioni d'inglese (non so che cosa pensino i miei studenti, chiederò), tutto è cool Britannia here e mi pare di essere a Oxford e Cambridge (dove non sono mai stato seriamente). ho scattato una marea di foto, sperando forse di catturare l'anima istituzionale e civilized di un posto austero come questo, dove si formano generazioni di studenti, poi cittadini, poi civil servant (e anche lestofanti, non tutte le ciambelle escono col buco).</div><div><br /></div><div>l'altro ieri sera, poi, quando sono arrivato per cenare, Freddie's era deserto, panico, keep calm, ``they serve the dinner in the Great Hall'' mi dice una coppia di anziani signori british che si avvia lungo una scala. li seguo e capito in una meraviglia di salone delle feste, con un pianoforte a coda e una dozzina di grandi tavolati dove si siedono studenti e ospiti dell'albergo, dopo che si sono riempiti il vassoio alla tavola calda self-service, accurata come al solito e posizionata in una stanza all'estremità del salone. uno, penso che l'ho scampata e che mangerò anche stasera; due, ``ma dove sono capitato?'' con il naso all'insù a guardare le volte l'orologio a stucco con fregi dorati e doppia serie di lancette, una per l'ora di Londra e una per quella di qualche fuso sperduto dell'impero britannico; guardo anche i sobri ritratti dei presidenti del college e tre, facciamoci coraggio e andiamo a mangiare! finisco, per prendere alquanto irrituali tacos con cavolfiore impanato, patate fritte e insalata + pezzetto di pane ``trafugato'', visto che in teoria era possibile abbinarlo solo alla soup.</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimL6AuxVhpWc-LNOV_hzKj8A-MXgL-BWH4IGclgXeZhlly8KuDDscf_Zq7EPp6DgI1PBExWFkzzJ0Y9BBIkUtsUWi-BV17UXSXWjyB5MYfwlcGtma2EqKvYz4d2luGbhy9kETH9_16I3LSNgZ4j_dzjgj9sDOdaCzq_JFwg5713tsf2AX9Kg/s4032/IMG_1400.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimL6AuxVhpWc-LNOV_hzKj8A-MXgL-BWH4IGclgXeZhlly8KuDDscf_Zq7EPp6DgI1PBExWFkzzJ0Y9BBIkUtsUWi-BV17UXSXWjyB5MYfwlcGtma2EqKvYz4d2luGbhy9kETH9_16I3LSNgZ4j_dzjgj9sDOdaCzq_JFwg5713tsf2AX9Kg/s320/IMG_1400.jpg" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una veduta della Great Hall, dove si tengono eventi, balli e ci si trova per pranzo e cena, di tanto in tanto.</td></tr></tbody></table><div><br /></div><div>mentre mangio penso che questa cosa qui, qualsiasi cosa sia, il college, il salone, i secoli di storia, sono la rappresentazione della quintessenza dell'università di prestigio inglese, quella in cui gli studenti erano nobili e avevano fatto le superiori a Eton, la comunità dei fellow sorseggiava porto e fumava il sigaro, dove qualche Keynes amministrava fondi e gestiva donazioni ed eredità per assicurare all'istituzione i mezzi per fornire un livello simile di educazione e, diremmo ora, di servizi. troppo lirico? sì, è probabile: il Goodenough non è il King's, parva set apta mihi, eppure credo che l'idea sia la stessa: gli studenti, ora come allora, non diventeranno tutti Churchill o Byron, ma sperimenteranno un modo di studiare e vivere l'università che è diverso dal nostro, dove pure io ho conosciuto in altri modi persone, strumenti di indagine e opere dell'intelletto che mi hanno incendiato e reso quello che sono.</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh68GbLlmh1ZHv7CX8nkabQ6OZecVja9ToaO_sdF2BXHyJOEQQhw82jq67Gu7lxkf_SMUPxukQ5GqgEGCCA79-cXywF6qrhGRrUzh1MId-phWp2YrwV6DyBiec94OI1c83sWOabHzOclCdzYZjetNmA9lh2mf19X9q_CyhBYre5oYfgI_UJ-w/s4032/IMG_1407.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh68GbLlmh1ZHv7CX8nkabQ6OZecVja9ToaO_sdF2BXHyJOEQQhw82jq67Gu7lxkf_SMUPxukQ5GqgEGCCA79-cXywF6qrhGRrUzh1MId-phWp2YrwV6DyBiec94OI1c83sWOabHzOclCdzYZjetNmA9lh2mf19X9q_CyhBYre5oYfgI_UJ-w/s320/IMG_1407.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">All'altro capo della Great Hall: ora di Londre e ora dell'Impero (!)</td></tr></tbody></table><div><br /></div><div>conto le persone in biblioteca, siamo saliti a 8, ci saranno 80 posti, spaziature e ossigenazioni sono assicurate, io sto bene, un filo di rimorso per le slides (recupererò...) ma sento un bel calduccio e realizzo che mi sono seduto vicino a una nicchia dove un termosifone di ghisa fa il suo benedetto dovere. ho scoperto la Library oggi, a tre giorni dal mio arrivo, e credo che non la mollerò facilmente fino a sabato prossimo quando tornerò a casa. avevo fatto lo stesso anche di recente a Palermo quando ero stato in un'altra casa dello studente, a S. Giovanni degli Eremiti, e anche là avevo finito per stare nell'aula studio, diversa e magnifica pure quella, per ore.</div><div><br /></div><div>per concludere, anche questo avviso appeso alla porta, mi sembra mirabile: ``Library opening hours. The library is open 24 hours. Your librarians, Carolyne and Tamar''</div>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-28755902456091543912023-03-01T14:01:00.004-08:002023-03-04T00:52:32.141-08:00Awaiting bags<p>sono da più di un'ora in attesa della valigia a Heathrow, non siamo in tanti ed evidentemente molti viaggiatori avevano scelto di usare solo bagagli a mani o trolley, alquanto saggiamente pare. abbiamo chiesto info e ci hanno detto che può servire "up to one hour", c'è traffico, non hanno consegnato ancora nulla. ok, ma l'ora è passata, anche al nastro trasportatore gira la testa a furia di mulinare come una trottola senza senso e, francamente, non so se andare in centro all'hotel e amen, riempiendo i moduli e sperando che la valigia me la portino loro o attendere ancora un po' che se poi il bagaglio arriva è una rogna di meno.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiHz9FijmqZEpN_m-QdBso88dqAYCJr5evdJ1SSt4ofNwwVNEtp4RK33hjfNRGrJpMIQRtFo44YZgHbVPf84BF_PGzlIiocLEdZdTThrAPufdKrysFTNFKseclR6EQLGC71nAA4OC7XNyid6gCZJw2TmtVSB9p0ZUD3BNlFNBZW-5uRoQ2qA/s640/IMG_1360.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="597" data-original-width="640" height="299" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiHz9FijmqZEpN_m-QdBso88dqAYCJr5evdJ1SSt4ofNwwVNEtp4RK33hjfNRGrJpMIQRtFo44YZgHbVPf84BF_PGzlIiocLEdZdTThrAPufdKrysFTNFKseclR6EQLGC71nAA4OC7XNyid6gCZJw2TmtVSB9p0ZUD3BNlFNBZW-5uRoQ2qA/s320/IMG_1360.jpg" width="320" /></a></div><p>stamattina era andato tutto bene, partenza regolare, volo come un biliardo, parlo con Walter seduto di fianco, tratti inconsueti con occhi azzurri, capelli rossi rasati sulle tempie e microscopico chignon, barba rossa pure quella ben curata, sulla trentacinquina. scambiamo due parole quando la hostess ci chiede nuts or cookies and coffee or tea, ma a un certo punto mi chiede che cosa faccio e gli dico che insegno matematica o, meglio, computational something a economia, modelli ad agenti e viene fuori che è un consulente "informatico" perito elettronico laureato in psicologia, in trasferta per una convention coi compagni di lavoro che riempiono la fila del BA 597. lavorano con PMI, ne analizzano i processi, studiano interfacciamenti con i sistemi gestionali della ditta e li modificano o personalizzano per renderli adeguati alle loro necessità, se serve fanno il debug anche dei processi cognitivi e mentali dei clienti e del titolare, indicano cose che fanno ma non dovrebbero fare o cose che vanno fatte mentre per ora mancano all'appello, <a href="https://osmpartnerkairos.it/" target="_blank">sono dei consulenti indipendenti</a>, Walter ispira fiducia, giusto ritmo nel raccontare, mostra passione e concede spaziature per l'interlocutore, cerco da sempre di fare lo stesso anche io, finisco per raccontargli anche qualcosa di modelli ad agenti, NetLogo e complessità. quando usciamo da tunnel al Terminal 5, saluto lui e i suoi colleghi e mi allunga un biglietto da visita, chapeau, è forse una cosa vintage ma non c'era altro verso e mi riprometto di mandargli un saluto...</p><p>ecco, sono le 11.07, 82 minuti dopo l'atteraggio e la mia valigia Spalding, vagamente sfinita ma munita di cintura di sicurezza contenitiva a combinazione a 4 cifre, ancora ferma al settaggio di fabbrica ``0000'', è arrivata, la raccolgo dal nastro e via verso il controllo automatico del passaporto elettronico.</p><p>cammino e trovo la Piccadilly line, chiacchiero con uno che supervisiona gli ingressi, qui è tutto self-service, barriere che si aprono col touch, cancelli automatici, dozzine di biglietterie "credit cards only", pare che non vogliano farti parlare con nessuno, suggerendo di fatto un ognun per sè che per certi versi è vagamente triste e mi ricorda i luddisti che in questo paese combattevano contro i posti di lavoro rubati dalla modernità e dalle innovazioni. sicuro, non è che tutti gli umani che ti parlano dalle biglietterie siano fenomeni di simpatia ma questo è bravo, più o meno della mia età, pur col rischio di sbagliare di un decennio visto che è un indiano, (del subcontinente non un apache!) ma magari è londinese da tre generazioni! il suo inglese è aperto, speziato, col giusto ritmo e comprensibile fino all'ultima sillaba. mi spiega come usare la Oister card e, forse, com fare una foto dell'estratto conto per rendere conto a Sara e all'amministrazione di unive che ho usato i mezzi pubblici. partiamo alle 11.25 e adesso sarà un lunga galoppata su vagoni efficienti e un po' frusti fino a Russel Square, nel cuore di Bloomsbury.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHQe0Xw8poX8wBM5ElWOjYkrJIzgzNHwyjj_aAEMmMDNmgGrwZEUtn4RyJP3RMciZ_srCj7JLaO0xrCroIiknyu6kZjMuvkoB_7IewqeuGIfSzGZjwTp6vWShrFi7-BSxkVVQ8I-fYw_2mOeMIHbQvTOzCmEfBBRhsyFolhJ9j9KunFC-XHg/s640/IMG_1362.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="480" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHQe0Xw8poX8wBM5ElWOjYkrJIzgzNHwyjj_aAEMmMDNmgGrwZEUtn4RyJP3RMciZ_srCj7JLaO0xrCroIiknyu6kZjMuvkoB_7IewqeuGIfSzGZjwTp6vWShrFi7-BSxkVVQ8I-fYw_2mOeMIHbQvTOzCmEfBBRhsyFolhJ9j9KunFC-XHg/s320/IMG_1362.jpg" width="240" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7n6zOma3YCKNtBaGSPQ5QI6Sod49iym7rwC7PyXZOlu3e0bOq24WY9LnsQNb_nPMRC0Hsa8R8yiohwlkmPULJ6Zs24d_eO1qGM02Mx3gNCAZnH7ooUfpecsz0gfNkU86QIbuqkJ3l1qbARs8NCy2A0aUySUqPOqW-kJ1IfKKMdN3zYNknvg/s640/IMG_1365.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7n6zOma3YCKNtBaGSPQ5QI6Sod49iym7rwC7PyXZOlu3e0bOq24WY9LnsQNb_nPMRC0Hsa8R8yiohwlkmPULJ6Zs24d_eO1qGM02Mx3gNCAZnH7ooUfpecsz0gfNkU86QIbuqkJ3l1qbARs8NCy2A0aUySUqPOqW-kJ1IfKKMdN3zYNknvg/s320/IMG_1365.jpg" width="320" /></a></div><p>già, mi sono ricordato che, oltre al Britsh, al Charles Dickens musuem e al Postal museum, tutti posti che voglio andare a vedere o rivedere, Bloomsbury è la patria di Keynes. non ne avevo consapevolezza prima, ma in quello scrigno delle meraviglie ripieno di ogni ben di Dio che è il mio zainetto, c'è un fascio di fogli, stampati in un generoso corpo 12, col libro di Justyn Walsh, "Keynes and the Market", una storia sul mirabolante talento finanziario di Maynard, uno che lascio in eredità 30 milioni di euro odierni anche se se n'è andato a soli 63 anni. Intanto "Mind the gap" a Hounslow East è un audio-meme che mi riporta alla giovinezza, quando s'imparava l'inglese minimale, quello da Robinson Crusoe catapultati in una Londra che prima o abbiamo tutti sognato di visitare usando fieramente le nostre belle frasi scolastiche.</p><p>In aereo mi sono letto introduzione e primo capitolo del libro, che ripercorre un po' la biografia di Keynes, che è stato artefice e ha subito l'influenza di quel coacervo di artisti e fuori di testa, con con Virgina Woolf e altri che a Bloosmbury, a loro modo, rivoluzionarono i tempi vittoriani che volgevano al termine, anche per gli effetti di due guerre mondiali che il secolo breve ci ha portato e che tanto hanno dato da scrivere a Keynes.</p><p>sarà una buona lettura, molto adatta al genius loci, Walsh scrive in un inglese witty e sofisticato, obbligandomi a segnare due-tre parole a pagina che mi riprometto di studiare, vocabolario alla mano, non appena ritrovo internet, visto che voglio capire bene il senso e gustare anche la ricchezza di una lingua spinta oltre le 300 solite parole che usiamo frequantemente ma che asciugano la capacità di esprimersi in quella che per molti, e sicuramente per me, resta una lingua aliena più che straniera.</p><p>Russel Square, memorizzo che ci ho messo un'ora per quando tornerò indietro, resisto alla tentazione di andare a vedere la piazza alberata e giro a destra, cerco i Coram Fields, navigando uno dei pochi posti di Londra in cui sono orientato senza mappa e senza google grazie a soggiorni ormai sfocati al Penn Club che sta in una qualche laterale della piazza e all'Imperial Hotel. poche centinaia di metri dopo trovo il Goodenough College, entro, chiedo, mi confermano che quella in cui mi trovo è il college che ospita gli studenti e che l'albergo aggregato sta pochi civici più in là. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGmK-OTDWu5KcylJY0UUXmKXCbTyP1CHAugkOsZHnac3kXEE3g-z_n5DxBqf3-XuRXOP6AnSQNk5OpMlv6bRnQgfQsW9tDA_AFTNMHB5gvXaYV0nxqI6gwt6NyZ2u2aHrH7TjzqHmI_oFRxwF0hgxQ9Bz_F4RIscBCUKiRm5hEw3uS5Vu4qA/s640/IMG_1364.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGmK-OTDWu5KcylJY0UUXmKXCbTyP1CHAugkOsZHnac3kXEE3g-z_n5DxBqf3-XuRXOP6AnSQNk5OpMlv6bRnQgfQsW9tDA_AFTNMHB5gvXaYV0nxqI6gwt6NyZ2u2aHrH7TjzqHmI_oFRxwF0hgxQ9Bz_F4RIscBCUKiRm5hEw3uS5Vu4qA/s320/IMG_1364.jpg" width="320" /></a></div><p>Sono in un angolo bello e tranquillo di questa tentacolare metropoli, per una volta quando esco dalla strana stazione della metro non ho nemmeno pensato "come mai è tutto così veloce a Londra?'', la città oggi viaggia a ritmo normale, per una volta in sicnrono col grigiore del cielo nuvoloso. Let's go!</p><p>ps. è probabile che questo post che ho scritto (calembour: <i>post scriptum</i>, no?), in realtà, sia una lettera a Cesira e ripercorrendo la nostra storia mi vien voglia di scrivere per me, (per chi bazzica questi post) e specialmente per lei quello che capita in questi giorni. Bye Bye, my love!</p><div><br /></div>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-85969963316626172222023-02-24T10:27:00.094-08:002024-01-14T03:18:48.390-08:00Passaporto e chiudo!<p>oggi mi sono fatto 8 km a piedi per ritirare il mio passaporto. alla fine ce l'ho fatta, novello Forrest Gump sulla strada dei malfunzionamenti della pubblica amministrazione ma anche della buona volontà dei dipendenti della Polizia di Stato. È da novembre che provo a rinnovare il glorioso passaporto, scaduto nel 2015, che mi ha portato in Australia tre volte, ma il primo appuntamento utile che ero riuscito a prenotare è il 25 luglio, distante quasi 9 mesi, nonostante numerosi tentativi, SPID e partecipazioni alla roulette online del venerdi alle ore 13.00, quando vengono messi a disposizione i posti liberatesi nella settimana successiva. il problema è che quei posti sono pochissimi, il server s'impalla già a partire dalle 12.55 per l'evidente sovraccarico generato da decine e decine di persone che provano ad anticipare gli appuntamenti "regolari", è una voragine di clic dei desperados cui serve il passaporto molto prima dell'estate. una volta ho pure visto un'appuntamento utile ma il tempo di cliccare e di attendre che la pagina reagisse e tutto era scomparso come una chimera perché evidentemente qualcun'altro mi aveva soffiato lo slot per un amen.</p><p>solo oggi ho realizzato che andare in questura, nella zona Appiani in semi periferia di Treviso, è un percorso lungo 2 km, google maps non sbaglia e io me la sono sempre fatta a piedi. a fare i conti per bene, poi, altro che 8 km: a dicembre vado in esplorazione in questura di persona la prima volta, chiedo info all'ingresso, mi dicono che se tutto va male (appunto!) posso mandare email 20-30 giorni prima della partenza, "non lo faccia ora, manca troppo tempo e l'email verrebbe ignorata", curioso modo di gestire la congestione suggerendo di chiedere un intervento urgente a patto di non farlo troppo presto. va bene, me la metto via e sono 2+2 = 4 km per chiedere info.</p><p>un venerdi dei primi di febbraio, dopo il rituale tentativo sul web e aver tentato di chiamare ininterrottamente un numero sempre occupato dalle 12.00 alle 13.00, scrivo un bell'email, lo mando in pec all'ufficio, allego la missione autorizzata a Londra, mando il biglietto d'areo, "mi fate la carità di farmi partire il primo marzo?"</p><p>ecco, qui c'è un cambio di ritmo nella storia: il giorno successivo alle 15.00, è un sabato, mi chiamano dalla questura e un poliziotto si scusa proponendomi un appuntamento per il 14 febbraio. rileggete perché è degno di nota: in 24 ore hanno risposto, di sabato, hanno preso in carico la cosa, let's go! vai con la preparazione delle carte, riempio il modulo, dati personali e tutto il resto, compro la marca da bollo da una settantina di euro, pago il conto corrente, altri 40 euro e rotti, mi faccio in stazione le foto tessere con look rigorosamente da serial killer senza riflessi sull'occhiale da vista, ci lavoro un'altra mezza giornata. ma il 14 sono pronto alle ore 10.00.</p><p>devo salire al terzo piano dove la signora Maria sbriga una serie lunghissima di appuntamenti d'emergenza, mentre i "normali", quelli che hanno prenotato un appuntamento sul web mesi e mesi fa, attendono agli sportelli del piano terra. al terzo piano è una simpatica gazzarra, nessuno sa bene cosa fare e dove attendere, pare che siamo tutti convocati alla stessa ora, non sappiamo bene chi è arrivato prima o l'ordine della coda e avanti despacito fino alle 12.30, 2 ore e mezza di bivacco "nell'androne" dove ci sono parecchie sedie per i passaportisti. io sono ben preparato, mi ascolto puntata dopo puntata di uno strepitoso podcast originale di Rai PlaySound, "Io ero il milanese" di Mauro Pescio, sull'incredibile storia di un rapinatore di banche che si fa decine di anni di galera inseguendo il sogno della bella vita con fatica, voi pensate pure quel che vi pare, ma anche i banditi e i latitanti hanno i loro fastidi.</p><p>Maria è sotto pressione, un mucchio di persone senza podcast sono innervosite e in trepida attesa, lei capta certamente qualche discussione per il turno e riesce, nodimento, a stare sul pezzo con quel tocco di nonchalance da impiegata tosta, forse non sarà un fulmine di guerra, ma lavora senza fermarsi, parla agli utenti, dà loro un po' di confidenza, con me risulta perfino gentile e mi trovo a ringraziarla per quello che che fa in questa babele un po' confusa di appuntamenti, aggiustamenti e rattoppi. mi prende le impronte, mi chiede se voglio tenere il vecchio passaporto come suovenir e, sul più bello, mi dice: "non abbiamo più libretti, quando parte?", "il primo di marzo", "puo passare a prendre il passaporto venerdi 24?". evvai, altri 10 giorni di attesa! la guardo incuriosito, avevo sentito quando all'utente precedente aveva detto che tengono qualche libretto di riserva in un cassetto speciale, per le urgenze veramente tali. ci penso su, ha ragione lei, parto fra 15 giorni, urgente non sono e cancerogeno nemmeno, decido che è ok e la ringrazio, "a venerdi prossimo", "saluti. avanti il prossimo". in tutto fanno altri 4 km e ammetto che ho i miei motivi per camminare, diciamo che è una passeggiata di salute e anche voi dovreste camminare 5 ore a settimana, settanta euro a parte è quasi un peccato che il passaporto non scada una volta al mese!</p><p>oggi è il gran giorno, 24 febbraio, data in cui cade l'anniversario del criminale attacco russo all'Ucraina. ma è anche il giorno in cui giulivo e rilassato a 2 km da casa, salgo al secondo piano della questura alle 10.00. cercano il mio passaporto in una cassettiera portadocumenti, non c'è; cercano in un altro pacco "sfuso", non c'è. il poliziotto mi dice "Maria mi ha dato quelli recenti stamane, se il suo non c'è vuol dire che non me l'ha dato". Già, è consecutio o sfiga? "Provi a salire al terzo piano e a chiedere alla Maria". Non riesco nemmeno ad incavolarmi, questa questura ha un che di pacificante, tutti sono tranquilli (loro, non noi utenti), i dipendenti non perdono le staffe, fanno le cose che possono fare, chiedono se non sanno o non possono fare, i compiti restano in ordine, se c'è da andare al terzo piano si va, non hanno il fisico palestrato, anzi si vede qualche panzetta nei signori di mezza età, sono statali, un filo burocrati all'apparenza, ma lavorano e basta.</p><p>ascensore, terzo piano, m'intrufolo fra un passaporto e l'altro, di straforo, nell'ufficio di Maria, mi riconosce, "Pellizzari? mi scusi ma non abbiamo i libretti", non faccio una piega e non le ricordo nemmeno che so del cassetto magico e ormai anche io rischio di essere tassativamente urgente e non un finto-urgente, "può passare lunedi?", devo averla guardata un filo strano perché rilancia subito con "quando parte?, "primo marzo", pensa un attimo: "può passre oggi alltre alle tre?" Adesso capite perché oggi fanno 8 km? (2+2)x2, non c'è glicemia che tenga a questa vita da caballo, ma ne approfitto e tornando a casa verso le 11.00 mi prendo pure un caffè Illy da Casellato in Borgo Cavour.</p><p>alle tre, processionalmente motivato da altri due km di strada, chiedo di Maria in portineria. lo spinotto me la indica mentre, in un cappotto bianco, sta rientrando dal pranzo, panino o simili. siamo quasi in confidenza, mi dice che non ha ancora fatto il mio passaporto ma mi chiede se posso aspettare un attimo che ci prova, lo fa in un modo che va bene, le dico che è ok e le offro di tornare lunedi mattina se per caso la cosa le riesce meglio. "Comunque, posso salire con lei al terzo?". Sta con noi anche un ragazzo che mi guarda e, fattosi coraggio, mi dice "lei è stato i mio prof di computational tools", come d'ordinanza gli dico "scusami, siete in troppi in quel corso perché possa riconoscervi", ma è un dialogo simpatico, chiedo che cosa fa, si laurea fra poco con una tesi sull'insider trading, Maria sorride e commenta "ma come? prof e studente? che coincidenza!"