questo e' un grande paese anche perche' l'intarsio di culture e migrazioni ha raccolto qui un caleidoscopio di tradizioni e sapori. se ne intendono di vino e lo producono con passione, avantaggiati anche dal clima che in certe zone sa essere clemente quel tanto che serve. un discreto bicchiere di vino c'e' sempre, ti puoi portare la tua bottiglia al ristorante (si chiama BYO, bring your own), in teoria grandi possibilita' e zone vinicole di grande fama. eppure, finora, la mia valutazione della produzione vinicola locale era mixed. la chiave sta nel termine "discreto". a un certo punto (della vita, del soggiorno, dei bicchieri...) vorresti di piu' e, si sa, le sfumature sono talvolta piu' importanti di quel che sembra. parlando di vino poi...
le cose non mi tornavano e ho deciso di darne un'altra chance alla produzione aussie, con taglio piu' scientifico e baro. l'occasione e' stata la pubblicazione della lista dei 100 vini migliori del 2008 di James Halloway, critico vinicolo del "The Australian". molte delle bottiglie della classifica costano meno di 20$ e capisco (dandomi un po' del mona) che quello che compro in centro costa molto ma molto caro, forse e' molto molto peggio e mi viene la voglia di fare una spedizione a caccia dei "tesori" locali. individuo il piu' grande stockista di vini del paese, Dan Murphy's, grandi wine-stores sparsi ovunque per il paese, zone industriali e periferie. zio google mi segnala che ad Alexandria c'e' lo store in Fountain st 10-12. mi stampo la mappa, sono 3 km e rotti dal mio ufficio, niente autobus regolari per andare la', solo una corsa speciale del 305 per tornare alla base. piegato ma non spezzato dopo una giornata di computer, parto dalla stazione centrale alle 17.30 e cammino sotto il sole in una periferia a tratti dura e squallida (Regents st, a dispetto del nome londinese, e' un postaccio punteggiato da pub e bevitori seriali, troppo presto gonfi di birra). la citta' si spiana abbassandosi e le case si allontanano, "spampanandosi" all'americana. mi sento (e sono!) l'unica particella pedonale di sodio fino a Redfern, stazione del treno metropolitano dove ritrovo la multicolore folla dei pendolari che sciamano verso casa. gli abitanti di Redfern hanno una pessima fama, la polizia ha costruito un'enorme caserma di cemento armato a 10 piani proprio di fronte alla stazione, mi pare il tentativo di metterli in soggezione ma Tony mi dira' poi che quelli non sono "intimidated" per nulla. di tanto in tanto, in mezzo ai capannoni e ai binari, si aprono stradine di villette vezzose e giardino, micro quartieri residenziali in cui chiedo a un ciclista al volo se sono sulla strada giusta.
35 minuti dopo arrivo da Dan Murphy's. migliaia di bottiglie a temperatura controllata, ordinatamente disposte nel capannone per tipologia e alfabeticamente, rischi lo spaesamento in mezzo a tanto sterminio di etichette. una commessa di colore mi guida fra gli scaffali per prendere le bottiglie che mi ero segnato sulla lista. i prezzi sono ancora piu' bassi di quello che pensavo, potenza della grande distribuzione. sono a piedi, mi disciplino non avendo piu' 20 anni e prendo solo un cartone da 6: una coppia di Shiraz, una coppia di Pinot Noir, Sangiovese rose' e un Chardonnay, tanto per salvare i bianchi. i magnifici 6 (4 al netto dei doppioni), sono
Vat 8 Shiraz 2006, De Bortoli, 8.50 Windy Peak Pinot Noir 2008, De Bortoli (Yarra Valley) 9.90 Trentam Estate "La famiglia" Sangiovese rose', 12.90 Yalumba Wild Ferment Chardonnay 2007, 14.90
per poco piu' di 30 euro mi porto via 6 bottiglie nei magnifici 100. sfido voi e (mi sfido da solo, se e' per quello!) a fare lo stesso in italia. impugno il mio cartone con malcelata soddisfazione e mi avvio con filosofia da sherpa a prendere il 305 su McEvoy st, e' stracolmo di lavoratori indiani che lavorano all'IT center della Qantas. tutti scendono a Redfern, poco dopo le 18.30 sono in Central station e mi faccio a piedi la strada per ritornare in ufficio. nel complesso, ascella un po' sudata ma grande soddisfazione. sono assetato, ma ripiego sull'acqua. le ombre me le bevo dopo!
ps. lo shiraz di De Bortoli (che sia un paisa'?) e' ottimo e l'ho finalmente "capito", due morti; il pinot e' ottimo, un morto; gli altri sono ancora vivi, mi ci vuole un'occasione leggera per i bianchi/rose'. finally, mi propongo di brindare alla salute della Gelmini con una bottiglia da piu' di 20 dollari... in alto i calici.
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