Sunday, May 19, 2019

Scarpa a Palermo

Il tassametro segna 61 euro e chiedo al tassista come mai, il prezzo per la corsa centro Treviso - Marco Polo dovrebbe essere 50. Il tassista si riprende e prova la sottile strada di distinguere fra corsa su strada normale e autostrada. Io so bene che ha pagato 2.60 di pedaggio e andiamo professionalmente sul 55, puta caso una via di mezzo fra 50 e 61. L'interazione coi tassisti tende ad essere sempre speziata, c'è poco da fare, è un caso in cui "sapere è potere" senza eccezioni (pur nella difficoltà di sapere tutto prima).

L'aereo Volotea arriva da Nantes e c'impigliamo in uno sciopero dei controllori francesi, alla fine saranno due ore e 20 di ritardo da Venezia. Io penso erroneamente 220 e mi vengono in mente i multipli di 11 che qualche critico ha trovato nel lavoro di Scarpa, quantunque finora non sia riuscito a capire che tipo di ragionamenti fanno, eppure di multipli me ne dovrei intendere.

Stiamo andando a Palermo, al SoleLuna Doc Rassegna Architettura a Palazzo Branciforte, occasione per mostrare il documentario di Riccardo De Cal "Nel cuore muto del divino" assieme ad altre due opere fra cui "L'anima segreta delle cose" su Tobia Scarpa. In volo ci raccontano pure che il comandante si chiama Bressan ed è di Padova e che una hostess è di Bassano, equipaggio e buoi dei paesi tuoi! Arriviamo ovviamente in mostruoso ritardo. Stavolta però saltiamo sul taxi sharing (uscendo dallo scalo sulla sinistra), furgone ducato con 8 persone a 7 euro l'uno, l'autista non scende mai sotto i 100 finché l'autostrada glielo consente, preciso ed efficace. Ci lascia di fronte alle Poste e ci indica pure quale strada prendere, il luogo della proiezione dista forse 150 metri. Entriamo alle 20.35, le due ore e 20 di ritardo si sono ridotte a 5 minuti e io mi chiedo perché il taxi sharing da noi non c'è e se sia destino che al sud spesso le cose s'aggiustino per il rotto della cuffia (negli altri casi si sbatte, normale!)

Fanno cenno a Lucia che sono arrivato e, anche se sono presente in via non ufficiale, menziona me e Ca' Foscari. Quando sarà la mia ora presento a braccio il flim, parlo per 5 minuti di un'opera che reputo appassionante e che conosco bene, spero di avere detto cose sensate e aver gettato ponti fra Venezia e Palermo, uno degli altri posti dove Scarpa ha lasciato tracce profonde e bellissime. In una sala confortevole e modernaq ci sono almeno 90 persone sulle poltrone rosse, vedono le immagini dell'aula Baratto e il modo in cui Scarpa sistemò questo luogo di grande bellezza nel 1936 e nel 1956. Applaudono, ma è serata tecnica e parte subito l'mp4 con l'intervista di Tobia, immaginazione e poesia strepitosa nelle sue parole.
Sala proiezioni di Palazzo Branciforte, 9 maggio 2019, "Sguardi di luce" 
A cena incontro Lucia, Clara e altre persone non lontane dai sessant'anni. Assaggio poco anche perché sono concentrato sulla conversazione (come dice il commissario Montalbano, non bisognerebbe parlare mentre si mangia, pazienza!). Le cordialissime persone che ho intorno non hanno nulla da dimostrare, vengono da famiglie importanti, spesso d'imprenditori di successo. Potrebbero "nascondersi" in una situazione di benessere economico e culturale e tenere un profilo bassissimo ma, invece, s'impegnano in attività culturali e pubbliche e apertamente legano i loro sforzi al tentativo di porre l'accento sui diritti umani, sulla necessità d'integrare gli stranieri e di essere inclusivi.
Il gelsomino è un fiore migrante – dice Lucia Gotti Venturato, fondatrice del Festival SoleLuna... In ogni Paese che lo ha accolto, il gelsomino ha portato e continua a portare bellezza e profumo. Così può essere anche per gli esseri umani se c’è un terreno culturale fertile. (source)
Li guardo ammirato da un coraggio che non sono obbligati a mostrare e mi chiedo perché rischino non so bene cosa in un'Italia in cui tira un'aria strana, impregnata di razzismo e sovranismo da quattro soldi di un governo a suo modo diviso e politicamente debolissimo, stretto fra le sparate nordiste di Salvini e il populismo naive e napulè di Di Maio.



