Wednesday, March 29, 2023

Germania uber che?

Appese alle pareti dell'unico bar dell'aeroporto, il cafè Wings, ci sono delle immagini iconiche e immediatamente riconoscibili, il ponte di Brooklyn, la skyline di Manhattan, l'Empire State Building, in un bianco-nero luccicante. Potenza delle immagini, tanto le abbiamo viste e tanto abbiamo sentito parlare di quei luoghi che ci sembrano consuete anche a mgliaia di km di distanza. Sono a Muenster-Osnabruck FMO flughafen, in attesa di un volo per Venezia via Francoforte, alla fine di 6 giorni di trasferta presso le università tedesche di Bamberg e Bielefeld, ospite di colleghi-amici, per partecipare a un evento di un progetto di ricerca tenendo qualche lezione e facendo ricerca con uno di loro.


Al controllo di sicurezza non c'è bisogno di sgomitare e davanti a me ci sono solo un anziano signore e la moglie con deambulatore...

Sono stato forse in una Germania minore, Franconia (in alta Baviera) e Nord Westfalia e la familiarità con le immagini di New York mi fa riflettere sul radicamento, per certi versi simile, di idee sulla Germania. Mi rendo conto che il viaggio è stato un bagno di realtà che ha messo in un angolo alcune immaginifiche fascinazioni sui tedeschi. Non so voi, ma associo a questo paese efficienza alla massima potenza, organizzazione ingegneristica e precisione, visione di lungo periodo, infrastrutture che noi ci sogniamo, puntualità e via dicendo.

Ma Lufthansa, tanto per dirne una, mi ha cancellato un volo da Francoforte per Norimberga, obbligandomi a bivaccare al terminal B per 5 ore. Me la sono passata bene, in una versione ridotta della felicità che è concessa quando trovo un sedile comodo, buona illuminazione, ho il computer carico, magari una connessione internet o qualcosa da leggere. È come il tempo dei pescatori, 5 ore che ti allungano la vita leggendo e scrivendo, senza sensi di colpa a guardare orizzonti di possibilità di fare quel che mi pare. Va bene, però il volo lo avete cancellato come un Alitalia qualisiasi dei bei tempi andati e, a dire il vero, mi trovo adesso in un aeroporto in cui fino a qualche minuto fa ero l'unico viaggiatore, una cattedrale in un deserto (vuoto!) da dove partono 7-8 voli di collegamento al giorno in modo da portarti negli hub di Francoforte o Monaco di Baviera. Muenster-Osnabruck è difficile da raggiungere, Herbert mi ha spiegato che avrei dovuto seguire altri sentieri ma il sito Lufthansa, sia per l'andata che per il ritorno, indicava come rotte migliori quelle che passano per Norimberga e, appunto, Muenster-Osnabruck. Col senno di poi è una cosa strana, perché vendete biglietti e poi cancellate i voli o suggerite di partire da posti dispersi e raggiungibili a fatica, tanto sono rarefatti i collegamenti, anche via bus o treno?

Che FMO sia uno ``strano'' scalo l'ho capito dalla faccia degli amici tedeschi, ma anche dal fatto che internet è lenta: download 7.68 upload 7.75 mb/sec sulla FMO-WLAN-FREE. in realtà questa è la conferma di un altro mito che si è sgretolato, i tedeschi non sono ben connessi e diverse persone mi hanno detto che spesso la qualità della loro connessione è bassa. e, per continuare su questo tenore, negli asili non si trova posto, le donne sono discriminate sul posto di lavoro, i treni sono in perenne ritardo oppure offrono un servizio scadente (su questo potete leggere anche questo post), al punto che ormai perfino il tassista se n'è uscito ridendo quando gli ho chiesto come usare i treni, ``nessuno qui ormai usa più Deutsche Bahn'', opinione condivisa da vari colleghi che, sfiancati, usano altri mezzi per evitare disservizi, ritardi e mancati appuntamenti o lezioni.