</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp6MyKlDuEcluciVrlueWWh2DKjD6r1ZX8RySIdHdFUDQRhQ-pMkW1UdZTiwMilk8rgmHqraFrRXE47DFoNXF6N1ERjNTsUt2YfzUflyuLiRpHNWgqAhkpueZrnZkaAMZQBGQMzqT_k18Q1vQIn4t3P_YQ6WfsLw5X9cnDCoBX8OBHswWjBg/s640/IMG_1351.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="355" data-original-width="640" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp6MyKlDuEcluciVrlueWWh2DKjD6r1ZX8RySIdHdFUDQRhQ-pMkW1UdZTiwMilk8rgmHqraFrRXE47DFoNXF6N1ERjNTsUt2YfzUflyuLiRpHNWgqAhkpueZrnZkaAMZQBGQMzqT_k18Q1vQIn4t3P_YQ6WfsLw5X9cnDCoBX8OBHswWjBg/s320/IMG_1351.jpg" width="320" /></a></div><p>stampa il passaporto, esce dal suo ufficio e mi dice che "manca il dirigente". e già, mi pareva che mancava qualcosa, "sono in riunione da questa mattina... ma mi lasci telefonare che forse ce n'è uno che può firmare". in effetti, arriva un signore, magliocino blu scuro tirato un filo su a mostrare la maglietta della salute sotto, ma è venerdi pomeriggio ed è lui che appone la firma sul mio documento. guardo le foto appese al terzo piano, Albino Luciani sullo sfondo e un poliziotto che fa il picchetto, la vecchia sede della Questura in Palazzo Barea in via Carlo Alberto, la Giulia verdastra dei film e qualche faccia dura dei servizi d'ordine. quasi m'intenerisco vedendo queste icone visive ma Maria mi strappa dal sogno e, brandendo il mio passaporto, mi dice "ecco, controlli i dati'' e io con scrupolo verifico doppia elle e doppia zeta, data di nascita e mi pare che sia tutto a posto. "Grazie" e porgo la mano a questa signora sulla cinquantina, presumo, carnagione scura scura, capelli e occhi neri, non è Lolita Lo Bosco ma tanticchia viene dal Sud. Mi sorprendo a dirlo, ma sono grato alla Polizia perché ha fatto e ci ha messo una pezza e io ho il documento con 4 giorni d'anticipo sul check-in. gli ultimi due kilometri in direzione centro sono un trionfo, ho quasi consumato un paio di scarpe ma sono pur sempre scampoli peripatetici di soddisfazione.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6pDKW0ZPJXE0LTRfFHTqU-buSu9GSScHjZ8mXGN-AQE0kBOxTwF9sSvTlmXdY4lkG3faCuxhzcdAyTcwZkegsgqwvad1CMfI5BFIlU-aZwLBnLK-Xmw529BsOHjIsEjUnd5MMHHm2kW5y_DMd6IxVEQ2YLMsH6Jl_N4FECzIzDqF0u_KWew/s640/IMG_1352.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6pDKW0ZPJXE0LTRfFHTqU-buSu9GSScHjZ8mXGN-AQE0kBOxTwF9sSvTlmXdY4lkG3faCuxhzcdAyTcwZkegsgqwvad1CMfI5BFIlU-aZwLBnLK-Xmw529BsOHjIsEjUnd5MMHHm2kW5y_DMd6IxVEQ2YLMsH6Jl_N4FECzIzDqF0u_KWew/s320/IMG_1352.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi16kEC3fEChvujRSrheTf5io6wvHIFvYaDl3VTSC95ffNTqR1Bg_biegx2bsc7bHQtyckKgSoMGih-Lp17i0xLXwFWbhGrTodkcRUxLpSAR2OPhfqCUd4mNOfpCZLwR0IX4dv37S95UPxCChXLbbhK99QHrH2_hpwRXtadRgGP1wcdsOa2PQ/s640/IMG_1353.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi16kEC3fEChvujRSrheTf5io6wvHIFvYaDl3VTSC95ffNTqR1Bg_biegx2bsc7bHQtyckKgSoMGih-Lp17i0xLXwFWbhGrTodkcRUxLpSAR2OPhfqCUd4mNOfpCZLwR0IX4dv37S95UPxCChXLbbhK99QHrH2_hpwRXtadRgGP1wcdsOa2PQ/s320/IMG_1353.jpg" width="320" /></a></div><p><br /></p>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-76718852095943636542023-01-21T06:35:00.007-08:002023-01-23T05:48:33.567-08:00Arsenale Biennale Carnevale!<div>Chiudo la giornata sul treno delle 17.43 per Belluno. Oggi è evidentemente un glory day! Sapevo che sarei partito lentamente con pratiche, email varie e stesura di rapporti di valutazione per studenti PhD, per prendere poi abbrivio col seminario di Claudio e Maria, a metà fra la presentazione e il brain-storming per dare forma a paper ancora in cerca della loro strada.</div><div><br /></div><div>Forse è sempre stato così o forse io sono ingenuo ma ho l'impressione che pubblicare un paper sia diventata cosa diversa da rendere pubblico quello che hai studiato o capito. Sempre più, forse in modo ancor più accentuato nelle discipline manageriali, si tratta in realtà di trovare il modo di raccontare una storia che s'incaselli nella nicchia giusta, infilandosi per linguaggio, aspettative della comunità scientifica e momento storico, fra i paper che colgono lo <i>zeitgest</i>. È strano, ma pare veramente che il contenuto sia ai confini dell'irrilevanza e che ciò che conta sia il progetto, l'intelaiatura, l'esercizio che mostra che hai letto gli altri paper cogliendone la forma e lo stile ma, appunto, sotto il vestito cosa c'è? Forse niente o forse poco per dare senso a mesi di lavoro, passati in gran parte a posizionarsi e a cercare di capire come procurarsi il consenso di editorial board e di revisori che mi sembrano troppo leziosi e pericolosamente autoreferenziali. I racconti di Claudio e Maria sono interessanti e mi spiace che la ricerca del fenomeno rilucente nasconda fin troppo il noumeno scabro e di valore.</div><div><br /></div><div>Ma il bello non è ancora iniziato. Da Marisa, tanto per provocare la venezianità di Vanda, la nostra magmatica cuoca, le chiedo qual è la strada migliore per l'Arsenale. Dovete sapere che il posto è all'estremo opposto della città, in pieno Castello dove, se non c'è la Biennale, si spingono solo le aquile o quanti esplorano zone remote e antiche della città. Vanda trasecola e con la consueta verve mi dice "ma te si mato? xe lontan...". Le dico che forse ci vorranno un 40 minuti (ma so che ne servono meno, a Venezia da un punto all'altro non servono mai più di 30 minuti a piedi; e se ne servono di più basta camminare più veloci e non prendere mai il vaporetto!). Giulia è più serafica e mi dice, con ragione da vendere, che è una bella giornata, "'ndando par Santa Maria Formosa te ghe meti meza ora" . Già, la solita mezz'ora. È sempre così, il veneziano tipico prima ti dice che il tal posto è lontano, irraggiungibile, manco fosse in Dalmazia. Poi lo stesso, o un altro che subentra, mulina mentalmente qualche secondo e l'itinerario giusto, la calle diagonale e non scontata, il modo per tagliare la lunghezza e ridurre il numero di ponti, beh, lo trova sempre concludendo che "lontan" significa "meza ora, ma in vaporeto te ghe meti de pì". Ci potete scommettere, la litania geodetica "ma te si mato?" finisce sempre in "meza ora"!</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6VMjQw0HZ3rH3WX76JYaoLBoAbVhPTq18shy8UdK6Uip1YJJWF3Erunoypek6DbBtGsZObgGpmMRBAFhz-rTwDCqVLKTYWllqGjBL2c577EsfPiWofPfPCwghmOX_ajeLccRft955sr0SrIIvIJ9BZkQhfeMBmymlZ0eQ62Oi6W3oZ6VGMA/s4032/IMG_1250.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6VMjQw0HZ3rH3WX76JYaoLBoAbVhPTq18shy8UdK6Uip1YJJWF3Erunoypek6DbBtGsZObgGpmMRBAFhz-rTwDCqVLKTYWllqGjBL2c577EsfPiWofPfPCwghmOX_ajeLccRft955sr0SrIIvIJ9BZkQhfeMBmymlZ0eQ62Oi6W3oZ6VGMA/s320/IMG_1250.JPG" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVlfjhGuLTyhiEZXESDQct4DJ3YWD4H4VUhig0GYTQqARz-F0SN6KHXxEzAuTYT6P1Is2OT8uzEaG_yRwLZCf9LHlRHRfm5VBMTewwZDxq-jkmL44Ixz3LMmrAlYFIbZCzYrxbeYB_V_kOn3K1U2lD8t7mnYUDJSWYjDB4l_sSR9-r5w5BXQ/s4032/IMG_1275.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVlfjhGuLTyhiEZXESDQct4DJ3YWD4H4VUhig0GYTQqARz-F0SN6KHXxEzAuTYT6P1Is2OT8uzEaG_yRwLZCf9LHlRHRfm5VBMTewwZDxq-jkmL44Ixz3LMmrAlYFIbZCzYrxbeYB_V_kOn3K1U2lD8t7mnYUDJSWYjDB4l_sSR9-r5w5BXQ/s320/IMG_1275.JPG" width="240" /></a></div><br /><div>Parto dal Ponte dei Tre Archi alle 15.30, direzione Campo dea Tana, sede della leggendaria Biennale. Ci vado per vedere, con un sopralluogo in un magazzino soppalcato di uno dei posti più fascinosi al mondo, che tutto quello che ci serve per il Carnevale dei Ragazzi sia in ordine. Da anni, con Biennale Education, ISTAT e Istituto Veneto di Lettere, Scienze ed Arti, facciamo laboratori di Cubo Soma, costruendo e disfando figure varie con questo tangram matematico e tridimensionale che fu inventato da Piet Hein. Lo chiamiamo "Divertimento al cubo" e anche quest'anno giocheremo con le 5 fortunate classi che si prenoteranno.</div><div><br /></div><div>Google maps mi dice che ci metterò 31 minuti, la "meza ora" di Mountain View, ovvio! Come sempre il tragitto di google disegna degli arabeschi impensabili, per calle strette e vasi di comunicazione ignoti agli stessi veneziani. Non sono nuovi a questi tour scaleni: una volta, in macchina, per andare a prendere delle cassette di nocepesche da Pierluigi nei pressi di Ravenna, Google mi fece visitare borghi lunari della pianura padana, restando sempre nei tempi e impreziosendo il viaggio con scorci e piadinerie di paese che mai avrei visto sfrecciando in A 14 o, in alternativa, sacramentando sul freno con gli occhi sul tachimetro per evitare le molteplici trappole tese dagli autovelox sulla Romea, che se la conosci la eviti sempre (anche per la collezione di contravvenzioni che finisci comunque per beccare!)</div><div><br /></div><div>Passo per luoghi inconsueti e corti sconte, Campo San Lorenzo, supero Salizada dei Greci, vedo i merli dell'Arsenale, quel castello che è visivamente strano in una Venezia luminosa in cui non t'aspetti una fortezza. Le previsioni dicevano che mi sarei preso scrosci di pioggia e vento e ghiaccio. In realtà, la pioggia non s'avvicina mai e pazienza per il vento freddo che ingrossa i canali. Si aprono sprazzi d'azzurro terso, striati di arancio e porpora, è una bella giornata, il tramonto si avvicina, una specie di enrosadira lagunare vira i colori del marmo bianco e della pietra d'Istria verso un rosa marittimo. È uno spettacolo.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ2LV-S3natAAoXseihJMaxhFWi4zvimwlhDUDx35aN1qgGi0P5Z9PnaLoRxz1z-Qichdg3AiYVVdrhX_skVlDpO7aE4oCEwHRvTCLn7bz6LiQ9rRShql-2EstC5_1HzEnzLz7D6HUCjAYQzkcMQVYMnQ1DNgWI5MKUrkGlhVrJcChfzdzUQ/s3749/IMG_1254.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3749" data-original-width="2812" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ2LV-S3natAAoXseihJMaxhFWi4zvimwlhDUDx35aN1qgGi0P5Z9PnaLoRxz1z-Qichdg3AiYVVdrhX_skVlDpO7aE4oCEwHRvTCLn7bz6LiQ9rRShql-2EstC5_1HzEnzLz7D6HUCjAYQzkcMQVYMnQ1DNgWI5MKUrkGlhVrJcChfzdzUQ/s320/IMG_1254.JPG" width="240" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8QSrW9kmyt-QNZiqrNsxBU3Byg6V2dGMwEK28mDmgWfG_lXvgqF_vr4k2rBEHbJNEo5iS0QAf1P8Yl5r3yVlFbfm9ycJfwQYBsZgGm9Hr6j5SuBJRGH_vW6l_i5tBNzusMHKGORUJIZCu9jcOxvw5ct08Vr8Qq28vuOMuiommFy_V7GMELw/s4032/IMG_1270.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8QSrW9kmyt-QNZiqrNsxBU3Byg6V2dGMwEK28mDmgWfG_lXvgqF_vr4k2rBEHbJNEo5iS0QAf1P8Yl5r3yVlFbfm9ycJfwQYBsZgGm9Hr6j5SuBJRGH_vW6l_i5tBNzusMHKGORUJIZCu9jcOxvw5ct08Vr8Qq28vuOMuiommFy_V7GMELw/s320/IMG_1270.JPG" width="240" /></a></div><div><br /></div><div>L'Arsenale, la macchina produttiva più grande dei suoi tempi, capace di sfornare galee e navigli a ritmi impensabili per i tempi, a servizio della serenissima e dei suoi domini quando una bella fetta di Mediterraneo era veneziana. L'Arsenale impressiona sempre per la scala, i capannoni sono enormi, le corderie così lunghe da consentire si stendere centinaia di metri di corde e gomene da intrecciare. Forse capita anche a voi, se andate a visitare la Biennale di rimanere egualmente affascinati dalle opere esposte e dall'ambiente industriale Anzi, spesso a me capita di gustare di più il luogo che quello che gli artisti hanno fatto, che talvolta è oscuro e complicato ma è la Biennale Baby! </div><div><br /></div><div>L'Arsenale d'inverno è ancora più suggestivo nella sua vastità desertificata, dall'ingresso camminiamo quasi dieci minuti per raggiungere il deposito, nei presso del padiglione Italia. Bisogna attraversare uno degli spazi "pubblici" più grandi d'Europa, decine di migliaia di metri quadri di aree e ambienti a disposizione per le mostre e le attività della Biennale che proprio l'anno scorso ha battuto ogni record per biglietti venduti. In estate le migliaia visitatori riescono, se non a riempire d'umanità, a punteggiare di presenze la grandiosità dei bacini e delle tese; m'immagino anche come deve essere la fase d'allestimento delle Biennali, quella che non vedi mai, quando evidentemente decine di operai mettono in opera, sistemano, predispongono fari, strutture, installano prese elettriche, stendono cavi, inchiodano assi, ronzano spigendo carriole, svolgono piccole riparazioni... Ma oggi, siamo in tre: il portiere nella sua giacca di pompiere aziendale: "Il deposito è troppo lontano e devo presidiare l'ingresso, vi ho già acceso le luci. Quando uscite tirate giù l'interruttore nel quadro a sinistra e rimettete a posto il lucchetto"; io e Caterina che lavora nel settore education della Biennale completiamo il terzetto.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLDW0vBPnDaZ6-8h_QPz0SQQOX5FiJk38FnxSznEPtcWZba8BejdOKwzkD0WL9pN2YnYRYg_TCSNH2mgRPtYjy8rpN5ZYRxdBCYTe7CZjNYE2SecWnySIqAWvLDR5S8IDr5Y7x6U-Nl47xSIgVXRnzZWCQ3iBlQfWNG5eKY9x2zt-G79QQaw/s2860/IMG_1258.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2609" data-original-width="2860" height="292" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLDW0vBPnDaZ6-8h_QPz0SQQOX5FiJk38FnxSznEPtcWZba8BejdOKwzkD0WL9pN2YnYRYg_TCSNH2mgRPtYjy8rpN5ZYRxdBCYTe7CZjNYE2SecWnySIqAWvLDR5S8IDr5Y7x6U-Nl47xSIgVXRnzZWCQ3iBlQfWNG5eKY9x2zt-G79QQaw/s320/IMG_1258.JPG" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqhc7rxyiT9vITLRDdwJA_LNNl2n2ErFGwcZ26tN2jRU96ZOPRdm4eFxjB-5pQ_Mveoa48ejSdTpSPYSuh7NLZMWpl_rzr6Ec81LDD3EMK31BVQZdHEbdzuEoatAktiHFrfsNBVcHn4-XaGo7Hg7Z93hfUBmkqpyzdjVrcUB6AXHGdf5B26g/s3824/IMG_1266.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3824" data-original-width="2868" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqhc7rxyiT9vITLRDdwJA_LNNl2n2ErFGwcZ26tN2jRU96ZOPRdm4eFxjB-5pQ_Mveoa48ejSdTpSPYSuh7NLZMWpl_rzr6Ec81LDD3EMK31BVQZdHEbdzuEoatAktiHFrfsNBVcHn4-XaGo7Hg7Z93hfUBmkqpyzdjVrcUB6AXHGdf5B26g/s320/IMG_1266.JPG" width="240" /></a></div><div><br /></div><div>Il luogo è magico di suo e il soppalco è pieno di ogni ben di Dio: pennarelli, fogli di carta, colle e cartoncini di ogni tipo e grammatura, materiale per laboratori di pittura, disegno, calligrafia, danza, teatro. Penso nitidamente che è il paese dei balocchi, un posto dove se pensi qualcosa, trovi il materiale per metterlo in pratica.</div><div><br /></div><div>Vedo anche i tavoli da lavoro di legno bianco, con le loro sedie, accatastati nei grandi spazi, m'infilo i guanti di plastica quasi fossi un chirurgo prima di toccare oggetti e scatoloni in buon ordine ma, inevitabilmente, un filo impolverati dopo un anno di conservazione. I nostri materiali sono a posto, e gli scatoloni contengono in modo curiosamente ricorsivo altri scatoloni piegati in modo che le sei facce occupino poco posto. Li conto per verificare che siano almeno 27, qualcuno mostra qualche segno d'usura ma quest'anno non serve cambiarli.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgalTSY4WDeAamxmnbGp2LNrfRKdYcP7IVoJfGjNnJc1bvUnY28HeQmgHymUI5vxRvSwx0ijMgx3Ssc6nC14NZTChgOCKMUYHkvm6UnjgIPRWVANJNoMDLhXWm4lLYNohlvqoMu_asM69ziCWHXh-0bNuWdEBc3nwCakOhWJYSfBvzhGu9t-w/s4032/IMG_1263.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgalTSY4WDeAamxmnbGp2LNrfRKdYcP7IVoJfGjNnJc1bvUnY28HeQmgHymUI5vxRvSwx0ijMgx3Ssc6nC14NZTChgOCKMUYHkvm6UnjgIPRWVANJNoMDLhXWm4lLYNohlvqoMu_asM69ziCWHXh-0bNuWdEBc3nwCakOhWJYSfBvzhGu9t-w/w300-h400/IMG_1263.JPG" width="300" /></a></div><br /><div>Gli scatoloni da 60x60x60 ci servono da "cubetti" per costruire i "pezzi" di un grande puzzle 3D, il cubo Soma, assemblandone 27 come se fossero dei Lego. Viene fuori una cosa grande e a suo modo ingombrante, in cui qualche pezzo ha altezza che sfiora i due metri. Ma tutto ha la sua leggerezza, lo facciamo apposta con scatoloni cavi e nastro adesivo largo e robusto, in modo che i bambini possano trasportare i pezzi in piccoli gruppi di 2, 3 o 4, abbracciando e ruotando questi oggetti e accostandoli fino a quando compaiono forme che diventano "figure" e attori di una fiaba. Via via i pezzi del cubo Soma diventano un pozzo, un letto, una vasca da bagno, una sedia (pure pieghevole!), un tavolo, o un diamante, una porta/tunnel sotto cui sfiliamo orgogliosi e chi più ne ha più ne metta! Caterina si ferma a controllare le dotazioni per altri laboratori, mi saluta dicendomi che ci rivedremo fra qualche giorno a Ca' Giustinian, sede delle attività carnevalesche. Mi avvio da solo verso l'uscita, riguardo la bombarda e la gigantesca gru Armstrong stagliarsi contro un cielo multicolore e ventoso. La gru simboleggia la transizione dell'Arsenale da serenissimo cantiere di navi di legno e galee a luogo di creazione di navigli di ferro di grande tonnellaggio per il neonato Regno d'Italia dopo il 1860</div><div>.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/gn7CEWMZIwQ" width="320" youtube-src-id="gn7CEWMZIwQ"></iframe></div><div><br /></div><div>Richiudo il portone di Campo della Tana alle 17.00 e decido di farmela a piedi fino in stazione. Meza ora? Beh, non proprio, ma a passo di carica si può fare in 35/40 minuti e, nuovamente, google maps mi prende e mi porta via con la sua logica labirintica, infilando un perla dietro l'altra: posti che conosco, come Campo Santa Maria Formosa in cui vedo i bambini rientrare a casa con lo zainetto in spalla, sotto gli occhi delle mamme, e sfogarsi con corse che trasmettono una sognante contentezza saltellante. L'itinerario mi guida anche su altri luoghi, tanti, in cui mi dico "ma dove sono capitato?", quasi travolto dalla pittoresca meraviglia che si apre davanti a me in luoghi meno conosciuti. Riemergo in una Venezia più battuta all'altezza del Ponte dei Zogatoli e da quel punto in poi sono sentieri calcati decine di volte, spengo il navigatore e faccio sosta al Caffè del Doge in Strada nuova per un "rosso" e un tramezzino.</div><div><br /></div><div>Grazie Arsenale e grazie Biennale per questa giornata di apparente retroguardia, fredda e traslucida, dentro ai capannoni depositati dalla storia in una città che riesce sempre a tirare fuori novità vecchie di secoli e che lega a modo suo le mie bizzarre passioni di origine matematiche e giochistiche e gli amici dell'ISTAT, Susi, Rina, Monica, che da decenni ormai non si tirano mai indietro e sprigionano forza e entusiasmo senza risparmio.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqKIHeNIPFAShpe4Nmh29nKzobtd-ZqtaIdDSMi5U9M9FoxZeoJBTzVdOicQ1nraZWh2EiKVbBQKrKGnHIX0yvhsCgUqAfjMXT1VGAccrpTiwSut6B3ksf8NhoSvp6uG8PKvklm4j8dc7S2K_zLQNaQI2zIhDEPZJ4mw4V0PIVZkkWbfferA/s3697/IMG_1260.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2773" data-original-width="3697" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqKIHeNIPFAShpe4Nmh29nKzobtd-ZqtaIdDSMi5U9M9FoxZeoJBTzVdOicQ1nraZWh2EiKVbBQKrKGnHIX0yvhsCgUqAfjMXT1VGAccrpTiwSut6B3ksf8NhoSvp6uG8PKvklm4j8dc7S2K_zLQNaQI2zIhDEPZJ4mw4V0PIVZkkWbfferA/s320/IMG_1260.JPG" width="320" /></a></div><br /><div><br /></div>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-67736255236375585712022-12-08T00:38:00.069-08:002022-12-11T07:11:53.388-08:00Oh bej Oh bejCorsi e ricorsi sul blog e stavolta tocca e ritocca a Milano, che è già apparsa in quelle che somigliano a vite diverse e parallele. Sono passati quasi 15 anni da quando viaggiando da un altro emisfero arrivai al <a href="https://a-blog-from-sydney.blogspot.com/2008/12/milano-4-6-dicembre.html" target="_blank">Polimi per fare da commissario di concorso</a> e anche un <a href="https://a-blog-from-sydney.blogspot.com/2020/02/milano-e-la-mia-terra.html" target="_blank">viaggio molto più recente</a> è immerso in quella sfocatura di spazio-tempo pandemico in cui tutto si schiaccia in una nebulosa indistinta di miti sanitari, collettivi e personali, ricordi e esperienze ancora vivide eppure stranianti e quasi a latere.<div><br /></div><div>Capitiamo a Milano con la scusa di andare a vedere la "fiera degli obei obei", di cui Cesira ha letto qua e là. C'è con noi anche Guillermo che è stato in visita a Treviso con ghirigori a Feltre, Vigevano e Torino. Un bel bagno di norte profundo! Per impreziosire il "solito" periodo nella Marca, abbiamo deciso di fare un giro insieme nella capitale morale, che lui non ha mai visto, e che continua per noi a stazionare fra una qualche diradata consuetudine (io ci sono stato anche a settembre 2022 per il Social Simulation Conference in Statale) e lo stupore ammirato per la metropoli e la sua poderosa vivacità.</div><div><br /></div><div>Saliamo su Italo alle 8.31, la prima costa poco e mi hanno fatto pure uno sconto con qualche promozione. Come mi capita sempre più frequentemente, trovo il viaggio su Italo molto confortevole e, in sostanza, migliore di quanto offerto da Trenitalia, alla fine accumuliamo una ventina di minuti di ritardo e Milano ci accoglie con la cupola metallica della Stazione Centrale.</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib4hZ_JE7o_aZffdmfb_4r0gUxwrl8OVbLHHTTVSjFpwjRtWGGjzmwPAe95ZknUiJd25ze7YZZAYWhHKqlr0EfpAB_ZrtVGjchZlT_CZT8g-i1KdfNjq4_-jUNs4Qen5eo7L2tp01kB5lSE-lXPBCx1gTCdOoV5wlR27Zn6lBd2CTQLD5Ipw/s1024/camplus1.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib4hZ_JE7o_aZffdmfb_4r0gUxwrl8OVbLHHTTVSjFpwjRtWGGjzmwPAe95ZknUiJd25ze7YZZAYWhHKqlr0EfpAB_ZrtVGjchZlT_CZT8g-i1KdfNjq4_-jUNs4Qen5eo7L2tp01kB5lSE-lXPBCx1gTCdOoV5wlR27Zn6lBd2CTQLD5Ipw/s320/camplus1.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vista dal giardino del Camplus Turro a Milano.