Palazzo Steri e il suo scalone
il giorno successivo, dopo un passaggio di controllo alla pasticceria "Costa" ai 4 Canti - ci era stata descritta come una delle migliori di Palermo- visitiamo lo "Steri", sede del rettorato dell'Università di Palermo. Vediamo le prigioni dell'inquisizione, stanzoni dove gli spagnoli hanno torchiato infedeli, streghe, strambi, comunisti (ante litteram) e chiunque altro per qualsiasi motivi fosse comodo mettere alla berlina (oltre che in galera). La guida è una ragazza potente e formosa, capelli e occhiali corvini e perfetta proprietà di linguaggio, ci racconta storie terribili di abusi, torture e agonia, e anche del riscatto di fra' Martino Vela messa per iscritto da Leonardo Sciascia in ``Morte dell'inquisitore''. Vediamo anche i lavori di Carlo Scarpa, un'altra scala sontuosa, un ingresso inconfondibile (ora non più utilizzato) e grate-gelosie di ferro alle finestre.

Vucciria di Renato Guttuso. Il dipinto è ora in una piccola sala conferenza (ed ex cappella del palazzo, in attesa che terminino i restauri del salone.
Ci raggiunge Andrea che ci porta a mangiare a Porta Carbone pane e panelle (Cesira) e pani ca' meusa (noi due) lungo la cala. Grazie!


Nel pomeriggio andiamo a Palazzo Abatellis e rimango folgorato dalla bellezza dell'allestimento di Scarpa, che riesce a fare rifulgere le opere come gemme, guidando il visitatore e suggerendogli dettagli mirabili e scorci incredibili, come quello del Trionfo della Morte, incastonato in una nicchia che si può, quasi cinematograficamente, vedere sia dalla platea che dalla galleria.



Ci rechiamo a Palazzo Butera, cantiere aperto voluto e finanziato da Massimo Valsecchi. Sorvolo sul magnifico edificio e sulla salita al turrino da cui si gode una vista magnifica sul golfo e sulla città dato che mi preme tornare a sottolineare il ruolo di Valsecchi: (ex?) milanese, broker, collezionista d'arte, deciso a mostrare che Palermo merita di più e che il suo modello d'integrazione secolare (di arabi, normanni, spagnoli, francesi, siciliani) può funzionare in quest tempi bui. E non lo dico perché, romanticamente, immagino le sue motivazioni: non ci crederete ma a un certo punto ci viene a trovare assieme a Claudio e si ferma a lungo a discorrere con noi, "che veniamo da Ca' Foscari". Sono basito e grato del suo tempo, è persona che sta mettendoci del suo per provare a suo modo a cambiare il mondo, restaurando un palazzo a Palermo e mostrando una collezione d'arte moderna per arginare la barbarie di chi ci governa e l'asfissiante miseria di visione di chi ha il timone. Valsecchi è pacato, carismatico, nelle stesse maniche di camicia da lavoro in cui l'ho visto fotografato in un'articolo del Sole 24 ore che descrive quello che tenta di fare. Il sito di Palazzo Butera è chiaro:
Oggi le migrazioni rappresentano un fattore di crisi del progetto europeo e la Sicilia, con la sua storia millenaria, può costituire un rinnovato esempio di accoglienza e integrazione. In Sicilia, a Palermo, il quartiere della Kalsa porta i segni di questa stratificazione storica e culturale, che fa da sfondo alla rinascita di Palazzo Butera.

La serata si conclude in una cattedrale illuminata per la cerimonia in cui il vescovo abbraccia le nuove coppie che, a breve, si sposeranno, con tanto di inconsueto rinfresco a biscotti e aranciata nella navata di sinistra. Tornando verso Via Giacolone, nell'ottimo airb'n'b in centro suite, salita al campanile del monastero di S. Caterina (visita completata all'indomani per vedere in chiesa lo sfarfallio del barocco più pirotecnico e sovraccarico che io ricordi).



Sabato è dedicato al Palazzo dei Normanni, al microcosmo di bellezza che è la Cappella Palatina e a un altro museo bello bello, il Salinas. Non siamo in molti all'archelogico, dove si mostrano straordinarie collezioni che testimoniano quanto i greci avessero trovato in questa terra un'altra patria. Tutto è esposto con brio e cura e i cartellini mi ricordano sempre quanto i fondi della Comunità Europea ci abbiano aiutato a condividere le bellezze italiche col mondo. A costo di essere noioso, nuovamente penso alla vulgata sguaiata che vede nell'Europa la radice di tutti i mali e mi ripropongo di non cadere nelle trappole che ci vengono tese da chi sfrutta la pancia e gli slogan senza inserire un neurone che sia uno nei discorsi sbraitati nelle piazze e sui social.

