Elena pesta sui pedali in una giornata perfetta, calda-fresca, luminosa e celeste. Fatico a tenere il suo passo mentre zigzaghiamo verso Bassano, nord-ovest-nord-ovest, Romano e finalmente Pove del Grappa. Qui c'inseriamo nel percorso dei corridori che scendono dal Grappa, è un tripudio di striscioni rosa, scritte, festoni, coccarde, installazioni varie a forma di bici. È facile lasciarsi contagiare dall'entusiasmo per l'arrivo della corsa ed è un gusto sentire che, per un giorno, i padroni di casa siamo noi ciclisti e le auto se la mettono via e portano una pazienza infinita con tutti questi che instasano le strade in doppia e tripla fila.
Se pensate che sia uno scherzo, provate pure! |
Fermata per caffè e bottiglia d'acqua fresca a Valstagna, alla "solita" Gelateria Da Gino. Poi partiamo su per la salita ed è uno spettacolo nazional-popolare con rotoli di ciclisti di ogni età e foggia. In questo periodo devo essere sensibile a queste manifestazioni di massa, ho appena scritto un post sull'adunata che si è conclusa da qualche giorno. La Valstagna-Foza è una strada bella e stretta a strapiombo che in 14 km ti fa salire da 150 fino a 1090 metri, finora l'avevo fatta due volte in mountain bike parecchi anni fa. Fino a metà salita vado più o meno alla velocità di Elena che va su agile e mulinando in apparenza senza sforzo. Fra le decine di altri scalatori inquadro Filippo, mi supera due volte, lo riprendo e lo risupero a singhiozzo, poi mi ripassa e questa volta definitivamente. Sale alla velocità di Elena ma io a metà salita, all'Osteria Piangrande, di colpo non ne ho più e da quel punto salgo lento, turistico y final, direbbe Soriano. È un bagno di realismo e umiltà, sospettavo che alla mia età una salita come questa non s'ha da fare con poco allenamento. E pensare che, un po' alla Lucio Dalla, "penso a grandi imprese, a una tailandese", speravo di fare il reverse split come il leggendario Eliud Kipchoge: prima parte più controllata e seconda più veloce dando fuoco alle polveri. Bene: la prima parte l'ho fatta ma -sfiga- proprio quando era il momento di accelerare per poco non mi fermavo e alla fine arrivo in cima quasi 10 minuti dopo Elena e Filippo. Sempre Dalla: "ma l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale". Appunto! Cronometraggio non ufficiale un tanto al chilo: 1 ora e 10 minuti.
C'è gente che era più provata di me... ma magari era il post-prandiale! |
Il matematico-allenatore che è in me attacca con le considerazioni "macro"-filosofiche: i km che hai messo sul contakilometri contano, le salite vanno rispettate, chi si allena (Elena) o è in forma (Filippo) vanno su che è una meraviglia; gli altri si devono allenare di più o... entrare in forma! Elena aveva attaccato bottone e i vicentini Filippo, Marco e Carlo si sono fermati a mangiare con noi, avevamo vettovaglie per un plotone!
Chi l'ha fatta in bici è qui! |
Verso le 16.00 ci mettiamo a bordo strada a vedere passare la carovana e poi Kiryienka e Pozzovivo ventre a terra con una dozzina di secondi su Nibali and co. Vedo la maglia rosa di Quintana, come sempre è un attimo dato in quel tratto la strada "spiana" (ehm, si fa per dire, per un normodotato sarebbe ancora salita...) e passano come proiettili.
La coppia Kiryienka - Pozzovivo a tutta e zio Nairo, "Annibale" e compagnia all'inseguimento. |
Anche il ritorno ha la sua poesia: un fiume di ciclisti scende per i tornanti, vari fra quelli che ruzzolano a valle sono fuori di testa e, magari senza casco, pennellano le curve come a Indianapolis. Mi auguro di ritrovarli in salita quando sarò in forma, che pareggiamo i conti e ripeto il mantra del ciclista yoga "se cadi in salita non succede un cazzo ma in discesa, se va bene, sei rovinato!". La picchiata resta godibile, salutiamo Filippo, Carlo e Marco, che è arrivato con le mani rattrappite a furia di (cercare di) frenare la sua mountain bike pesante come la morte! Grazie ragazzi, alla prossima!
Io ed Elena voliamo verso Riese, è una bellissima serata, è stato un trionfo, morale a 1000, scalatori per un giorno, W il Giro del Centenario! Elena va talmente forte che, letteralmente, non riesco a darle un cambio, non uno, non pervenuto. Maschio alpha a cuccia, ciapa su e porta a casa...
[La tappa era la Pordenone-Asiago del 27 maggio 2017. Alla fine Kiryienka e Pozzovivo li riprendono e la volata a 5 la vince Pinault. Io c'ero! Per colpa di Elena sto rimettendo gamba, così magari la prossima volta andiamo su insieme. Oggi giro sul Montello con passaggio alle 12.00 a S. Croce del Montello, sono stato trafitto da un momento serendipitoso: il carillon della chiesa con "Il Piave Mormorava" (Canzone del Piave). Non vi sto a spiegare tutto, commovente e basta!]
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