<br /><br /></td></tr></tbody></table><div>Dopo i trionfi recenti di Palermo e Catania, ho prenotato al Camplus anche a Milano, siamo in zona Turro e la struttura che ci accoglie è di ottima qualità (manca, forse, solo la bellezza del palazzo storico e della location che nel caso di Palermo, che ha la vista su S. Giovanni degli Eremiti, è eccezionale). Il personale è ferocemente gentile, anche stavolta si fanno in quattro per darmi un bollitore e mi prestano due filtri di té verde Twining, consentendoci di bere una bevanda calda e leggera la sera e la mattina, avendo riciclato il filtro in un paio di bicchieri diversi!). Il Camplus Turro è a 4 fermate da Lima sulla linea rossa della metro, a tiro di Centrale (che però sta su altra linea), rimiro questa parte sconosciuta della città, Milano è diversa in ogni angolo, e penso distintamente che è come Sydney che si reclamizzava come a "city of villages".</div><div><br /></div><div>Il piano prevede di ripartire all'indomani alle 17.35, sempre Italo diretto a Treviso senza cambi, sarà un giorno e mezzo intenso, fatichiamo a tenere il passo di Guillermo che ne vuole vedere una più del diavolo, finiamo per stare in giro per tante ore, a me pare sempre un freddo boia, ma ci godiamo anche angoli mai visto e pure prospettive nuove di cose già annusate in alcune girovagate precedenti. </div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirfc-kRy5itivWy8s78ZeL17FbkdXECOz8CZeSILhu-H6xMxwhKiXNGZCXPkSZoB66AzgxeXOHYy8JQijdXUyS-Pqt0-wkyQ1jbMe2FDOWtSyKW_EUeEC0XRLAxTWiA5LQJVlg0TNIfLXvybn-hi3QLCCX4PGhhj4V9B1G5fTgJ4EpExzrGA/s1024/sforzesco1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="768" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirfc-kRy5itivWy8s78ZeL17FbkdXECOz8CZeSILhu-H6xMxwhKiXNGZCXPkSZoB66AzgxeXOHYy8JQijdXUyS-Pqt0-wkyQ1jbMe2FDOWtSyKW_EUeEC0XRLAxTWiA5LQJVlg0TNIfLXvybn-hi3QLCCX4PGhhj4V9B1G5fTgJ4EpExzrGA/s320/sforzesco1.jpg" width="240" /></a></div><div><br /></div>Il castello Sforzesco è un highlight che vediamo all'imbrunire e ci accendono le luci coreograficamente pochi secondi dopo che siamo passati per il ponte levatoio. L'effetto è spettacolare e spero la prossima volta di vedere anche la Pietà Rondanini e quella biblioteca (o sala lettura che sia) visibile all'interno. </div><div><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPo8nJoK7txk2jQbXNLbPWJJWC79vNExHwVSbZ7X2PP1RrWtuLVV_Gr1px44d06Ibyjo1LoGvXFzqSL-VfFCPG9W7rdsbwcppeTQiZeXcOib5RJ0RQSlGT9OzFgQX1mj9M7VGHTIf4U_DRBwvxbrcuwmeRpB61gdRiuE5uv2OXHjNKiI4PoQ/s1024/sforzesco2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="768" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPo8nJoK7txk2jQbXNLbPWJJWC79vNExHwVSbZ7X2PP1RrWtuLVV_Gr1px44d06Ibyjo1LoGvXFzqSL-VfFCPG9W7rdsbwcppeTQiZeXcOib5RJ0RQSlGT9OzFgQX1mj9M7VGHTIf4U_DRBwvxbrcuwmeRpB61gdRiuE5uv2OXHjNKiI4PoQ/s320/sforzesco2.jpg" width="240" /></a></div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3DuCAQU75yQZMsV9WWUupfp6OpBEE3Pa2PjchJdmNIUbL8NMBbXQdf9CdC6zi8Rel22tdIGmpybU1b9oHOIyxeYOyKY8hBBPD1HLPAunKSbkHP4bbhZgYAVrIlZWqBVa-Jd0gLxGPWSsNDESeQ4-4br6esgB1Al0Bau28HDJFuEacV8x2tw/s1024/sforzesco3.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3DuCAQU75yQZMsV9WWUupfp6OpBEE3Pa2PjchJdmNIUbL8NMBbXQdf9CdC6zi8Rel22tdIGmpybU1b9oHOIyxeYOyKY8hBBPD1HLPAunKSbkHP4bbhZgYAVrIlZWqBVa-Jd0gLxGPWSsNDESeQ4-4br6esgB1Al0Bau28HDJFuEacV8x2tw/s320/sforzesco3.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Castello Sforzesco (verso le 17.00). Tutt'attorno ci sono le decine e decine di bancarella degli "Obei obei" </td></tr></tbody></table><div><br /></div><div>Al ritorno camminiamo, in un tripudio di negozi, (grandi) marchi e parecchia folla fino a Sant'Ambrogio che rifulge nella festa del Santo e in cui stanno celebrando messa in rito ambrosiano fra nuvole d'incenso e grande partecipazione di fedeli e concelebranti. Evidentemente, il 7 dicembre, siamo nel posto giusto al momento giusto e, in effetti, la basilica rifulge di una bellezza medievale senza tempo. Il bar dell'oratorio è aperto, piatti caldi a disposizione per tutti in uno degli ombelichi della città.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEUT1B2ZVXspVR38eas0w18m0GR-HE4VTdRYCdeJgslVKQJCOt9Td5phsBuvjz2c0Gv6KMb2msqv4rDmFIIe76_lWN4wg-JW70PPPnq-MAkYVwFml1ZhQTmJ9BMufYLcuW_SSSCdnCX0AOVXgFJerhdLwjG3-3wfhaQnDKncKzr3W-Rpo6tA/s1024/santambrogio1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="768" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEUT1B2ZVXspVR38eas0w18m0GR-HE4VTdRYCdeJgslVKQJCOt9Td5phsBuvjz2c0Gv6KMb2msqv4rDmFIIe76_lWN4wg-JW70PPPnq-MAkYVwFml1ZhQTmJ9BMufYLcuW_SSSCdnCX0AOVXgFJerhdLwjG3-3wfhaQnDKncKzr3W-Rpo6tA/s320/santambrogio1.jpg" width="240" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMGPU4L9gpCWNXOqA8RIZjNRb82DgFdHU_f0pqMOwWv50Eu0c4YoEQyqAe5BCHr4pH1DmNEGJTQekrwrfIarW5Z-13RcwNiwvb5OZWL20XaQJaF2COqCDoWtrL-HJhRUHPkRNdkFIixK_xnAZNq8yi9-1xU_zM-NAha7yCfnEJAYRD1BDU7g/s1024/santambrogio2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="768" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMGPU4L9gpCWNXOqA8RIZjNRb82DgFdHU_f0pqMOwWv50Eu0c4YoEQyqAe5BCHr4pH1DmNEGJTQekrwrfIarW5Z-13RcwNiwvb5OZWL20XaQJaF2COqCDoWtrL-HJhRUHPkRNdkFIixK_xnAZNq8yi9-1xU_zM-NAha7yCfnEJAYRD1BDU7g/s320/santambrogio2.jpg" width="240" /></a></div></div><div><br /></div><div>Il giorno successivo, in pieno ponte, decidiamo di andare a vedere il MUDEC in zona Porta Genova. Nuovamente, è una Milano diversa da quella che ho presente (Moscova, Fatebenefratelli e via via su per Duomo, Statale, Centrale, Via Sarpi-China town...), case popolari, ex stabilimenti e capannoni enormi, migliaia di metri cubi di (ex?) industrie. Mi pare una città più normale, non c'è una vetrina ad ogni passo e anzi, sembra commercialmente desertificata in un modo inapettato. Il MUDEC sta nell'area Ansaldo, si può vedere la collezione permanente ma offrono anche una mostra di Robert Capa e una sui tesori di Machu Picchu e sulle maschere d'oro incaiche. Per qualche motivo mi torna in mente mio papà e la sua passione per le mostre storiche artistiche culturali e penso che lui non avrebbe avuto dubbi. Travolto da questo flash molto personale, mi tuffo fra i riti dell'impero Inca, miscela animista di adorazione degli elementi, acqua, sole, terra, sacrifici umani di poveri cristi che (da morti!) diventavano divinità dopo che gli avevano strappato il cuore. È un'arte potente, antica, stilizzata, rimasta nascosta per secoli dopo che anche i conquistadores spagnoli se n'erano dimenticati consegnandola all'oblio generale seguito alla caduta dell'impero (Machu Pichu è stata "riscoperta" nel 1911 e da allora è visitata da un numero enorme di persone, nell'ultimo anno un milione).</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk3RuEY40D67fA42kXOHqXNQV1ZqdKyBiI3JSe6mPxeD6BmvYooqTYF72zfB2qJGedSKBNPu-ZiX1gGLd-fgKfnnMmGRBMawLar6cb-8YUhHhzuplLzIWnGBhm5gPMWXt5pUJJXvC2344dWyh93LdgS6UvJAl3GoUJq-Hg3jAEFOJKBTI1ng/s1024/inca.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="768" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk3RuEY40D67fA42kXOHqXNQV1ZqdKyBiI3JSe6mPxeD6BmvYooqTYF72zfB2qJGedSKBNPu-ZiX1gGLd-fgKfnnMmGRBMawLar6cb-8YUhHhzuplLzIWnGBhm5gPMWXt5pUJJXvC2344dWyh93LdgS6UvJAl3GoUJq-Hg3jAEFOJKBTI1ng/s320/inca.jpg" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Maschera cerimoniale inca (dalla mostra sui tesori di Machu Picchu al MUDEC)</td></tr></tbody></table><div><br /></div><div>Tram per piazza del Duomo dove, strano ma vero, incontriamo due amici in trasferta che arrivano da Taranto e Castelfranco. Il mondo è veramente un panuelo se il caso riannoda alcuni fili in questo modo. Rivediamo Claudia e Paolo, pezzi da 90 della nostra storia vicina e lontana, sono tutti e due in città seguendo walks of life diverse ma siamo contenti di ritrovarli in gran forma in questa mattinata di festa.</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgx-MkOBJPDhLMobTV5_vFS5T66z6x8plXbZ-Q0enaJUHJycCMOhIyI0pCJIKZYNAO22ER9t2LbJ0s5Nvt6llSFy47GT21U2w3WZDxcPezTrGhlk5nBVx2XCs2eP-oNLkEj6iv2fsSZqD9K0ukmpeUCSuqVORY3tR1pkcHn9Iq48VimGY4DqQ/s1024/rinascente.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgx-MkOBJPDhLMobTV5_vFS5T66z6x8plXbZ-Q0enaJUHJycCMOhIyI0pCJIKZYNAO22ER9t2LbJ0s5Nvt6llSFy47GT21U2w3WZDxcPezTrGhlk5nBVx2XCs2eP-oNLkEj6iv2fsSZqD9K0ukmpeUCSuqVORY3tR1pkcHn9Iq48VimGY4DqQ/s320/rinascente.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Effetti speciali, cascata di luci e dinamismo a "La Rinascente" in Piazza Duomo</td></tr></tbody></table><div><br /></div><div>Non so se sono pronto a consigliarvi "Da Oscar", in una traversa di corso Buenos Aires a pochi passi da Porta Venezia. Si mangia civilmente (roba dritta no frills e via), la posizione ha il suo senso, il costo è accettabile visto che siamo in pieno centro, chiaramente proprietario e locale si sono costruti nei decenni il loro bacino d'attrazione che include autoctoni di Lombardia e di mezz'altra Italia, turisti occasionali e foresti come noi con qualche aggancio. Penso che è un posto "milanese", aggettivo che forse tendo ad associare a qualsiasi cosa efficiente e tetragona più della media, non privo del multicolore charme figlio del proprietario (calabrese?) quasi fuori servizio dopo quarant'anni di attività, del cameriere boliviano con accento della Bovisa e di altri ragazzi meridionali che danno una mano a portare piatti, posate e bottiglie ai tavoli. Le pareti sono ricoperte di quadri e memorabilia, spesso della grandezza degli ex-voto. Noto subito il ritratto di Mussolini, "il duce" secondo la scarna didascalia in stampatello sulla cornice bianca. Gia mi pare borderline appendere zio Benito in un locale ma poi sulla carta dei vini leggo "Sangiovese di Predappio" e osservo la dedica manoscritta di Romano Mussolini: "A ricordo di un italiano che amò sempre la sua patria". Ma decché? Riguardo la selva di quadretti e ci vedo troppe cazzate, troppi trofei della "Folgore", paccottiglia linguistica da quattro soldi come "molti nemici, molto onore" e "meglio vivere un giorno da leoni che 100 da pecora". In quelli che prima avevo definito ex-voto c'e troppa nostalgia per la retorica bolsa degli uomini che a taluni sembrano forti, ma che invece è gentaglia che ha massacrato questo paese e la libertà di chi ci viveva. Ma decido pavidamente di non rovinarni la giornata e mangio la mia carbonara, buona, e il mio pezzo di cotoletta alla milanese (ce n'hanno portato una porzione enorme, buonina). Sorvolo e non commento oltre, è solo un blog e anche altri milanesi illustri si sono turati il naso (ma è un'altra storia, lo so bene).</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhya9UJ1Ab8SoUy-Dgo7lifWxRIW5CL6DEBJDyVM7fHpzY0VHTYMStth9xJPfK5bTnztoofFQSJdhXbD6vGUvLdePcPvgj7ckORSMbn2Cjshb95bUdFjt1baqsKDtERQ5bFJc9V-IXo6Jy5ipPALRWcI7IzTxe9a53A6MzlFEUTNzAzFSikJw/s1024/oscar1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="768" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhya9UJ1Ab8SoUy-Dgo7lifWxRIW5CL6DEBJDyVM7fHpzY0VHTYMStth9xJPfK5bTnztoofFQSJdhXbD6vGUvLdePcPvgj7ckORSMbn2Cjshb95bUdFjt1baqsKDtERQ5bFJc9V-IXo6Jy5ipPALRWcI7IzTxe9a53A6MzlFEUTNzAzFSikJw/s320/oscar1.jpg" width="240" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYquY2pdD7ZMsKhX3sAeK6QpNsCPJE9EJMGXVfesvMnu40A7B7dJyv4ngS2Zk95Yr96zH_51c3QutKCjxm0H8cSKZCZ2ap_3A5wrp4LAz-8iLao3uPr6V7RKHU8G5j-5Vkgz84dFgleh8SbmKoXKlPTx3HZYmDgeT607ZhspiikuK-J-_kxw/s4032/IMG_1138.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYquY2pdD7ZMsKhX3sAeK6QpNsCPJE9EJMGXVfesvMnu40A7B7dJyv4ngS2Zk95Yr96zH_51c3QutKCjxm0H8cSKZCZ2ap_3A5wrp4LAz-8iLao3uPr6V7RKHU8G5j-5Vkgz84dFgleh8SbmKoXKlPTx3HZYmDgeT607ZhspiikuK-J-_kxw/s320/IMG_1138.JPG" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">A un certo punto arriva "Da Oscar" anche un musico saxofonista... Qui sopra il patchwork demenziale che adorna il locale con Alberto Sordi, avvicinato al duce, a Elvis e molto altro.</td></tr></tbody></table><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div>Siamo all'epilogo e, dopo aver consegnato una cassettina di radicchio precoce da un kg e tre bottiglie di prosecco a Claudia, camminiamo nuovamente fino al Duomo e, alle 16.00, via a recuperare i bagagli a Turro e, poi, Centrale. Metro o non metro, anche se non perdiamo tempo e siamo "milanesi", ci lavoriamo più di un'ora a raggiungere la terza carrozza del binario 12.</div><div><br /></div><div>E gli obei? Già, dimenticavo! È una fiera, un mercatino di cianfrusaglie gastronomiche, regalini e soprammobili natalizi, a me pare la versione lumbard di quello che si può vedere a Merano, Sterzing, Monaco e in decine di altri posti. Va bene così e sono contento che siano bej e che ci abbiano dato la mezza scusa di tornare a Milano. </div><div><br /></div>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-74613826718622869682022-10-31T01:36:00.080-07:002022-11-05T03:30:20.470-07:00Buongiorno Regione!<p>Parlo in diretta su Rai3, nel contenitore della testata regionale "Buongiorno Regione'' che va in onda alle 7.30, con rassegna stampa e commento alle notizie pricipali del giorno. La redazione coglie l'occasione della Giornata Mondiale del Risparmio per ragionare di capacità di spesa, situazione economica ed educazione finanziaria. Sono temi interessanti che mi coinvolgono molto ma oggi mi soffermo sull'esperienza legata al programma in diretta (presso la sede della rai di Palazzo Lavia).</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgba1WzY5klwnVNbkDpCG0DQIDUCBdvi7QwD0gfEEyK3Z-upoSA_uLigXjtK12WJO2xJAHW7ogyVO-1zb0BO-i4FdppSoGDuJZUBQYjclOl_rHStCNnGd3AnOFN9uknDmDMK1Atwh_nXBIHbDLRJSASWfYsPn2FtunuGGh5YlPR15fHIDerA/s4032/IMG_0918.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgba1WzY5klwnVNbkDpCG0DQIDUCBdvi7QwD0gfEEyK3Z-upoSA_uLigXjtK12WJO2xJAHW7ogyVO-1zb0BO-i4FdppSoGDuJZUBQYjclOl_rHStCNnGd3AnOFN9uknDmDMK1Atwh_nXBIHbDLRJSASWfYsPn2FtunuGGh5YlPR15fHIDerA/s320/IMG_0918.JPG" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Verso lo studio, poco dopo l'alba.</td></tr></tbody></table><p>La conduttrice, Federica, mi ha chiesto di arrivare 15 minuti prima dell'inizio per scambiare altre due parole dopo la breve chiacchierata telefonica di venerdì. All'ingresso mi accoglie la curatrice del programma, Patrizia, sbrigo le formalità fornendo le mie generalità e salgo gli ampi scaloni del palazzo con vista laterale sulla chiesa di S. Lucia. Ricorda con affetto i tempi di Ca' Foscari, quando studiava filosofia, cita Severino e io annoto metalmente di quanto prestigio ancora godano "di luce riflessa" i professori. Speriamo di meritarcelo! Di fronte allo studio, mi prende in carico un tecnico stagno e gentile, "sarò il tuo pigmalione'', mi microfona, mi fa provare la sedia girevole che tende a ruotare vorticosamente, provano livelli audio e inquadratura.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXSH77Y369iK3qOdRrJUZfCvMZr38nFrSGwz-4HBJGTEGekeDT7LDghAx-9U8uEtXpjPkE0CCVzSRINm2KjQ6jKWaouvnRQsUrs740n8BB5B_1fzz-AIwHNLZ0YaCzCwjECDZ1R1BO8AKnYyl5zkDWsL7s6fmoSCcA_-XQk7BJqpMg5oRfoA/s4032/IMG_0930.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXSH77Y369iK3qOdRrJUZfCvMZr38nFrSGwz-4HBJGTEGekeDT7LDghAx-9U8uEtXpjPkE0CCVzSRINm2KjQ6jKWaouvnRQsUrs740n8BB5B_1fzz-AIwHNLZ0YaCzCwjECDZ1R1BO8AKnYyl5zkDWsL7s6fmoSCcA_-XQk7BJqpMg5oRfoA/s320/IMG_0930.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il tesserino se lo riprendono ma chiedo di fare una foto "miliare", ognuno ha i suoi piccoli grandi cippi!</td></tr></tbody></table><p>Forse scrivo tutto questo per ricordare a me stesso quanta preparazione sia necessaria per la produzione di (buona) qualità: servono tempo, attenzione ai dettagli e persone che aiutano... Serve un protocollo, tutti fanno quel che ha senso, la scaletta riporta ogni singolo spezzone dei 30 minuti di programa (che coinvolgeranno me solo per 4). Ne traggo la considerazione (un po' ovvia un po' no) che qualsiasi cosa andrebbe preparata bene, che sia una lezione, un articolo o una scampagnata. Occorre l'''arte della manuntenzione della motocicletta''! È un'arte perché qualcosa può andare storto, non è scienza esatta. Ma la preparazione riduce il rischio di casini, impappinamenti, pause varie e attutisce gli effetti dei micro-capitomboli sempre in agguato.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimPTCDlY6cj_XEny3IDuBCYfjUwcHYHC5EerHldjtxOlPv7L4qwb-b_Ui4uSsrfDDjompDuvVWHpw9bSi1pb99bosJzpURs_uogC6Q-ktWdTTdsWYqCwoW_kb7mXrnmGm3gjkWu_VfHwhKjbn2N6ERQpmMwHfeWn1sXF_J8XsHffW3Xjvo5g/s4032/IMG_0927.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimPTCDlY6cj_XEny3IDuBCYfjUwcHYHC5EerHldjtxOlPv7L4qwb-b_Ui4uSsrfDDjompDuvVWHpw9bSi1pb99bosJzpURs_uogC6Q-ktWdTTdsWYqCwoW_kb7mXrnmGm3gjkWu_VfHwhKjbn2N6ERQpmMwHfeWn1sXF_J8XsHffW3Xjvo5g/s320/IMG_0927.JPG" width="320" /></a></div><p><br />Osservo tutti questi professionisti all'opera: Federica legge e rilegge la scaletta, mi ripete l'andamento previsto del mio intervento, si sistema più volte la camicietta bianca e l'asola nera e vistosa che la abbellisce, trucco accurato, fondo tinta quanto basta. Quando parla, nell'arco della sua mezz'ora, usa riempitivi sì e no due volte ("cioè'', "in qualche modo'', "insomma'') e non allunga mai le parole (gli ``eeeehm'' che sono tanto comuni quanto bruttini). Scandisce le parole con cura marmorea, a me pare forse fin troppo, ma è di chiarezza adamatina evitando scorciatoie fonetiche (ad esempio, inserisce le giuste "fessure", spazio-"uno''-spazio e non "un'' appiccicato alle parole precedente e seguente senza ritmo).</p><p>Anche Lucia, in attesa di leggere a discreta velocità varie notizie, è tesa al punto giusto. Scioglie la mascella, beve un sorso per ammorbirdire la gola e quel filo di tosse che la infastidisce, stira i muscoli facciali con piccole boccacce, lieve massaggio agli zigomi, un occhio alla scaletta e via. Assorbo un filo della sottile ansia che si porta dentro, anche se deve aver fatto queste apparizioni decine di volte. Riccardo, physique du role, è il meteo-man e ripete il discorso a voce bassa, memorizzando "l'alta pressione si è spostata... non abbiamo segnalazioni dal centro previsioni mareee...'', concentrato e attento.</p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTQuxHgOduu5FRZnabZWsL1_jBHbZk30Woy1nwBw4lHHAr5GIwrR__RShGOXDVeyFQ3VU7PkgA8xUGibBtBYo5qP6izp0027h8qFIMzf_WAN90xQ6UZXyBxHHKANSZPO6Bjm0I7oq7O8jTBpfQKd7NC7edQiNgcVsZV2Gx9D634rhnfPcQew/s1024/regione_ferretti.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTQuxHgOduu5FRZnabZWsL1_jBHbZk30Woy1nwBw4lHHAr5GIwrR__RShGOXDVeyFQ3VU7PkgA8xUGibBtBYo5qP6izp0027h8qFIMzf_WAN90xQ6UZXyBxHHKANSZPO6Bjm0I7oq7O8jTBpfQKd7NC7edQiNgcVsZV2Gx9D634rhnfPcQew/s320/regione_ferretti.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Clicca <a href="https://www.rainews.it/tgr/veneto/notiziari/video/2022/10/Buongiorno-Regione-Veneto-del-31102022-8a7af962-29af-4372-95e6-096ff6f65221.html" target="_blank">qui per vedere</a> il programma<span> (intorno al minuto 16)</span></td></tr></tbody></table><p>L'impressione che ne traggo è che tengono al loro lavoro e per farlo bene serve adrenalina alta al punto giusto. Dopo l'intervento in diretta, in cui mi pare di essere andato benino, mi fanno un'intervista per avere delle immagini "ferme'' per qualche estratto da mandare al TG delle 14.00. Scambio due parole con Federica e Riccardo, lo studio si è completamente svuotato, la testata regionale ha le sue pause durante il giorno. Da casa a casa dalle 5.30 alle 9.30, grazie al treno delle 8.43. Let's go!</p><p></p>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-24804144006686735512022-10-15T07:07:00.002-07:002022-10-15T07:07:34.408-07:00Palermo Plus<p>Alle 10.25 vedo le fronde del banano nel giardino della chiesa di S. Giovanni degli Eremiti, il mio alloggio sta esattamente dirimpetto, sono arrivato a destinazione. Sveglia alle 4.30, Treviso S Pancrazio - Camplus porta a porta in 5 ore e 10 minuti, mettendo assieme le tessere del viaggio: 30 minuti in FIAT 500 per raggiungere il Marco Polo, i soliti 50 minuti un po' ansiogeni in aeroporto, un'ora e 15 di aereo, Punta Raisi Falcone e Borsellino, tira molla tambara e ritira il bagaglio, aspetta che il taxi sharing si riempia di altri 6 passeggeri con le loro storie, arrivo all'incrocio fra Via Roma e Corso Vittorio Emanuele e so che devo camminare per una decina di minuti.</p><p>Con Palermo mi sintonizzo sempre subito, anche con la meteorologia. Nuvoloni neri stazionavano sul mare ma lasciavano che lame di sole s'insinuassero sulla pista, il furgone sfreccia sull'autostrada, lasciando intravedere la costa sulla sinistra, comincio a sentire l'accento a là Ficarra e Picone, con le a allungate. </p><p>Cesira mi telefona e mi dice che ho pure fatto la simpatica cazzata di lasciare a casa le chiavi della valigia Spalding vinta coi punti del rifornimento decenni fa. E l'avevo chiusa! Bene, valigia chiusa a serramanico su un marciapiedi del centro: mi sfiora l'idea di comprarmi biancheria e vestiario per 7 giorni... Mi dico che sono mona, e tanto, sia per la dimenticanza che per avere pensato una simile stupidata. Poi, appena all'inizio di corso Vittorio leggo "Keep calm e futtitenni". Se non è un'illuminazione poco ci manca. A Palermo ci deve essere un modo per aprire una valigia: è chiusa a chiave, ok, ma lo è in modo un po' ornamentale, come si usava con quelle valigie dei punti che hanno serrature di plastica che servono più che altro a fare la faccia dura per incutere più paura! Entro in un negozio di cianfrusaglie indiane, "devo farti una domanda un po' strana..." e chiedo aiuto, avete idee... c'è una ferramenta in giro? Sì, torna su Via Roma, poi lascia passare via Venezia e gira sù in Via Napoli, c'è una ferramenta. È vicinissima, decido di andarci, trovo la premiata "Non Solo Elettricita" di Ciminna Claudio: dico al commesso "devo farti una domanda un po' strana... ho scordato le chiavi, si riesce ad aprire questa valigia?". Il giovanotto, alto e sveglio non fa il difficile, capisce che la valigia è mia, prova con una chiave che non gira, mi dice "la devo forzare", "va bene", e con un cacciavite fa ruotare il tamburo (in realtà senza forzare nulla, la potro riusare senza problemi). Fulgido esempio di come (alcune) serrature non servano a niente! Alè, sono salvo e contento in meno di 10 minuti, conteggiando il tempo di arrivare in ferramenta. Dietro al bancone ci sono due persone, "quanti vi devo?", non vogliono un euro, insisto, si schermiscono, "posso almeno offrirvi un caffè al bar qui accanto?", no, non serve, no... Ma nel frattempo era entrato un altro cliente che dice ai commessi "e dai, accettate!", ringraziano e chiedono due macchiati!