Saturday, October 15, 2022

Palermo Plus

Alle 10.25 vedo le fronde del banano nel giardino della chiesa di S. Giovanni degli Eremiti, il mio alloggio sta esattamente dirimpetto, sono arrivato a destinazione. Sveglia  alle 4.30, Treviso S Pancrazio - Camplus porta a porta in 5 ore e 10 minuti, mettendo assieme le tessere del viaggio: 30 minuti in FIAT 500 per raggiungere il Marco Polo, i soliti 50 minuti un po' ansiogeni in aeroporto, un'ora e 15 di aereo, Punta Raisi Falcone e Borsellino, tira molla tambara e ritira il bagaglio, aspetta che il taxi sharing si riempia di altri 6 passeggeri con le loro storie, arrivo all'incrocio fra Via Roma e Corso Vittorio Emanuele e so che devo camminare per una decina di minuti.

Con Palermo mi sintonizzo sempre subito, anche con la meteorologia. Nuvoloni neri stazionavano sul mare ma lasciavano che lame di sole s'insinuassero sulla pista, il furgone sfreccia sull'autostrada, lasciando intravedere la costa sulla sinistra, comincio a sentire l'accento a là Ficarra e Picone, con le a allungate. 

Cesira mi telefona e mi dice che ho pure fatto la simpatica cazzata di lasciare a casa le chiavi della valigia Spalding vinta coi punti del rifornimento decenni fa. E l'avevo chiusa! Bene, valigia chiusa a serramanico su un marciapiedi del centro: mi sfiora l'idea di comprarmi biancheria e vestiario per 7 giorni... Mi dico che sono mona, e tanto, sia per la dimenticanza che per avere pensato una simile stupidata. Poi, appena all'inizio di corso Vittorio leggo "Keep calm e futtitenni". Se non è un'illuminazione poco ci manca. A Palermo ci deve essere un modo per aprire una valigia: è chiusa a chiave, ok, ma lo è in modo un po' ornamentale, come si usava con quelle valigie dei punti che hanno serrature di plastica che servono più che altro a fare la faccia dura per incutere più paura! Entro in un negozio di cianfrusaglie indiane, "devo farti una domanda un po' strana..." e chiedo aiuto, avete idee... c'è una ferramenta in giro? Sì, torna su Via Roma, poi lascia passare via Venezia e gira sù in Via Napoli, c'è una ferramenta. È vicinissima, decido di andarci, trovo la premiata "Non Solo Elettricita" di Ciminna Claudio: dico al commesso "devo farti una domanda un po' strana... ho scordato le chiavi, si riesce ad aprire questa valigia?". Il giovanotto, alto e sveglio non fa il difficile, capisce che la valigia è mia, prova con una chiave che non gira, mi dice "la devo forzare", "va bene", e con un cacciavite fa ruotare il tamburo (in realtà senza forzare nulla, la potro riusare senza problemi). Fulgido esempio di come (alcune) serrature non servano a niente!  Alè, sono salvo e contento in meno di 10 minuti, conteggiando il tempo di arrivare in ferramenta. Dietro al bancone ci sono due persone, "quanti vi devo?", non vogliono un euro, insisto, si schermiscono, "posso almeno offrirvi un caffè al bar qui accanto?", no, non serve, no... Ma nel frattempo era entrato un altro cliente che dice ai commessi "e dai, accettate!", ringraziano e chiedono due macchiati!

Google maps mostra (quasi) sempre tutto, compresi i bar con le mezze dosi.

Con la mia valigia appena "scassinata" con dolcezza, entro trionfante nel bar lontano 10 metri, ordino un macchiato per me, anche per dimenticarmi di quel caffelatte "medium or large" bevuto a Venezia all'alba. Il piccolo banco è affollato, un cliente chiede se si può avere mezza barchetta alla mortadella che sta sull'espositore, il barista dice di no, "a chi la do poi l'altra metà?". Capisco bene la richiesta, anche io per motivi vari apprezzo le porzioni piccole, ti prendi il gusto senza grane glicemiche, un coup de foudre papillare e via. Stavolta però salto nella conversazione, "l'altra metà la prendo io!". L'attimo di curiosità che invade il locale dura tre lunghi secondi, sei avventori mi guardano sorpresi, evidentemente il mio accento si fa notare non poco in centro a Palermo e chissà cosa si son chiesti sui ghirigori che poratano un veneto in un bar tosto senza alcun appeal turistico. Ma è fatta, il barista sorridente capitola e chiede "la devo tagliaaare per lungo o per laargo?", il signore esagera: "a volte, io ne chiederei anche un quarto!". E io  "ma è dura trovarne altre tre!". Pago 4 euro e 10, inclusi la mezza barchetta e i due macchiati che di lì a poco saranno portati ai ragazzi della ferramenta. Mi fa lo sconto, "4 euro", senza scontrino, è una cosa bella...

Quello che vedo dalla mia finestra, compresa l'ombra delle tenda...  in pieno complesso Arabo-Normanno a due passi da Palazzo dei Normanni.

Sono al Camplus di Via dei Benedettini, dalla finestra ammiro la struttura di S. Giovanni degli Eremiti e non solo il giardino, una meraviglia che visiterò nei prossimi giorni! Sono stato in strutture simili anche altrove e mi sono sempre trovato benissimo (ad esempio, lunga vita al Camplus di Catania in via Monsignor Ventimiglia), mi sento un pascià e fra poco provo la "mensa" interna, mi attendono turisti, strani soggetti come me in trasferta sabbatica, didattica e scientifica e studenti, tutti presenti nel variopinto ventaglio di ospiti. Mi devo mettere a lavorare, finendo di preparare il (mini) corso su NetLogo e agent-based per il dottorandi di unipa e provando a smaltire la slavina di email che attendono risposta da giorni e settimane. Questo post finisce qui, W Palermo, mi godo il caldo e avanti col resto!

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