non la tiro lunga, tornare e' sempre una indefinibile sensazione. a costo di sembrare criptico chiudo con una serie di frasi celebri (se non le capite, ve le spieghiamo a voce...)
uno, duee, treee; ti sei giocato il jolly; my name is Loreenso; mi sembra malga Ciapela; que vida perra; vida mas dura; fra due anni ho 8 anni; sveglio come un koala; non voglio morire!
prodly sponsored by UTS, pile Varta, PRIN2008, The Big Issue, on. Gelmini Mariastella, Emirates, Politecnico di Milano, Emirates Silver (!), Paul Woolley, Dan Murphy's.
Sunday, January 18, 2009
Saturday, January 10, 2009
On the road
il 10 sveglia presto e colazione leggera e veloce per partire di buon'ora, dobbiamo fare quasi 300 km per tornare all'aeroporto di Perth con destinazione finale Sydney. decidiamo di fare una strada "scenic" che mi sembra anche piu' veloce e meno tortuosa di quella che abbiamo percorso venendo. attraversiamo l'entroterra, mandrie di mucche pascolano beate sotto il sole e forniscono beef di qualita'. attraversiamo i bacini dei fiumi Murray e Serpentine. ma perche vi dico tutto questo? beh, e' in programma una sosta in uno dei paesi che stanno sulla strada, per uno spuntino o un altro caffe'. abituati alle microscopiche cittadine del Margaret river, questi paesotti agricoli ci sembrano botte di vita, con tanto di numerosi bar, negozi, incroci, un vero scialo. ci sintonizziamo sulle frequenze del centro principale della zona, radio Harvey, musica country-aussie e via per due ore sotto il sole saltando Warroona fino a Pinjarra. in questa ben nota localita' di una delle regioni piu' remote dell'australia si trova la "Pinjarra bakery & patisserie", multi-award winner in moltissime categorie merceologiche (pastries, salads, sandwiches... se non cliccate sul link siete pazzi!) la premiata bakery e' una fucina di ogni ben di dio, esposto negli armadi a vetro riscaldati. io sono folgorato sulla via di Perth dalla leggendaria beef pie (ben 6 premi). lo so, sono le 10.00 di mattina ed ero partito con tutte le mie intenzioni sane e minimaliste, tipo caffe' e brioches. ma poi, lo sapete, la carne e' debole (in senso di beef!) non ho pero' il fegato di osare fino in fondo ed evito di fare come i miei antenati che avrebbero annaffiato con un'ombra di shiraz la loro pie. mi accontento di uno short macchiato ed e' comunque un trionfo. un tortino di manzo caldo col caffe' alla mattina risolleva le sorti (gia' altissime, a dir il vero) del viaggio. la digestione del beef mi accompagna beato fino all'aeroporto, dove giungiamo senza colpo ferire in enorme anticipo fra due ali di folla (no... ma serve per dare l'idea)
al momento di consegnare la macchina scambiamo due parole con la tipa stagna (bassa di statura, cappellaccio in testa per non ustionarsi) dell'avis che ci rilascia la ricevuta al volo direttamente in parcheggio, armeggiando su un computerino portatile con annesso stampantina. al solito, ci prende in simpatia per l'italica origine e ci mostra il cimelio del giorno. avevano appena consegnato una macchina che aveva centrato un canguro. non deve essere una cosa bella, i danni testimoniano che si tratta di animali solidi!
Wednesday, January 07, 2009
margaret river
c'e' una sensazione che si fa strada quando viaggi un po' per questo paese di estensione inusitata. si tratta dell'impressione che, volendo, qui puoi essere un pioniere. l'ho capito quando ci siamo spostati verso lo shire di Augusta-Margaret river, nel sud-west della western australia (nell'angolo in basso a sinistra del subcontinente, dove l'oceano indiano e antartico si toccano). i primi settlers (pionieri, appunto) si sono spostati qui intorno al 1830, in cerca di terre fertili e per decenni l'area e stata abitata da quattro gatti (letteralmente, se pensate che ora in tutto ci sono comunque meno di 20000 persone). hanno tirato su le loro case, costruito una stazione per il cambio dei cavalli, poi l'ufficio postale (Royal mail da buoni britannici). le tracce di queste origini sono evidenti. c'e' una natura bellissima e potente: la costa e' meravigliosa, un rosario di spiagge incontaminate e caraibiche, sabbia e roccia, foreste di eucalipti blue gum e vegetazione bassa sulla costa. ogni volta pensi che non ci possa essere una spiaggia piu' bella ma la cosa dura solo fino alla spiaggia successiva, quando l'ultimo arrivato passa in cima alla classifica. non si tratta di una costa facile per il vento che la spazza troppo spesso e troppo violentemente e per le onde che fanno la gioia dei surfisti ma rendono pericolosi i bagni. pero' il mare e' una meraviglia e il verde delle foreste tonifica e profuma l'aria di eucalipto.