</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeRo57rVf4Ck09NVpuO0Za-yJ9UCm6OpDfzSQTOZXmP_Prqe55TY2cvWSjH-MRb8YJyqV-O7RCsyIC6BXyMFjiOT3kiOGDkErmn1Zz3BULa8hSvYsjwahTXfIWT3S_cDKtXlrcqaUeKgDWoUdu98A9PdxoklcIHUe3_FXdsSX4DVeHnlg4kQ/s994/Screen%20Shot%202022-10-15%20at%2011.40.47.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="558" data-original-width="994" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeRo57rVf4Ck09NVpuO0Za-yJ9UCm6OpDfzSQTOZXmP_Prqe55TY2cvWSjH-MRb8YJyqV-O7RCsyIC6BXyMFjiOT3kiOGDkErmn1Zz3BULa8hSvYsjwahTXfIWT3S_cDKtXlrcqaUeKgDWoUdu98A9PdxoklcIHUe3_FXdsSX4DVeHnlg4kQ/s320/Screen%20Shot%202022-10-15%20at%2011.40.47.png" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Google maps mostra (quasi) sempre tutto, compresi i bar con le mezze dosi.</td></tr></tbody></table><p>Con la mia valigia appena "scassinata" con dolcezza, entro trionfante nel bar lontano 10 metri, ordino un macchiato per me, anche per dimenticarmi di quel caffelatte "medium or large" <a href="https://twitter.com/paolopellizzari/status/1581141913515671552" target="_blank">bevuto a Venezia all'alba</a>. Il piccolo banco è affollato, un cliente chiede se si può avere mezza barchetta alla mortadella che sta sull'espositore, il barista dice di no, "a chi la do poi l'altra metà?". Capisco bene la richiesta, anche io per motivi vari apprezzo le porzioni piccole, ti prendi il gusto senza grane glicemiche, un coup de foudre papillare e via. Stavolta però salto nella conversazione, "l'altra metà la prendo io!". L'attimo di curiosità che invade il locale dura tre lunghi secondi, sei avventori mi guardano sorpresi, evidentemente il mio accento si fa notare non poco in centro a Palermo e chissà cosa si son chiesti sui ghirigori che poratano un veneto in un bar tosto senza alcun appeal turistico. Ma è fatta, il barista sorridente capitola e chiede "la devo tagliaaare per lungo o per laargo?", il signore esagera: "a volte, io ne chiederei anche un quarto!". E io "ma è dura trovarne altre tre!". Pago 4 euro e 10, inclusi la mezza barchetta e i due macchiati che di lì a poco saranno portati ai ragazzi della ferramenta. Mi fa lo sconto, "4 euro", senza scontrino, è una cosa bella...</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS3-ND4FIwjpb012PNoF_FnS641kaOZVWV-sPdsD57iuQF_e5ofJ-HmrLowOf8g4LNpWSdY8UqXd3DekhtnxSeBHJofjK6veXzSKUoJzsvQGjwroYKQT-1N0XBC60bf-gsU4P3eXm1cy1_rxl9W00lbE4veqOZtu8YWPeeGqxd1tdTmBQeyg/s4032/IMG_0719.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS3-ND4FIwjpb012PNoF_FnS641kaOZVWV-sPdsD57iuQF_e5ofJ-HmrLowOf8g4LNpWSdY8UqXd3DekhtnxSeBHJofjK6veXzSKUoJzsvQGjwroYKQT-1N0XBC60bf-gsU4P3eXm1cy1_rxl9W00lbE4veqOZtu8YWPeeGqxd1tdTmBQeyg/w400-h302/IMG_0719.JPG" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Quello che vedo dalla mia finestra, compresa l'ombra delle tenda... in pieno complesso Arabo-Normanno a due passi da Palazzo dei Normanni.</td></tr></tbody></table><p>Sono al Camplus di Via dei Benedettini, dalla finestra ammiro la struttura di S. Giovanni degli Eremiti e non solo il giardino, una meraviglia che visiterò nei prossimi giorni! Sono stato in strutture simili anche altrove e mi sono sempre trovato benissimo (ad esempio, lunga vita al Camplus di Catania in via Monsignor Ventimiglia), mi sento un pascià e fra poco provo la "mensa" interna, mi attendono turisti, strani soggetti come me in trasferta sabbatica, didattica e scientifica e studenti, tutti presenti nel variopinto ventaglio di ospiti. Mi devo mettere a lavorare, finendo di preparare il (mini) corso su NetLogo e agent-based per il dottorandi di unipa e provando a smaltire la slavina di email che attendono risposta da giorni e settimane. Questo post finisce qui, W Palermo, mi godo il caldo e avanti col resto!</p>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-48765562893980156252022-06-25T07:57:00.021-07:002022-06-27T05:59:43.351-07:00Catanetna!<div><b>22.</b></div><div>Esco alle 9.15 dalla casa dello studente ben colazionato e mi dirigo in centro verso il duomo. Via Ventimiglia ha una sua strana centralità a Catania e si collega facilmente alla centuriazione romana e ai tracciati delle strade principali e rettilinee (come corso Sicilia, corso Italia, Via Etnea, Via Garibaldi, corso Vittorio Emanuele). La temperatura è alta, ma al mattino si resiste bene, anche perché ho appena abbandonato un ambiente sanamente refrigerato come il palazzo che mi ospita. Sento fin da subito un odor vago e via via sempre più intenso d'immondizia, capto anche brandelli di conversazioni dei passati che si domandano come mai non passino a raccogliere il materiale. Non sembrano nemmeno tanto indignati, percepisco una qualche forma d'ineluttabilità pattumesca, che ci vuoi fare? Giriamoci intorno e aspiriamo l'aria del mattino che odora di marciume (poi Alessio mi racconterà che è un'eterogenesi dei fini, tutta colpa della raccolta differenziata, iniziata senza che l'Azienda di servizi fosse pronta con conseguente debacle e sedimentazione di quintali di sacchetti e altro). </div><div><br /></div><div>Ci sono rivoli di "acqua" un po' ovunque e spesso ti piove in testa perché gli scarichi dei numerosi condizionatori sono dappertutto, spesso imbruttendo ulteriormente facciate che altrimenti avrebbeo pure una loro arcana bellezza decadente e un po' acciaccata. In qualche caso, l'acqua è raccolta nei grandi bottiglioni di plastica che riforniscono i distributori degli uffici, almeno così non si creano pozzanghere e fiumicciattoli sui marciapiedi che spesso sono molto stretti e consentono il passaggio a stento di due persone che si devono inzaccherare per forza.</div><div><div><br /></div><div>Arrivo al duomo, godendomi quel po' ombra caratteristica e spessa che staziona in permanenza in edifici secolari come questi, la cappella di sant'Agata rifulge di luce che entra diretta in una vetrata gialla. Intuisco poco o nulla dello spazio architettonico tanto è forte l'effetto di controluce feroce che mi impedisce di cogliere altro che una grande giallo e un profondissimo nero.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtz-cH-JJzlFBltzh54Ft0KYCh3R1cSFGVNE0fxuClTt1U_PsW1z_sq5CHbGAPzR2SI0okNAxlCRtppjZ0uwT-QmNH-CNHTtFagGzDVcBGXjthHlQUsRlUa466_Ngu7KICFUGucZh6ADKxpKbFxomTeSYuaqKofaFs5q7NxAZUBIpaQ8Dcpg/s640/IMG_0194.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="480" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtz-cH-JJzlFBltzh54Ft0KYCh3R1cSFGVNE0fxuClTt1U_PsW1z_sq5CHbGAPzR2SI0okNAxlCRtppjZ0uwT-QmNH-CNHTtFagGzDVcBGXjthHlQUsRlUa466_Ngu7KICFUGucZh6ADKxpKbFxomTeSYuaqKofaFs5q7NxAZUBIpaQ8Dcpg/w300-h400/IMG_0194.JPG" width="300" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2swijxPlowXwrKpjH7KeVA0wBojZEAXtTWggcTxRSg40gv-YaP3ha9CpNUdZk8NcwWou-lROun8JtpjMp08tR5HrxWBaxDYwhTOnAx6H3Dxu9hJ0pfHLYiEvrqKrIMti7VhyJ8Pz9LIHLh4tVLytYX6IhJemUruGI2K4k4FpfAIBrh6xRwg/s640/IMG_0202.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="480" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2swijxPlowXwrKpjH7KeVA0wBojZEAXtTWggcTxRSg40gv-YaP3ha9CpNUdZk8NcwWou-lROun8JtpjMp08tR5HrxWBaxDYwhTOnAx6H3Dxu9hJ0pfHLYiEvrqKrIMti7VhyJ8Pz9LIHLh4tVLytYX6IhJemUruGI2K4k4FpfAIBrh6xRwg/s320/IMG_0202.jpg" width="240" /></a></div><div><br /></div><div>Capisco anche perchè la puzza andava aumentando e via via insaporendosi man mano che mi avvicinavo al duomo. L'immondizia capillarmente sparsa nelle vie fa sempre la sua parte ma adesso trionfa il mercato del pesce, uno spettacolo visuale ed olfattivo pittoresco e vociante, con tanto di persone che assistono allo show da una specie di balaustra. Scorza dura e abbronzata, vedo gente ruspante che annaffia cassette, bidoni e contenitori improbabili pieni zeppi di pesce di ogni tipo, stivaloni, fiumi di acqua per provare, senza gran successo, a tenere fresco questo ben di dio, turisti che fanno le foto, una coriandolata di ombrellini multicolori provano a fare ombra formando una specie di toldo di grande cromaticità ed efficacia alquanto incerta e simile a quella dei litri di acqua fresca sversati sull'asfalto. I turisti sono affascinati, io francamete ho pensato allo SPISAL e all'HACCP e ho doverosamente ringraziato il mio sistema immunitario che solitamente mi consente di mangiare di tutto "dead or alive" senza pagare dazio (anche se qualche magagnetta forse nell'ultimo lustro l'ho avuta...) Gironzolo felice e leggo anche ben curiose frasi sui cartelli delle bancarelle che occupano diverse strade, cose fascinose e quasi esotiche dalle nostre parti come "Qui si può pagare con carta reddito di cittadinanza". Viaggiare apre sempre nuovi orizzonti e non fate gli spiritosi!</div></div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGfCekRd_tnQXgOrZDlgS2RwA-z-SEefyFcP4xOJDyMp_WlCzIhvC6KTUZfES4nvaPWkxpfttDdHZIdzWQDmXzZT0gP5cRwWeQitS_Z0E8m5U5r3ZylM_GyiL-hiDxQ6kU8RTMp0-n7XSwwysZwGlY1rDwZSozZE36FBfCkes0JYHnKJFLXw/s640/IMG_0200.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="480" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGfCekRd_tnQXgOrZDlgS2RwA-z-SEefyFcP4xOJDyMp_WlCzIhvC6KTUZfES4nvaPWkxpfttDdHZIdzWQDmXzZT0gP5cRwWeQitS_Z0E8m5U5r3ZylM_GyiL-hiDxQ6kU8RTMp0-n7XSwwysZwGlY1rDwZSozZE36FBfCkes0JYHnKJFLXw/s320/IMG_0200.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un'altra inquadratura at <a href="https://twitter.com/paolopellizzari/status/1540706823686172675">https://twitter.com/paolopellizzari/status/1540706823686172675</a></td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD5oXDI8SwT0720YM0udpaaIRifdTEcjocLazxuJkO2GVd96nnwZ1nx9krtzWaQvnotZkGbLVGKhWtF918EmxcLhfqE_slZe19PC3xYa6Or1brx7w-p8q4vFsJeGg5wcbewJpTuyAIuYrdAPDCDDZFB9kPVbi3GkcDZqs9ykuU_lDssHSLYg/s640/IMG_0210.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD5oXDI8SwT0720YM0udpaaIRifdTEcjocLazxuJkO2GVd96nnwZ1nx9krtzWaQvnotZkGbLVGKhWtF918EmxcLhfqE_slZe19PC3xYa6Or1brx7w-p8q4vFsJeGg5wcbewJpTuyAIuYrdAPDCDDZFB9kPVbi3GkcDZqs9ykuU_lDssHSLYg/s320/IMG_0210.JPG" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il cartello recita: "Qui si può pagare con carta reddito di cittadinanza"</td></tr></tbody></table><br /><div>Ok, per oggi ho fatto il mio, inversione a U, pranzo veloce al Cavaliere e direzione WEHIA (Workshop on Economic Heterogenous Interacting Agents), dalle 14.00 iniziamo a discutere di economia e di modelli vagamente eterodossi in cui gli agenti economici (io, te, noi, voi, tutti...) sono diversi e interagiscono fra di loro producendo (anche) gran confusione e qualche problema ma arrangiandosi pure molto meglio di come sembrerebbe secondo teorie molto razionali ed equilibristiche che vanno di gran moda nei posti chic. Ma questa è un'altra storia!</div><div><br /></div><div>Alla sera cena sociale a Palazzo Manganelli Paternò Borghese, la raffica di nomi la dice lunga sulla famglia proprietaria di questo fastoso edificio in via Antonino di Sangiuliano. Torno che è quasi mezzanotte e, udite udite, quelli della raccolta dei rifiuti stanno sbancando una delle tante muraglie di spazzattura vicino a casa, portandosi via cumuli di sacchi e lasciando una nuvola di fetore (che permane bella stagna anche se la fonte se n'è andata.) </div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6BZcC1apq9QDe1Wf6NXd2RmWNrr7QsTb66SoCpUbbOgdgfsPteDkGBly2OBbqMXbxToknuDF7dW2GnOohX6TZQTtGODe0uFG9Aq-yRxtvKtiNjEjWg7Qr-nP-OSzhBy_ddgbbiGg3oKWoZ6aC2EeHfzLpHUnbVcYgzgNizGe3dCSbXi9X_Q/s1024/manganelli.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6BZcC1apq9QDe1Wf6NXd2RmWNrr7QsTb66SoCpUbbOgdgfsPteDkGBly2OBbqMXbxToknuDF7dW2GnOohX6TZQTtGODe0uFG9Aq-yRxtvKtiNjEjWg7Qr-nP-OSzhBy_ddgbbiGg3oKWoZ6aC2EeHfzLpHUnbVcYgzgNizGe3dCSbXi9X_Q/s320/manganelli.jpg" width="320" /></a></div><br /><div><br /></div><div><b>24. </b></div><div>Finiamo con le presentazioni verso le 15.00, veloce passaggio in Camplus per rinfrescarmi dai 36 gradi e mi preparo per la gita "rapida" sull'Etna. Appuntamento in via Garibaldi 39, siamo in 8, la nostra guida è Roberto. Occhiali spessi come i miei, chiacchiera di tutto e parla quell'inglese bello aperto che, in fondo in fondo, lo capisce salvo parole episodiche anche uno swahili. Con noi fra i veci ci sono Andrea, Simone, Mitja, Alba è in mezzo e fra i giovani annoveriamo Daniele, Violeta e Hector. Già, abbiamo a bordo anche tre adolescenti curiosi, entusiasti, sempre pieni di fame, gente che mette allegria e va più delle Duracell! Oltre che il Mongibello, mons jebel, la montagna delle montagne, saranno i protagonisti del pomeriggio. Per dirne una, Violeta (madrilena, credo quattordicenne) in pochi mesi ha imparato l'italiano guardando i film, youtube e leggendo libri (pare anche i "Malavoglia", da paura!) Snocciola congiuntivi e condizionali, parla e domanda senza macchia e senza paura. Stiamo insieme 5 ore e, forse, la pizzico solo quando chiede a Roberto "se è agradabile vivere a Catania". <i>Agradabile</i>, che non è nemmeno lo spagnolo <i>agradable</i> e siamo a distanza infinitesima da <i>gradevole, </i>fenomenale<i>!</i></div><div><br /></div><div>Roberto ci racconta tutto di crateri, lapilli, bombe, lava flow, eruzioni, disastri mancati e disastri riusciti, eruzione del 1669 e terremoto caterpillare del 1693 (che a dir la verità non fu colpa dell'Etna). Ha un modo avvolgente e cordiale di dirci le cose, intriso di scienza, simpatia e passione, Violeta se la cava pure in inglese: "cosa vuol dire flat?" e "cosa vuol dire basement?" e poco altro!</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcYcD1ExXHyVlX0ljVufsaYZ-51IO6-zdTFztjNHwSOXSRs_32aWdtsKpgjZ2xTBwvoi3pVrg8fxsDaJVbdd6BbMyzh1ee3VNh0wT2fu1IGswDK1wvmxPptlv7lYyxhKr1lvEtIe5sAIFaXz3oJcwJJOMPhIJVZTZU3l-tgWT-PuQ1oEyu5w/s1024/etna1.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcYcD1ExXHyVlX0ljVufsaYZ-51IO6-zdTFztjNHwSOXSRs_32aWdtsKpgjZ2xTBwvoi3pVrg8fxsDaJVbdd6BbMyzh1ee3VNh0wT2fu1IGswDK1wvmxPptlv7lYyxhKr1lvEtIe5sAIFaXz3oJcwJJOMPhIJVZTZU3l-tgWT-PuQ1oEyu5w/s320/etna1.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sul bordo del cratere spento nei pressi del rifugio "Sapienza"</td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrvtsUhZOXha1NJZIPq_vQ_GVb8ffJEg1FCoR9wTlQSy8K2mZMCpuoG9Tawoxpd8OqVmTUAdlk__JFUcbFvu4ObnrshuYgthT5Dg12GuwxQsCEAisKa2P7X6ow4KlPpYij6j3o393UHv-Nhrq-lfRihlbfj2DQM7mQdEJuCfGDxpPPuE458Q/s1024/etna2.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrvtsUhZOXha1NJZIPq_vQ_GVb8ffJEg1FCoR9wTlQSy8K2mZMCpuoG9Tawoxpd8OqVmTUAdlk__JFUcbFvu4ObnrshuYgthT5Dg12GuwxQsCEAisKa2P7X6ow4KlPpYij6j3o393UHv-Nhrq-lfRihlbfj2DQM7mQdEJuCfGDxpPPuE458Q/s320/etna2.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il fiore della saponaria, pinata che vive solo qui e che venire usata per... fare il sapone!</td></tr></tbody></table><br /><div>Ci spostiamo in una valle che sa quasi di Slovenia duecento metri sotto il Sapienza. Nero, sfumature di nero, verde e sfumature di verde ovunque, i tafani mi morsicano nei pochi minuti in cui si scatenano quando sta per scendere il sole. Roberto ha portato arancini e una bottiglia di vino rosso per fare una merenda mentre guardiamo un tramonto in stile savana. L'Etna è una meraviglia e mi ripropongo di trovare un'altra occasione per assaporare di più e di meglio.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg27392Ylt02pd2h8H5Pqg77kuHkbaUAbAvIPOviYRkMNeYWlRhtnQaPRI5V2DxF16w3kB8Dd2shWhlh5JDMVUIhWXCPbIIRmklFcMZ2PEvPkZIDM6Ez1TlItVpwH_6y1AQ99qLJMVv4QOzxSXWjomOSmgaDDoMlmEuBLAjIdl8sGIm8WqNrA/s1024/etna3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg27392Ylt02pd2h8H5Pqg77kuHkbaUAbAvIPOviYRkMNeYWlRhtnQaPRI5V2DxF16w3kB8Dd2shWhlh5JDMVUIhWXCPbIIRmklFcMZ2PEvPkZIDM6Ez1TlItVpwH_6y1AQ99qLJMVv4QOzxSXWjomOSmgaDDoMlmEuBLAjIdl8sGIm8WqNrA/s320/etna3.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIFTLZxA9fwRaIRa_WhMkco3UfOeAkTIZ-hSYfdC0nj_ZzUi_3N113LVbJGTh-unai9krDpnioesohOPnhYkoL3uwfJpBH5x-WNhvtIQTfO5oMVZi3bMgd2Ua5pbR8fUZ_5F19rJqzw7tyMhFLZrDSquqoF6nKN0BMX6S65yQ0nML50QAZmw/s1024/etna4.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIFTLZxA9fwRaIRa_WhMkco3UfOeAkTIZ-hSYfdC0nj_ZzUi_3N113LVbJGTh-unai9krDpnioesohOPnhYkoL3uwfJpBH5x-WNhvtIQTfO5oMVZi3bMgd2Ua5pbR8fUZ_5F19rJqzw7tyMhFLZrDSquqoF6nKN0BMX6S65yQ0nML50QAZmw/s320/etna4.jpg" width="320" /></a></div><br /><b>25.</b></div><div>La mensa della casa dello studente è chiusa il sabato e faccio colazione al <a href="https://www.google.com/maps/place/Bar+Fiorenza/@37.5086688,15.0928079,3a,75y,110.06h,90t/data=!3m7!1e1!3m5!1sZ1b9-jcwRmVmO8TXzWweDw!2e0!6shttps:%2F%2Fstreetviewpixels-pa.googleapis.com%2Fv1%2Fthumbnail%3Fpanoid%3DZ1b9-jcwRmVmO8TXzWweDw%26cb_client%3Dsearch.gws-prod.gps%26w%3D408%26h%3D240%26yaw%3D110.05916%26pitch%3D0%26thumbfov%3D100!7i16384!8i8192!4m12!1m6!3m5!1s0x1313e332cf87729d:0xa99a71d295252df3!2sBar+Fiorenza!8m2!3d37.5086349!4d15.0928981!3m4!1s0x1313e332cf87729d:0xa99a71d295252df3!8m2!3d37.5086349!4d15.0928981" target="_blank">Bar Fiorenza</a>, consumo una siciliana fritta con acciuga e cappuccino (embe?), con vista sulla terra di nessuno dei pargheggi Ventimiglia-Repubblica, non è un posto chic ma sto seduto su uno dei due tavolini di ferro del marciapiedi, non avevo voglia di fare strada a caccia di finesse. In attesa del primo pomeriggio e di prendere l'Alibus per l'aeroporto di Fontanarossa, decido di andare a vedere il monastero benedettino di S Nicolò l'Arena e Sant'Agata al Carcere. La prima visita guidata inizia alle 10.00, pesto sulle gambe lungo la salita di via Sangiuliano, bordata di oleandri in fiore che spandono in aria una striscia di profumo caratteristico e pungente, tenue in apparenza ma deciso al punto da cancellare l'endemica puzza di scoasse (a memoria è uno dei pochi punti in città in cui il profumo prevale sul resto). </div><div><br /></div><div>Il monastero è uno spettacolo, vi auguro di vederlo prima o poi. La nostra guida è Giovanni, ci racconta secoli di storia (due domus romane, un salvataggio in extremis dall'eruzione con muri di lava che si sono accumulati su due lati, la ricostruzione dopo il terremoto e l'uso dei locali come aule scolastiche e palestre fino alla fine degli anni '70). Il complesso è stato recuperato dopo un lavoro mirabile dell'architetto Giancarlo De Carlo e io, ancora una volta dopo la Biblioteca Battiferri ad Urbino, trovo bellissime le idee messe in opera in biblioteca (ponti/strutture rimovibili e la possibilità, letteralmente, di studiare sopra le domus romane). </div><div><br /></div><div> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_lhP8WR1P7sToOiJeXexziyzygvRb-i92V1CGXt81RfrJ-MS2xbE4m57zDW_Ctu17PBxzLNTNpGyb5ZGZpvvgOVWFOHzES_D0fhLuyQ3mBOiQgDzxsOnB8WqcI5Vdw4hQZ3owrCzlo9-Zwe332fOTP6RtBD3WagAUc1XLhuitQRLhGI-ruA/s2016/IMG_0309.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_lhP8WR1P7sToOiJeXexziyzygvRb-i92V1CGXt81RfrJ-MS2xbE4m57zDW_Ctu17PBxzLNTNpGyb5ZGZpvvgOVWFOHzES_D0fhLuyQ3mBOiQgDzxsOnB8WqcI5Vdw4hQZ3owrCzlo9-Zwe332fOTP6RtBD3WagAUc1XLhuitQRLhGI-ruA/s320/IMG_0309.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Dettaglio della scala che porta al giadino dei novizi, elicoidale, una sfoglia ardita di cemento per salire sulla colata lavica.</td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht46vQ6IojCZtJKYcQ4G3NboSdEOOI6NIGR4kMfyjViUkSmWZ-w2dH7BqGYI5nst-HYsoSoYIRQqT7XcfTvDlTxQry3Ghcwu3nTj8CMcAJhv18sdXFp9_kTg3svS3NolXJecFalkZ5bVgkx9Toj2plj-NMXXT7TIkxo0hn3UVoQJuND5gXmg/s1960/IMG_0304.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1960" data-original-width="1470" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht46vQ6IojCZtJKYcQ4G3NboSdEOOI6NIGR4kMfyjViUkSmWZ-w2dH7BqGYI5nst-HYsoSoYIRQqT7XcfTvDlTxQry3Ghcwu3nTj8CMcAJhv18sdXFp9_kTg3svS3NolXJecFalkZ5bVgkx9Toj2plj-NMXXT7TIkxo0hn3UVoQJuND5gXmg/s320/IMG_0304.jpg" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il chiostro interno "originale"</td></tr></tbody></table><br /></div><div>Sceso a Piazza Stesicoro provo a vedere se la chiesa di Sant'Agata al Carcere è aperta, non ho grandi speranze alle 12.30 ma invece ci trovo Alfonso che mi attende e che a modico prezzo mi guida in modo personalizzato. La cristiana Agata, giovane donna della nobiltà romana catanese, non ne vuole sapere di abiurare per ottenere il libellus, la certificazione che serviva per non avere noie religiose. Finisce martire nel 251, dopo tormenti crudeli (stranamente, non è la prima volta che il blog contiene <a href="https://a-blog-from-sydney.blogspot.com/2017/03/santa-bibiana.html" target="_blank">storie di ragazze coraggiose</a>). Alfonso contstualizza tutto, il palazzo pretorio e le sue carceri che digradano sull'anfiteatro, la crisi del tardo impero romano, il tentativo di rimuovere il "problema" dei cristiani, le mura spagnole, il culto agatino e la festa che la devozione popolare <a href="https://www.youtube.com/watch?v=mYCOU3CuPAk" target="_blank">tributa alla santa con le candelore</a> ogni febbraio. </div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp2bzaRe_aWUYcggA2QNvfVchrUfCg8Xv7PgWrZe1cnSt6BEbxxcbXYnkgrgbIW1j1aOHHQfZBcRGz9i98cU-BkH6ppp4n8Uatr3-jMeXSCiY19S_ZyrqH4SjGZW1JukcUsjaSXOhvwBxgKZ7E35yP-R9fqvsQH9YvnEu8Qr063b6Gpqhymg/s4032/carcere_IMG_0176.