Thursday, October 16, 2008

italieni 2


in un posto dove oltre il 40% della popolazione non ha come lingua madre l'inglese, io mi sento a casa mia, anche perche' storpio la lingua di Shakespeare molto meglio di molti altri con cui mi devo spiegare a gesti in mancanza di rudimenti di cinese, thai, giapponese, koreano, greco... ma una certa italianita' della citta' non passa inosservata nemmeno agli osservatori distratti. tutti ci adorano, forse oltre i nostri meriti, per l'arte, le bellezze e il cibo. hai poco da dirgli, e non e' nemmeno giusto rovinargli la festa, che l'italiano medio non si sveglia la mattina per andare al mercato a prendere prodotti freschi, rigorosamente DOC-DOP, sorbendo fumante caffe' di qualita' per poi cucinarsi mirabolanti paste e pizze col pomodoro ciliegino, concludendo con cremolata e limoncello di Surriento (!) c'e' da essere orgogliosi di tutto questo innocente affetto, ignaro della Gelmini che ci affligge, dell'Alitalia e del cronico ritardo dei nostri treni, del fatto che quattro gatti di stranieri ingenerano paure e xenofobia nella mia citta'... ma sto divagando.


la settimana scorsa abbiamo fatto un bagno d'italianita' particolare con l'occasione del Lavazza Italian 2008 film festival che si teneva a Sydney fino al 12 ottobre. due cinema della citta', uno a Paddington in Oxford street e uno a Leichhart, in Norton street proponevano un ricco programma di pellicole recenti e classiche. Norton street e' un po' la Little Italy di Sydney, una specie di zona simbolo, con affollamento di ristoranti del bel paese, scuola bilingue italo-inglese e aspetto piu' europeo rispetto agli altri quartieri. siamo andati a vedere "Il divo" in italiano, con sottotitoli in inglese, sala piena, molti italiani. e' un film potente e teso, recitato benissimo, colonna sonora di grande impatto. l'altro film era "Days and clouds", con Margherita Buy e Antonio Albanese, storia di una coppia che sbatte contro la crisi economica e vede disintegrarsi la propria sicurezza di ceto medio. e' un po' bizzarro, ma anche divertente e glocal, che riusciamo a beccare all'altro capo del mondo film che ci eravamo persi in patria. abbiamo concluso la serata con 4 passi in Oxford street, cuore del quartiere gay, piena di locali alternativi e negozi di indumenti e capetti non banali a men che non si voglia fare un punto. ho pensato che una simile strada in Italia e' ancora da venire e non ne sono orgoglioso per nulla. nel mezzo della bolgia, ci siamo infilati per caffe' e cioccolata calda in un bar italiano (toh!): 15 mq in tutto, pacchi di pasta barilla a decorare gli scaffali, bevande s. pellegrino ovunque, grana, olio e bresaola nel menu. al centro del microscopico bar troneggiava una vespa. se non e' un'apoteosi questa...

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