La temperatura è scesa fino a 18.8 durante la notte, mi sveglio alle 6.00, come di norma, dopo aver dormito in salotto, piccola dose di frutta e yougurt e un the verde prima di yoga dalle 7.00 alle 8.00, io con mascherina sul mio tappettino.
Penso (ma era considerazione già fatta in passato) che la mascherina ti obbliga a un uggiai potenziato e sanitario che ti fa apprezzare i piccoli grandi movimenti del respiro, se non lo capisci con la pratica lo senti col lembo ti tessuto che comprime inspiro e espiro e li rallenta quel tanto che basta, anche appannandoti gli occhiali, per darti grande consapevolezza. Cristina ci tiene, come sempre, su un bel binario per un'ora che pare sempre volare. Colazione. Riunione per un esoterico tentativo di PRIN con Emanuela e Stefania.
Poi schizzo a Riese, sul filo dell'evasione dalla auto-quarantena che ancora per poco non è obbligatoria, per prendere stampante, fascicoli e raccoglitori per Cesira, un saluto distante, veloce e giardingo a Luciana, un "ciao" detto con la porta della camera chiusa a Lorenzo. Poi via verso il centro di medicina di Villorba, dove ho prenotato il rapido alle 12.50, nell'ultimo tratto mi faccio aiutare dal navigatore di google maps che ti fa sempre fare stradelle attorcigliate come bigoli in salsa in una campagna accecata da un sole invernale tanto basso quanto potente.
Provo a pagare con un biglietto da 50 euro ma l'infermiera mi ricorda che non li scarico se non uso i mezzi di pagamento elettronici, ok bancomat. una signora stagna e professionale mi conficca parecchio in fondo il cotton-fioc in una narice, ancora mi sgrendono le fibrille e poi mi dice "fra un quarto d'ora so il risultato, esca e se è positivo le telefono subito. sennò si scarica il referto domani''. Come? Le chiedo se devo "bagolare" nei paraggi all'esterno per 15 minuti? Categorica: "si". sono le 13.00 e devo passare il tempo in un altro parcheggio (come ieri al tramonto, bella coincidenza di questi covid days). con andamento peripatetico mi guardo la vetrina della Sparkasse, IperCeramica e Wall Street English, poi vedo che c'è la sede della Pinarello, la Harley Davidson della bicicletta nostrana. ma dev'essere una sede operativa / organizzativa dato che di bici da 10000-12000 euro nemmeno l'ombra, proseguo e vedo un "doctor glass" che ripara i parabrezza delle macchine e un sushi restaurant figo da cui esce uno della mia età con fagotto take away. mi sono allontanto di 200 metri, bordeggiando questo complesso stracolmo di attività commerciali che trasuda nord-est a lato di Viale della Repubblica, sono le 13.11 e stimo che se torno lento solitario y final alla 500 saprò se sono positivo o meno. lemme lemme arrivo, apro premendo il pulsante sulla chiave, salgo in macchina, sono le 13.16, non ci credo troppo e mi avvio verso casa telefonando per dire di buttare la pasta. ma la telefonata, quella che ti dice in anteprima che sei positivo, non arriva. sono nel ramo else della tipa dei prelievi: se ti telefono sei positivo; altrimenti scaricati il file e arrivederci.
Sono negativo (avrò conferma formale con referto pdf con sms alle 17.06). nel corso del pomeriggio due riunioni gmeet, non sia mai visto il periodo, in cui do la notizia a Marco, incredulo forse come me. Eh sì, perché il punto ora è se riuscirà il nostro eroe (chi?) a rimanere negativo vivendo insieme a una positiva per 10-12 giorni senza nemmeno poter uscire adesso che Cesira ha pure la conferma del molecolare.
Viviamo in una bella casa luminosa e "ampia" ma è in sostanza un open space con bagno unico, non sarà semplice distanziarsi. mi calco la mascherina sul setto nasale, a mo' di casco da motociclista, che altro posso fare? Sono curioso di sapere se il mio (ipertrofico? non troppo!) sistema immunitario ce la farà. per addormentarmi (rigorosamente sul divano, ci mancherebbe!) camomilla e linee guida del New England Journal of Medicine (really posh!): preoccupati se hai tachypnea (più di 30 respiri al minuti) o saturazione sotto il 93%... stay tuned!
No comments:
Post a Comment