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp2bzaRe_aWUYcggA2QNvfVchrUfCg8Xv7PgWrZe1cnSt6BEbxxcbXYnkgrgbIW1j1aOHHQfZBcRGz9i98cU-BkH6ppp4n8Uatr3-jMeXSCiY19S_ZyrqH4SjGZW1JukcUsjaSXOhvwBxgKZ7E35yP-R9fqvsQH9YvnEu8Qr063b6Gpqhymg/w300-h400/carcere_IMG_0176.JPG" width="300" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La finestra del carcere di Sant'Agata.</td></tr></tbody></table><br /><div>Arrivederci Catania! Mi appresto a prendere un volo Ryanair, tuffandomi in quella cajenna assembrata di gente con poche mascherine che è l'aeroporto, tutti in piedi in lunghi serpentoni in attesa degli imbarchi senza spazio e pochi posti a sedere. Alè!</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl1Z3NMRs6IawEZqOeuWA3_BG2Fk8YHDo6_1WpeuddW_dhPBMWLOylJpCC3IlJv2pO5pEEFcI570FSZvDszzrN0bDsF5xX0BK0pdxUY92P4z2mbvOG--g_9FJdMBtkAOBEf2UTzIQEh0QIZ0-4rXsoaxuVpcMOXn-ZPB3Z9hOl7mUrgF--Hg/s521/Screen%20Shot%202022-06-27%20at%2014.55.28.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="172" data-original-width="521" height="106" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl1Z3NMRs6IawEZqOeuWA3_BG2Fk8YHDo6_1WpeuddW_dhPBMWLOylJpCC3IlJv2pO5pEEFcI570FSZvDszzrN0bDsF5xX0BK0pdxUY92P4z2mbvOG--g_9FJdMBtkAOBEf2UTzIQEh0QIZ0-4rXsoaxuVpcMOXn-ZPB3Z9hOl7mUrgF--Hg/s320/Screen%20Shot%202022-06-27%20at%2014.55.28.png" width="320" /></a></div><br /><div><br /></div><div><br /></div>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-58429135983559446532022-06-21T14:34:00.003-07:002022-06-26T09:42:01.713-07:00Catania<div>Sono a Catania e questo torna ad essere un blog di viaggio e non solo perché sono a 1308 km da casa, come dice il fido google maps, ma perché vivo giorni di movimenti cerebrali vari, forse enfatizzati dal peculiare stato d'animo che il distacco itinerante dalla "normalità'' mi procura. Avrei voluto scrivere un pezzo su Ryanair e la sua fenomenologia, su come i capi della compagnia, trattano noi clienti e i loro dipendenti, o su come noi e loro ci facciamo trattare o su come resistiamo tetragoni e ci caviamo soddisfazioni rivoltando la frittata.</div><div><br /></div><div>Ma poi sono stato ripreso da Catania, città secca, con la sua durezza, e meno amata dell'opulenta ed esagerata Palermo. Dico <i>ripreso</i> perché, hard-disk alla mano, mi rendo conto che sono stato qui a un AMASES "solo'' 6 anni fa. Correva il 2016 e io e Alessandro raccontavamo, con delle slides bellissime, una ve la mostro sotto, una storia di realismo che provava a smontare le pretese intellettualoidi e razionaliste di certa economia. Ci abbiamo anche stampato un paper, se volete lo <a href="https://link.springer.com/article/10.1007/s10115-017-1096-3" target="_blank">potete pure leggere</a>. Sei anni non sono nemmeno un'era geologica, eppure era un tempo mitico, prima che accadessero tante cose, personali, accademiche, esistenziali. Non pensate di cavarvela: dov'eravate 6 anni fa? Che cosa pensavate? O, meglio, <i>chi eravate</i> nel 2016, prima di una lista in cui potete mettere quel che vi pare ma che include una pandemia, una guerra, una promozione, solenni incazzature, manciate di neuroni che se vanno in baby-pensione senza consenso, piccoli e grandi successi, anche qualche vendemia di saggezza e capacità di fare uso di quella cosa strana che è l'esperienza, che arriva quasi sempre quasi fuori tempo massimo? (e vai col resto, fratture, insuline, gamme-convergenze e chi più ne ha più ne metta).</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguqB6cKGbiZnULi3ihcFAzkPectPdMqwSacs2ZcFXiwSUNslMCckAzRYXESFVu9qRcsdQBzNJrrqHoHrIk-wKcFmgZ1TZNAxENNO4ZdtbZoA7TIBKWekJlqrKDyZ0gp3aPdJCnGzIhkuUVow0Lm4NYnkN4belJKQootqm9waMcpwYLDoKtnw/s755/amases_catania2016_pellizzari_moro.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="566" data-original-width="755" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguqB6cKGbiZnULi3ihcFAzkPectPdMqwSacs2ZcFXiwSUNslMCckAzRYXESFVu9qRcsdQBzNJrrqHoHrIk-wKcFmgZ1TZNAxENNO4ZdtbZoA7TIBKWekJlqrKDyZ0gp3aPdJCnGzIhkuUVow0Lm4NYnkN4belJKQootqm9waMcpwYLDoKtnw/s320/amases_catania2016_pellizzari_moro.jpg" width="320" /></a></div><br /><div>A poco a poco, il mio cervello si è messo ad accostare tessere, corso Italia non era una strada qualsiasi di qualche città del Sud ma riprendeva vita, Via Ventimiglia è tornata ad essere quella strada tanto importante quanto lunatica e indomabile, dove in pochi passi vedi lo squallore di un centro urbano devastato e i galloni dei palazzi e delle boutique. Mi sono ri-orientato, traguardando corso Sicilia e piazza Stesicoro e cronometrando il tempo che mi servirà per arrivare in università domani. In un calore gagliardo ma meno soffocante che da noi, ho visto di tutto: barboni, tanti, un po' in carne ed ossa un po' intuiti vedendo i pacchi di stracci e i materassi sudici dove dormiranno, coi portici che li ripareranno dall'umidità del porto che sta a un kilometro di distanza; ho visto mucchi d'immondizia, tanti, in troppi angoli di strada, a fianco delle bouganville, a pochi metri da dove, poi, la strada si faceva quasi chic e vagamente milanese; puzzavano pure quei mucchi, non è una gran idea lasciar macerare tutta sta roba a 35 gradi sotto il sole, obbligando i pedoni a zigzagare per schivare le zaffate peggiori nei punti veramente ostruiti.</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrPBfebn_0mkzobSUXCapp27LhYWhHr_51mex_GY66TlBGN5sCWg00sR31mwBqfGC1FjdgI_v4vcC-HK_amuOylbkOQtmfM0Lvz9WD6nB-Ak_XopK-Da_RvCiU84RlaHog9rBILQAs4JjU__dabU8KZUN_RbbqaP45K-tWkRuCfQEBWBzoWA/s640/IMG_0185.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="447" data-original-width="640" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrPBfebn_0mkzobSUXCapp27LhYWhHr_51mex_GY66TlBGN5sCWg00sR31mwBqfGC1FjdgI_v4vcC-HK_amuOylbkOQtmfM0Lvz9WD6nB-Ak_XopK-Da_RvCiU84RlaHog9rBILQAs4JjU__dabU8KZUN_RbbqaP45K-tWkRuCfQEBWBzoWA/s320/IMG_0185.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Buogaville, scoasse a volontà e materasso perché non manchi nulla.</td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbrBm3CNG0cXTatlhqKYpOqQUPQNu3Terq223jWuxaPsu4jT50pzHyefqPmRfN5oDaQ3zw8Iyp-jsANOmO57XzqjSyMZTB45ajNwfy7e5GpgYVgcNvjYIo--iGMeDw9Np0FBpmpMl6ItClsMSK8iYw9s_GDXO49NpCVN4UkR2EbG7HYyG9YQ/s640/IMG_0186.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="480" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbrBm3CNG0cXTatlhqKYpOqQUPQNu3Terq223jWuxaPsu4jT50pzHyefqPmRfN5oDaQ3zw8Iyp-jsANOmO57XzqjSyMZTB45ajNwfy7e5GpgYVgcNvjYIo--iGMeDw9Np0FBpmpMl6ItClsMSK8iYw9s_GDXO49NpCVN4UkR2EbG7HYyG9YQ/s320/IMG_0186.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ci sono le missionarie della carità di Madre Teresa di Calcutta e in qualche tratto la cità pare proprio averne bisogno</td></tr></tbody></table><div><br /></div><div>Catania è una citta che mi piace, nera come la pece, scabra come le sue pietre e i suoi molti immigrati, oscura e diametrale per un polentone in libera uscita. Ho visto aprirsi sotto il livello di calpestio le solite rovine latine, e mi sono sentito a casa, nel modo strano un cui può esserlo un padano in Sicilia guardando un anfiteatro romano (ma se è per quello mi sento anche magno-greco e longobardo, c'è poco da fare).</div><div><br /></div><div>Sono stato a mangiare alla Trattoria del Cavaliere in via Paternò, sotto un metafisico gazebo quasi sicuramente abusivo col suo telaio di travi di ferro enormi, all'ombra dell'ultimo sole della sera del solstizio. Ho mangiato bene, farfalle al salmone, fettina di cavallo (abbondante, morbida e sugosa nella cottura leggera), 1 litro di Ferrarelle, vino della casa, un ottimo espresso che ancora adesso vivifica i miei polpastrelli sulla tastiera. Ho speso 19,5 euro, quando le mie stime ronzavano sui 28. Di solito ci prendo abbastanza ma nel profondo sud anche i prezzi hanno le loro dinamiche.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjkeUr06FBxvaXdWlC4g23PMaJsRTWw9zt_GI-fdVQzCSGTr5VJYftGkhSV7xh4jx0UYReQwhifqAqIhHpmsi_ws3cT5GmONQyfR3hFzQqoKnFmvjj3u8JpzHIIrEBh3Qpdx1af3p9QxKxWu8qbN_7srDcOK1nab1ZIUug6cGJubq-h6NooA/s640/IMG_0180.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="480" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjkeUr06FBxvaXdWlC4g23PMaJsRTWw9zt_GI-fdVQzCSGTr5VJYftGkhSV7xh4jx0UYReQwhifqAqIhHpmsi_ws3cT5GmONQyfR3hFzQqoKnFmvjj3u8JpzHIIrEBh3Qpdx1af3p9QxKxWu8qbN_7srDcOK1nab1ZIUug6cGJubq-h6NooA/s320/IMG_0180.JPG" width="240" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjD5cl02JHi0z18RI0NhvwvhddBCXFKbQr_NtKfxJcWv2F-vE0zQ3x9N6YKkh1td4PXfckXsd3bHuxs4ikZhLH7Z4DW1IBVt_v-5rXzeZqvJhjUnvP8HeK6B5ffiXUbhw7b_CorXJ_p_M1xe-zb20HzkRq-riWqaGIhszyr2Eum1PhD8epjw/s640/IMG_0183.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjD5cl02JHi0z18RI0NhvwvhddBCXFKbQr_NtKfxJcWv2F-vE0zQ3x9N6YKkh1td4PXfckXsd3bHuxs4ikZhLH7Z4DW1IBVt_v-5rXzeZqvJhjUnvP8HeK6B5ffiXUbhw7b_CorXJ_p_M1xe-zb20HzkRq-riWqaGIhszyr2Eum1PhD8epjw/s320/IMG_0183.jpg" width="320" /></a></div><br /><div>Mi restano negli occhi la sposa che usciva da San Biagio in Sant'Agata alla Fornace, truccata e all'apparenza di giovanezza lancinante. E il palazzo brutalista che chiude Piazza delle Repubblica, uno strano oggetto in un contesto che abbina assurdamente modernità di cemento armato e sfacelo di buchi pieni di rovine grandi come piazze. </div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyC2uhyMCeFN5xYqpCSDNh-WfwsZzdwGP_EQUCoqi8zjpPVuPOrmJMo2tUxvVPZZHErkogQcCbQj7v4J3RmgRw7N2nb1hiIXgoU6NSrXLToRjfNMUNWfBWyVFRGbQHOFbVqrj7j8PRP9vh5sJXPFFefsclNGEdlHrbD2Z9oKO1dNRoxFTRIg/s640/IMG_0190.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="480" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyC2uhyMCeFN5xYqpCSDNh-WfwsZzdwGP_EQUCoqi8zjpPVuPOrmJMo2tUxvVPZZHErkogQcCbQj7v4J3RmgRw7N2nb1hiIXgoU6NSrXLToRjfNMUNWfBWyVFRGbQHOFbVqrj7j8PRP9vh5sJXPFFefsclNGEdlHrbD2Z9oKO1dNRoxFTRIg/w300-h400/IMG_0190.JPG" width="300" /></a></div><br /><div>Dimenticavo, come sei anni fa io sto al <a href="https://www.campluscollege.it/residenze-universitarie/catania/catania/" target="_blank">Camplus D'Aragona</a>, un'oasi di pace in cui condivido con gli studenti una semplicità che mi snebbia. Il palazzo, appunto in Via Monsignor Ventimiglia, è uno di quelli che "tiene su la zona" e galleggia su questo magma urbano e umano. E domani parliamo, a modo nostro, di diversità al Workshop of Economics with Heterogenous Interacting Agents <a href="https://www.wehia22.org" target="_blank">(WEHIA 2022)</a>.</div>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-25519817906602801402022-05-28T08:46:00.006-07:002022-05-29T02:05:18.241-07:00Terza fase<p>Tre anni fa, sono caduto dalla bicicletta di ritorno dalla seconda uscita della stagione sul Montello. Mi rompo una clavicola (e mi ammacco pure l'autostima vista la banalità dell'incidente, accaduto su una strada dritta in aperta campagna, senza macchine, l'unica buca in km di rettilineo la prendo io mentre guardo da un'altra parte... vabbè). Frattura scomposta, pronto soccorso e qualche giorno dopo sono ricoverato per l'impianto di una placca. È una cosa abbastanza normale visto che le clavicole non gradiscono i capitomboli di noi ciclisti per caso e spesso si rompono malamente. Fino a qui tutto ok (ehm, si fa per dire!). Ma in occasione degli esami preoperatori di routine mi trovano una gagliarda glicemia a 220 a digiuno. È una strana epifania che capita a molti ("Cosa? Sono a stomaco vuoto e ho perfino saltato colazione e brioche... controlla bene, per favore") e ho saputo poi che questa "diagnosi per sbaglio" o per "interposta ragione" è assai frequente.<br /></p><p>Ci sono pochi dubbi, sono diabetico, non lo sapevo e manco lo sospettavo: nessun sintomo, mangiavo poca carne e tante pastasciutte senza crucci e ansie di nessun genere. Ma da allora sono (anche un) <a href="https://beyondtype1.org/what-is-lada-diabetes/" target="_blank">LADA</a> e mi imbarco in una bizzarra e a suo modo avventurosa patologia (di cui, fra le righe del blog, ho parlato <a href="https://a-blog-from-sydney.blogspot.com/2021/11/novax-alla-cannella.html" target="_blank">in questo post</a>).<br /></p><p>Delle varie tappe di questo percorso salto la prima e la seconda fase. Parto da 3 e non è la prima volta che il sequel vede la luce prima del prequel (un Esempio <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guerre_stellari" target="_blank">maiuscolo è qui</a>). Giovedì 19 maggio 2022 vado al controllo al "Laboratorio tipi 1" dell'ospedale di Treviso e parlo con la diabetologa Laura per la prima volta, a fianco a lei c'è una specializzanda. Come sempre, esprimono preparazione, empatia e una calma quasi soprannaturale. Spesso i reparti sono lande spazzate dal vento impetuoso di bisogni, code, malati, richieste, il centro diabetologico non fa eccezione. C'è chi chiede il piano terapeutico, ausili vari, visite di controllo, certificati per patenti e molto altre cose che mi lasciano sempre stupito. Quando entri nell'ufficio del medico o delle infermiere, però, lo spazio-tempo cambia e si assiste all'immersione in un micro-cosmo di pacatezza attenta ed inscalfibile, in cui mi sono sempre sentito ascoltato molto più di quello che mi avrebbe accontentato. Laura guarda il rapporto trimestrale che registra le oscillazioni del mio glucosio nel sangue, commentiamo la mia glicata (51, per la cronaca) e il C-peptide (0.3, per i morbosi!) Più o meno questi numeri significano che non vado poi male ma che produco sempre meno insulina, ormai proprio pochina, e che è ora di cambiare fase. </p><p>Appunto, vai con la terza! Vedete, il Laboratorio tipi 1 non accoglie tipi di prima qualità, come parrebbe dal nome e anche se io lo penso di tanto in tanto, visto che lo frequento. Diabete di tipo 1 significa un mucchio di cose, che interferiscono in vari modo con la vita delle persone e l'unica cura alla lunga è prendere l'insulina che non è più prodotta dal pancreas per altra via. "Cura" è una strana parola in questo caso, dovrei forse parlare di strategia di gestione: dal DT1 non si guarisce e si tratta di convivere con un nuovo compagno ingombrante e fiscale che dice la sua su come ti devi alimentare, su quando fare esercizio fisico, sui grammi di pasta che metti nel piatto, su momenti di ipoglicemia in cui sei vuoto come un sacco e rischi di svenire, sulle giornate in cui, anche se ce la metti tutta, la glicemia danza eterea e fluttuate su vette himalayane mai viste e <a href="https://www.youtube.com/watch?v=JDNGvuXBAaY" target="_blank">tu pensi a Lucio Dalla</a> e a quanto "l'impresa eccezionale, dammi retta, è avere la glicemia normale". Grazie Lucio, e scusa se ho reinterpretato un tuo memorabile verso. Non è <a href="https://a-blog-from-sydney.blogspot.com/2017/06/in-giro-fino-foza.html">la prima volta</a> che ti eleggo a <i>maitre a panser</i> di questo sgangherato blog!</p><p>La terza fase è, per me, quella in cui inizio la MDI, nome figo per Multiple Dose Inijection o (terapia) multi-iniettiva per noi italioti. Da ora in poi, farò piccole o grandi dosi di insulina rapida a ogni pasto. Inizio con una unità per ogni 30 g di carboidrati, cercando di capire se questo rapporto è giusto per me e provando a dare regolarità svizzera al mio metabolismo pancreatico pazzerello. D'ora in poi, penna lispro e aghetti da 4 mm per non fare bozzi, in una successione giornaliera di ventre, coscia, destra, sinistra, chiappa (non so se ci sono molti altri posti ma non si può escludere nulla e, in ogni caso, non fa male!) Inoltre, cibo sotto controllo, disciplina ed esercizio ancora più di prima.<br /></p><p>Non so bene perché da giorni penso che questo inizio sia importante. Mi avevano detto che forse questa luna di miele senza multi-iniettiva poteva durare anche 4-5 anni, ma ci arrivo dopo 3 e, mi dicono solo ora, non è andata male. Con quello che Cesira definisce rigore alimentare da samurai sono andato avanti a poca pasta, poco pane, poca frutta, zero zucchero, zero dolci, zero pizza per 3 anni, sempre in attesa del responso esistenziale della sibilla glicata trimestrale (i 48, i 55, i 51, su e giù, quando il target da rispettare, tanto per dare un'idea, è 50). I medici sono stati bravi e condivido la loro scelta di non dirmi fin dal primo giorno che sarei salito su questa simpatica multi-giostra di insulina, provano a darti fiducia sostenendo che il periodo a base di metformina e pastiglie sarebbe durato forse anni. Nel frattempo ho imparato, letto articoli, ho visto <i>tranches de vie</i> di altri pazienti, ho conosciuto delle guerriere come Alessandra che una valchiria in confronto è una pippa, mi sono impratichito di numeri, statistiche, complicazioni a breve e lungo termine della malattia and all that jazz. E adesso, terza fase!</p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKaUp_UnrhDtWvd9Sc4GNmtd2g_pN-7ODuX0AZftc-RAp-XNtX3E_pcu_25H6xa9KKnZi5a9dHIqKBYe4rg8wcpueq0noL9SSLgEyE5rRtEpVWEPhKdDA1i8a855SvkBN0dldPUOeTsjtWMDErcBPh_6vIJB05DWKCXtqiBMoozHdqc3Ua7A/s600/chart.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="371" data-original-width="600" height="397" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKaUp_UnrhDtWvd9Sc4GNmtd2g_pN-7ODuX0AZftc-RAp-XNtX3E_pcu_25H6xa9KKnZi5a9dHIqKBYe4rg8wcpueq0noL9SSLgEyE5rRtEpVWEPhKdDA1i8a855SvkBN0dldPUOeTsjtWMDErcBPh_6vIJB05DWKCXtqiBMoozHdqc3Ua7A/w640-h397/chart.png" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il sensore LibreView (FGM, Flash Glucose Meter) è utile ma ci sono quindicine in cui è "sballato" e i valori vanno corretti per l'errore sistematico nella misura. Ho sempre pensato che la regressione è la madre di tutti i modelli e adesso lo metto in pratica.<br /></td></tr></tbody></table><br /><p></p><p>A suo modo, il diabete è una benedizione (sì, è una frase forte ma me ne farò una ragione e, comunque, qualsiasi cosa a ben guardare può essere tutt'altro). È la malattia perfetta per l'agonista che è in me: una battaglia tre volte al giorno, successi e batoste si alternano a seconda che la glicemia resti nell'intervallo [70-180], la rivincita è fra poche ore se le cose vanno male e c'è da restare in campana in attesa della prossima misura se è tutto ok; è la malattia perfetta per il matematico che è in me: posso calibrare il sensore libre con una retta di regressione e togliere il 20% se serve, calcolare le medie, pesare a vista la pasta e capire se il 40% della quantità di piselli eccede o meno la quantità di carboidrati prevista, è un fiume di conti e di modelli, roba da fare luccicare gli occhi; è la malattia perfetta per depotenziare l'ansia di controllo che ci assale in questi tempi: adesso ho uno strumento in più, la dose variabile d'insulina ai pasti, e nello stesso tempo sto capendo che come va il mondo non dipende solo da me e quanto la perfezione sia una cosa cui tendere anche senza realistiche possibilità di raggiungerla sempre (fra l'altro, dosare i microscopici boli che inietto al momento è più un'arte che una scienza, dato che una unita corrisponde a 1 millilitro che, se te lo spruzzi sul palmo, lo vedi appena. Pare un esercizio di fachirismo che mi ricorda la sensitività alle condizioni iniziali di un sistema dinamico caotico in cui ogni piccola variazione o errore può generare traiettorie di glicemia completamente diverse); e, infine, è la malattia perfetta per l'innamorato che è in me: mi stimola a fare pesare il meno possibile la gestione della malattia sulle spalle altrui e mi consente lunghe passeggiate serali con Cesira, stop alla televisione e siano le 21.30 o le 23.00, si parte per una boccata d'aria lungo il Sile in Alzaia o per un percorso più <i>urban</i> per le stradelle del centro. Suppergiù cinquanta minuti di chiacchiere peripatetiche per ricollegarsi, tirare tardi e stare insieme dopo giornate in cui il lavoro sequestra braccia e menti, aiutando un atterraggio morbido nel mondo degli umani.</p><p>Terza fase, già. E poi? Questo lo vedremo ma <i>fase</i> è un termine rugbistico e a volte per andare in meta di fasi ne servono tante. Alla prossima! </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/m_Mm0X3Y4rk" width="320" youtube-src-id="m_Mm0X3Y4rk"></iframe></div><p><i> </i></p><p><span style="font-size: small;"><i>[Usate le info di questo post, se ce ne sono, con saggezza. Non sono un medico e il diabete richiede supporto di professionisti e, </i></span><span style="font-size: small;"><i><span><i>forse più di altre malattie,</i></span> educazione del paziente e la conoscenza di quel che si fa. Mantenere un buon controllo metabolico e la glicemia entro valori normali <a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3867999/" target="_blank">aiuta a ridurre del 35-76% </a></i></span><span style="font-size: small;"><i><a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3867999/" target="_blank">insorgenza</a> e gravità delle complicazioni (che sono serie e numerose, specie a lungo termine, scaricate gratis il pdf dal link precendete). In vari passaggi non sono andato per il sottile e LADA, diabete 1.5 o 1 sono o potrebbero essere cose diverse. Credo che la malattia sia un'occasione, almeno ci provo, anche per (ri)pensare a quello che faccio e una sfida continua al miglioramento personale. Buon cammino!]