poi ci sono le wineries, la vera miniera d'oro della zona. i primi viticoltori arrivarono nei primi anni '70, rendendosi conto che le vigne potevano godere di soleggiamento potente pur in un clima cool. infatti alla sera e alla mattina rinfresca parecchio ("par di essere in marmolada" e' il commento di Stefano) e serve sempre la felpa e la copertina. a conti fatti, e' la perfezione: aria di mare, sole, escursioni termiche marcate, giusta carenza di pioggie, territorio collinoso. in pochi decenni i vinicoltori di origine europea hanno tirato fuori vini fra i piu' celebri d'australia. io ho scelto tre aziende, fra il centinaio di cantine visitabili, dopo aver raccolto pareri e suggerimenti fra i colleghi. partiamo con Leewin estate, posh e suntuosa. tutto e' perfetto, forse anche troppo, il personale vagamente arrogante e incline al plurale majestatis. questo genere di azienda hollywoodina piacera' magari agli americani ma io l'ho trovata senz'anima pur nella perfezione formale del parco, dei piatti e dei vini. non vi metto nemmeno l'url!
Cape Mentelle invece e' una cantina vera, non hanno cucina e al massimo ti danno un piatto di formaggi, gli addetti alla degustazione sono charmant e cordiali (sanno quello che dicono e anche che i loro vini sono fra i migliori ma non si permettono di ostentarlo). assaggio un po' di tutto, contagiato dall'entusiasmo di Carl che, prima di partire da Sydney, mi ha detto "kiss the earth for me when you are there". mi fanno sentire anche la differenza fra uno shiraz del 2004 (estate calda, vino full bodied, profumi opulenti e generosi) e quello del 2006 (estate cool, vino piu' terso, aromi secchi come fucilate, grande pulizia e ampiezza). difficile da spiegare ma, visto che siete amici, vi auguro di provarli tutti e due!
l'ultimo giorno lo spendiamo da Cullen, buoni vini, buon cibo, tavolo in the shade all'aperto con vista su bei vigneti. relaxing, peaceful, nice.
io di solito preferisco di gran lunga i rossi ai bianchi (non e' un'osservazione politica, sto ancora parlando di vini!) ma Margaret river mi ha scosso e ho trovato bianchi favolosi. nella hit parade di tutti i tempi metto una bottiglia di Lenton Brae, semillon sauvignon blanc 2008. se mai la vedrete in qualche carta dei vini, non fatevela scappare (e pensare che su queste stesse colonne ho parlato male del semillon, chiedo umilmente il perdono della corte!)
Monday, January 05, 2009
let's go west
Perth, capitale della WA e' una citta' "diversa": strade larghe, edifici bassi, poche macchine e poca gente in giro (con l'eccezione del centro strettamente inteso, con i suoi due mall pedonali). tutto e' ovviamente relativo e i nostri confronti usano Sydney come pietra di paragone. puo' anche darsi che l'abitudine alla citta piu' hectic d'australia ci faccia sembrare perth un po' lenta, ma sembra proprio una citta' per pensionati. ci sono anche motivi per cosi' dire climatici che la rendono bizzarra. il sole e la temperatura durante il giorno sono estremi in questa stagione (si viaggia sui 35-37 di norma, i 40 sono sempre in agguato) ma loro imperterriti continuano con orari "british" da kamikaze. i negozi chiudono alle 17.00, si va mangiare dalle 18.30, alle 20.30-21.00 la cucina chiude e tutti a nanna. appena la serata si ammorbidisce un po' e comicia a tirare un filo di arietta, qui e' tutto chiuso e non trovi ne' un cane per strada ne' un ristorante aperto. non dico fare la siesta e tirare madrugada come gli spagnoli ma sarebbe una buona idea evitare il pomeriggio arroventato e tenere aperto di piu' in queste belle serate luminose e fresche. mah, contenti voi...
