partiamo dall’inizio. il 24 febbraio 2025 ospito nella mia lezione di Financial Literacy un evento, in collaborazione con Alumni e Banca d’Italia, sotto gli auspici del leggendario dispensatore di fondi PNRR, che la resilienza sia con noi! parliamo di ETF (Exchange Traded Funds) e, assieme al collega Corazza, c’è il signor Bosello di Mediolanum. il suo intervento è molto efficace e dice essenzialmente tre cose: gli ETF vanno bene e li uso anche lui; farsi una pensione integrativa è la migliore cosa che possiate fare; infine, sfida gli studenti a calcolare quanto si accantona versando 5000 euro in un PIP per 35 anni argomentando, numeri alla mano, che è una somma enorme. sulle prime due cose sono completamente d’accordo.
sono d’accordo anche sulla terza eppure ci faccio un post. perché? le domanda complicate non hanno risposte semplici, state a vedere. Bosello è un professionista serio e preparata, detta agli studenti le formule da mettere nel foglio di calcolo e, un tanto al chilo, se versi 5000 per 30 e passa anni al, "fate un 4 o 4.5%", vengono fuori 300-400 mila euro. sono impreciso apposta, il punto non è (ancora) questo, in quel frangente l’effetto è strepitoso e convincente: se sei giovane, risparmia e accantona a fini pensionistici in un PIP (Piano Individuale Pensionistico) azionario; alla fine avrai un tesoro di centinaia di migliaia di euro con cui alleviare le pene delle vecchiaia. è tutto giusto, sacrosanto, sottoscrivibile.
eravamo alla quarta lezione e mi riproponevo di analizzare come caso proprio il PIP di Bosello quando, due mesi dopo, nel corso avremo parlato proprio di fondi pensione. voglio insegnare agli studenti (e a me stesso) come vivisezionare un prodotto finanziario che è vitale per il risparmio di ogni personcina a modo.
solidifico qualche numero, che sono anche il sale della vita, e prendo da https://www.mediolanumvita.it/previdenza/taxbenefit-new i dati scaricando da Scheda_presentazione.pdf questa tabella:
Un trentenne versa 37 volte 5000 euro e poi va in pensione con un montante pensionistico di 255155 euro (è la somma usata per pagargli la rendita integrativa vita natural durante). Come vedete si tratta di un bel gruzzolo... osservo che Bosello aveva ragione a sottolineare quanto il risparmio disciplinato produca grandi risultati e il valore del time is on your side. ma a me pare poco, dato che versamenti di 37x5000=185000 hanno fruttato, in fondo, solo 70000 euro in 37 anni. in classe pareva che bastassero 30 anni (e non 37) per prendere anche di più). i conti finanziari su periodi così lunghi tendono a beffare l'intuizione, si finisce quasi sempre per non apprezzare abbastanza gli effetti di composizione e di interessi su interessi. inoltre in tabella si parla di soldi reali, cioè al netto dell'inflazione e nel documento si spiega che queste stime sono fatte utilizzando le assunzioni che la COVIP, la Commissione di Vigilanza per i Fondi Pensione, impone per rendere confrontabili prodotti diversi. fra le altre cose c'è scritto che si assume un'inflazione al 2% annuo (mentre suppongo che non si sia usata l'ipotesi che la contribuzione aumenta dell'1% all'anno, c'è scritto chiaro "5000 per 37 versamenti"). mi metto a fare i conti e, sia detto per inciso, uso l'intelligenza artificiale di Mistral che mi da il codice che segue:
# Load the tvm package
require(tvm)
# Inflation rate
inflation_rate <- 0.02
# Nominal annual payment
nominal_payment <- 5000
# Adjust the annual payments for inflation
real_payments <- nominal_payment / (1 + inflation_rate)^(0:36)
# Create the real cash flow vector
real_cash_flows <- c(-real_payments, 255155)
# Calculate the real IRR
real_irr <- irr(real_cash_flows, interval = c(0, 0.2))
# Print the real IRR
print(real_irr)
[1] 0.0292107
se ci capite qualcosa, vedete chiaramente che ripulisco i versamenti dall'inflazione, assumo che il piano pensionistico inizi immediatamente e mi calcolo il mio bel tasso, 2.92% reale. (per quel che vale, sarebbe uno striminzito 2.33% se fosse vero che i premi salivano dell'1% per anno).
ora 2.92% non è un granché: la borsa americana ha reso in un secolo circa il 10% l'anno con un 3% d'inflazione (ho controllato questi dati, che sono riportati in moltissime fonti autorevoli, partite da https://inflationdata.com/ o chiedetemi info se avete voglia). ho anche verificato su https://www.morningstar.it/it/funds/snapshot/snapshot.aspx?id=F000000GHS che abbia senso guardare alla borsa americana. infatti, il fondo azionario di Mediolanum, "Mediolanum Challenge Provident 1 Acc", è investito per il 72.04% in azioni USA, le maggiori partecipazioni sono NVIDIA, Microsoft, Apple, Amazon, Meta (Facebook). lo scrivo per dare un'idea del fatto che il gestore investe, come dovrebbe fare, in multinazionali americane e tecnologiche che hanno generato enormi profitti con grande consistenza negli ultimi decenni. in questo senso, credo, il confronto del 2.92% con un 7% (10%-3% di inflazione) ha parecchio senso.