</i></span><br /></p>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-59476735880140662062022-03-10T14:36:00.007-08:002022-03-11T03:13:02.759-08:00Soldi facili al telefono<p>Ho la coscienza abbastanza a posto, ho fatto metà del mio dovere in un pomeriggio di studio e lavoro fino a quando mi telefona, in Inglese, un tizio. Decido di ascoltarlo più dell'altra volta. Sì, non è la prima volta: l'11 febbraio mi aveva chiamato tale Hugh, non avevo nemmeno capito di che ditta, parlava lentamente, evidentemente abituato a provarci con stranieri con cui non puoi andare veloce con slang e frasi idiomatiche. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=https%3A%2F%2Fexternal-preview.redd.it%2FURFwvcyc88fGW0deTMCAOt3kvdH58rKF_05D4T7Yd24.jpg%3Fauto%3Dwebp%26s%3D231ae47db8a2eb82c469a578c8008cacc2e4779b&f=1&nofb=1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="475" data-original-width="800" height="239" src="https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=https%3A%2F%2Fexternal-preview.redd.it%2FURFwvcyc88fGW0deTMCAOt3kvdH58rKF_05D4T7Yd24.jpg%3Fauto%3Dwebp%26s%3D231ae47db8a2eb82c469a578c8008cacc2e4779b&f=1&nofb=1" width="400" /></a></div><p>Oggi mi telefona il sedicente Declin, parlantina sciolta, bell'accento anche se qualche parola me la perdo lo stesso sul voice-over-ip, dice che chiama dalla "Western Global Offshore Financial Services" di Shenzhen. La mia testa inzia a macinare, associo la piazza finanziaria di Shenzhen, nella grande Cina, a una di quelle località in cui troppi soldi troppo velocemente e troppo allo stato brado hanno generato una fungaia di "imprese" finanziarie che non dormono mai, sempre alla caccia di clienti e trader, mostrando oscenamente ricchezze accumulate di gran carriera sulle spalle di migliaia di investitori che pensano che sia un gioco e che sono finiti spennati fino all'ultima piuma. Di posti del genere ce ne sono molti in paradisi fiscali di nome o di fatto: Delaware, Isle of Man, Cayman and all that jazz. Bene, vai con Shenzhen! (Parla di un altro posto ma, per farvi un'idea potete vedere questa <a href="https://www.raiplay.it/video/2021/09/Spotlight-Nella-tana-del-serpente-Le-truffe-online-viste-da-vicino" target="_blank">inchiesta di Spotlight</a> registrandovi su raiplay.it)</p><p>Stavolta prendo appunti, voglio capire e mi sforzo di non incazzarmi chiudendo la telefonata prima di carpire qualche dettaglio in più rispetto a quello che avevo capito con Hugh. "Paolo", "Paolo", "Paolo", mi chiama decine di volte, ogni 20 secondi, "sai che sta per succedere qualcosa di incredibile, Paolo?", "puoi immaginare che cosa significa, Paolo?", "Paolo, something will hit the headlines in US next week". Mi chiedo perche mi deve chiamare per nome e fare domande con tanta frequenza, dev'essere una tecnica per tenerti agganciati perché quando non rispondo subito ripete o mi dice "era una domanda, Paolo..." dopo un po' capisco che basta dire "yes" e che lui legge il copione, usa le stesse parole di Hugh (e dei vari Gino, Pino, Lino, che passano il giorno a telefonare smerciando sogni e seminando perdite in chi ci casca).</p><p>Mi chiede "discretion" perché quella che mi sta per dare è "privileged information", lo dice con tono affabulatorio ed enfatico, quasi leggesse una fiaba ai bambini, con un altalenare teatrale e accentuando le pause e i termini chiave. Nell'arco di 30-60 giorni (sì, dice "within 30 to 60 days" la <a href="https://www.google.com/finance/quote/PLUG:NASDAQ" target="_blank">Plug Power Inc</a>, che produce carburante a idogeno (o simili) sarà acquisita da Ford, "Paolo, do you know Ford?", mi dice che il prezzo salirà, "Can you imagini what this means, Paolo?". Czzrola, ormai il mio nome mi ferisce i timpani!</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEid5POYzklF5nv7VvI9pZiQuxWAhCKCxxzsphf1Q-_z_BNV6iNIEwzpykntX-kuyRRUOcgiW736tvrGMB9vT1ymJffR5WnjBlKTthVwOnzZOAEZNAHX0jDpd33i4qRbKgFPi6NYuwL8uLiFq_MTDFNdcVGuMHo8ZpWAEB4nM6XDEpERRMXwnw=s683" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="493" data-original-width="683" height="231" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEid5POYzklF5nv7VvI9pZiQuxWAhCKCxxzsphf1Q-_z_BNV6iNIEwzpykntX-kuyRRUOcgiW736tvrGMB9vT1ymJffR5WnjBlKTthVwOnzZOAEZNAHX0jDpd33i4qRbKgFPi6NYuwL8uLiFq_MTDFNdcVGuMHo8ZpWAEB4nM6XDEpERRMXwnw=s320" width="320" /></a></div><p>Interagisco un po', gli domando perché mi danno queste infomazioni così segrete (non importa se ne parlano tutti: vedi <a href="https://www.fool.com/investing/2022/03/08/why-plug-power-stock-surged-156-in-february/" target="_blank">Motley Fool</a> qui e <a href="https://www.fool.com/investing/2020/12/08/plug-power-gives-markets-a-jolt-is-fastly-takeover/" target="_blank">qui</a>), "lo facciamo per espandere la base dei nostri clienti", "immagino, Paolo, che se ti facciamo guadagnare tanto la prima volta, poi potremo lavorare insieme". E come no? Mettici pure un po' di cacao, direbbe il pupone! Gli faccio notare che non sa se il prezzo salirà e che potrebbe anche scendere. "You are a logical guy...", meno male! Mi vuole dare qualche numero, lo prego e lo riprego, "non posso stare al telephon tutto l'aftenun...", per favore vai al punto. Tira, molla, impasta la frolla e a un certo punto mi dice che mi possono vendere al massimo 2000 pezzi di PLUG a 26 euro e che il prezzo salirà a 45 entro 30-60 giorni. Gli dico che forse salirà ma potrebbe anche scendere, no? "Not even a slight chance to loose", nemmeno la minima possibilità che scenda, dice lui, e anche se dice la frase fine-di-mondo della finanza, è calmo nel tono e convincente nell'argomentazione: secondo lui la cosa è segreta, la so solo io, è frutto di thousands di ore di studio dei suoi analisti di New York e a furia d'insistere mi dice che mi fanno pagare solo una commissione dell'1%, naturalmente solo perchè sono un nuovo eccezionale cliente! La mia autostima si esalta: uno sconosciuto mi propone di comprare 2000x26 = 52000 euro di azioni sconosciute con motivazioni alquanto dubbie, pagando non si sa come su qualche circuito di pagamento. Fulgido caso da blog!</p><p>Bon, comincio a dirmi che posso darci un taglio: "E come mai mi propone le azioni a 26 se adesso quotano 25.62?", vedo il prezzo in diretta su Google Finance. E poi: "come mai <i>tu </i>ci guadagni, oltre all'1%, anche quasi 50 centesimi per azione?". Che, sia detto per inciso, moltiplicato per 2000 pezzi fanno 1000 euro. Si arrampica, sempre con grande sicurezza ed eleganza, "<i>io</i> non ho detto questo, non ti ho proposto nulla", eppure mi pareva di aver capito che... "I haven't yet told you the process". The process? Wow, forse non se ne rende neanche conto ma è una citazione fantastica (potete leggere la storia su questo <a href="https://www.ilpost.it/2018/03/27/philadelphia-sixers-process/" target="_blank">articolo del post.it</a> dove vi raccontano come si può quasi tentare di suicidarsi per tre anni if you "trust the process").</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://res.cloudinary.com/teepublic/image/private/s--VrHFIq7_--/t_Resized%20Artwork/c_fit,g_north_west,h_954,w_954/co_ffffff,e_outline:48/co_ffffff,e_outline:inner_fill:48/co_ffffff,e_outline:48/co_ffffff,e_outline:inner_fill:48/co_bbbbbb,e_outline:3:1000/c_mpad,g_center,h_1260,w_1260/b_rgb:eeeeee/t_watermark_lock/c_limit,f_auto,h_630,q_90,w_630/v1533968420/production/designs/3061219_0.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="630" height="400" src="https://res.cloudinary.com/teepublic/image/private/s--VrHFIq7_--/t_Resized%20Artwork/c_fit,g_north_west,h_954,w_954/co_ffffff,e_outline:48/co_ffffff,e_outline:inner_fill:48/co_ffffff,e_outline:48/co_ffffff,e_outline:inner_fill:48/co_bbbbbb,e_outline:3:1000/c_mpad,g_center,h_1260,w_1260/b_rgb:eeeeee/t_watermark_lock/c_limit,f_auto,h_630,q_90,w_630/v1533968420/production/designs/3061219_0.jpg" width="400" /></a></div><p>Qualche altra schermaglia ma l'idillio si è rotto e, anche se mi dice che ha un master in finance (brrr, che paura!), questo sfavillante approccio alla finanza decentralizzata, dematerializzate e decerebrata volge al termine. Mi dice che mi può dare i suoi contatti e un sito web dove fare 'sto "process", sta per partire con la descrizione ma trattengo la furia quando taglio secco ma apparentemente gentile, thank you for your time, bye bye, click. Gli ho fatto perdere, e l'ho persa anche io, quasi mezz'ora e ho capito almeno che cosa "propongono": super affari con guadagni del 70% fra 30-60 giorni in cambio di perdere 1000 euro e 1% subito. Proprio un bell'affare! </p><p>Che dire? Pensieri (che pure è parola grossa) a briglia sciolta:</p><p></p><ul style="text-align: left;"><li>è gente addestrata, gli fanno corsi di lettura e recitazione, stanno sul pezzo, hanno un bel copione, lo ripetono senza dubbio apparente alcuno. Sono certo che hanno ottimizzato la performance e che statisticamente questo gli rende, nel senso che una certa percentuale di polli li cucinano al punto giusto;</li><li>nonostante sia evidentemente una monumentale cazzata (50000 euro di azioni sconosciuta su consiglio dell'amico Declin al telefono?) c'è anche in me una parte che dice "e se avesse ragione?". Quella parte di me (e, forse di noi) va presa a calci in culo fino a consumare le suole;</li><li>non mi è chiaro come hanno trovato il mio numero di telefono (dell'ufficio di Treviso) e temo che lo abbiano ricevuto da una società di interviste telefoniche che mi aveva chiesto di dare a voce informazioni su un candidato a una posizione accademica. Prendere caramelle da uno sconsicuto è niente in confronto a dare il numero telefonico ai lupi mannari di Shenzhen (e di Nicosia e Lugano...);</li><li>ci ho messo un mucchio di tempo per capire qualcosa ma loro non si sbottonano e procedono come da piano per tutto il tempo previsto. Colgo l'occasione per ricordarmi di un criterio tanto utile quanto dimenticato: le cose fatte bene si fanno nei luoghi e nelle circostanze giuste: non si firma un contratto in piedi sul banchetto della stazione, non si comprano "rolex" al semaforo, non si fa trading al telefono con Declin o su un'app (tanto ma tanto tanto meno se PLUG non sapevi nemmeno che esisteva), non si va al bancomat per ricevere un pagamento come accade in molte truffe. A un certo punto bisogna risvegliarsi, capire che ci si trova fuori contesto e dire che, no, questa cosa no. Non è difficile, se lo teniamo a mente;</li><li>in modi sotterranei ma suggestivi, accomuno quanto mi è succeso a molte altre "innovazioni" finanziarie. Sei cool se fai trading come un insider su un'app smart gestita da una firm offshore con le privileged info di Declin direttamente da Shenzhen? C'è da pensarci un attimo quando uno vi travolge con i paroloni in latinorum, lasciamo perdere e passiamo al veneto: no, non sei figo, sei mona (intraducibile, that's it!)</li></ul><p></p><p>Sarà meno trendy ma investire vuol dire studiare, disciplinarsi, controllare le commissioni, selezionare con cura i fondi della tua misera banca con sede a Voltabarozzo (altro che Shenzhen!), preferire semplici ETF a basso costo, mantenere la calma, portare pazienza decenni perché time in the market is not timing the market, ponderare i rischi senza fare i ganassa. Significa tutto questo, sono soldi veri, non storielle da hot-line telefonica! </p><p><br /></p><p><br /></p>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-37268019519423622952022-01-31T02:10:00.002-08:002022-01-31T02:10:18.857-08:00Pensioni ed educazione finanziaria: fra conoscenza e consapevolezza<i>Questo intervento, scritto a due mani con Caterina Cruciani, è comparso nel volume che elenca le attività del progetto di educazione finanziaria "Il futuro conta", istituito con la legge 17 del 2018 dalla Regione del Veneto.<br /><br />Dopo l'audizione in Consiglio Regionale del 26 gennaio 2022, in cui si è formulato l'auspicio che le misure siano rifinanziate, ho pensato di inserire queste considerazioni nel blog. Sono distorto e forse ogni scarrafone è bello a mamma soja, ma spero che le riflessioni mie e di Caterina siano interessanti. Buona lettura!</i> <div><br /></div><div>Perché l'età legale minima di pensionamento in Italia è di 67 anni ma, di fatto, si va in pensione in media a 62? La domanda è una delle tante che si possono porre a una platea interessata a capire meglio la situazione previdenziale del nostro paese, le sue particolarità e anche le sue difficoltà presenti e future. A tutti gli effetti, quello previdenziale è un tema che tradizionalmente infiamma gli animi nel nostro paese e da decenni assistiamo, a volte un po' sorpresi, a volte quasi sgomenti, a continue modifiche delle norme che regolano età di pensionamento e l’ammontare della tanto agognata pensione. </div><div>Diversi temi sono senza dubbio centrali per chi operi nell'ambito dell'educazione finanziaria, la “nuova” disciplina che si propone di offrire competenze e capacità pratiche al cittadino, orientando le sue scelte a principi di prudenza e razionalità e rendendolo consapevole del valore di numerose scelte che, quasi quotidianamente, hanno a che fare con denaro, risparmio e investimento e che possono avere grandi effetti sul suo benessere economico e sociale. Si citano spesso, per la loro rilevanza, i concetti di interesse o rendimento, la diversificazione e la necessità di comprendere cos'è l'inflazione e come difendersi dall'erosione di valore che questa comporta. </div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh_HSiKOGqeDy18kkKnyUZy4AkgGcDS5y970um6CGV44xijQuoPuQj_Nd2PAExR6Nj6UR5yqXg8ZSAwJByLYvd-wgIKuf7I3SyT8FBWv4gMnqLSlV0XdRsuhuEbf0nInokCPq88s_dlLwMnsLN9eyYBREkRuUbs0i8z1gA37OOorUi33WQMEQ=s1280" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh_HSiKOGqeDy18kkKnyUZy4AkgGcDS5y970um6CGV44xijQuoPuQj_Nd2PAExR6Nj6UR5yqXg8ZSAwJByLYvd-wgIKuf7I3SyT8FBWv4gMnqLSlV0XdRsuhuEbf0nInokCPq88s_dlLwMnsLN9eyYBREkRuUbs0i8z1gA37OOorUi33WQMEQ=w400-h225" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sede centrale dell'INPS a Roma, EUR (da https://it.wikipedia.org/wiki/Istituto_nazionale_della_previdenza_sociale)</td></tr></tbody></table><div><br /></div><div>Eppure il tema delle pensioni, come prova la domanda che ha aperto questo testo, si impone forse con abrasività ancora maggiore fra quelli che dobbiamo affrontare con la popolazione per almeno tre ordini di motivi essenziali. </div><div>In primo luogo, ci sono ragioni legate all'inevitabile complessità e varietà delle opzioni e degli strumenti disponibili. Solo per dare un'idea, pochi comprendono a fondo la differenza fra fondi aperti, fondi negoziali, piani individuali pensionistici e, addirittura, fondi pensione ``preesistenti''. L'adesione a uno qualsiasi di questi schemi, se è possibile, richiede di conoscere regole e meccanismi, che seppure relativamente semplici, sono tutt'altro che noti e possono interagire con altri istituti come il TFR, il trattamento di fine rapporto, e la tassazione dei proventi e delle rendite pensionistiche. </div><div>Una seconda fonte di interesse sta proprio nella inevitabile ricchezza delle norme (e casi, sotto casi, fattispecie e cavilli) che paralizzano e imbrigliano il ragionamento di chi si appresta a scegliere un fondo e non può conoscere, senza aiuti professionali e competenti, norme che alla fin fine incideranno sulla sua vita da pensionato, riducendo o aumentando una componente importante dei mezzi di sussistenza in uno dei periodi più interessanti della vita, quello in cui ci si può aprire a esperienze nuove liberati dalla routine, bella o brutta che fosse, del lavoro. </div><div>Infine, in pubblicazioni divulgative o in occasione di eventi di formazione e informazione quali quelli proposti dalla campagna regionale “Il futuro conta”, è fruttuoso anche pensare in grande e discutere un terzo insieme di fenomeni, quasi di natura “storica” e “sociale”. Le nostre pensioni, infatti sono quelle che sono per la necessità di cambiare un patto intergenerazionale, passando da un modello a ripartizione pura, in cui il giovane di oggi versa i contributi che servono a pagare le pensioni all'anziano che esce dal mondo del lavoro, a un modello contributivo in cui tendenzialmente ognuno “fa per sé” e riceverà dai vari pilastri pensionistici esclusivamente a seconda dei contributi che è riuscito a versare durante la vita lavorativa.</div><div>Questo cambiamento di approccio dipende, in ultima istanza, dal bisogno di rendere sostenibile il nostro sistema di welfare di fronte a una situazione demografica nazionale che non è esagerato dire drammatica. Viviamo in un paese fra i più longevi al mondo, dove fasce sempre più ampie di concittadini beneficiano di un aumento della vita media ma avranno anche bisogno di aiuto e assistenza medica e relazionale. Viviamo in un paese in cui nascono pochi bambini (e il numero dei neonati secondo l'ISTAT è calato ancora per l'incertezza scatenata dalla pandemia) e, in prospettiva, questo ridurrà la forza lavoro e anche la capacità di coltivare innovazione e vitalità da iniettare nella cultura, nell'economia e nella società. Viviamo in un paese in cui la disoccupazione giovanile è un'emergenza che non cessa mai e chi lavora spesso lo deve fare con enorme fatica, con contratti episodici e in un “tira e molla” fatto di una precarietà estenuante che spesso dura decenni. </div><div>Le sfide sono enormi e in realtà l'argomento pensioni è un crocevia dove s'intersecano, come si è visto, una serie di problematiche che, volendo, esulano dall'educazione finanziaria in senso stretto ma stimolano nondimeno a riflettere su orizzonti e obbiettivi pesonali e sociali. Iooltre, non serve a nulla e non è giusto perdersi d'animo perché anche le cose storte si possono raddrizzare incentivando maggiore partecipazione e consapevolezza da parte di tutti e investendo in educazione popolare e capitale umano. </div><div>La previdenza complementare consente di integrare con accantonamenti dedicati la pensione pubblica che, per quanto detto, potrebbe non essere sufficiente a garantire un tenore di vita decoroso una volta usciti dal mondo del lavoro. Gli incontri proposti dall'Università Ca' Foscari e dagli altri atenei veneti avevano l'obbiettivo di chiarire che l'adesione a una forma di previdenza accessoria non è una semplice opzione ma una virtuale necessità. Uno dei modi più efficaci per stimolare una riflessione su quest'urgenza è utilizzare il concetto di tasso di sostituzione: si tratta del rapporto fra la prima pensione e l'ultimo stipendio. Valori bassi di questo indicatore, ad esempio del 50%, suggeriscono che la rendita pensionistica “copre” una piccola parte dell'ultima busta paga (la metà, nel caso esemplificato). Attualmente in Italia, secondo dati recenti dell'OCSE, un dipendente “a stipendio medio” che lavori a tempo pieno fino a 70 anni e contribuisca con regolarità a partire dai 22 anni in poi, potrà godere di un di un tasso di sostituzione molto alto, pari al 92% (molto superiore alla media dei paesi industrializzati che si attesta al 59%). E allora dove sta il problema? Purtroppo questi assegni sono destinati a pochi fortunati e la maggior parte delle persone, per motivi spesso indipendenti dalla loro volontà, non sfioreranno nemmeno queste cifre. Un anticipo della pensione di soli tre anni, possibile con “Quota 100” o altri meccanismi come l'APE, riduce il tasso al 79%; un'interruzione di 5 anni nel versamento dei contributi, taglia la pensione di ulteriori 10 punti percentuali. Non è cattiveria o avarizia da parte dell'INPS, ma solo la conseguenza di una ridotta contribuzione e dell'allungamento della vita media. Una carriera contributiva regolare è rara in Italia e molti non lavorano proprio: il tasso di occupazione nella fascia d'età 20-24 anni è appena del 31% (sì, avete letto bene: meno di un terzo dei giovani può iniziare a risparmiare prima dei 24 anni!) ma le cose non sono rosee nemmeno nell'intervallo d'età 55-64 anni in cui lavora il 54% degli italiani (contro una media OCSE dl 61%). </div><div>Dopo aver snocciolato questi dati di fronte a una platea, solitamente cala un silenzio surreale e diventa palpabile la tensione. Eppure ormai ci siamo anche abituati alla reazione di chi, specie fra i giovani, capisce che nulla è perduto e si può prendere l'iniziativa per costruire un piano per il futuro con versamenti previdenziali volontari e basato su informazioni concrete e facilmente reperibili come quelle disponibili sul sito della COVIP https://www.covip.it/ </div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/S9UFS7zO3kg" width="320" youtube-src-id="S9UFS7zO3kg"></iframe></div><br /><div>Chiunque si accinga a sviluppare questo piano previdenziale per il futuro si scontra con un’inevitabile, ma spesso dimenticata difficoltà: non è normale per le persone pensare al futuro nello stesso modo in cui si pensa al presente. L’economia e la finanza comportamentali già da decenni hanno mostrato come la mente umana non sia naturalmente sviluppata per vivere in armonia con le leggi del denaro e dei mercati.