Monday, November 23, 2020

Covid 1

Quel po' di mal di gola e lieve raffredamento spinge Cesira a prenotarsi un tampone rapido per l'indomani. poi però ci danno una dritta e troviamo un laboratorio a S Zenone che ci dice che ce lo fa se arriviamo prima delle 10.00. Let's roll, Cesira parte alla massima velocità per arrivare in tempo. Sto al telefono con lei spesso, per darle indirizzi e guidarla mentre solca la provincia e io vedo google maps. Questo è l'inizio del giorno 1.

Già perchè alle 10.30 arriva la notizia della positività... I puntini catturano il fatto che non è semplice descrivere quel che succede nella mia testa. Proverei a definirlo uno shock calmo, nessuna sensazione di panico o paura ma via via la realizzazione che è un casino, che bisogna avvisare, predisporre, convivere anche col vago senso di colpa di esserselo preso e, magari, di averlo passato ai familiari.

A dir la verità non me lo sono preso io, non c'allarghiamo, ma tendo a dare per scontato che non posso che essere anche io sull'ottovolante della positività visto che marito e moglie, se non sono una coppia moderna come Donald e Melania, tendono a stare parecchio vicini.

Telefoniamo di qua e di là, mamme, fratelli, sorelle per informarli della notizia del giorno. Saggiamente Eman mi ammonisce di non fare il tampone per evitare che sia sancita la mia positività col rischio di "andare nel penale" se mi muovo o se mi fermano. Cesira prenota il molecolare, parla con la sua dott.ssa di base, parole saggie, dice di non fare nulla, non le propone nemmeno di fare antibiotici e cortisone che ho letto da qualche parte dovrebbero essere l'abc della cura. Si reca poi in dogana, fa tampone di conferma in poco più di un'ora fra andata, test e ritorno, adesso basta attendere un giorno i risultati

Telefono e mi prendo il posto per il "suo" tampone rapido alle 12.50 del giorno 2, tanto per sapere anche io se... sapere cosa non lo so: avvisare Marco e Daniela, ad esempio, con cui sono stato giovedì o mamma con cui ho fatto un'ora di macchina mercoledì.

Ritrovo lucidità: fino alla conferma di domani non sono ancora certo di essere entrato in contatto con una positiva e decido di fare la spesa, preparando una robusta lista di cose da mettere nel carrello, Eurospin, 92 euro, è il nuovo record mondiale (per me), circa il doppio dell'ammontare settimanale (e, infatti, ad occhio ho cercato di comprare tutto doppio per avere vettovaglie e verdura fresca per una decina di giorni). esco e non riesco, nonostante sia sul parcheggio di un supermercato di periferia, a non rimanere con la bocca aperta per un tramonto incendiario (che ha spinto anche sua santità Luca Zaia a fare un tweet). punto al Conad (è una storia lunga: certi prodotti vanno meglio di là, c'è poco da fare e, in un certo senso, queste sono provviste a lungo termine). Mi fermo in edicola e prendo il "Corriere" col pezzo di D'Avenia. Devo comprare brioches di ultima istanza alla S Ambrogio ma è proditoriamente chiusa. non demordo, in fondo per una quindicina di giorni mi attendo carestia, e mi fermo anche "da Francia", 4 fra pastine e croissant e una pizzetta per me.

Tengo la mascherina anche in casa, come la coperta di Linus da adesso non la mollo più, mi pare che sia un modo per scambiarci meno carica virale. fra l'altro la porto solo io, Cesira ancora pare un filo sfusata e non la mette anche se, in fondo, la rapidamente positiva è lei!

Mi faccio il letto sul divano, stendendo le due lenzuola e lasciando la coperta piegata doppia che sto bello caldo, camere separate per colpa del covid. domani è un altro giorno. ma forse dovrei dire da domani saranno altri giorni!

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