torno a bomba e riassumo: il rendimento finanziario reale del fondo pensione non arriva al 3% mentre vorrei vedere un 7% circa. la differenza mi pare enorme e la conclusione che traggo è che si tratta di un prodotto troppo costoso per essere considerato seriamente.
ma forse vale la pena che elenchi rapidamente altre cose che mi sembrano degne di nota:
qualche volta penso che "troppo costoso" sia definizione fin troppo clemente e forse si dovrebbe dire "furto" (o simili), in fondo Mediolanum si tiene (in media) circa il 6 (3 caricamento e altri 3 di gestione fondo) e vi dà il 3% anche se i soldi sono vostri e non suoi!)
quali sono i motivi di questi costi? primo, l'intermediario trattiene il 3% da ogni versamento. è una mostruosità! secondo, il fondo "Mediolanum Challenge Provident 1 Acc" costa "2,95% su base annua del patrimonio degli OICR" (mentre, in media un fondo azionario in Italia costa fra il 2 e il 2.2%), quasi un altro punto percentuale di costi in eccesso.
eppure il consiglio di Bosello è giusto: risparmiare fin da subito con finalità pensionistiche è ottima idea, e sfrutta il fatto che anni di disciplina e versamenti vi possono portare a grandi risultati (sarebbero i 255155 euro... che è pur sempre un bel gruzzolo). messo alle strette, se dovessi scegliere fra questo PIP e nulla, consiglierei obtorto collo il PIP. tenete anche conto che non ho mai incluso nelle mie considerazioni il corposo incentivo fiscale che deriva dalla deducibilità dal reddito del premio di 5000 euro l'anno. ma, in realtà, la scelta giusta è investire in un altro prodotto (e quasi mai in un PIP) che costa meno, rende di più e produce lo stesso identico beneficio fiscale!
sono (quasi) un professionista del settore eppure c'è sempre tanto che non capisco o che non è facile ricostruire: la CONSOB dice che la simulazione andrebbe fatta assumendo che il rendimento finanziario sia il 4% (boh, sarebbe il 3.92?), che l'inflazione sia il 2% (ok), che i premi aumentino dell'1% anno (boh?, pare di no). è difficile replicare i conti in questa vaghezza. inoltre, scorrendo la pagina informativa fino in fondo si trova un altro documento in cui leggo che "caricamento costante pari a € 0, applicato al valore di ogni contributo versato dall’Aderente e prelevato all’atto del versamento stesso". è giusto questo zero oppure mi fate pagare il 3% che si diceva prima? ("caricamento costante pari al 3%, applicato al valore di ogni contributo versato dall’Aderente e prelevato all’atto del versamento stesso"; in un altro punto ancora: "Costi sul contributo: ammontare costante pari al 3% di ogni singolo contributo, con un massimo in cifra fissa sui versamenti di TFR pregresso)".
a questa confusione, credo, mi ci sto abituando, forse perché non c'è scelta: spesso, anche quando la documentazione c'è e uno se la studia, ci sono buchi, magari pure errori, piccole o grandi contraddizioni, imprecisioni, senza contare che, in questo come in altri campi, spariscono le pagine web, file 404 not found, le date dei pdf talvolta non ci sono (e quindi non sai se sono state cambiati e quando) ed è già tanto che i pdf ci siano. questa è la vita, cerco di usare le informazioni (che ho) nel migliore modo possibile (cioè nel meno peggiore!)non è finita qui... la lettura del contratto mostra che c'è un "Bonus a Scadenza" in cui, pare, ti restituiscano dal 6 al 12% delle spese sostenute ("limitatamente a quelle di cui alla lett. c), punto 1 della successiva tabella B..."). perdonatemi, non ho quantificato questa roba ma osservo che non è il massimo della semplicità e ci si perde nei meandri del contratto.
un'altra cosa che non capisco, diciamo così, è come si calcola la rendita. in tabella 2 ci sono i coefficienti utilizzati per dividere il montante e, ad esempio, per tornare al caso di prima del sessantasettenne che versa per 37 anni i 5000 euro, il tizio prende montante/1000*42,9248, cioè 255155/1000*42.9248 = 10952.48 euro euro l'anno. eppure, 1) non è lo stesso numero che c'è nell'ipotesi contenuta nella figura precedente (9765, con o senza la deduzione dell'1.25%); 2) non si sa da dove venga questo 42,9248. forse mi attenderei che si usasse un'altra tavola, la A62D, ma questa condurrebbe a una rendita di 10048.64; 3) spesso si distingue fra maschi e femmine e si paga ai primi una rendita più alta che alle seconde (dato che demograficamente sono meno longevi).
non sto dicendo che necessariamente i coefficienti usati da Mediolanum sono svantaggiosi ma, czzrla, capirci qc di preciso è sempre un'impresa!
è ora di chiudere, ci ho lavorato qualche ora, trovando i file, confrontando tabelle, facendo i conti, leggendo e mi sono fatto un'idea. non ho certezze granitiche ma 3% di caricamento e 2.95 di costo del fondo azionario coprono tutto il resto. i PIP hanno fama di essere (troppo) costosi, se non addirittura buoni solo per ingrassare le assicurazioni. questo esempio va nuovamente in questa direzione. la prossima volta, Mediolanum be good!
ps. altri post di finanza sul blog: