Wednesday, January 10, 2007
Epilogo
ripartiamo da Sydney il 10, ci aspettano 26 ore di viaggio. non resisto alla tentazione di riempirmi nuovamente gli occhi del Sydney cove e parto in passeggiata alle 7.15, arrivando fino a meta' dell'harbour bridge in una giornata balmy (caldo-fresco). la citta' si prepara al Sydney festival, "this is summer in our city" e all'Australia day del 26 gennaio. riempiamo le valigie, alla fine saremo 17 kg sovrappeso ma riusciamo a non pagare i 17x30 dollari, implorando la comprensione dell'addetta all'imbarco (antipatica, ma ci ha fatto risparmiare!) pranzo sull'opera quay con Patti, si attacca pure bottone con una cameriera tedesca, che abita vicino a noi, nel Baden-Wuttenberg, e ci gustiamo il sole, la brezza, la vista.
26 ore di viaggio, via Vienna (alle 6 del mattino 16 gradi, non e' che abbiamo sbagliato citta'?) la cosa brutta e' che all'ennesimo controllo di sicurezza viennese invocano le misure anti-liquido (max 100 ml) e mi obbligano a cestinare l'unica bottiglia di vino che mi ero portato a spalle (pinot noir della Bellarine peninsula), delittuoso, almeno la regalavo agli amici australiani. non e' una bella cosa da fare a un veneto, cresciuto all'ombra di un cultura che una bottiglia se la gusta. non so se incazzarmi di piu' con gli addetti alla sicurezza o con i macachi che ci obbligano a difenderci ma do la colpa a questi ultimi. so che ci sono cose piu' serie di un pinot nero, ma spero che vi vadano di traverso tutte le bevande alcoliche che berrete, che possiate strozzarvi di gusto (e so che bevete, altro che islam: uno che ammazza le persone senza fare una piega non e' di sicuro un buon musulmano).
Treviso, immersa in un umido e grigio tiepido inverno, mi sembra molto (ma molto) tranquilla, un film al rallentatore. but there is a time for everything and we are back!
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Jeff Toghill, "Walking Sydney", New Holland
PRIN 2004
Tuesday, January 09, 2007
Melbourne
sveglia presto per consegnare la macchina a noleggio. la citta' si mette in moto con l'adrenalina tipica della metropoli, signori in vestito e signore in tailleur si dirigono veloci al lavoro con la loro bella tazza di caffe take away. parecchi hanno le scarpe da ginnastica per camminare comodi e lo zainetto con le scarpe da rappresentanza, cosa gia' vista a Sydney (quando non vanno scalzi!)
all'inizio la giornata e' fredda e ventosa, andiamo a vedere la National Gallery of Victoria, un bel museo d'architettura moderna minimalista. il tempo dovrebbe diventare "fine" e ci dirigiamo verso la collina del vic-parlamentino, l'Australia e' uno stato federale. li vicino c'e' anche la cattedrale cattolica di Melbourne, S Patrizio e passeggiamo per i Fitzroy Gardens, molto belli e "londinesi".
prendendo un tram, finiamo la giornata nei docks vicino a Victoria Harbour: e' una zona nuova della citta', c'e' un progetto edilizio enorme da sviluppare in 10-15 anni, milioni di metri cubi per negozi, uffici e via dicendo. al momento solo una parte del waterfront e' finita e piena di ristoranti "alfresco" con vista un po' tecno sulla citta'.
domani partiamo in aereo per Sydney, prima tappa del lungo viaggio di ritorno. nel confronto, la bella Melbourne non prevale ma forse siamo distorti: in due mesi si colgono sfumature che in un giorno e mezzo sfuggono. ci era stato detto che Melbourne era "piu' europea" ma io non ne sono sicuro o non capisco bene in cosa consisterebbe questa cosa. piuttosto ci ho visto nettamente molte americanate in centro, trash-food in abbondanza, i casino' a mo' di Las Vegas con le loro pacchianerie per stupire la plebe. c'e' qualche bella strada con edifici storici, cioe' vittoriani, come Collins st e alcuni bellissimi parchi.
alla fine di questa settimana, ci restano due pasticcerie strepitose (l'influenza di Cesira e' evidente): "Rebeccas" a Port Fairy, a Melbourne "Brunetti" in Town sq, all'inizio di Swanton st e un ristorante da sballo "The Point", Acquatic Drive (nel bel mezzo del circuito di fomula 1 cittadino). abbiamo visto i koala ma di kangaroo nessuna traccia e non ho voglia di andare allo zoo per vedere le bestie saltellanti. le viste della costa lungo la Great ocean road meritano la galoppata che abbiamo fatto. certo Sydney, come il primo amore, non si scorda mai (almeno fino a quando ci si innamora di nuovo).
