Oggi partiamo per andare a Rimini a recuperare Lorenzo, attraversando quel profondo nord padano sempre uguale a se stesso eppure sempre diverso negli accenti, negli spazi e nei dettagli. Da noi nuvoloni neri non preannunciano nulla di buono ma in Romagna dovremmo trovare più di 30 gradi, sole assassino e un'inondazione di luce lattiginosa e abbagliante. Come spesso accade, le nostre traversate estive passano per Ravenna, mettendo come tappa intermedia i pescheti di Pierluigi a Godo di Russi (nettarine Big Top, buone e spavalde, e pesche Maria Bianca, cultivar forse d'antan ma sempre degno di rispetto). Per andare a Ravenna, ci infiliamo solitamente nel simpatico budello della esse-esse 309, sua maestà la Romea: dopo un po' ci si abitua a quel mondo viaggiante, infestato di autovelox, camion, paesi e lidi. Lenta lenta, la 309 ti porta giù in tre orette, con la successione infinita di cartelli, 50-70-90-50-60-90, "controllo elettronico della velocità" a decine (ma perché non controllate mai vostra sorella?) Si rischiano sempre i crampi alle dita delle mani, a furia di armeggiare sul limitatore di velocità, o del piede destro, perennemente contratto a mezz'asta e mai pigiato veramente sull'acceleratore. La varia umanità della Romea ci accompagna da anni e ormai non ci lamentiamo nemmeno troppo, ogni cosa necessita il suo tempo, è un'esperienza zen prendere atto che da (Treviso-)Mestre a Ravenna serve quel che serve (a meno di rischiare il frontale o uno o più megamulte).
Però oggi decidiamo d'innovare: autostrada fino a Ferrara sud e poi esse-esse 16, Adriatica, per vedere che effetto fa un'altra strada statale. Elena ha tessuto le lodi del percorso alternativo, dicendo che è più rapido, richiede meno ascetismo della Romea ed evita i fenomenali ingorghi della Bologna-Ancona autostradale. Visto che una tradizione è abbandonata, tanto vale andare fino in fondo: oggi proviamo anche, per la prima volta, il navigatore. Nella fattispecie si tratta dell'iphone 4c di Cesira: ok, non è l'ultimo modello ma non ci tange, scateniamo l'app e dall'uscita di ferrara la voce fra il suadente e il dirigente della tipa mi dice cose come "fra 600 metri tieni la destra sulla esse-esse 16" e simili. Le indicazioni sono chiare, non troppo numerose e basate sul concetto storicamente inquietante di esse-esse. Alla fine proprio quest'assordante ripetizione mi fa venire l'idea un po' malsana di un post, nonostante di tanto in tanto qualche esse-pi faccia capolino fra i comandi, rischiando di spezzare un incantesimo.
Bella stradella, la esse-esse 16 che in 1000 km tondi tondi congiunge Padova con Otranto. Dal punto in cui la pigliamo noi, diretti a Ravenna, inizia con qualche decina di km di superstrada ultralusso e ultralarga, sempre 90 all'ora, bombardata da un sole via via sempre più feroce. Davanti a noi, una golf cabrio nera, d'antan pure lei se è lo stesso modello con cui Cesira e Friederike solcavano le colline di Farra un po' d'annetti fa. Le due tipe odierne non sono assatanate, non hanno la fretta e forse nemmeno i cavalli motore che sulle statali ti schiantano, e sorpassano i camion solo in estrema sicurezza (cioè quando se non lo fai un giretto dall'analista aiuterebbe). In poche parole, sono un perfetto punti di riferimento e così Thelma e Luise ci accompagneranno per un bel pezzo. Poi la superstrada finisce e la esse-esse 16 avvizzisce fino a sembrare una esse-ci in alcuni tratti: curve, stop, centri, semafori... Ci pare una stranezza ma ormai siamo in ballo e ci godiamo anche questo spezzone di Romagna un po' consumata e piena di buche, pallido ricordo di quella regione trainante ai tempi di Gardini. Cesira dice che le pare di passare per i paesi dell'Ungheria che, detto da lei, non è che sia un gran complimento! poi, spontaneamente, aggiusta il tiro: "quasi-Ungheria". Mi pare un filin più realistico e giù verso l'obbiettivo, passando per paesi con insegne suggestive come "Poldo affittacamere" e "Piadina superstar". Alla fine raggiungiamo Godo in due ore e trenta nette e concludiamo, dati alla mano, che ci abbiamo messo poco: la combinazione di autostrada fino a Ferrara a 130, superstrada a 90 e esse-ci a 50 pur sulla esse-esse, ha battuto nettamente la Romea.
Facciamo visti a Pierluigi e conosciamo l'ultima nata Giulia, 5 mesi di simpatia e gridolin. Ci congediamo dopo la piadina, gloria locale che ci cattura inevitabilmente da quelle parti.
Si riparte sotto la canicola e arriviamo infine a Rimini, località Torre-Pedrera, parcheggiando negli spazi della clinica esse-esse (no, stavolta non vuol dire strada statale né indica dove si curano quelli che stanno troppo al volante, ma le iniziali sono le stesse). Come sempre quando entro in quel posto, ripenso al quel galantuomo di Padoa-Schioppa e alla sua icastica frase: "Le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute", mucchi di esse-esse che si abbinano pure al post. Lo penso veramente, Padoa-Schioppa ha ragione, basta farsi un giro in una struttura riabilitativa marina per vedere a cosa possono servire i soldi che ci tolgono ogni minuto (si può fare meglio sempre, ma dopo che hai tagliato a sangue ricucire è duro o impossibile, vedi Ospedale al Mare al Lido di Venezia e Ospizio Marino di Grado, tanto per fare due esempi che conosco). Spero che esse-esse continui a offrire servizi e ad accogliere chi, dritto o storto, su due o tre gambe, con o senza ruote, ha bisogno di cure. È un posto pregno della sua surrealtà, dove incontri anche sorrisi inaspettati oltre che spessi strati di sofferenza e in cui la colonna sonora abbina sobriamente i classici sempreverdi di Raul Casadei a sprazzi di autentica novità targati Julio Iglesias (per favore poca ironia: i miei unici idoli gli Stones erano sul palco ben prima di Julio). Raccogliamo le nostre cose, facciamo gli scatoloni, salutiamo e carichiamo il portabagagli della Peugeot. Paghiamo 1 euro di parcheggio e alle 16.35 siamo di nuovo in macchina, fa un bel freschino direbbe il Gualazzi a 35 C, ma si parte con una scrollata di spalle e un chisséne. Basta esse-esse, ripieghiamo su un'altra "adriatica", la A14 Bologna-Ancona dove il limitatore sta a 135 dall'inizio fino a Padova.
L'ultima esse-esse ci è da sempre familiare e i tanti nomi della statale del Santo dicono quanto ci abbiano lavorato (tecnicamente è la ex esse-esse 307 ma noi ``sfrecciamo'' sulla SS 307 var, per anni rimasta misteriosa quanto la Treviso-mare). L'esse-esse che ci porta fin quasi a Riese è in realtà ora in carico a Veneto Strade sotto il nome di esse-erre 308. È finita, fatta anche questa!