A pranzo al Mercato del Capo, onduline aggraziate per coprire i lavori in corso e contatore volante in bella vista
Uno scorcio della Cappella Palatina
Il viaggio di ritorno di Ryanair merita di essere raccontato. Constato amaramente che ormai sono rigidissimi e non si porta nulla se non ha pagato il sovrapprezzo per la priority, il bagaglio registrato e tutto quel che ci va dietro. Per stavolta resiste il mito della cassata: "questa ce la lasciate portare, vero?" e non non ha il coraggio di dire di no. Pago i miei 20+20 euro per i due trolley, la cosa un po' mi ruga ma sono anche ben consapevole che avrei pagato 26 euro l'uno se avessi comprato lo spazio quando ho fatto il check-in online, tittamorticani!

La crisi di panico del passeggero seduto quasi a fianco di Cesira preannuncia rogne e, infatti, un minuto dopo le hostess danno la notizia che saremmo atterrati a Bologna perché le condizioni meteo a Treviso erano inadatte. Il giovane è bianco terreo, agitato, "ma stiaamoo cadeendo?" e così via. Non avevo mai visto un episodio del genere con qualche passeggero che prova a tranquillizzarlo e Cesira che gli accarezza la mano. Alla fine smette di pensare a come divincolarsi e si calma, poi tocchiamo terra a Bologna e le cose si pacificano anche se altri maschi alfa e giovani sono evidentemente (mi pare) troppo scossi e scalpitano ansiosi in attesa di sapere che cosa faremo. Le hostess quasi non fanno una piega, traducono le spiegazioni del comandante, stiamo aspettando notizie da Dublino, ci faranno sapere fra 10 minuti, ci faranno sapere fra 15 minuti, ci faranno sapere... e basta. Alle 11.00 TSF chiude e alle 11.30 ci dicono che partiranno i pullman per Treviso a mezzanotte e un quarto. Panino e banana al Carrefour dell'aeroporto e poi coda con qualche tensione per prendere l'autobus sul piazzale, quasi 200 persone obbligano a cercare vari mezzi e siamo tutti sbattuti e stufi, nella notte bolognese fredda e piovosa. Due ragazzoni in giubbotto catarifrangente arancio fanno da steward e hostess, lei è una montagna alta almeno un metro e 90, non perdono mai le staffe, provano a mettere ordine e lucidità, "caricate la valigie", "il prossimo pullman sta già arrivando" e così via. Stanno aiutando passeggeri stranded per il maltempo da ore, già 800 persone che dovevano atterrare a Milano che ha chiuso per la grandinata. Poi siamo arrivati noi. Partiamo alle 24.35, su un bel mezzo confortevole e via in autostrada. All'1.42 la simpaticissima Nicole, forse meno di 4 anni, si sveglia e in lacrime chiede di fare pipì, non ce la fa più. I pianti dei bambini sono sempre potenti, perché sembrano inconsolabili e giusti (e forse è proprio così, alto che le fisime di noi grandi). La sua dolcissima mamma siciliana non la lascia mai andare, le parla, non c'e scelta dato che il bus non si ferma e la convince alla fine a farla in corrispondenza della porta posteriore. Nicole, che usa vocaboli disponibili di norma a bambini gradi il doppio, è costretta ad accettare e fa quel che deve ("ma come", avrà pensato, "non mi avevate detto per anni che dovevo farla nel water?") e poi disperata deve ammettere di essersi anche bagnata. ti credo, avete provato a farla in corsa sulla porta posteriore del bus? Poi sfinita crolla e si riaddormenta, dopo aver conquistato il rispetto di tutti i passeggeri. Arriviamo alle 2 e 30, avevamo preso la corriera Prestia-Comandé alle 17.30 da Via Roma, non male come viaggio! I taxi al Canova non ci sono, la notte di Treviso non è quella di New York che non dorme mai, tutti fanno quel che possono e continuo a provare fino a quando il RadioTaxi mi risponde. Saliamo in macchina alle 3.00, ospitando un militare che portiamo a Viale Montegrappa. Arriviamo a casa alle 3.12, cassata in frigo alle 3.15: poverina, un po' di caldino se l'è preso pure lei ma è il nostro orgoglio e possiamo pur sempre dire missione compiuta!

Espositore della Pasticceria Costa, 4 Canti, Palermo.

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