Sunday, January 07, 2007
Ballarat
oggi andiamo a vedere un pezzo di storia australiana, the Eureka rebellion e Sovereign Hill. io non lo sapevo ma anche qui c'e' stata la corsa all'oro quando nel 1851 furono trovate alcune pepite a Ballarat. centinaia di migliaia di persone andarono a cercare fortuna, lasciando famiglie scuole, uffici, lavoro. arrivarono diggers, cercatori, da tutto il mondo, moltissimi i cinesi (erano tanti gia' allora) e anche qualche italiano.
le condizioni di vita disumane e le tasse per le concessioni provocarono una rivolta annegata nel sangue da un funzionario, tal Rede, piu' bravo a caricare che a cercare compromessi (storia gia' vista, no?) la cosa interessante e' che la Eureka stockade obbligo' il parlamento a concedere maggiori liberta' civili e il diritto di voto. gli Australiani considerano quella battaglia sulle barricate una svolta per la loro storia.
Sovereign Hill e' la ricostruzione di una cittadina con annessa miniera al tempo del gold rush. tutto e' ricostruito con cura appassionata, e' un parco dei divertimenti in cui i ragazzini escono pazzi di felicita', figuranti, cercatori, tutto come nel 1850. ne abbiamo visto di scatenati con il badile a riempire le padelle di minerale (ghiaia fornita dall'organizzazione in quantita'!), bagnandosi poi per sciaquare il tutto, immaginandosi la pepita del secolo. il tour nella miniera e' stato interessante e quasi magico.
i cercatori/minatori sgobbavano e morivano per scavare e portare alla superficie la roccia di quarzo aurifero di Ballarat. alcuni erano "liberi professionisti", organizzati in specie di cooperative, che affittavano dalle compagnie minerarie la parte superficiale di un terreno (primi 30 metri) mentre la miniera vera scendeva fino a 1000 metri. potevano farlo solo i minatori esperti visto che, in assenza di salario, se non trovavi l'oro non si mangiava. da ora in poi diro' con molta maggiore cognizione di causa che fare certi lavori (il professore?) in fondo non e' come lavorare in miniera!
Bellarine-Melbourne
puntiamo verso Melbourne facendo un giro per la penisola di Bellarine, chiusa da un lato dalla baia di Melbourne e dall'altro dall'oceano. e' anche una zona vinicola, molto recente ma abbastanza nota. i vigneti resistono al vento solo per la presenza di siepi antivento e alberi che offrono riparo ai filari. assaggio 6 bottiglie e scelgo merlot e chardonnay che sono niente male ma scopro l'acqua calda: in Australia si beve benissimo e non so esattamente cosa abbiamo da insegnare loro se non la tradizione.
nel pomeriggio arriviamo a Melbourne, citta' piena di vita che rivaleggia con Sydney per bellezza. in centro girano i tram che notoriamente creano problemi anche ai guidatori australiani. ad esempio, girare a dx in una strada con tram richiede una curiosa manovra e, dato che i binari sono sempre in mezzo alla carreggiata, bisogna ricordare di fermarsi prima del tram, lasciando che i passeggeri scendano in mezzo alla strada. se non ci fai caso ne puoi falciare con facilita' una dozzina al colpo... camminiamo lungo il fiume Yarra, waterfront con vista sulla citta', ceniamo a China Town in un ristorante greco (!, melting pot, non banane!) e selezionamo la pasticceria italiana per la colazione di domani...
Great ocean road
ci aspettano poco piu' di 300 km lungo l'oceano, sembra una bazzeccola o almeno e' quello che pensiamo. in realta' la strada e' piu' tortuosa del previsto e ci sono dei tratti montagnosi impegnativi. alla fine ci mettiamo tanto tempo, anche per via delle tante soste in punti panoramici (siamo qui per questo!) e ci prendiamo pure un po' di pioggia proprio nel punto piu' famoso, ai 12 apostoli. la costa in questo tratto e' spettacolare ed erosa dall'oceano che crea delle scogliere a picco e altre formazioni rocciose.