Quando, nella cartoleria e micro-bar dello scalo, ho chiesto alla commessa dai capelli rossi se potevo mangiare qualcosa mi ha seraficamente detto di no, ``ma se vuoi puoi avere un burger nel bar dall'altra parte della vetrata''. Ah, bene, lo vedo che siete tedeschi e c'è sempre una soluzione! Per raggiungere ``l'altro lato'', però, devo uscire all'aria fresca di un giorno nuvoloso... sono all'aperto e il ``bar'' è un chiosco tipo sagra paesana dove i viaggiatori si mettono in fila sotto un'impalpabile pioggerellina per ordinare wurstel e patatine con senft, mayo e salsa al pomodoro! Quando è il mio turno, so di poter chiedere un burger e Justin, un ventenne efficiente dall'aria scanzonata, mi dice che anche se non ha tutti gli ingredienti me lo fa volentieri. È un trionfo, mangio una cosa sana (mah, un due etti di carne almeno e 75 g di bagel precisi, mi ha detto il peso leggendolo sul sacchetto), fuori al freddo, rinforzo gli anticorpi e mi basta una sola UI! Ringrazio Justin e ci scambio quattro chiacchiere dato che sono l'ultimo della coda, ci facciamo un selfie per gli archivi.

Ottimo e abbondante il panino, simpatico e ben organizzato Justin!

In questi clima metafisico e rarefatto io e gli altri 4 gatti andiamo al controllo di sicurezza, setacciano con metal detector sia me che l'anziano signore che mi precede, forse lo fanno per passare il tempo dato che da due ore non ci sono stati voli né ce ne saranno altri nelle prossime due, in attesa di una partenza per Monaco. Superata la barriera, vagamente si rientra nel mondo, nel senso che c'è una parvenza di duty free, che poi è un'esibizione delle solite cianfrusaglie, Jonnhy Walker e prodotti sedicenti imperdibili a prezzi raddoppiati. Con professionalità, questa sì molto tedesca, ma che francamente meriterebbe miglior sorte, imbarcano la sporca ventina di passeggeri per gruppo, manco fossimo centinaia: si parte con anziani, poi famiglie, e via via disabili, primo gruppo, secondo, terzo ecc in ordine rigoroso, due-tre al massimo per buttata. mentre vedo questa cosa, sorrido un po' basito, tanto la mia d'imbarco porta scritto Group 5!

Rientro nel vortice a Francoforte, il bus aeroportuale si ferma per dare spazio a un mostruoso Emirates a più piani che in taxi fra un posto e l'altro ha bloccato mezza dozzina di autobus, carrelli, camioncini, al suo cospetto sembriamo tutti Playmobil. Ci sfreccia accanto un treno ICE ad altra velocità e vedo l'autobahn coi camion... eccoci tornati al mondo, quello degli ingorghi e dei treni in ritardo di cui mi hanno parlato i colleghi.


Mi fanno simpatia questi tedeschi, i miei colleghi sono dei bijoux, a sbattersi da matti in quello che gli altri pensano essere un paradiso terrestre mentre è un posto in cui ti prendi le tue cinghiate e devi schivare fastidi e transizioni, anche loro come noi europei suddeuitsche!

Eppure concludo in bellezza: atterriamo vinco al gate 1 del terminal A e invece di partire dal 19, come previsto sulla carta d'imbarco, mi mandano al 40, facendomi percorrere la massima distanza (ma proprio tutta!) possibile, se non sono chilometri poco ci manca. Penso che sono bravi ragazzi, la mia glicemia batte in ritirata e, nel tragitto, ritrovo la Bakerei Heberer, la stessa che mi aveva rifocillato all'andata. Torno con due brietzel appena sfornati e, fosse solo per questo, la Germania resta mitica ed inarrivabile!


PS. Sua maestà ChatGpt dice che "the distance between gates A1 and A40 can be around 1.5 to 2 kilometers (0.9 to 1.2 miles) apart, which could take around 20 to 30 minutes to walk depending on your walking speed", per forza che resto in forma!

PS2. Per onore di cronaca, Justin mi ha pure fatto lo sconto e al posto di 6.90 mi ha chiesto 6.00 tondi tondi... già, siamo pur sempre in Germania e mancavano degli infredienti (che ne so? cetriolini? granella di semi oleosi? doppia foglia d'insalata brasileira?)

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