Thursday, December 04, 2008

milano (4-6 dicembre)

dopo questa galoppata, e' uno shock. milano mi accoglie alle 14.30, tirata, livida e grigia. foglie autunnali per terra, fango, penso che qui deve essere tutto tetro anche col sole ma arrivare da sydney e confrontare l'estate e la luce con l'inverno e la nebbiolina fa effetto. dove diavolo sono capitato? in viale romagna ci sono anche lavori in corso e, forse per lo spaesamento di 27 ore di viaggio, penso distintamente che sembra una citta bombardata, "meglio la vucciria". esco svelto dall'hotel e cerco di andare a mangiare un boccone, ma sono le tre del pomeriggio e a milano e' troppo tardi. in vie semideserte, il primo ristorante sta chiudendo, nel secondo il pizzaiolo se n'e' appena andato, "scusa tanto". finisco in un buco, il bar oasi in via juvara. voglio che resti negli annali perche' hanno solo un tramezzino confezionato e il te ("molto caldo, per favore" avevo chiesto) e' appena tiepido. mi nutro e trangugio ma penso a pitt e george street, dove c'e' un fiume di gente e tonnellate di posti dove ti danno da mangiare di tutto (compreso cani arrosto, letteralmente) a qualsiasi ora. fiuto la nebbiolina, con le mani conficcate nelle tasche del mio spolverino leggero e primaverile: dove diavolo sono capitato?

devo dire che poi mi riprendo. come spesso succede, gli amici illuminano e scaldano i luoghi. sento i veneziani, ma soprattutto comicio a parlare al telefono con Alberto e Massimo, i miei milanesi a l'havana e organizziamo la serata. riempio il borsone con gli effetti personali che lascero' qui fino a gennaio, per alleggerire il nostro ritorno e esco verso le 20.00 per andare a cena. finiamo a china town (che mi pare benaugurale, finalmente li ritrovo!), dal "vecio friul" in via rosmini. Massimo lo ha scelto ed e' un trionfo, grandi formaggi e grandi vini. il dolcetto e' buono e il barbera ancor meglio, conosco anche Nadia e resto sveglio fino alle 23.00 quando crollo a letto e dormo come un angioletto, sono sveglio da piu' di 24 ore ma il jet lag batte in ritirata!

mattina presto al politecnico, mi fanno simpatia gli studenti che sciamano, me li immagino diventare ingegneri ruvidi, rigorosi e scientifici. la citta e' grigia, cielo grigio, palazzi grigi, chi ha proibito le foto a colori? restera' cosi' per tutto il giorno, finche' noi finiamo le pratiche di un concorso in cui ci sono piu commissari (siamo in tre) che candidati. mi chiedo come sia possibile che si presentino due sole persone per un posto in un'universita' nota di una citta' come milano, non e' esattamente l'ateneo di cendrole! facciamo il lavoro: verbali, due prove scritte, inframezzate da verbali, prova orale, verbali. poi giudizi individuali, verbali, giudizi collegiali, verbali, relazione finale... immaginatelo voi: verbali! alle 20.15 usciamo dal polimi, un candidato ha vinto e uno ha perso (sono contento per uno e triste per l'altro ma e' come il campionato di calcio in cui uno vince lo scudetto e gli altri no, purtroppo non c'e' la zona uefa). penso a Tony che assegna 10 posti all'anno a UTS sulla base di interviste e curriculum e penso che siamo bizzarri se pensiamo che i verbali e le decine di buste ci difendano dagli abusi, da errori, da qualsiasi cosa... saluto Gabriele e Emilio dopo cena, la cosa bella e' che abbiamo finito il venerdi sera e ora ho due ore sabato mattina per vedere milano. ho un'idea fissa, trovare "il fasciocomunista" di Pennacchi. la deliziosa signora dell'hotel dieci (bell'albergo, bel buffet a colazione, dettagli come i datteri impreziositi da una gentilezza avvolgente e meneghina), mi indirizza in corso buenos aires. comincio ad abituarmi a questa citta' monocolore e slavata, intuisco muscoli tesi, i binari metallici del tram innervano un posto di proverbiale adrenalina. triste, forse troppo triste, ma potente. trovo una serie di librerie magnifiche, mi fermo in quella "del corso". i commessi sanno dov'e' il libro senza bisogno di catalogo, la cosa mi sembra molto milanese. alla cassa chiedo di una buona caffetteria, Cesira mi ha cambiato e ora una citta' senza pasticcerie mi sembra scondita, un computer senza internet, una storia senza finale. mi dicono che due traverse a destra c'e' la "S. Gregorio", nell'omonima via.



mi avvio, imbattendomi in un enorme e curioso cartellone di Playboy, due minuti a piedi e sono la'. chapeau, armadi a vetro pieni di brioches varie e profumate, cassate, cassatine, cannoli, pasticcini, trovo il caffe' perfino piu' buono di quello di Sydney (!) la mia visita di milano, finisce qui: e' ora di tornare a mpx-malpensa, direzione syd via dbx-dubai. la nebbia e' sempre presente, il freddo pure ma un buon libro e un buon caffe' possono fare miracoli. compro i giornali, guardo un po' intristito i mucchi de "il giornale" e "libero", prendo "corriere" e "repubblica" dato che ci sono i supplementi del sabato, i preferiti per il "subentro" di Cesira. bye bye milano, 48 ore interessanti in cambio di 60 ore di viaggio e 20 ore di fusi. con Fabio di Cavarzere alla guida, buchiamo il muro di nebbia proprio a malpensa, arriva il sole, rivedo il verde della campagna invernale. mi sembra un buon auspicio, me ne torno da dove sono venuto, dove il sole non se la tira cosi' tanto.

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