i turisti sono molti, corriere di giapponesi incluse. dopo ogni punto di sosta dei cartelli ricordano che in Australia si guida a sinistra, hanno paura che in turisti facciano sfracelli! dopo Port Campell, la strada si inerpica su per le montagne con foreste pluviali molto belle. il paesaggio e' strano, siamo in montagna ma a pochi km dal mare, i pendii si tuffano nell'oceano rapidamente ma senza scogliere. la vista in certi tratti e' bellissima ma chi guida deve guardare la strada piena di curve.
arriviamo a Geelong, localita' "balneare" a 70 km da Melbourne. uso le virgolette perche' in realta' le spiagge qui sono toste, corte, spazzate dal vento e dalle onde, buone per il surf ma non per la tintarella. a Geelong si sono inventati una piscina naturale semicircolare, rinchiudendo un pezzo di mare. a noi sembra un brodo insano pieno di alghe, ma loro ci si buttano come si conviene a gente sana ben dotata di anticorpi.
Give way to stock
altra giornata d'avvicinamento alla Great Ocean Road propriamente detta, che percorreremo domani per vedere i famosi 12 apostoli. oggi lasciamo Kingston con direzione Port Fairy. andiamo a vedere Wright bay, dove c'e' qualche azienda vinicola di nascita recente. era troppo presto e non mi fermo a degustare, spero di avere qualche altra occasione per andare a cantine. altro stop a Robe, bella cittadina, con spiagge di sabbia bianca e le prime formazioni di roccia erosa (tipo faraglione) che vedremo domani. passiamo per Mt Gambier, seconda citta' del South Australia ma non l'abbiamo capita ne' digerita. e' nota come blue lake city, dal colore blu elettrico del laghetto di origine vulcanica che la sovrasta.
lasciamo il SA e entriamo nel Victoria. per colpa di un big bushfire siamo costretti a fare un lungo giro nella campagna per raggiungere Port Fairy. forse e' stata la cosa piu' interessante della giornata. abbiamo visto campagne immense, ben tenute, a pascolo e a grano. i centri delle aziende, spesso l'abitazione del proprietario, sono curati con alberi per dare refrigerio e prato verde. abbiamo visto moltissimi bovini, apparentemente incuranti del sole e dei 36-38 gradi di oggi, molte pecore, molte zone coltivate ed enormi boschi da legno. le strade sono curiose, in molti tratti sono strettine e vallonate, con cartelli che chiedono di "dare la precenza al bestiame"! sara' che vengo dalla campagna, ma mi ha fatto simpatia. a dir la verita', e' noto che se la mucca invade la strada non e' il caso di investirla con l'auto... non so chi si fa piu' male fra il bovino e gli occupanti!
hanno anche un curioso modo di mantenere le strade secondarie, "asfalti una corsia e ne sistemi due": ricoprono di catrame mezza corsia a dx della mezzeria e mezza a sx, lasciando le altre due mezze corsie a terra battuta o erba. visto che ci passano poche macchine (c'e un paese ogni 40 km se va bene e talvolta paese e' una parola grossa), il conducente puo' spesso occupare tutta la corsia, stando bene a cavallo della linea immaginaria di mezzeria. quando s'incontra un altro mezzo, per evitare scontri, ambedue i conducenti mettono una ruota sullo sterrato tenendo l'altra sull'asfalto e si incrociano senza danni in un polveroso tripudio sollevato dalla ruota che fa "motocross".
stasera siamo a Port Fairy, sembra un bel porto, siamo nel beef district (vedi tutte le mandrie di prima). rinuncero' al pesce in favore della bistecca.
Wednesday, January 03, 2007
Coorong
attacchiamo la strada che ci portera' a Melbourne, attraversando lungo la
costa South Australia, the festival state, e Victoria, the state to be.
prima volta in vita mia con la guida a sinistra, una bella sensazione
frizzantina e sottili brividi ad ogni curva a destra. ma dopo un po' e'
divertente, ti mantiene concentrato e loro guidano senza gli occhi
iniettati di sangue dell'italico al volante, tranquilli e pacificamente
relaxed. a un certo punto, passata la paura, ti rendi conto che e' tutto
rovescio ma perfettamente coerente. io devo solo pensare a tutto quello
che faccio o avere il lusso di una macchina davanti per copiarne le
manovre.
breve sosta a mount Lofty per la vista di Adelaide dall'alto e poi via
verso il Coorong, parco nazionale costiero. i nostri bei 40 gradi ci
accompagnano: e vai! ci fermiamo a mangiare a Tailem Bend. e' la migliore
approssimazione di un posto dimenticato da Dio e dagli uomini che io
conosca, con una strada e una ferrovia in mezzo, sembra di essere in un
film americano on the road. la bakery dove mangiamo e' gestita da due
signore di grande gentilezza e olimpica calma, avete presenti le signore
Costa? (solo i castellani capiranno!)
