Sono sul treno da Munchen HBf a Hamburg-Altona con destinazione Hannover, ho pagato 121, 50 euro per il biglietto e viaggiamo a 240 e rotti all'ora, mi sono già collegato alla rete wifi WIFIonICE. tutto va bene, no? Si potrebbe dire "quasi": sono seduto per terra, in sukhasana come alla lezione di yoga e con me (per terra, intendo!) ci sono mamme, bambini, altri passeggeri più o meno giovani, occupando ogni cm di moquette disponibile e, in particolare, ringraziando il fatto che ci sono ampi spazi per le carrozzine che, mancando i disabili, diventano irrituali piazzole di sosta per quanti, come me, si devono fare due o più ore su questa tratta.
Sono un po' sorpreso ma forse dovrei dire sospeso, in quello stato vaporoso in cui i pensieri provano a riorganizzarsi, girandosi su sé stessi per trovare geometrie diverse e, temo, non euclidee in un caso come questo. Ma come? 100 e passa euro e sono col culo a terra, ad osservare una transumanza che non vedevo da un ventennio, quella dei treni veloci o interregionali che il venerdì pomeriggio, riportavano in Veneto tutti quelli che lavoravano a Milano, in piedi, stipati almeno fino a Vicenza o Padova. Poi si svuotavano ma eravamo praticamente arrivati! E questa è Germania, non il paese dei bagigi! Mi sento in un esperimento strano, osservatore e osservato, bello comodo seduto per terra, nella superpotenza economica e morale del continente, e mi chiedo se è tutto ok. Ogni tanto devo sospendere la battitura perché i passanti zigzagando nel filo di corridoio rimasto libero tendono a inciampare sul mio ginocchio sinistro e sulla caviglia di quello che è compostamente stirato a terra dopo di me e avanti in questo dribbling a caccia di sedili liberi che non esistono. Scrivo per ricordare, perché i viaggi ci rendono migliori e meglio attrezzati a sorridere della grandezza e dei fastidi dei leggendari tedeschi, perché relativizzo l'eterna tendenza italica a piangersi addosso in qualche forma sana di "mal comune, mezzo gaudio" (appunto, queste sono scene che io non vedevo da almeno 20 anni... ok, se mi scordo di qualche recente performance di TreNord!)
Comunque, sarà il sorriso della piccola seduta per terra davanti a me, mentre ciuccia un salatino appena ripescato dal tappeto, sarà la serenità delle mamme che non fanno una piega che sia una e, anzi, dispensano tenerezza ai ragazzini che infatti sono in stato di grazia, immersi in un gioco in cui anche i grandi si "rotolano" per terra come hanno sempre sognato, sarà per tutto questo, e forse altro, ma è un bel viaggio, mi sento un novello Bruce Chatwin, "Che ci faccio qui?", in una patagonia su binari che non mi attendevo, in cui tutti sono tranquilli, non vedo una stilla di livore, e perfino il controllore (mica scemo!) non rompe l'idillio (e le balle!) e non controlla i biglietti a nessuno. In fondo mi avevano allertato: sul web e sul biglietto cartaceo compariva una dicitura in tedesco che, più o meno, diceva che "è prevista alta affluenza e non è possibile prenotare il posto a sedere". Un filo eufemistici 'sti tedeschi, ma uono avvisato mezzo salvato!
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