Monday, May 29, 2017

Alpini, grazie!

Stamattina chiediamo ad Alessandra i motivi di una non comune tranquillità al Caffè Letterario. Lei dice che, in effetti, oggi è un giornata calma, "non come sabato scorso, quando c'erano gli alpini". Lo dice trasognata e poi aggiunge, per togliere involontariamente la sensazione che lo dica perché si facevano tanti affari: "persone semplici, gentili, è stato bello".
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Lo scambio con una delle nostre bariste preferite mi ha ricordato l'importanza di scrivere qualcosa su questa Adunata degli Alpini, quella del Piave. Chi scrive è un obbiettore di coscienza, sinistroide e alquanto diffidente verso la retorica patriottarda che aleggia sempre attorno all'argomento. Ma sono anche Veneto e, come tale, mi sento in diritto/dovere di essere "confuso" in un modo che, credo, ci sia proprio: sono catto e comunista; capisco le sparate della Lega perché ho visto coi miei occhi le scritte vergate sui viadotti 30 anni fa e le sento pronunciare anche da amici carissimi; so quanto ci siano solidi motivi per dire "Roma ladrona", anche ora che col MOSE ci siamo abbastanza allineati; conosco il Montello, l'Altipiano di Asiago e il Grappa e passo quasi settimanalmente per paesi il cui nome recita "della Battaglia", con la "B" maiuscola; so quanto questa terra abbia contribuito, col sangue sparso nelle trincee e nella lotta partigiana e col sudore del duro lavoro dei metalmezzadri, a questa Italia, che resta sempre una croce e una delizia.



Ebbene, in questo consueto e straniante intreccio psicologico l'Adunata è stata una rivelazione e, in sintesi, faccio mia la valutazione di Alessandra: è stata uno spettacolo di bellezza. Mi riferisco, come lei, più alla bellezza interiore che emanava da questa gente che all'impressionante sfilata durata 10-12 ore. È gente solida, spesso di mezza età, gente che al bar saluta con un "Buongiorno" e un "Arrivederci" gli altri sconosciuti clienti. È gente che, come me, può forse dire qualche cazzata intrisa di noi-loro, ma loro salgono sul camion e corrono dove c'è un'alluvione, un terremoto, muti, solidi, organizzati...

Ovviamente, ma non servirebbe dirlo, c'era qualcuno che alzato il gomito e che alla sesta birra da mezzo + 4 ombre non era proprio un bel vedere. Ma, pensateci un attimo, in mezzo a 500.000 persone è tanto che non ci scappi il morto e non sono due ubriachi a cambiare nulla: spesso quelli che deragliavano, specie il sabato sera, erano giovani con l'età dei miei studenti e più che Alpini sembravano gitanti che pensavano che all'Adunata ci si sbronza e basta. Forse sarà anche così. Eppure decine di migliaia di persone hanno mostrato civiltà somma, si sono accampati con garbo ovunque, perfino nelle aiuole spartitraffico, hanno fatto festa con la famiglia, mariti, mogli e figli per giorni bevendo qualche bicchiere e amen. Quelli giovani mi davano l'idea di essere quei fighi che, dopo aver bevuto, guidano e a volte si fermano sulle catalpe, mentre gli alpini in genere andavano in camper o in tenda, rigorosamente a piedi, a smaltire senza creare ulteriori danni a sé stessi e agli altri. Comunque, da veneti ci siamo abituati al cliché del bevitore, e ce lo prendiamo tutto (e proprio un mio studente, assunto in un bar per far fronte all'onda umana mi ha detto che mai aveva versato 100 bottiglie di bianchi e 100 di rossi con l'aggiunta di 800 bicchieri di birra in una serata, era il venerdì).


Sono stati giorni bellissimi anche perché ho visto passione civile e tricolori ovunque. Relativamente alla prima, cito l'episodio del Ponte dell'Università che versava in pessime condizioni. La Fondazione Cassamarca ormai asfissiata dai debiti non manutenziona più nulla e il ponte disegnato da Portoghesi mostrava i denti: vernice da ridare, tavole consunte, anche qualche buco. Una squadra di Alpini se l'è preso in carico il martedi e, pioggia o non pioggia, lo ha rimesso a nuovo, veramente più bel che pria. E non è che ci hanno dato una passata dove passa il prete. Mordente a gogo, riverniciato completamente, filler e stucco dove serviva, tavole nuove di palla, perfino le sfere di ottone luccicano ora al punto che ci si vede lo stemma, che mai avevo notato nell'opacità precedente, della confraternita di S. Maria dei Battuti del vicino ex-ospedale. Alpini, grazie!



Per quel che riguarda i tricolori, non ho potuto non notare continuamente che questo sventolare di bandiere in un posto in cui la Lega ha governato col suo sceriffo per decenni è curioso (che è un modo gentile di definire la nostra "confusione"). Tricolori ovunque, in un posto in cui, per poco, le folle non hanno gridato "Veneto nathion, secession!", a pochi kilometri da una Venezia in cui Umberto Bossi disse nel 1997 di mettere al cesso la bandiera italiana appesa al balcone.
Proprio durante l'Adunata, i sindaci Manildo e Gentilini si sono visti insieme, tutti e due con la testa sotto un cappello verde con piuma a prima vista anacronistica. Il primo cattolico di centro-sinistra, il secondo lefebvriano, leghista e parecchio a destra. Robe mai viste o, meglio, robe che vedi ogni giorno in questo lembro di pianura padana. Confusi?  No, normali! Mi fermo qui perché è impossibile ricordare tutto il resto:
Com'è triste la sera lasciar la montagna
e tornare in città.
Che, qui sull'Alpe, non siamo soli,
c'è tutta l'Italia che a fianco ci sta.
I cori a Santa Rita e le fanfare (W la Val Susa!), il traffico bloccato per giorni, il piacere di girare per il PUT a piedi, l'organizzazione che consente la sicurezza a quasi mezzo milione di persone, i bar aperti una tantum per tre giorni e due notti nei locali sfitti in deroga a ogni licenza, i panini con la mortadella per due euro, i giardini delle scuole rimessi a nuovo, la piantumazione degli alberi, una sfilata comovente coi "nostri" di Feltre, la "Cadore" adesso dismessa, quelli di Bassano che non finivano mai, il canto potente e ritmato di "Berghem, Berghem", l'aquila imbalsamata, le crocerossine, la protezione civile, i battimani...

Nuovamente, grazie Alpini, grazie Treviso.



[L'Adunata si e tenuta dal 12 al 14 Maggio 2017. Il traffico era bloccato in tutta la città già dal giorno 11 e io sono arrivato a scrivere il post con discreto ritardo]