ripartiamo e il paesaggio offre spazio e luce di quantita' e qualita' rare.
ci ricorda la Spagna del sud (che abbiamo visto) e la savana africana (mai
vista!), poi diventa unicamente australiano. il Coorong e' una striscia di
terra bagnata del mare, che ha formato una duna lunga 150 km che separa il
mare da laghi salati biancheggianti e un po' interni. cielo blu screziato
da comulonembi da bel tempo. ci fermiamo in un punto panoramico e
incontriamo margareth, che sta andando a Melbourne pure lei... ma in
bicicletta! e' bionda, parecchio robusta, ha una carnagione bianchissima e
si trascina il necessario in un carrettino: giusto quello che ci vuole per
pedalare alle 3 del pomeriggio, con 40 gradi e vento caldo contrario. si
sta riposando e aspettando che la furia degli elementi si plachi verso
sera. le restano solo 20 km prima di arrivare a fine tappa, Policemans
Point. le chiedo se vuole dell'acqua, non dice di no e le lascio il nostro
litro residuo, un po' poco ma e' tutto quello che ho, buona fortuna!
altre due orette di laghetti salati lungo la Princes HWY e siamo a Kingston
SE (south est), la patria dell'aragosta. cosi' sapete cosa intendo
mangiare stasera in Marine Pde, quantunque la guida narri meraviglie di un
fish'n'chip, premiato per due volte migliore ristorante f'n'c del South
Australia. il motel che ci ospita, il Comfort Inn Kingston, e'
confortevole. anche questa e' una prima, non avevo mai pernottato in un
altro posto da film, parcheggiando la vettura davanti alla porta della
stanza. 310 km in meno alla meta. ciao.
Adelaide
due ore di volo e siamo nella capitale dello stato di South Australia,
Adelaide, con un tempo che finalmente scalda le ossa, 34 gradi puliti e
secchi, sole alto senza timidezza. loro si sentono in un forno, tutti a
disperarsi, ma in realta' si sta veramente benone. Adelaide e' una bella
citta', una versione rimpicciolita di Sydney, piena di italiani, con
universita' che hanno campus magnifici, adornati di edifici storici immersi
nel verde dei parchi attorno al fiume Torrens. qui tutto sembra compresso
in verticale (case basse, grattacieli mignon) e stirato in orizzontale
(strade larghe larghe, spazio in abbondanza).
la citta' si gira in un'ora,
forse due. finiamo la serata a Glenelg, cittadina sull'oceano a tiro di
tram, dove gli adelaiders vanno per un pomeriggio di mare o alla sera a
mangiare il pesce. tramonto perfetto, ci mancava solo il raggio verde!
per concludere, se passate di qua, evitate la sciatteria completa del
mercure grosvenor hotel: perche' farsi del male con tanti altri posti?
Monday, January 01, 2007
Hall of fame
can a Hall(!) of fame begin without a "praise and glory" for Patti and Tony Hall? thank you for your hospitality full of care, thoughts and precious details, suggestions and wonderful social occasions... we enjoyed Sydney (and UTS) so much because of your kindness and warmness!
sebbene partire sia un po' morire, ho deciso invece di accomiatarmi sfoggiando i gioielli della corona di questi due mesi. e' chiaro che non vi raccontero' gli scazzi e i piccoli fastidi quotidiani, un blog per definizione e' eccezionale, no?
- euro: grazie bocia per il potere d'acquisto dei tuoi freschi 5 anni, non rimpiango la lira, W l'europa unita e avanti tutta!
- 1310: il possessore dell'appartamento 1310, due piani sopra il nostro, ci ha fornito free la rete wireless per accedere comodamente al mondo con internet. a parte qualche disguido, documentato sul blog, un grande servizio;
- Carl and Tony: thanks for having shared the hard part of the fun!
- Steve Satchell: we don't know each other but thank you for the use of your flat in Sydney, in the middle of the trench, only a few yards away from CQ, RBG, HB, OH... if there is a genius loci, it was our close friend!