abbiamo visitato la zecca, testimone del periodo in cui c'era la corsa all'oro, 600 km nell'entroterra. l'istituzione e' ancora attiva nella sede originale e nella visita vi mostrano le piu' grandi pepite ritrovate nella zona, i lingotti, la ricostruzione di un accampamento di cercatori e un intero ciclo di fusione dell'oro (col crogiolo a 1300 gradi). alla fine si possono vedere al di la' di un vetro gli operai e le presse che stampono le monete.
ci rimane negli occhi e nei ricordi il Kings park, turf brillante e piante rigogliose, si vede una magnifica skyline e si apprezza la bellezza dello Swan river che forma un grande lago in prossimita' della citta'. ci informiamo e al botanic cafe' ci dicono che chiudono la cucina alle 20.45. sappiamo che non possiamo sgarrare, facciamo una passeggiata fino al war memorial e ci sediamo alle 20.30 in un bel tavolo con vista. il posto e' relaxed, i piatti sono semplici e buoni, a buon mercato, la serata e' fresca, la vista memorabile. il gestore scandinavo (!) comicia a sbaraccare alle 21.30, chiudendo con dei teli di plastica le aperture del portico. ma e' squisito e ci lascia la nostra apertura fino alle 21.45. poi capiamo che non si puo' tirare la corda e ce ne andiamo, ringraziando per averci lasciato la vista fino all'ultimo momento.
merita una visita anche Fremantle, bella cittadina portuale con tratti architettonici del primo novecento. da la' poi prendete il ferry che vi porta a Rottnest (un filo sballottati dalle onde). e' un'isola di selvaggia bellezza abitata dalle quokkas, marsupiali di piccole dimensioni che a prima vista sembrano pantegane. ma poi sono simpatici e docili e ci si affeziona. nostro nipote Lorenzo li ha riempiti di salatini, che loro sembravano gradire piu' di quello che raccattano nell'isola.
Thursday, January 01, 2009
Sydney ratatouille
la rarefazione di idee coerenti per i post del blog mi spinge a cercare di mettere assieme un pezzo piu' vario, sconnesso e vagamente dissonante. certo, se gia' pensate che finora non tutto il blog rifulga di serrata consecutio, beh... tenete duro ancora un po'! nella mia testa il fil rouge e' nuovamente questa meraviglia di citta' che si arrampica sempre piu' alto nel mio gradimento, oltre che nella classifica dei posti in cui ho vissuto per piu' tempo: Riese Pio X (mezza vita), Treviso (decennio), Venezia e Padova (intorno al paio d'anni), Sydney e Canterbury-UK (semestre). dubito di riuscire a raggiungere il decennio ma sto lavorando a "un paio d'anni" a Sydney. il tempo non mi manca, in fondo per la mia generazione la pensione somiglia ai fiori da morto: durano poco e sono usati in prossimita' della dipartita. ma sto divagando e torniamo a bomba.
drag or dragon? siamo stati a vedere "Priscilla queen of the desert" e il suo autobus rutilante in viaggio per l'outback. come dice Tony, non e' che ci sia una gran storia, ma il musical rifulge di brillantezza, canzoni fotoniche e i costumi sono semplicemente fantastici. se vi sentite piu' drag che dragon di tanto in tanto, vi potete sempre ispirare a questa bella storia di diversita' (lo so, pur nella sobrieta' questa frase non e' ratzingeriana ma credo che quello che ognuno fa nell'intimita' siano solo cazzi suoi).
spilling the beans, clarence st: bel caffe' gestito da una coppia di israeliani giovani e svegli. la signora ha un sorriso e una gentilezza mora e mediterranea che incantano. anche le cameriere sono delle "soggette"... ci piace per la cura maniacale degli ingredienti (prodotti freschi, s pellegrino fra le bibite, panini non banali, non tutto bello e siliconato come in altri locali). e poi, servono sempre una zuppa bollente, io ne vado pazzo (dell'idea oltre che della minestra!) non sempre qui fa un caldo boia e una bella scodellona di passata o zuppa e' una meraviglia.