</div><div>Durante gli incontri proposti dall’Università Ca’ Foscari la previdenza complementare è quindi stata declinata anche nella sua dimensione comportamentale, nella consapevolezza che una vera educazione finanziaria passi anche dalla comprensione di alcuni limiti naturali a cui la nostra mente ci obbliga a sottostare. Il primo passo è quello di immaginare il contesto in cui gli esseri umani hanno sviluppato le funzioni principali del proprio cervello. Non diversamente dal processo evolutivo degli altri animali, anche l’uomo ha affinato capacità e competenze in un ambiente inizialmente ostile con l’obiettivo di sopravvivere e tramandare i propri geni. La mente umana è stata capace di elaborare scorciatoie mentali molto utili a questo fine. Pensiamo ad esempio al naturale istinto di ritirare il piede quando camminiamo in montagna e ci sembra di intravedere un serpente con la coda dell’occhio: molto spesso ci sbagliamo, ma è meglio confondere un innocuo bastoncino con un serpente che fare l’opposto e rischiare di farci male! L’adattabilità dell’essere umano l’ha condotto a dominare gli altri animali e imbrigliare e sviluppare la conoscenza al punto da creare degli ambienti artificiali come i mercati finanziari basati sulle regole della probabilità e della statistica. Il problema è che molte delle scorciatoie mentali che ci hanno aiutato ad arrivare dove siamo come specie non ci danno lo stesso aiuto quando si tratta di decidere del nostro denaro e delle nostre scelte previdenziali. </div><div>La semplice scelta di decidere di cominciare a contribuire ad un piano previdenziale complementare richiede che si sia pronti a sacrificare una parte del consumo presente per un futuro anche molto lontano. È ben noto alla teoria economica classica che il consumo futuro valga meno di quello presente, ma ciò che le teorie comportamentali suggeriscono è che la velocità con cui il consumo futuro è scontato non è costante tra momenti successivi, ma dipende da quanto avanti nel tempo guardiamo. Per un giovane, da un lato è meno oneroso cominciare presto a contribuire ad un piano pensionistico, perché deve sottrarre al consumo presente una quota inferiore avendo davanti a sé molti anni per contribuire, ma dall’altro è più difficile psicologicamente, perché i benefici di quel sacrificio si vedranno in un futuro molto lontano e appaiono psicologicamente meno soddisfacenti o troppo costosi rispetto al sacrificio che richiedono. </div><div>Oltre ad essere scoraggiati dalle nostre percezioni rispetto al futuro, noi umani siamo anche naturalmente predisposti a procrastinare le scelte che richiedono una qualche forma di sacrificio. Le platee coinvolte hanno potuto sperimentare di prima mano con semplici giochi d’aula che le persone sono normalmente impazienti quando si parla di futuro, specialmente se vicino: spesso preferiamo 5 euro oggi a 6 euro domani, ma lo stesso non vale se la scelta è tra 5 euro tra un anno e 6 euro tra un anno e un giorno. Perché? In poche parole, siamo bravissimi ad essere pazienti quando il costo della pazienza non ci tocca direttamente: posso aspettare un anno e un giorno per avere un euro in più perché l’aumento di benessere mi sembra egualmente lontano in tutte e due le opzioni! Il problema è che per avere una pensione complementare tra 30 anni dovrò cominciare prima o poi… e farlo prima sarebbe meglio! </div><div>Anche quando siamo motivati, ci troviamo di fronte ad un’altra sfida per cui non siamo preparati come crediamo: che tipo di prodotto di investimento scegliere? Come è già stato detto, la scelta è ampia e variegata, a volte persino troppo. Cosa accade nella nostra mente quando siamo di fronte a molte scelte che ci appaiono difficili da comprendere? Fin da quando ci siamo evoluti, noi esseri umani tendiamo naturalmente a considerare più sicure, e quindi a preferire, le opzioni che ci sembrano più familiari. Per un uomo preistorico evitare di assaggiare un frutto apparentemente appetitoso, ma mai provato prima, poteva fare la differenza tra una terribile indigestione e la sopravvivenza, e questo stimolo è così forte nel nostro modo di pensare che senza accorgercene lo utilizziamo in tutte le situazioni in cui dobbiamo affrontare contesti ambigui o che non capiamo a fondo. Così anche la scelta di una pensione complementare può finire per essere guidata da elementi che non necessariamente la rendono finanziariamente ottima (il fondo pensione a cui aderisce la mia azienda, il mio amico, ecc.). È lecito chiedersi se questa scelta subottimale possa poi essere migliorata nel tempo, man mano che viene acquisita una maggior confidenza con il tema del risparmio previdenziale. Purtroppo, la risposta è tendenzialmente negativa, perché gli esseri umani tendono a trovare confortevole lo status quo. Una volta presa una decisione, specialmente se si è aderito ad un’opzione automatica o di default, “ci si accomoda” e non la si cambia per evitare di rimpiangere poi questa scelta nel caso in cui si rivelasse avventata. La scelta di aderire a volte diventa definitiva indipendentemente dalle alternative potenzialmente migliorative che si possono presentare. </div><div>Anche nel caso in cui ci sentissimo più competenti e meno scoraggiati dal ricco panorama di alternative presenti, altre trappole comportamentali sono ancora in agguato. Supponiamo di aver deciso di aderire ad un fondo pensione aperto, il prossimo passo è sceglierlo tra le alternative (di fondi pensione aperti) possibili. I fondi pensione garantiscono un’efficace diversificazione ma sono comunque caratterizzati da diversi profili di rischio/rendimento che dipendono dalle loro componenti – gli strumenti finanziari che compongono il fondo. Per considerare solo i due elementi principali possibili di un fondo di investimento, da un punto di vista storico le azioni hanno prodotto rendimenti nettamente superiori (circa il 7%) rispetto alle obbligazioni. Ciò è dovuto in parte al fatto che le azioni sono più rischiose, cioè al fatto che le azioni sono molto più soggette a fluttuazioni di prezzo. Per questa ragione sono percepite come più rischiose di quanto in realtà siano. Perché le fluttuazioni di prezzo dovrebbero influenzare la nostra percezione della rischiosità delle azioni? Daniel Kahneman and Amos Tversky ci forniscono la risposta con la loro Teoria dei Prospetti, che si è meritata il premio Nobel per l’Economia nel 2002: psicologicamente gli individui non percepiscono nello stesso modo un guadagno e una perdita di pari importo. Perdere 10 € fa molto più male di quanto ci renda felici guadagnarne altrettanti. Detenere delle azioni il cui prezzo varia molto nel tempo ci espone quindi ad una serie di perdite e di guadagni molto frequente, ma visto che un guadagno psicologicamente non ci compensa di una perdita di pari importo, l’effetto globale è quello di farci sentire molto più “in perdita” di quanto non siamo in realtà. Quindi è possibile che le nostre scelte risentano di questa nostra ancestrale avversione alle perdite e ci spingano a scegliere prodotti più prudenti di quelli che magari sarebbero più adatti alle nostre necessità. </div><div>La previdenza complementare rappresenta il tema ideale per comprendere un aspetto meno evidente, ma non meno importante, dell’educazione finanziaria. Oltre a parlare alle persone e a trasmettere loro conoscenze, competenze e risorse per fare da soli, è necessario anche rendere evidenti come i nostri limiti comportamentali ci possano influenzare nell’utilizzare questa conoscenza, perché le scelte finanziarie non sono mai solo una questione di soldi, ma anche di sogni, aspirazioni ed emozioni.
</div><div><br /></div><div>Per approfondire.</div><div><ul style="text-align: left;"><li>Un libro: Marco Lo Conte, “La pensione su misura. Pensarla, costruirla, gestirla”, Il sole 24 Ore Editore, 2020. </li><li>Un film: “Marigold Hotel”, di John Madden con Judy Dench e Dev Patel, 2012. <a href="https://www.youtube.com/watch?v=S9UFS7zO3kg">https://www.youtube.com/watch?v=S9UFS7zO3kg</a></li><li>Un luogo: Via Ciro il Grande 21, Roma. (Zona EUR) Sede dell’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale)</li></ul></div>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-85188056790033141292021-12-03T02:35:00.001-08:002021-12-05T02:48:12.554-08:00Tenacia finanziaria<p>Insegno "educazione finanziaria", la materia internazionalmente nota come "financial literacy", e spiego ai miei studenti alcune delle cose che si dovrebbero sapere per raggiungere un livello decente di consapevolezza nella gestione di investimenti, finanze e risparmi. Lo faccio in un corso, intitolato appunto <i>Financial Literacy, </i>destinato agli "altri", cioè ai non addetti ai lavori iscritti ai programmi triennali di scienze, lingue, filosofia e lettere. Notate che non ci sono gli economisti, presupponendo che chi acquisisce una laurea in management o economia sappia quel che c'è da sapere e gestisca con qualche professionalità risparmi, finanziamenti e tutto il resto. Questa cosa secondo me è tutta da dimostrare ma non mi vorrei occupare di questo.</p><p>La financial literacy è un puzzle composto da tante tessere che nella testa di tanti sembrano forse frammenti privi di senso e che è impossiblie mettere al posto giusto: rischio, rendimento, gadagno, interesse, tasso, norme e cavilli, costi e percentuali, questionari e MiFID, banche, bancari e banchieri... roba da far girare la testa anche a chi queste cose le mastica. </p><p>Ma negli ultimi giorni mi sono reso conto che non basta sapere le cose, quelle nozioni che provo a raccontare in classe, perché non c'è cognizione che valga senza la capacità di azione concreta. A che giova sapere (forse) quel che fai e quel che si deve fare se non è possibile farlo sul serio? Ora, non sto invocando il primato della pratica sulla teoria e potete pensare che sono contorto. Magari è proprio così ma ho sbattuto ripetutamente il muso contro le difficoltà operative in cui si sguazza nel mondo reale. Tre esempi di vita vissuta nell'ultima settimana chiariranno forse il concetto (distorco nomi e circostanze quel minimo che basta per intorbidre il riconoscimento di alcuni che si potrebbero offendere ma, se capitasse, sono comunque cavoli loro!)</p><p>Vado in un ufficio postale per vendere un ETF della zia Maria, cui do qualche consiglio di tanto in tanto. La dipendente delle poste che ci assiste, la consulente, si chiama Anita, giovane, sempre pacata e professionale anche quando forse intuisce un filo di insofferenza che trattengo con quanta forza e disciplina ho in corpo. Ci mette 45 minuti cronometrati per farmi un estratto conto dei titoli della zia, la miscela mefitica di computer e programmi delle poste è micidiale: la rete non prende, ma è un classico; "stamattina non si riesce...", come quasi tutti i giorni; bisogna digitare il codice conto, recuperare il numero del rapporto titoli agganciato al conto, notare che per motivi ignoti alcuni fondi si trovano su un libretto <i>smart </i>(mica tanto!), mettere insieme tutte le informazioni, accorgersi che la MiFID è scaduta, "posso fare una fotocopia del documento e del codice fiscale?" (ce ne avranno minimo 30!) e vai col liscio perché poi, se ci pensate lo indovinate anche voi, la stampante non stampa, la carta è finita, tre telefonate... Quando arriva l'estratto conto, è di semplicita estrema, una videata di quel che c’è sullo schermo in cui si intravedono solo i nomi dei titoli senza le quantità, i codice identificativi, controvalore. Francamente, va bene per incartare il panino ma ce l'abbiamo fatta! Per festeggiare, divago un attimo, e chiedo se sia possibile ricevere degli SMS quando si fanno dei movimenti in conto. È la fine! Non c'è altro modo (pare) che installare l'app BP ed è una rumba di App Store, Android, codici, attivazione, codice di controllo SMS, "inventi una password di 6 caratteri, quella che vuole, tanto la può cambiare", strucca, gratta, installa, entra, esci, verifica ma alla fine è fatta pure questa! Allora si possono avere questi SMS? No, non si può perché la voce del menù nella app e grigia, non si può selezionare e non si sa perché. Con aplomb che ha del notevole, Anita dice "Strano, sul mio funziona..." Questa è una frase celebre e ormai ho centinaia di esempi di gente (me incluso) che sa fare una cosa sul loro computer o telefono, col loro software, nel loro modo e chissà perché se cambi qualcosa non funziona mai una mazza! Anche gli studenti, è un classico, quando non sanno fare un eserizio: "ma a me e casa veniva sempre". Sarà!</p><p>Va bene, è stato un bell'intermezzo, adesso possiamo vendere questo ETF? No, non si può perché, visto che ci abbiamo messo un'ora e 20 minuti, è tardi: ci sono altri clienti e dobbiamo fissare un altro appuntamento a distanza di una settimana (eh già, Anita fa la consulente in diversi uffici ed è in quello della zia si reca sì e no un giorno ogni tanto). </p><p>La settimana dopo è oggi, abbiamo appuntamento alle 13.00, attendiamo pazienti sotto il sole fuori dall'ufficio fino alle 13.40 quando esce il cliente precedente con cui si era fatto tardi. Iniziamo (dopo le sacrosante fotocopie di CI e CF, così siamo a 32 versioni archiviate solo in quest'ufficio), recuperiamo il titolo, click su "vendi", ma non si può perché serve obbligatoriamente fare una consulenza formale, una pratica in cui io fingo di chiedere di vendere e loro fingono di darmi informazioni. Questo documento deve rimanere agli atti, serve per la MiFID, è il protocollo per evitare (?) contestazioni e provare che l'intermediario si è comportato correttamente. La consulenza non la leggiamo nemmeno e dopo che l'abbiamo ottenuta pestando sui tasti, abbiamo 2-3 pagine in più, firma e via. Il modulo e la piattaforma per la vendita sono imbarazzanti, Anita me li mostra e non è possibile vedere il book (il che, senza che io entri in questioni tecniche, significa che in realtà non si sa a che prezzo si vende). Controllo se il prezzo "di riferimento" che compare sul video di Anita sia vicino a quello che vedo sul sito della mia banca (ma come fa uno che non ha un home-banking alternativo di supporto?), imbraccio tutto il coraggio che ho e le dico "vendi!". Clicca, altro modulo, "vendi!", confermo? Sì, avanti, schermata di controllo "sei sicuro?", vendi... servono altri due conferme dopo che il sistema mi ha avvisato minaccioso che è un ordine al meglio. Sono sfatto ma almeno ho venduto. E visto che abbiamo fatto 100, facciamo 101? Chiedo se posso comprare un altro ETF al posto di quello appena venduto... è tardi, l'ufficio è già chiuso, forse Anita non ha mangiato anche se non è colpa né mia né sua se tutto è farraginoso e pachidermico. Ci prova, ma serve un'altra consulenza. La prepara con la solita trafila di tasti, schermate, numeri, codici e quando è pronta appare un avviso bloccante (<i>alert</i>): non si può fare una seconda consulenza perché la prima blocca l'operativita per 5 giorni. Le chiedo solo "ma che senso ha?". Mi risponde che "in effetti, non ne ha molto" e ci arrendiamo. Convenevoli e titoli di coda dopo aver fissato un altro appuntamento (e tre!) per il 13 dicembre.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-AYFs9izbwHM/YayTHAqtsiI/AAAAAAAAF2k/kokwMJ7Y-3oxi8Jve3F0oVEd1LJfO55RgCNcBGAsYHQ/s1024/img_9762b.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="768" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-AYFs9izbwHM/YayTHAqtsiI/AAAAAAAAF2k/kokwMJ7Y-3oxi8Jve3F0oVEd1LJfO55RgCNcBGAsYHQ/w300-h400/img_9762b.jpg" width="300" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La postazione di lavoro in un pratico sgabuzzino (niente da dire, è molto meglio di certi "salottini" dove ti fanno accomodare le banche ganze). Gel igienizzante al suo posto e, a video, si riconosce l'impostazione antidiluviana dei menù con le opzioni per l'operatrice.</td></tr></tbody></table><p>Mi avvio alle conclusioni e provo a esprimere qualche considerazione. In fondo in fondo che cosa volevo fare? Vendere un fondo d’investimento e comprarne un altro. Gli ETF sono prodotti efficienti e poco costosi, presenti sul mercato italiano da decenni. Il Sole 24 Ore, che non sarà la bibbia ma è pur sempre una fonte civile, ne parla bene da anni e li suggerisce ai risparmiatori come ottima alternativa ai più costosi fondi delle banche. Eppure, per provare a comprarli agli sportelli degli istituti o delle poste, bisogna sfiorare l’ascetismo e vincere le difficoltà amministrative e pratiche di un’operazione “disallineata” con quanto si fa di solito. Aggiungeteci che molte reti di vendita hanno assorbito l’idea che gli ETF rendono poco all’intermediario (spesso le banche incassano commissioni pari allo 0.1% o meno, mentre se vi vendono prodotti “della casa” ci possono fare 1, 2, 3% o anche di più; in pratica, scaricano sul clienti costi 10 o 20 volte più alti...) Spesso il personale non è formato, ha imparato nei corsi interni a vendere solo le “sue” cose e pensa, qualche volta in buona fede, che questi ETF siano demoniaci, non sa come si trattano sul mercato, non vi sa dire i costi di transazione, non sa quanto costa detenerli in un normale deposito titoli. Se mettete insieme tutte queste “resistenze”, il risultato è che serve una fatica boia per costruire un portafoglio di ETF (ci sono eccezioni ma non ne parlo qui), devi passare ore in banca, provare a capire se ci si può arrangiare da soli su internet (che qualche inquietudine te la genera sempre), vincere la diffidenza dello sportellista che per ignoranza o dolo o una miscela delle due cerca sempre di rifilarti prodotti diversi e, guarda caso, quasi sempre più vantaggiosi per la banca e meno per te. </p><p>Prendete il mio caso con Anita: è una professionista sveglia, molto più preparata della media, ci mette buona volontà e sta sul pezzo. Ma, vuoi perché il sistema informativo è disarmante, vuoi perché non fa spesso cose del genere o altro, ci abbiamo messo 3 giorni per vendere un fondo obbligazionario (pardon, ETF!) EU e comprare la stessa somma di un fondo obbligazionario (ehm, ETF) EU indicizzato all’inflazione. Stavo semplicemente cercando di proteggere la zia, passando a obbligazioni governative che la proteggano dall’inflazione che sta rialzando la testa, mantenendo sempre un basso profilo di rischio. In realtà nemmeno so se ci sono voluti tre giorni visto che questo lo vedremo il 13 e magari mi servono altri passaggi e ore e ore di tempo perso. </p><p>La prima conclusione che traggo è che ci vuole cattiveria da parte del risparmiatore e non c’è modo di fare le cose giuste se non non sei preparato ma, ancor di più, se non sei determinato a insistere e ringhiare che sono soldi tuoi e che li vuoi gestire bene, investendoli in prodotti efficienti e a basso costo, anche a costo di vincere l’assurda resistenza passiva o attiva del postale o bancario di turno che, sia detto per inciso, dovrebbe fare i vostri interessi e non quelli dell’istituto per cui lavora (o, almeno, <i>‘na onta e ‘na ponta</i>, in una qualche via di mezzo).</p><p>La seconda riflessione è sui miei studenti, quei giovani inesperti che si affacciano alla finanza spicciola, cui mostro che gli ETF sono molto meglio (in genere) dei fondi convenzionali. Ho pensato che devo utilizzare molto più tempo a convincerli che vale la pena insistere, che devono diventare dei marines per sfuggire alla trappole delle reti di vendita, agli agguati dei consulenti <i>pro domo sua</i>, che dicono che “mah, non so, non si può fare...”, che devono resistere alle lentezze del sistema informatico e prepararsi a 3 appuntamenti e 6-8 ore di lavoro perse pur di riuscire a completare un’operazione semplice, sensata e conveniente. Qui non c’entra quasi niente la <i>financial literacy</i>, è questione di psicologia, determinazione, abilità nel convincere le persone e spingere il consulente a fare per te quello che dovrebbe consigliarti già da solo (ma non lo fa perché la banca ci guadagna troppo poco). Duri i banchi!</p><p><i>PS. Nel corpo del post avevo detto “tre esempi” ma ve ne ho fatto solo uno. Mi sono fermato per evitare che il post tracimasse Gli altri si riferivano a continue chiamate degli operatori che t’invitano a spostare i tuoi investimenti da qui a là e alla proposta fatta a una signora ottantenne di comprare prodotti con rischio 6 su una scala che va da 1 a 7. Ve li dico a voce! </i></p><p><i>PS2. Non è che gli ETF siano il sacro graal, domandate sempre quanto costa comprarli e tenerli, bisogna capirci qualcosa e qualche volta anche io, per quieto vivere, mi sono comprato fondi della casa. Ma non è sua mamma che non sia possibile migliorare questo stato di cose con maggiore conoscenza della teoria e della pratica.</i></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-MawHEpkxX20/YayUcmGGMYI/AAAAAAAAF2w/qD_9BrbnY3EpNEYnjh95qbqHua_5kyyhwCNcBGAsYHQ/s1024/img_3616b.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="768" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-MawHEpkxX20/YayUcmGGMYI/AAAAAAAAF2w/qD_9BrbnY3EpNEYnjh95qbqHua_5kyyhwCNcBGAsYHQ/w300-h400/img_3616b.jpg" width="300" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Poltroncina per i clienti BP, con sversamento <i>d'antan</i> di moka di caffè che "mi scusi, non siamo riusciti a togliere la macchia". Wow, mi sento così a mio agio che ci ho appoggiato con affetto il mio giubbotto!</td></tr></tbody></table><i><br /></i><p></p>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-48399277976510999052021-11-07T12:35:00.010-08:002022-05-28T08:46:31.913-07:00#novax alla cannella!<p>Anche io #novax, era ora! Finalmente mi bevo pure io una leggenda urbana e faccio di tutto e di più per adattare il mio comportamento a questa gabola, voglio la mia fornitura di cannella, a costo di protestare nelle piazze contro la dittatura sanitaria!