- HMQ Lord Major Clover Moore (all capitals): cosa ho fatto per meritarmi un sindaco come Gentiliny? perche' questo transito terreno gia' aspro di suo e' sfregiato ulteriormente dalle sparate padane e battutoni razzisti? voglio Clover e basta! non sempre succede che un sindaco si veda, esista, sia una presenza (diciamo come Cacciari primo mandato a Ve?) ebbene qui Clover c'e' e le sue idee dirette e tolleranti, ad esempio (ma non solo) su gay e lesbiche, mi rendono felice perche' sono semplicemente civili, non ci ero piu' abituato. ci pensa poi la politica a rendere le cose difficili ma almeno uno ci prova, altro che "rassa piave" all'amatriciana!
- Watson Bay, Royal Botanic Garden, where are the Rocks?, oh my Darling Harbour, Cogee, Bondi, Manly... perdo il conto, ogni dimenticanza e' immeritata.
- convicts: per oggi ci lasciamo con la constatazione (di Cesira) che questa citta' e' stata costruita dalla feccia dell'umanita', banditi, grassatori,... povere bestie, si facevano 7 anni di lavori forzati in capo al mondo! se una simile bellezza e' frutto del loro lavoro, allora c'e' una sottile forma di diabolica speranza.
P.S. io, Cesira, mi dissocio da questa interpretazione falsa e tendenziosa del mio pensiero!
da ora in poi siamo in viaggio, anche il blog ne risentira' e probabilmente non ci saranno piu' foto. se la mia sporca mezza-dozzina di lettori terra' duro, provero' a raccontare la South Australia, la Great Ocean Road e Victoria. poi saremo di nuovo, freschi e riposati (!), nelle italiche valli che avevamo lasciato con orgogliosa sicurezza.
sebbene partire sia un po' morire, ho deciso invece di accomiatarmi sfoggiando i gioielli della corona di questi due mesi. e' chiaro che non vi raccontero' gli scazzi e i piccoli fastidi quotidiani, un blog per definizione e' eccezionale, no?
- euro: grazie bocia per il potere d'acquisto dei tuoi freschi 5 anni, non rimpiango la lira, W l'europa unita e avanti tutta!
- 1310: il possessore dell'appartamento 1310, due piani sopra il nostro, ci ha fornito free la rete wireless per accedere comodamente al mondo con internet. a parte qualche disguido, documentato sul blog, un grande servizio;
- Carl and Tony: thanks for having shared the hard part of the fun!
- Steve Satchell: we don't know each other but thank you for the use of your flat in Sydney, in the middle of the trench, only a few yards away from CQ, RBG, HB, OH... if there is a genius loci, it was our close friend!
- HMQ Lord Major Clover Moore (all capitals): cosa ho fatto per meritarmi un sindaco come Gentiliny? perche' questo transito terreno gia' aspro di suo e' sfregiato ulteriormente dalle sparate padane e battutoni razzisti? voglio Clover e basta! non sempre succede che un sindaco si veda, esista, sia una presenza (diciamo come Cacciari primo mandato a Ve?) ebbene qui Clover c'e' e le sue idee dirette e tolleranti, ad esempio (ma non solo) su gay e lesbiche, mi rendono felice perche' sono semplicemente civili, non ci ero piu' abituato. ci pensa poi la politica a rendere le cose difficili ma almeno uno ci prova, altro che "rassa piave" all'amatriciana!
- Watson Bay, Royal Botanic Garden, where are the Rocks?, oh my Darling Harbour, Cogee, Bondi, Manly... perdo il conto, ogni dimenticanza e' immeritata.
- convicts: per oggi ci lasciamo con la constatazione (di Cesira) che questa citta' e' stata costruita dalla feccia dell'umanita', banditi, grassatori,... povere bestie, si facevano 7 anni di lavori forzati in capo al mondo! se una simile bellezza e' frutto del loro lavoro, allora c'e' una sottile forma di diabolica speranza.
P.S. io, Cesira, mi dissocio da questa interpretazione falsa e tendenziosa del mio pensiero!
da ora in poi siamo in viaggio, anche il blog ne risentira' e probabilmente non ci saranno piu' foto. se la mia sporca mezza-dozzina di lettori terra' duro, provero' a raccontare la South Australia, la Great Ocean Road e Victoria. poi saremo di nuovo, freschi e riposati (!), nelle italiche valli che avevamo lasciato con orgogliosa sicurezza.