balmoral: spiaggia europea per l'aria chich, la bellezza della zona residenziale che la circonda, la calma del mare. a differenza dei grandi nomi (Bondi, Manly, Maroubra...) si tratta di una spaggia "interna", dentro all'harbour, e il mare e' sempre piu' calmo che sull'oceano. niente onde e surfisti muscolosi e appunto per questo te ne stai pacifico sul bagnasciuga o sui tratti erbosi e attrezzati con panchine e tutto quel che serve per i picnic. sulla spiaggia c'e' anche il bathers' pavillion, cafe-ristorante d'inizio novecento con quella perfetta aria demode' che ricorda il lido di venezia. il cafe' (dove si puo' mangiare) e' carinissimo, offre splendide viste di rocks point e ha prezzi ragionevoli. mi dicono che il ristorante sia invece costosetto, per colpa delle tovaglie di lino che qui fanno faville. voi capite perche' pagare 30 dollari in piu' per avere la mise-en-place in lino? arrivare a balmoral non e' banale ma se prendete il 247 che va al taronga zoo fatevi a piedi mandolong road, in discesa, per vedere in che che quartierino ci si puo' prendere un piede-a-terre... in salita e' meglio di no, e' una bella impiccata.
BEBes: l'abbreviazione assolutamente scientifica (giuro!) sta per Blue Eyes Blond-es e dovete sapere che qui ce ne sono in numero eccezionale. in generale, si tratta di gran pezzettoni di figliole, atletiche, altone e non anoressiche (in sintesi, sane!) le BEBes competono ad armi pari con le altre esotiche bellezze locali d'origine asiatica ma hanno una peculiarita' che le rende financo piu' appetitose: il sole feroce di Sydney rende la loro epidermide dorata e bronzea. potendo sfoderare questa abbronzatura mi ricordano (oltre a tutto il resto) anche il fish'n'chip... da paura!
dendu' cafe: il posto e' a 3 minuti a piedi dall'ufficio, in macarthur square su bulwara road. ci piace perche' hanno i tavolini all'ombra delle acacie e sulla sommita' di una cresta che si affaccia su Glebe. tira sempre un discreto venticello. panini civili e caffe' sopra la media. il personale ha una sua personalita' non banale ("soggetti" pure loro!) noi abbiamo conosciuto uno scozzese (aussie da 20 anni) e l'aiuto cuoca, una ragazza con coda di cavallo bionda che ti riconosce dalla seconda volta che ti vede.
buses: come sapete, formano la spina dorsale dei nostri capillari giretti per la citta'. la palma del migliore va (strettamente ai punti) al 431 che collega Millers point con Glebe. fa capolinea in due dei piu' gradevoli quartieri di Sydney, passando per la centralissima e pulsante george street.
a natale un autobus per deposito e' agghindato con nastri, addobbi, luci e quant'altro. devo dire che prendere o anche solo veder passare uno di questi carri mascherati natalizi a forma di bus tira su il morale sia dei passeggeri che dei passanti.
gli autisti degli autobus sono curiosi articoli, spesso di nazionalita' varie e vorrei proprio conoscere chi li addestra. tutti credono ciecamente all'assioma che dove passa una macchina passa anche un autobus... lo mettono in pratica con ferocia e destrezza. sorpassano senza pieta', si sfiorano nelle due corsie di marcia di george st, chi rallenta e' perduto! sembrano assatanati ma hanno un cuore e si fermano quasi sempre a raccogliere il ritardatario che insegue il mezzo sacramentando, come si conviene a un servizio pubblico, e non ripartono fino a quando i passeggeri anziani non hanno preso posto, costi quel che costi in termini di tempo. non sempre sono ciarlieri e a volte rispondono "d rk" con voce baritonale a chi chiede dove va il bus. da poco ho capito che vuol dire "the Rocks". infine, possiedono un simpatico daltonismo a tempo: se il semaforo e' verde, e' verde; se e' giallo, e' molto verde; resta verde anche nel primo secondo di rosso e infine inchiodano perche' non resta altra scelta. in attesa all'incrocio ci potrebbe essere un collega pronto a scattare, se lo conosci lo eviti!
NYE: New Year's Eve, la vigilia (s silvestro) piu' celebre dell'emisfero sud. anche quest'anno grande show di fuochi artificiali e di pubblico. la novita' erano i razzi sparati orizzontalmente, "ad alzo zero", dal ponte. di grande effetto, devono aver anche calcolato dove atterrano (sull'acqua del porto) senno' avrebbero falciato i "milioni di milioni" che assistevano. questo post chiude il 2008 e apre il 2009, let's hope it's a good one, auguri a tutti.
partiamo per Perth e la Western Australia domani, 8 giorni di spazi, sole, animali mai visti (Quokkas!), wineries, beaches (ci mancherebbe...) magari qualcosina la scrivo anche da la'.
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