</p><p>Beh, non è proprio così, ma sotto sotto ho rischiato anche io di cascarci perché quando una cosa la vuoi credere con tutte le forze, quando ci speri proprio tanto, non c'è scienza che tenga davanti al vodoo che ti semplifica la vita.</p><p>Vado con ordine e provo, per i miei quattro e quattr'otto lettori #iomivaccino e #novax a raccontare una storia. Ieri sera siamo a cena da un'amica tanto brillante quanto ferrata nella scienza. Anna ha impiantato una impresa che estrae concentrati proteici da vegetali come soia e piselli, producendo farine e gel ad alta biodisponibilità e privi di glutine per consumo agricolo-industriale e umano (ad esempio, i prodotti sono adatti a vegani, ciliaci, a chi ha intollerenze varie o preferisce poteine vegetali al posto di quelle animali). Io sono un diabetico LADA da due anni e mezzo (è un'altra storia, forse un giorno mi metto a scriverla) e cerco con discreta cattiveria di combattere la glicemia alta con quello che chiamiamo "compenso metabolico", nome aulico che sta per dieta feroce con controllo strenuo di carboidrati e demonizzazione di zucchero e tutto quel che lo contiene. Pane e pasta solo con sospetto e immancabile pesatura mentale (dopo un po' ci si fa l'occhio) o sulla bilancia. Da due anni e mezzo ho sempre una fame boia, sono diventato secco come un'acciuga striminzita, una pizza è un oggetto del desiderio che scatena deliri onirici e sublimazioni erotiche perché, tanto, non te la puoi mangiare (sempre che non sgarri, ovvio!). Spero di aver reso l'idea e a un certo punto Anna, che macina tabelle di ingredienti e composti chimici a memoria, mi dice che "la cannella abbassa la glicemia". Affondo il cucchiaino nella mia mini-porzione di mele cotte al limone, squisite e senza zucchero, cosparse proprio di cannella e penso che non può essere vero. </p><p>Eppure ci voglio credere con tutte le forze, basta dieta (pardon, compenso), xitagliptin, glucometro, ipoglicemie, metformina sia slow che fast... da adesso mi posso strafogare e decidere di mangiare (più o meno) quel che mi pare, tanto ci metto la cannella! Il giorno dopo (cazzrla, sono pur sempre uno scienziato, mica un #novax!) cerco le prove e trovo questo articolo:</p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-gns_ozB_LfU/YYgsj5zYfTI/AAAAAAAAF0I/FzvOiGNf7MY1NiLULntfsjfN3UipENvWgCLcBGAsYHQ/s748/Screen%2BShot%2B2021-11-07%2Bat%2B20.43.35.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="229" data-original-width="748" height="122" src="https://1.bp.blogspot.com/-gns_ozB_LfU/YYgsj5zYfTI/AAAAAAAAF0I/FzvOiGNf7MY1NiLULntfsjfN3UipENvWgCLcBGAsYHQ/w400-h122/Screen%2BShot%2B2021-11-07%2Bat%2B20.43.35.png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/14633804/">https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/14633804/</a></td></tr></tbody></table><br />C'è proprio scritto che la cannella migliora (il livello) della glicemia e dei grassi nei diabetici. Leggo e anche se non capisco proprio tutto, capisce che basta: il consumo di 1-6 grammi di cannella al giorno produce un calo della glicemia del 10-20% e un mucchio di altre belle cose al tuo colestorelo HDL, LDL, trigliceridi e avanti con la processione. Lo studio è fatto bene, pubblicato su rivista scientifica <i>peer-reviewed</i>, ci sono le deviazioni standard e i p-value (vuol dire che è roba seria e credibile). Mi organizzo per comprare 14 confezioni di cannella la prossima volta che vado al supermercato: già, 6 grammi al dì, circa due etti al mese, due kg e mezzo all'anno, Anna aveva ragione, <i>de profundis</i> per il diabete e da ora in poi a casa mia, se vi portate le mele, vi sembrerà di entrare in uno strudel tanto è forte l'essenza di cannella!<p></p><p><i>Osservazione 1: la vedete almeno un po' la differenza coi #novax de noantri? Se senti dire una cosa non te l'ha ordinato il medico di crederla seduta stante. Si può sempre cercare due minuti su un motore di ricerca e leggere qualche articolo (serve precisare "articolo" di nuovo? Sì, pubblicazione scientifica, non vaccate prese da siti alternativi in cui pubblicizzano rimedi per salvarsi dagli extraterresti o dicono che adesso siamo "sovrani noi" al posto del medico di base). Il #novax da barzelletta (?) di cui parlo ci crede e basta ma non è sua mamma fare così. Provate a studiare, no?</i></p><p>Ecco la tabella che mostra il calo della glicemia nei gruppi 1, 2, 3, quelli che si sono saziati di cannella mentre i gruppi 4, 5 e 6 cui hanno dato placebo non hanno tratto benefici. Lo vedete anche voi che si passa da 11.5 circa a 9 e rotti di glicemia dopo 40 giorni. Evvai!</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Of-CeHb4kh8/YYi266tPymI/AAAAAAAAF0g/TXr6u_HCjx8uF9DI5J24j7XzZq9uwp7LgCLcBGAsYHQ/s640/Screen%2BShot%2B2021-11-07%2Bat%2B20.53.25.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="342" data-original-width="640" height="342" src="https://1.bp.blogspot.com/-Of-CeHb4kh8/YYi266tPymI/AAAAAAAAF0g/TXr6u_HCjx8uF9DI5J24j7XzZq9uwp7LgCLcBGAsYHQ/w640-h342/Screen%2BShot%2B2021-11-07%2Bat%2B20.53.25.png" width="640" /></a><span style="text-align: left;">Ma, evidentemente, sono roso da un tarlo, un </span><i style="text-align: left;">caroeo</i><span style="text-align: left;"> diremmo in veneto, che mina le mie certezze. L'articolo è del 2003 (beh, che c'è di male? La scienza dura secoli...), lo hanno fatto in Pakistan (calmi, preferite il Pojanistan di Pennacchi?), il numero di pazienti era 60, che significa 10 per gruppo (mi pare poco anche se è meglio di niente...), è veramente possibile che sniffare cannella elimini il diabete dal pianeta? (esagerato! la glicemia cala del 10-20%...) E perché le mie wonder-diabetologhe non me l'hanno mai detto? (che ci sia un complotto speziale ai danni dei produttori di cannella e strudel?)</span></div><p><i>Osservazione 2: la scienza non è fede in dogmi intoccabili e si costruisce faticosamente imparando da quel che capiamo e dai nostri errori. Ogni studio verifica e, se serve, rettifica quelli di prima, in modo che quanto è ben compreso si solidifichi se si accumula evidenza, e sia doverosamente modificato se conosciamo fatti nuovi. Questa apertura all'errore e all'auto-correzione non è un difetto, è un metodo. Solo i mussi non cambiano mai idea. È l'unico metodo che conosciamo per provare a capire il mondo, le pandemie e tutto il resto. Vedete la differenza coi #novax tipici? Non gli sono bastati due anni di sofferenze, 130 mila morti e oltre (solo in Italia), decine di studi e quintali di dati che provano l'utilità e l'efficacia dei vaccini per cambiare idea, teste dure e cuori di pietra... </i></p><p>E mi rimetto con maggiore cattiveria a cercare sul motore di ricerca, chi cerca trova, e infatti trovo una meta-analisi (anzi, due!) Una meta-analisi è uno studio degli studi che sono stati fatti su un argomento. Se vi chiedete come mai la gente è pagata per studiare una cosa già studiata, il motivo è che spesso studi diversi arrivano a conclusioni talvolta diverse (non sempre, ma capita). E allora la meta-analisi mette insieme tutto quello che sappiamo e che è stato pubblicato, è una specie di sondaggio-sommario in cui sono interpellati tanti ricercatori e si mettono insieme i loro risultati per vedere se le conclusioni di questo o quello studio sono robuste oppure se manca sufficiente evidenza.</p><p>Ebbene, la prima meta-analisi, <a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24019277/" target="_blank">"Cinnamon Use in Type 2 Diabetes: An Updated Systematic Review and Meta-Analysis"</a>, 2013, conclude che:</p><blockquote><p>Il consumo di cannella è associato a un calo significativo del glucosio a digiuno (e del colesterolo totale, ...) Tuttavia, non c'è un effetto significativo sull'emoglobina glicata. L'alto livello di eterogeneità potrebbe limitare la capacità di applicare questi risultati ai pazienti, dato che le dosi e durata della terapia (a base di cannella) non sono chiare.</p></blockquote><p>Non è proprio una marcia indietro ma la mia felicità cannellata ne esce ridimiensionata, è tutto più sfocato e, a dir la verità, noi pazienti siamo contenti se cala la glicemia ma lo siamo ancora di più quando scende la glicata (su cui invece "non ci sono effetti significativi"). Dieci anni di studi posteriori al 2003 hanno mostrato che la cannella forse qualcosa fa ma è meno efficace e semplice di quel che sembrava. </p><p>La seconda meta-analisi, <a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30935562/" target="_blank">"The impact of cinnamon on anthropometric indices and glycemic status in patients with type 2 diabetes: A systematic review and meta-analysis of clinical trial"</a>, 2019, è ancora più recente e quasi pianta un chiodo sul coperchio della bara:</p><blockquote><p>Nei 18 studi dell'analisi l'uso di cannella ha ridotto la glicemia a digiuno di -19.26 mg/dL rispetto al placebo. Tuttavia, gli effetti su glicata, peso, indice di massa corporea e giro-vita sono non significativi. Inoltre, la cannella non ha modificato i livelli di insulina e di insulino-resistenza in modo significativo... Vista l'alta eterogeneità, i risultati devono essere interpretati con grande cautela.</p></blockquote><p>Alè, la cannella qualcosa fa, -19 è meglio di niente, ma è poco e gli articoli scientifici che si concludono con <i>however </i>(tuttavia) non danno grande soddisfazione, serve troppa cautela per chi, come me, sperava che cannellarsi sarebbe stata la soluzione. Dovrò continuare a prendere i miei farmaci, mangiare sano e senza zuccheri, controllare uso e abuso di carboidrati con crudeltà, fare moto, misurarmi i livelli and all that jazz (tutti i membri della tribù dei diabetici queste cose le sanno e provano a farle).</p><p><i>Osservazione 3: spesso le cose interessanti sono complesse, interdipendenti, ingarbugliate nel senso che se fai una cosa ti trovi poi a dover fronteggiare esiti inattesi che ti obbligano a prendere altre misure dagli effetti non ben noti e così via. Diffidate di teorie semplificatrici all'eccesso e di persone che riducono un problema complesso a una ricetta da una riga o trovano capri espiatori piuttosto che fare la fatica necessaria a risolvere le cose. Esempi? "Il diabete si controlla con la cannella" mentre è una sindrome metabolica diffusa, fetente e aggrovigliata; </i><i>"la pandemia e i vaccini li vuole BigPharma" mentre una cosa del genere non l'avevamo mai vista e, con i vaccini e la dedizione di molti, ne stiamo uscendo anche se ci sono cose che ancora non sappiamo; "il lavoro ce lo rubano quelli degli sbarchi" su cui non commento e così via. Populismi, sovranismi e negazionismi vari (in campo sociale, sanitario e scientifico) riducono la complessità a una comica e non risolvono mai nulla. </i></p><p>Forse, per amor di polemica, sono stato troppo severo nel paragrafo precedente: l'articolo del 2003 non diceva che "il diabete lo controlli con la cannella" ma solo che la glicemia calava se ne assumevi da 1 a 6 grammi al giorno. Ma nemmeno questa conclusione era a prova di bomba e le cose, appunto, sono più complesse di così, come ci dimostra la buona scienza a base di meta-analisi e decine di altri studi successivi. </p><p>E quindi che faccio? Ho deciso che un po' di cannella, da ora in poi, la userò lo stesso ogni giorno: costa (molto) meno della droga, male non mi fa, riempie la cucina di un bell'aroma, sostiene l'umore e, soprattutto, sia quel che sia con la glicemia!</p><p><br /></p><p>PS. So già che faccia faranno wonder-Sara e wonder-Alessandra quando, la prossima visita di controllo, chiederò loro se la cannella fa bene. Si apriranno a un sorriso, alzeranno impercettibilmente le spalle e mi diranno di prendere tutta la cannella che mi pare (<i>per quel che sappiamo...) </i>Hanno letto le meta-analisi anche loro e sanno che, per ora, ci dobbiamo curare in altro modo. Restano sul pezzo, studiano e le provano tutte prendendosi il tempo che serve. Sono scienziate vaccinate, <i>chapeau!</i></p>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36483860.post-5948397827466735022021-08-21T01:56:00.011-07:002021-11-07T09:54:14.372-08:00Bipolare<p>Mezzo pieno mezzo vuoto, santo o demone, tesi e antitesi (anche se io preferisco di gran lunga un più matematico "ipotesi e tesi"). Sono giorni in cui vago senza ordine fra interpretazioni opposte di quanto mi gira intorno, rimbalzando troppo frequentemente fra gli estremi con ridotta capacità di sintetizzare. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-hkGL0iGcKrk/YSC6O7nMlxI/AAAAAAAAFus/wyFk6L1DmYArmhXwZFkXyP9spNy2wFY-ACLcBGAsYHQ/s90/ying-yang.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="90" data-original-width="90" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-hkGL0iGcKrk/YSC6O7nMlxI/AAAAAAAAFus/wyFk6L1DmYArmhXwZFkXyP9spNy2wFY-ACLcBGAsYHQ/w200-h200/ying-yang.jpg" width="200" /></a></div><p>Stiamo facendo un sforzo enorme per arginare una pandemia che, letteralmente, non vedevamo da un secolo, 130.000 e rotti morti e vedo concretamente l'enorme sforzo fatto dalla società, da tutti noi, per uscire da questo incubo socio-sanitario. Avverto la fatica di organizzare una vaccinazione di massa, che richiede mezzi e organizzazione, menti per pianificare e braccia per eseguire. Da noi a Treviso c'è l'hub di Castrette, in una fabbrica moderna e di design di fronte alla sede della Benetton, campi e campi di capannoni su due piani, parcheggi, spianate per le sedie di chi sta in attesa, di chi sosta per 15 minuti dopo l'iniezione, alpini che regolano i flussi, volontari e decine di tosi e tose (chissà dove li hanno pescati) dietro ai computer per fare l'accettazione, per stampare il certificato e poi i medici nei box e tutti il resto.</p><p><i>In realtà, quando mi sono fatto la sporca seconda dose, eravamo 4 gatti. Penso che così, non ne usciremo più, scambio due parole con l'alpino osservando che siamo pochini. "Spero che dipenda dalle ferie e dal fatto che Zaia lascia che si vaccinino anche nei luoghi di vacanza". È incredibile quanto Zaia rifulga di poteri impensabili per i comuni mortaili, è lui che lascia, è lui che fa, se non è "ein volk...", poco ci manca. </i></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-bFMLyGCA4B0/YSC7tiIWU9I/AAAAAAAAFu0/laLSLBsJ4jgsY0JhTIUTwfak49Fo_ZJgACLcBGAsYHQ/s2048/IMG_6636.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-bFMLyGCA4B0/YSC7tiIWU9I/AAAAAAAAFu0/laLSLBsJ4jgsY0JhTIUTwfak49Fo_ZJgACLcBGAsYHQ/w400-h300/IMG_6636.jpg" width="400" /></a></div><p>Ho appena scaricato il mio green pass, questa prova di civiltà aborrita da persone strane, che non capisco e osservo come reperti di una wundekammer, teste di legno che rifiutano i vaccini per testardaggine, esoterismo, ascentificità, mancanza di senso civico e rispetto per la propria e altrui salute. Guardo il mio QR code e penso che è una grande impresa, milioni di QR code, come un esercito di fronte alla malattia che ci tiene al guinzaglio da troppo tempo. Adesso ce l'ho sia su Immuni che in pdf, su video e su carta. Ne vado vagamente fiero anche perché...</p><p></p><p><i>Green pass un par de zeri! Da una decina di giorni, con intensità crescente pesto sulla tastiera del computer e del celluare, scrivendo email e telefonando ai numeri verdi perché io il green pass non posso averlo, "non è stato possibile generare un authcode" sul sito http://www.dgc.gov.it/, non una riga di spiegazione in più. Pian pianino provo da solo.a capire: ho avuto il covid, normale; mi sono curato, normale, senza però curarmi di raccogliere come trofero un tampone molecolare di positività, normale (anche se ero stato avvisato!); sono guarito dopo l'isolamento e ho fatto il mio bel tampone di negativizzazione, normale. Ma per il sito io ho, forse, una sola dose, forse non sono stato mai malato e non importa che sul mio certificato vaccinale c'è scritto che sono esente dalla seconda dose. Te lo dice il computer e non c'è verso di parlare con un umano, ahi ahi... Scrivo all'email di assistenza, una due tre volte, NC NC NC ("non cagato") a parte un numero di ticket che non si nega a nessuno, codice 03109251, quasi quasi me lo tatuo sul bicipite possente per ricordo. Telefono al numero verde: presto, non rispondono, a mezzogiorno, non rispondono, tardi, non rispondono. Ma ce l'avete una sorella? Telefono al numero dell'AULSS ma non è semplice: il primo numero mi dice di chiamare il secondo che controlla e si fa mandare certificati vaccinali e tamponi per ricordarmi poi le regole del green pass che non contemplano il mio caso. chiedo ancora aiuto ma non mi risponderanno più. Vado in farmacia, lì dovrebbero stampare green pass come noselle ma prova e riprova non ci riescono nemmeno loro, se lo dice il computer...</i></p><p>La farmacista Luisa è stata una piccola chiave di volta, mi dice di scrivere a urp.treviso@aulss2.veneto.it e, anche se sono scettico visto che solitamente gli URP sono porti delle nebbie, scrivo e poi telefono e rispondono (anche qui serve provare una dozzina di volte). Controllano, "le banche dati", "non funziona niente", "mi lasci vedere". Apprezzo lo sforzo di risolvere senza limitarsi a fare il compitino scritto sul mansionario ma, alla fine, mi dice "le consiglio di fare la seconda dose. In ogni caso, il suo green pass sarebbe valido per poco tempo... vale per sei mesi dopo la prima dose" (che ho fatto in marzo). Bofonchio qualcosa sul fatto che c'è scritto sul mio certificato vaccinale che sarei esente, "si faccia la seconda dose..." Amen, mi mette in comunicazione con un numero e una signorina svelta ed efficiente mi prenota per l'indomani, mi devo recare a Castrette, la trevigiana gioiosa macchina vaccinale da guerra, allestita da Zaia (!). Dai, che ne sono uscito, ci ho messo qualche giorno ma dovrei essere fuori dal guado.</p><p><i>Visto che ci sono, all'hub domando qualcosa che non mi torna: 'sto green pass vale nove o sei mesi? Non lo sanno, "sì, nove ma forse sei... cambiano disposizioni un giorno sì e uno no". E quando lo potrò avere? Mah, forse le arriverà l'SMS, altrimenti provi col sito fra due giorni, "meglio metà settimana prossima". Insomma non sanno una mazza di preciso e neache ad occhio, ma almeno ci mettono buona volontà. A un certo punto, mentre sono in accettazione, arriva uno sbarbato che mi dice che non potevo fare foto, "scusa, non sapevo", "ci sono i cartelli, ha fotografato le persone", con la coda dell'occhio mi guardo intorno, tonnellate di cartelli di ogni tipo, "riscusa, ma ho fotografato solo le sedie". Devo aver fatto via via una faccia brutta brutta perché se la fila in ritirata "a me hanno solo detto di dirtelo" e lascio a voi valutare se la foto viola la privacy di qualcuno anche zoommando col computer di Penelope Garcia di CSI. E poi con 'sta privacy comunque avete spaccato proprio. La usate solo quando non servirebbe, Immuni paralizzata, green pass no, mense no, discriminazione e vanti indrio!</i></p><p><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://1.bp.blogspot.com/-4rGm2ezZhis/YSC92jQSWeI/AAAAAAAAFu8/kPvsqZvAyKsHN_fzwM550BvZnNb9bjM7wCLcBGAsYHQ/s2048/IMG_0413.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-4rGm2ezZhis/YSC92jQSWeI/AAAAAAAAFu8/kPvsqZvAyKsHN_fzwM550BvZnNb9bjM7wCLcBGAsYHQ/s320/IMG_0413.jpg" width="320" /></a></i></div><i><br /></i>Rimiro il mio green pass, ottenuto alla fine di un gran premio che mi è costato per di più il solito giorno e mezzo di malessere e febbre per recuperare dall'iniezione (da cui sarei stato esente, vabbè). Credo che sia un dovere vaccinarsi e che l'obbligo del certificato sia altrettanto doveroso: le libertà sono sempre legate a responsabilità e se uno non si vaccina o non vuole esibire il green pass, resti liberamente e comodamente a casa sua, evitando il rischio di infettare sé stesso e gli altri. In università, a partire da questa sessione d'esame, lo useremo e speriamo che ci aiuti a voltare pagina.<p></p><p><i>Negli ultimi giorni i dirigenti dell'ateneo hanno mandato una pletora di email per dare indicazioni varie su come procedere. Sorvolo sul fatto che sarebbe meglio scrivere le cose giuste al primo colpo senza avere bisogno di altri tre messaggi per correggere quanto scritto prima. Ma la cosa che mi pare moralmente scivolosa è che si scrive che il docente, in quanto pubblico ufficiale, può chiedere il green pass. Notate il "può". Poi, se lo chiede e uno ne è sprovvisto, allora deve vietare l'ingresso all'aula. Notate il "deve". Sarà questo post schizzato e malmostoso, ma ci vedo il solito tentativo filisteo di suggerire senza dirlo, per carità, lasciate perdere, chi ve lo fa fare? Pubblico ufficiale sì, ma no mona! </i></p><p>Eppure a me il green pass pare necessario e basta. Altrimenti stai a casa tua, non è difficile. Domanderò di vedere il green pass di tutti quelli che si presenteranno e, memore della difficoltà che io stesso ho avuto a ottenerlo, accetterò anche certificati vaccinali ed esenzioni del medico. Però ci si ferma qua, non è tempo da liberi tutti e la libertà non si tutela, credo, consentendo a tutti di fare quel cavolo che gli pare (che è un casino, non libertà!). Serve per non vanificare l'impegno enorme di quanti hanno lavorato tanto e bene negli ospedali e nelle rianimazioni e per tirare su questa cattedrale di capannoni e punti vaccinali, sistemi informativi, numeri verdi, email di supporto, controlli e protocolli. Al di là di luci e ombre, oltre a scienza e vaccini, abbiamo poche armi se non civiltà e rispetto di regole avvedute. </p>Paolo Pellizzarihttp://www.blogger.com/profile/05297558870259126922noreply@blogger.com0