Sul treno delle 14.22 il portale wifi gratuito della Deutsche Bahn mi accoglie con un "Willkommen im ICE Portal des ICE 940 nach Düsseldorf Hbf" anche se accumuliamo inesorabilmente ritardo e ormai stimano la partenza alle 14.44. Dove sono i treni tedeschi di una volta?
Auf-wiedershen Bielefeld, è la mia seconda volta in questa città che pare definita da un proverbio tedesco come il posto che non esiste. Invece, per esistere esiste eccome! Bella università, fondata nel 1969, meriterebbe di sicuro l'inserimento nella best 50 under 50 (ancora per poco), ho visto per la prima volta in vita i locali dell'Inst. f. Math.Wirtschaftsforsung (IMW), l'istituto di matematica per l'economia che non è lontano dall'essere un mito per un matematico meticciato d'economia e applicazioni come me. Ma, ancora di più, è la città dell'ITN che ha già riempito un post del blog, il posto dove lavorano colleghi rocciosi, bravi e ben organizzati come Herbert e Ulrike che ci hanno trascinato in un proggettone europeo denominato ExSIDE in cui si studiano le aspettative, al grido di "Così il futuro cambia il nostro presente", come ha scritto Enrico.
I due giorni di un temuto midterm review in presenza dell'officer comunitario e di un external expert sono finiti. Dora lavora all'agenzia per la ricerca europea, braccio esecutivo della commissione: si nota la sua giovinezza, è formale senza essere sussiegosa, diretta senza ombra di sfacciataggine, tranquilla e costruttiva col suo inglese pratico lievemente screziato di Ungheria. Poi c'è Marina, una volta era bielorussa, parla pure italiano, direttrice di qualche centro in qualche università di Wiesbaden, fattezze morbide che mi ricordano quella della mia direttrice. In teoria è l'esperta ma, pur essendo un'accademica, fa altre cose (institutional economics) e capisce il capibile, bel modo di porsi, mai sopra le righe, non dice nessuna sciocchezza e varie cose sono semplici ma utili. Alla fine l'audit è un (piccolo) trionfo e le commissarie ci dicono che è well managed, che va bene, continuate così. È fatta anche questa e, come compito per casa, suggeriscono di dire agli studenti di pensare a come applicare le cose che studiano.
The "italian delegation" di noi veneziani è composta da me, Barbara, Rina e Luisa che tengono alta la bandiera dei partner non accademici. Abbiamo visto coi nostri occhi un audit, forse siamo persone migliori, nel senso limitato che abbiamo fatto esperienza di un passaggio che altre volte potrebbe essere (molto) più difficile. Adesso so che la Comunità Europea, cui recentemente politici pavidi e rancorosi attribuiscono ogni male, può essere di grande aiuto senza nessuna complicazione, consentendo di fare ricerche impensabili, sempre dalla parte della soluzione e mai dalla parte del problema. Grazie EU, sembra quasi strano dirlo ma è vero!
È una bella giornata di sole in questa Westfalia delle meraviglie che però non scambierei quasi mai con l'Italia che pure, in questi giorni tirati, mi pare confusa, fin troppo pentaleghista e sempre sull'orlo di un burrone. Finiamo, per così dire, al tavolo del Cafè Bar Casa: tre nürnberger würstel (con aggiunta di due uova all'occhio) per le compagne di viaggio e uno shawarma sandwich che sa di medio-oriente e che non avevo mai sentito nominare. Mi ero gustato poco prima all'università un cay turco fatto bene (ma loro ci tengono a specificare che sono kurdish turkish, ci mancherebbe). Qualche oriente lo si trova sempre per quanto uno scappi a occidente e va molto bene così. Non riesco a non guardare analiticamente, tentando di non dare troppo nell'occhio, la capa del bar che armeggia per farci conti e ricevute separate: poco più che ventenne, ambrata a dir poco, capelli lunghi neri come la pece, Layla di nome (non proprio d'ordinanza fra le tribù teutoniche), pantalone di pelle, tacco alto e maglia a maniche lunghe bianco-nera aderente e accollata, curve giuste che hanno il loro perché (come provo a dire eufemisticamente). Mostra al cameriere autoctono come si fanno le ricevute e lui si guadagna pure la mancia perché la scena mi mette di ottimo umore. Mi pare un segno augurale vedere una giovane capo donna, mora, di seconda generazione, dal look tutt'altro che fondamentalista e col physique du role, dare ordini a un tedesco di Germania per risolvere un problema. Ce la "imprestate" che la facciamo almeno sottosegretario?
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