Bon, sono a Milano, 18.45, il Frecciarossa è puntuale come la morte. Qualche riga sulla città, poi un giro alla Pinacoteca di Brera e, infine, Milano nuovamente.
Dopo un viaggio tranquillo e confortevole in area silenzio, decido di andare a vedere Brera. Ci avevo provato tante volte, quasi sempre il lunedì quando è chiusa e mi era rimasta la voglia. Salgo sulla M1 fino a Lanza, sguainando la carta di credito senza dover nemmeno fare il biglietto (cosa che trovo sempre avanti anni luce rispetto alla carta Venezia). Intanto mi guardo i cartelloni della MFW 2023 dal 19 al 25 settembre. Ma come mai quasi tutte le volte che capito qui c'è la Milano Fashion Week, con tutto il suo glamour (?) e questa profusione statisticamente sospetta di stangone mirabili, alte e magre, spesso con canottiere ascellari e short inguinali a coprire miracolosamente il minimo che serve? Ma fate la week un mese sì e uno no?
Il Cristo di Mantegna |
Bellini 1, Madonna. |
Bellini 2, Madonna. |
Il numero di quadri o autori "veneziani" è impressionante: vi ho già detto di Bellini e Cima ma mi ascolto la storia delle reliquie dell'evangelista Marco di fronte a Jacopo Robusti "Tintoretto" e poi Canaletto e chissà quanti me ne dimentico oltre agli oriundi Tiziano e Canova. Se ci fosse la nazionale dei veneti saremmo primi nel medagliere e se questa frase non suonasse leghista sarebbe pure meglio! Sparsi per le sale ci sono anche Picasso e Braque, "Brera mai vista" mostra infatti, in vetrine vetro e rete metallica disegnate da Sotsass, quello che tengono in deposito. Compaiono pure i tubi innocenti in due ambienti enormi in cui ricostruiscono il restauro dei pezzi che necessitano di una remise en forme.
Nell'ultima sala c'è il "Bacio" di Hayek: possiamo anche discutere se possa stare nello stesso campionato di prima, ma c'è la fila per vedere l'ardore del soldato in calze rosse e giubba verde (come il tricolore) che bacia la sua dama in vestito blu con lampi di luce bianca (come il tricolore francese). Il quadro è ormai un'icona pop, usata anche dai morosi, e abbiamo scordato la valenza politica risorgimentale, potenza dell'arte senza tempo che dice sempre qualcosa, anche se magari è diversa da quello per cui era stata pensata. Il "Bacio" poi attira anche rotoli di custodi dato che l'allarme suona senza motivo a lungo, "Guarda cha Hayek suona anche se nessuno si avvicina..." si dicono al cellulare, aumentando ancora il numero di operatori che arrivano e strapazzano un aggeggio dietro al cartellino senza gran successo, lui continua a fischiare a intermittenza infischiandosene di tutta la baraonda intorno.
Bacio e abbracci! |
È quasi ora di andare, Luca mi aspetta a Moscova verso le sette e un quarto e mi tocca ammettere che Brera è una meraviglia. lo dico perché si può e si deve passare sopra ai lavori in corso, al look inizialmente svogliato di qualche elemento del personale e a una latrina penosa (fuori dal museo, a dir il vero era in corridoio). Ma, colmo dei colmi, mi scappa di nuovo visto che l'età avanza e la resistenza della prostata regredisce, "c'è un bagno interno, vada nella sala 8" mi dice la custode della XIII (fate voi!). Ebbene, qualche altra toilette mirabile ce l'ho in mente ma questa è commovente: nascosto da un'austera porta di legno massicio c'è sul serio il bagno in sala VIII, pulito, profumato, sapone, aria calda (e i buchi provocati da viti a pressione sono il minimo sindacale). Ripeto, sono in un bagno con sanitari d'antan, ampio e arioso, a pochi metri da Cima da Conegliano e chissà chi altro. Con tutto il rispetto, mai una pipì fu più regale e pacificatrice!
Cima da Conegliano, Madonna. A pochi passi dal quadro si apre la porta di un bagno che rischia di essere il più bello del mondo! |
Riprendo via Statuto verso Moscova, solite fioe troppo alte-bionde-magre-occhi-azzurri per essere vere ma ci ho quasi fatto l'abitudine, vedo un gabbiotto dove un parrucchiere ha allestito un atelier apposta per la MFW 2023, proprio di fronte a Panarello, pasticceria cui la mia famiglia rende onore ora e sempre. Finiamo, io e Luca, da Eataly a mangiare spaghetti al pomodoro e altro. Ma devo raggiungere l'Ibis Ca' Granda in zona Bicocca, M5 viola per qualche fermata partendo da Garibaldi, un fiume di tifosi milanisti che riempiono all'inverosimile ogni vagone. Mi fa simpatia questa gente rosso-nera, io gobbo ormai sbiadito, dopo lo 0-0 col Newcastle (scusa, chii???) che arriva a pochi giorni da un derby perso 5-1, cinque pappine! Hanno ancora le magliette di Ibrahimovic, il fenomenale diavolo bosni-svedese che accende ancora la fantasia anche se non gioca più. Ma il tempo non passa e portano pure con sempiterno orgoglio e fede la maglia di Maldini che ha smesso di giocare anni fa (credo sia Paolo, non babbo Cesare, c'è un limite anche alla preistoria del tifo!)
Scendo alla metro di Ca' Granda, altra periferia al centro di una qualche Milano che non conosco ancora, hotel low cost e va bene, stanza anche più grande di quel che mi aspettavo, i ragazzi della reception mi scaldano l'acqua per una camomilla, il filtro me lo sono portato da casa, a mio modo sono milanese anche io. La chiave è un pezzo di cartone magnetizzato, provo se la carta PAM va bene per tenere accese le spine e nemmeno stavolta la tessera plasticata mi tradisce. Faccio 4 rampe di scale per tenere a bada la glicemia ed è ora di andare a nanna. Grazie Milano (e non è la prima volta che ti sono grato!)
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