NYE (the day after)
the new year's eve is over. anche il 2007 ha avuto l'accoglienza speranzosa e pirotecnica che si deve ai nuovi venuti, let's hope it's a good one. oltre al ricordo dei fuochi, i piu' emozionanti sono stati sparati dal ponte, mi resta negli occhi la marea di gente che invade il centro della citta', si accalca nelle strade e va giovanilmente su di giri a furia di birre. c'erano luoghi detti enclosures con feste "private" come la nostra, organizzata per gli ospiti della Town Hall, in cui l'atmosfera era piu' relaxed and less crowded, in piacevole attesa dei fuochi. organizzazione da manuale, chioschi con vendita di cibo e bibite, paramedici, ragazzi e ragazze di tendenza a distribuire gadgets luminosi... hurrah for the lord major Clover Moore!
nelle strade era un festone, cassette di birra a gogo, forse posso dire di aver partecipato (un po' passivamente, ma tant'e'!) al primo rave della mia vita. dopo i fuochi tutti a casa, con la calma necessaria a far defluire un milione di persone. per fare 100 metri ci abbiamo messo mezz'ora, con abbondanza di struscio fisico al confine del sesso on the road con questa folla ben carburata e occasionale sostegno dato a giovani menti offuscate da 12 lattine di Carlton, si capiva dal barcollamento e dall'alito!
"i milioni di milioni", come li chiama Cesira, riempivano le strade che mostravano chiari segni del passaggio della festosa orda, sottoforma di scoasse varie e recipienti di ex-alcol. eppure stamattina sono andato a fare un giro all'alba (8.20), nonostante la pioggerella non avevo sonno e ho pensato di vedere il day after: tutto pulito, rimossi i bagni chimici, un tripudio di idropulitrici e furgoni di ditte e operai comunali a smantellare steccati, palchi, baracchini... saranno anche abituati ma gestire un milione di persone come un bicchiere d'acqua mi pare una bella prova di forza.
poi siamo andati a fare colazione in Stanley st, da Bill and Tony's, posto di italiani, bandiere tricolori ovunque. a vederlo da fuori sembra un postaccio, ma gia' sapevamo che e' solo apparenza, colazioni di ottima qualita' sia nella versione caffe+dolce che in quella, che io preferisco, caffe+2 uova+pancetta+toast+pomodoricotti. e' guerra senza quartiere per ogni tavolino, via un cliente sotto un altro. Tony e Patti ci hanno fatto piacevolmente compagnia, non c'erano molti posti aperti il primo dell'anno alle 9.30 e poi dicono che noi italiani non abbiamo voglia di lavorare! finally, siamo tornati a casa a preparare le valigie. domani lasciamo the emerald city per un viaggio on the road, ma questa e' un'altra storia. buon anno a tutti.
nelle strade era un festone, cassette di birra a gogo, forse posso dire di aver partecipato (un po' passivamente, ma tant'e'!) al primo rave della mia vita. dopo i fuochi tutti a casa, con la calma necessaria a far defluire un milione di persone. per fare 100 metri ci abbiamo messo mezz'ora, con abbondanza di struscio fisico al confine del sesso on the road con questa folla ben carburata e occasionale sostegno dato a giovani menti offuscate da 12 lattine di Carlton, si capiva dal barcollamento e dall'alito!
"i milioni di milioni", come li chiama Cesira, riempivano le strade che mostravano chiari segni del passaggio della festosa orda, sottoforma di scoasse varie e recipienti di ex-alcol. eppure stamattina sono andato a fare un giro all'alba (8.20), nonostante la pioggerella non avevo sonno e ho pensato di vedere il day after: tutto pulito, rimossi i bagni chimici, un tripudio di idropulitrici e furgoni di ditte e operai comunali a smantellare steccati, palchi, baracchini... saranno anche abituati ma gestire un milione di persone come un bicchiere d'acqua mi pare una bella prova di forza.
poi siamo andati a fare colazione in Stanley st, da Bill and Tony's, posto di italiani, bandiere tricolori ovunque. a vederlo da fuori sembra un postaccio, ma gia' sapevamo che e' solo apparenza, colazioni di ottima qualita' sia nella versione caffe+dolce che in quella, che io preferisco, caffe+2 uova+pancetta+toast+pomodoricotti. e' guerra senza quartiere per ogni tavolino, via un cliente sotto un altro. Tony e Patti ci hanno fatto piacevolmente compagnia, non c'erano molti posti aperti il primo dell'anno alle 9.30 e poi dicono che noi italiani non abbiamo voglia di lavorare! finally, siamo tornati a casa a preparare le valigie. domani lasciamo the emerald city per un viaggio on the road, ma questa e' un'altra storia. buon anno a tutti.
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