Pur arrivando con un'ora di anticipo sul volo, la signora del checkin ci tira le orecchie e ci dice che avremmo dovuto arrivare prima. È bruna, asciutta e decisa, mi immagino che sia turca ma poi le colleghe la chiamano "Martina": o è una traduzione o è una locale. Mi riprometto di arrivare prima la prossima volta ma poi partiamo con 50 minuti di ritardo e, in fondo in fondo, penso che la ramanzina non ce la meritavamo... Il volo è un gran bazar di confusione, ascelle e bagagli a mano enormi e pesantissimi. Un gran numero di lavoratori torna in Africa e Asia usando Istanbul come hub. Questo casino può sembrare esagerato, in fondo le regole dicono "un solo bagaglio a mano, peso massimo 10 kg" e qualche passeggero è infastidito. Io ripenso in particolare al mio viaggio a Canterbury nel '95: borsone a mano da 27 kg, con computer "casson da folpi", pesava così tanto che a stento lo alzavo e, in più, io dovevo anche fare finta che fosse leggero, con la faccia tosta spavalda che diceva: "sembra grandino ma è un bagaglio a mano normale...". Per poco non mi segavo le dita ma a quel tempo quelli del terzo mondo in Inghilterra eravamo noi studenti italiani.
Scalo a Istanbul. Ricordo due pubblicità di alta moda con modelle velate ma nelle edicole c'è la solita sfilata di copertine occidentali, anche se non scosciate.
Arriviamo a Dalaman, 35 C belli secchi come una fucilata. La barca è bellissima, passaggi in tek e legno levigato, poppa e prua ampia, serviti e riveriti come pascià. Mi pare vagamente un sogno. Conosco i nostri compagni: Anna, Angelo, Carlotta, Paola, Clemente, Alessandro, Laura, Vittorio, Andrea, Giorgio, Maria Vittoria. Sei adulti e 7 adolescenti, siamo potenzialmente esplosivi: meglio farsi un bagno!
Per i posteri: ho letto un bellissimo articolo su
rootfinding con polinomi di Chebyshev e autovalori di matrice di Frobenius. Ma da ora lavoro e internet sono banditi!
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Paolo, Carlotta, Anna, Paola, Angelo e Cesira: foto ufficiale Turchia 2013, "veci". |
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Alessandro (di spalle), Vittorio, Maria Vittoria, Laura, Clemente e Andrea [Giorgio manca], "bocie". |