On the eve of WWII, about 1,500 Jews lived in Trzebinia (Yiddish: Chebin), a community bubbling with Chassidic life and Torah learning, Zionism and a pioneering spirit, political parties and youth movements.
Ryanair fino a Cracovia, in treno verso il centro fino a una stazione periferica dove google maps mi dice di cambiare. Scendo a Krakow Bronowice dove devo attendere 40 minuti il locale che mi porterà alla mia undestinazione. Ci deve essere un senso carsico di assenza in questo posto che ha del metafisico, ci sono 4 binari, due per la metropolitana leggera, uno per i treni verso il centro e il mio per i treni verso la campagna. Poi basta. Un sottopasso, nessun edificio, nessun posto dove prendere un caffè, nemmeno le macchinette per comprare il biglietto, noi la chiameremmo "stazione non presidiata". In effetti, cosa c'è da presidiare sulla via per il niente? Mi siedo sulla panca, ben attento a non spaventare la signora che sta due metri più in là sul suo pezzo di sedile. Poi arriva una ragazza, si accomoda fra me e l'altra, mi faccio stretto nel silenzio di tomba squarciato solo dai treni a tutta velocità che non si fermano a Bronovice. Il tempo è inaspettatamente decente, nuvoloso con qualche raggio di sole, apro "La zona d'interesse" di Martin Amis, una delle letture che a mo' di compiti per casa mi sono imposto prima di partire (fioi, è un bel libro, provatelo!)
Si materializza il mio treno, 16.53, ne avrò fino alle 17.51 per Oświęcim. Cerco il controllore, un ragazzo giovane e alto, inglese deboluccio ma funzionale, compro il biglietto. Vedo binari, tanti binari che spesso si aprono a ventaglio come se ci fossero scali o aree d'interscambio, penso che a causa delle miniere che si trovano qui intorno c'era evidentemente una buona infrastruttura per fare arrivare sonderzug da tutta Europa.
Vedo colline, boschi, fiumi e betulle. È strano, o forse no, ci sono delle cose che associ a delle altre cose dopo che hai letto o visto qualcosa: per esempio, i carillon mi fanno paura (un filin...) perché ho visto qualche pezzettino di film di Dario Argento o sentito qualche minuto di colonna sonora di horror movies. C'è sempre 'sto cancaro di carillon che avvisa che a breve il sangue schizzerà metaforicamente sul vetro della telecamera, no? Un po' allo stesso modo, le betulle mi ricordano le descrizioni dei dintorni di Auschwitz o i boschetti dove all'inizio della storia gli Einsatzgruppen (specie di squadre della morte aizzate da Himmler) ammazzavano con un colpo in testa tutti quelli non abbastanza ariani. Forse un milione e mezzo di persone sono finite fra i boschi in questo modo. E pensare che io le betulle ce le avevo nel giardino di casa, ma a quel tempo ero bambino e non mi trasmettevano cattive vibrazioni. Ci dovrò lavorare su: che ci possono fare le betulle che hanno la sola colpa di essere state là?
Stazione di Trzebinia, sono a 20 kilometri dalla destinazione. Non so perché, forse il nome somiglia superficialmente a Treblinka, e cerco sul web. La pagina di wikipedia di Trzebinia mi fa capire che essere intorno al buco nero di Auschwitz non è senza conseguenze. La seconda pagina che trovo è dello Yad Yashem.
On the eve of WWII, about 1,500 Jews lived in Trzebinia (Yiddish: Chebin), a community bubbling with Chassidic life and Torah learning, Zionism and a pioneering spirit, political parties and youth movements.Provo a capire che cosa dev'essere stato quest'angolo di terra 8 decenni fa: abbiamo avuto i massacri anche dalle nostre parti, di uno parlo anche su questo blog, ma qui la scala sembra essersi imbizzarrita, anche in insignificanti paesi di campagna spersi lungo i binari. Sono quasi arrivato a Oświęcim e attraverso sulla ferrovia il fiume Vistola. Nuovamente, sull'acqua che fluisce placida mi immagino le tonnellate di ceneri umane disperse per non lasciare traccia. Betulle e fiumi non hanno voce ma si dovrebbero iscrivere a un sindacato che difenda i lori diritti! Che colpa hanno per aver piantato radici o scorrere in un simile terrificante pezzo di mondo?
On 29 May 1942 (13 Sivan 5702), the deportation of the Jews of Trzebinia began. That day, SS and German police forces surrounded the ghetto, and a selection was carried out. The young and healthy were sent to work in factories in the nearby town of Chrzanów and forced labor camps within the Reich borders. A week later, those who remained were sent to Auschwitz, where they were murdered in the gas chambers on their arrival.
After the war, only 270 Jews from Trzebinia remained alive. This is the story of the community of Trzebinia. [Fonte]Sono le 17.51, puntuale, scendo a Oświęcim, il sole sta tramontando ma è una bella serata nonostante fosse prevista acqua a catinelle. Lo prendo per un buon auspicio per l'indomani, quando andrò a vedere la bestia nel non-luogo dove ha ringhiato con tutta la violenza possibile.
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