le festivita' hanno evidentemente scatenato gli italiani di Sydney. forse sono sbarcati i turisti dal bel paese, piu' probabilmente molti compatrioti che vivono qui si godono le ferie. abbiamo l'impressione che la maggior parte siano ristoratori nei dintorni che chiudono il locale e vanno in giro per un po'. si sente parlare italiano ovunque e questo mi ha fatto venire voglia di passare in rassegna alcuni di noi italiani all'estero, "italieni" appunto.
Marco: mio cugino vive qui da un anno, laureato e appassionato di cinema ha trovato lavoro come proiezionista in Oxford st, dopo aver raccolto angurie e fatto altri lavoretti nel nord tropicale per finanziarsi questo giovanile viaggio di formazione oltremare. e' partito in furgone, usato ma appositamente revisionato al costo di 1600$ sudati a sangue, con destinazione Perth per l'ultima cavalcata on the road da 4000 km prima di tornare nel trevigiano. alcune sue osservazioni mi hanno fatto riflettere, dice che in generale gli australiani sono rozzi culturalmente e ha fatto amicizia specialmente con i tantissimi stranieri che vivono in citta'. le sue parole danno la sensazione che i viaggi non siano in grado di colmare le distanze fra popoli, ma semmai le acuiscano, rimarcando le differenze piu' che le somiglianze... la cosa mi suona strana perche' da sempre coltivo l'idea, trasmessami da mio papa', che i viaggi servono per conoscere e conoscersi. e se ci si conosce, ci si parla, ci si capisce e si puo' convivere. a dir la verita' qualche dubbio me l'ha messo: in una metropoli di 5 milioni di abitanti, con una dozzina di sacche etniche, puo' non essere facile capirsi o parlarsi al punto da integrarsi... per il momento resto favorevole alla tesi di famiglia ma mi rendo conto che sfioro discorsi seri, meglio lasciare perdere in un blog da passeggio!
Nicola: milanese, dottorando a UTS, fidanzata coreana, bell'esempio di brillantezza intellettuale e melting pot riuscito, surfista, vive a Bondai. mi racconta che se ne stara' qui per un paio d'anni ancora, come post-doc e poi vorrebbe tornare da noi, "qui e' tutto terribilmente distante". mi ha portato a mangiare nel primo sushi-train della mia vita gastronautica, la cucina giapponese mi piace e qui e' diffusa e a portata di tutte le tasche. good luck!
Lorenzo: milanese, in gamba, dottorando a UTS, un bell'inglese dalle vocali aperte inconfondibili. mi fanno simpatia questi giovani in trasferta, a incamerare esperienza e conoscenze a 16000 km da casa. spero che capiti loro l'occasione di tornare da noi senza rimpianti. w la meglio gioventu'!
Massimo: conosciuto in autobus chiedendo informazioni sulla fermata per la discesa, una probabilita' su 5 milioni! nei 6-7 minuti di viaggio chiacchieriamo e vengo a sapere che, oltre a essere italiano, e' professore associato a UTS in computer science e vive qui con moglie australiana. ci ripromettiamo di rivederci ma poi le cose si accumulano e amen. may the computing force be with you!
Renzo (Piano): ebbene si, a Sydney ha lavorato anche la superstar nazionale dell'architettura. al numero 155 di Macquarie rd e nella vicina piazza Aurora ci sono i suoi lavori. non e' semplice farsi notare in una skyline come questa ma il nostro ci e' riuscito, richiamando con una bianca ala ardita le linee curve dell'Opera House. nella prima foto del blog il suo palazzo e' il secondo partendo da destra. si vede anche il grattacielo della Deutsche Bank, che si distingue per quella specie di porta da rugby in cima. cliccate qui per altre foto.
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